Ospedale Di Summa Perrino di Brindisi
Recensioni dei pazienti
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Risonanza Magnetica
RMN che dovevo fare a Gennaio, paziente oncologico fin di vita.
Spero di essere ancora in vita quando farò la prossima RMN, così potrò raccontare...
Vado a fare una RMN durata quasi 3 ore, in quanto interessava tutto il corpo.
Ritiro il referto, ma era presente solo il referto dell'encefalo; allora rientro dentro e mi viene detto "si vede che non c'era nulla da refertare". Io: "perché non l'avete scritto allora?
Trovo un numero telefonico, spiego il fatto. Il ritiro (referto solo encefalo) l'avevo effettuato di venerdì. Domenica mattina alle 7:00 circa mi arriva per email il resto del referto: RmN scritta in maniera barbara, inoltre non si vedono bene le immagini. Questa è la malasanità Pugliese.
Trattamenti inefficaci
Esperienza drammatica che ha visto protagonista mia madre. Pessimo rapporto medico- paziente, zero professionalità da parte degli infermieri ed OSS.
Pronto Soccorso
Sono il figlio di una paziente affetta da demenza. Mia madre è stata ricoverata in pronto soccorso per circa 28 ore, con i vari esami e consulti svolti a distanza di 3-4 ore l'uno dall'altro, senza mangiare o bere. Ho dovuto chiedere le venisse fatta una fisiologica per idratarla almeno un po', una soltanto nelle 28 ore di permanenza. Alla fine di tutto questo calvario, è stata dimessa senza prognosi, con una terapia che le avrebbe prescritto anche uno studente di medicina al primo anno. Vedere una madre, già affetta da una terribile malattia, sofferente, disidratata, lasciata su una barella per 28 ore, è per me qualcosa di inaccettabile. Avrò sentito dagli operatori non so quante volte dire " non lo so ", con una acidità e insofferenza deprecabili. Vorrei ricordare a tutti gli operatori, dagli Oss, ai medici passando dagli infermieri, che lavorare nell'ambito sanitario, con tutte le difficoltà che comporta, è come prima cosa un gesto di umanità.
Reparto risonanza magnetica e tac
Ho fatto la risonanza magnetica con mdc, dopo vari sbagli sulla registrazione del mio nome (data di nascita e nome) mi hanno fatto la flebo con il contrasto, mi hanno stesa sul lettino della risonanza con la flebo attaccata. Io ho chiamato 3 volte perchè non mi sentivo bene, nessuno è intervenuto, hanno aspettato che finisse prima l'esame giustificandosi che non potevano interromperlo altrimenti avrebbero dovuto ricominciare daccapo.. Per finire in bellezza, sono uscita tutta macchie su tutto il corpo per una reazione allergica da contrasto... Se mi avessero lasciata un altro poco, nonostante i miei vari tentativi di chiamata, non so come e se sarei uscita da quel tunnel.. Incompetenza e poca professionalità.
Anno 1995: Terapia Intensiva coronarica
Nell'agosto del 1995 ho perso mio padre, deceduto all'età di 57 anni a causa di un infarto. Il 9 agosto mio padre accompagnato da noi al pronto soccorso in seguito a dolori al torace, nella notte ebbe un infarto. Rimase circa 10 giorni in terapia intensiva. A giudizio dei medici poteva tornare a casa. Prima di dimetterlo venne sottoposto ad un primo test da sforzo, ritenuto poi controindicato dai Medici Legali d'ufficio, in quanto trattavasi di paziente già infartuato e con serie complicanze. Diversamente, mio padre avrebbe dovuto essere sottoposto ad una coronarografia.
Il giorno successivo venne disposto un secondo test ergometrico con copertura farmacologica.
Nonostante mio padre avesse già manifestato segni di ischemia miocardica nel corso del primo test ad un livello da sforzo di 50 W e, successivamente, anche nel corso del secondo allo stesso livello da sforzo, il test non venne interrotto, ma addirittura eseguito al livello di 100 W, determinando così la rottura del muscolo papillare. Occorreva pertanto trasferirlo a Bari per intervenire chirurgicamente entro 12 o 24 ore al massimo. Si superarono ,invece, le 30 ore, arrivando a Bari troppo tardi; l'ambulanza, prima di dirigersi verso Bari, con mio padre a bordo, attraversò tutta la città per rifornirsi di carburante al distributore convenzionato. L'autopsia effettuata a Bari evidenziò successivamente la rottura del muscolo papillare del ventricolo sinistro, che aveva causato un edema polmonare e quindi la morte. A seguito del nostro esposto alla Procura della Repubblica, abbiamo ricevuto in parte giustizia, dal momento che, grazie a Giudici e a Medici Legali onesti, sono stati condannati, fino in Cassazione il 17/4/2009 ad otto mesi di reclusione pena sospesa, un medico ed il primario dell'Unità di Terapia Intensiva coronarica dell'attuale ospedale "A.Perrino" di Brindisi.
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