Ospedale S. Eugenio Roma
Recensioni dei pazienti
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Frattura obliqua 5 dito
Arrivata il 1 agosto in pronto soccorso con un dito del piede rotto e deformato verso l'esterno, trovo la guardia all'ingresso che decide di non far entrare nessuno e crea una fila fino a fuori con 40 gradi e a chi si lamenta, risponde in modo vergognoso.
Nonostante dica che non si può entrare, entro comunque e mi siedo, il triage è gentilissimo, vede il dito e mi fanno subito sedere in sedia a rotelle e mi mandano in sala gessi. Qui trovo una dottoressa che non mi guarda neanche, non si alza e tiene gli occhi fissi sul monitor. Mi chiede che cosa ho fatto, inizio a raccontare e l'infermiere (credo si sentisse molto spiritoso) inizia a dire, basta, basta che poi mi viene l'ansia (ridendo).
La cosa mi irrita ma mi azzittisco visto che al momento il dolore era forte.
Ripeto, senza toccarmi mi inviano a fare la lastra che conferma dito rotto.
Torno in stanza, la dottoressa continua ad ignorarmi e dice all'infermiere di farmi un cerottaggio. Io chiedo se è rotto, dove è rotto e se anche le altre dita hanno qualcosa visto che sono nere e gonfie.
L'infermiere, di nuovo peccando di professionalità e anche di umanità, ridendo ancora una volta, mi dice che non è importante sapere e non mi dà risposta. Guardo la dottoressa e lei ancora attaccata al monitor del pc neanche si degna di guardarmi o visitarmi.
Mi fascia, esco, saluto, ringrazio (comunque) e come chicca finale neanche si sognano di guardarmi in faccia e rispondere al saluto.
Ribadisco, triage attento, gentile e scrupoloso, infermiere che mi hanno accompagnato in sala gessi e a radiografia, gentili e professionali... per il resto mi spiace ma non riesco proprio a capacitarmi del trattamento ricevuto.
Radiologia: esame di controllo
Ho eseguito (pagando 142 euro) una ecografia addome completo con il dott. Carbonetti. Il giorno precedente all'esame avevo chiesto informazioni al medico sulla preparazione. Mi veniva detto che sarebbe stato sufficiente rimanere a digiuno qualche ora. Solo il giorno dell'esame mi viene detto che avrei dovuto bere un litro d'acqua, cosa che sono stato costretto a fare in fretta e furia. Risultato del referto: ecografia inficiata da meteorismo. Probabilmente ho buttato 142 euro.
Reparto Solventi
Per quella che è stata la mia esperienza personale non consiglio di farsi ricoverare presso il Reparto Solventi dell'Ospedale S.Eugenio. Sono stata ricoverata 5 giorni nel Reparto in regime intramoenia, quindi a pagamento.
La stanza e il bagno risultavano sporchi, nel bagno c'era una doccetta di servizio al WC che perdeva acqua, pertanto si formava una pozza d'acqua che, se calpestata, poteva risultare pericolosa per eventuali scivolate e cadute. Per 3 giorni dopo l'intervento mi è stata somministrata una dieta alimentare per effetti di disfagia (che non avevo), a base di purè di patate, riso, manioca, succhi di frutta confezionati, puree di mele confezionate, che mi hanno aggravato l'iperglicemia di cui dovevano essersi accorti, e l'immobilità intestinale, normale dopo un intervento chirurgico. Solo dopo le mie vive proteste, la dieta è stata cambiata in normale dieta per ricoverati, con minestrine, verdure bollite, frutta fresca, alimenti più adatti al mio intestino.
Ma l'aspetto più grave è quello amministrativo ed economico del Reparto Solventi: il preventivo di spesa non era dettagliato, non si capiva quali indagini fossero incluse nella routine di preospedalizzazione, era invece specificato che potevano essere effettuati ulteriori accertamenti se ritenuti necessari. Così per la preospedalizzazione ho effettuato l'ECG ma non la visita cardiologica. Il giorno dopo l'intervento invece hanno riscontrato un rialzo pressorio (pur avendo dichiarato la mia ipertensione trattata con terapia da 5 anni), rialzo assolutamente non drammatico che ha fatto ritenere necessario un consulto cardiologico consistente nell'esame dell'ECG effettuato in entrata, auscultazione di cuore e polmoni e prescrizione di una nuova terapia anti-ipertensione, che naturalmente non ho minimamente preso in considerazione, non rivelandosi necessaria in quanto la pressione arteriosa era tornata subito ai miei valori normali. Per la modica cifra di 150 Euro aggiuntivi è stata cioè effettuata la normale visita cardiologica che generalmente fa parte della routine di indagini di pre-ospedalizzazione. Inoltre, pur essendo stata operata per rimozione di massa tumorale, anche l'inevitabile esame istologico non era stato incluso nel preventivo (e parliamo di un preventivo di 22.000 Euro), per essere poi aggiunto nel conteggio finale. In definitiva, il trattamento di degenza che avrei ricevuto in un normale reparto dell'ospedale a carico del SSN, si è rivelato molto peggio, ma a pagamento
Ottima invece tutta la parte medica (intervento e assistenza post-intervento) del ricovero, grazie alla professionalità ed esperienza dei medici dell'Ospedale Sant'Eugenio.
Servizio CUP
Il servizio CUP del Sant'Eugenio è al limite dello scandalo. Oggi ho atteso più di un'ora per poi non essere chiamato allo sportello per la registrazione di una prescrizione riguardante il controllo del Pacemaker. Sono dovuto andare direttamente all'ambulatorio, per non arrivare in ritardo alla visita, dove molto gentilmente mi hanno fatto comunque il controllo del Pacemaker. Oggi su 8 sportelli del CUP spesso ne funzionavano solo 2-3.
Ho raccontato di oggi, ma tutte le volte è così.
Questo servizio va migliorato, non è civile fare aspettare i pazienti, anche ultra ottantenni, tanto tempo spesso in attesa in piedi e all'aperto.
Meglio muta!!
Mia madre è stata recentemente ricoverata per quasi un mese nel reparto di Medicina 2 del Sant'Eugenio. A parte l'impressione che venisse "curata" a fasi alterne, in funzione del medico di turno, e a parte il ritardo che ho più di una volta rilevato nel trasferimento delle informazioni tra medico e infermeria, quello che davvero a mio avviso non è accettabile, sono i modi del personale medico talmente scortesi e sbrigativi, che spesso risultavano solo villani. Toni e modi che quasi sempre negano buon senso, empatia, solidarietà, attenzione e cura a chi fa assistenza, capacità di relazionarsi in modo almeno educato.
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