Ospedale di Statte
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Adenocarcinoma polmonare trattamento
A mio padre giusto un anno fa è stato diagnosticato un adenocarcinoma polmonare IV stadio avanzato con versamento pleurico.
È stato il versamento pleurico ad affiggerlo sino al giorno della Sua morte avvenuta due giorni fa. Ma ancora di più è stata un afflizione il dover affrontare i colloqui con la dottoressa F.B, con la quale, fino a quando la terapia relativa al tumore primitivo procedeva più che bene, era facile parlare, ma poi quando la situazione, soprattutto relativa al versamento recidivante andava via via peggiorando, ella non era mai pronta professionalmente almeno per cambiare rotta. Ci siamo così affidati alla sola pneumologia interventistica dell'ospedale Moscati. Mai un approccio condiviso con altri medici, mai un lavoro in simbiosi. Una forte delusione un mese e mezzo fa quando, contrari alla mancanza di alcuni accertamenti da fare, dopo un talcaggio ed una toracoscopia rivelatisi quasi inefficaci e che hanno ancora di più scoraggiato mio padre mettendo a dura prova i polmoni già compromessi, abbiamo deciso tramite medico curante di fare una RX, in quanto la terza PET tac, malgrado per la dottoressa F.B. fosse andata bene (assolutamente no perché con risposta mista), era invece buona. Presentata la RX alla dottoressa rispose che non vi era alcuna urgenza. Non convinti abbiamo proseguito con una tac. Presentata la tac, informatala del fatto che mio padre stava peggiorando a livello cerebrale ha così deciso di "visitarlo" facendo comunque trascorrere dall' esito della nostra tac fino al giorno della visita una settimana. All' ultimo controllo ci fu detto che avrebbe prenotato d'urgenza una tac Total: abbiamo atteso più di una settimana. All' esito della tac, chiediamo di vederci urgentemente, mio padre già non camminava, Convocati si è limitata a dire che ormai era alla fine, era meglio un ricovero. Evitiamo il ricovero perché già lei ci disse che sarebbe stato meglio sospendere la terapia antitumore e che avrebbe iniziato ad indagare per un'altra strada. Poi ci fu detto che mai aveva detto di sospendere e che avrebbe dovuto ricominciare. Insomma, fino a quando ancora nessuna pronuncia sul versamento pleurico e su altri tentativi terapeutici. Solo dopo la nostra andata a TA dopo qualche giorno chiamarono informandoci del consulto radioterapico. Figuriamoci se non fossimo andati.
È vero, il tumore che ha afflitto mio padre è stato aggressivo. Ma io in onore dell'amore verso mio padre posso solo dire che il trattamento oncologico ricevuto è stato alquanto superficiale e ragioneristico. Ancora di più nessun percorso medico valutato coralmente tra oncologia e pneumologia e con l'oncologia stessa, ma con soli rimpalli di responsabilità e dietro continui solleciti di mio padre e sue opinioni in merito fino a sembrare antipatico.
Siate sempre vigili ed attenti durante il percorso delle terapie. Sollecitate, non attendete, chiedete...
Fatelo per il vostro bene.
Grazie
Una struttura che deve crescere molto
Ho deciso di scrivere questa recensione poiché ritengo di dover informare tutti i pazienti della struttura di fenomeni alquanto allarmanti, che nulla hanno a che vedere con il nobile mestiere di medico. Quando si è affetti da una patologia, indipendentemente dalla sua gravità, il medico diviene un punto di riferimento importante per la vita di ogni paziente. La mancata costruzione di questo rapporto porta talvolta a conseguenze disastrose, non solo per l’ammalato ma anche per tutti coloro che hanno vissuto assieme a lui l’esperienza della malattia. In questa struttura questo tipo di rapporto non esiste, o meglio, esiste esclusivamente per quei pazienti che hanno subìto una lunga (e onerosa!!!) trafila di selezione. Ritengo che questo tipo di fenomeni (e relativi trattamenti) debbano essere considerati episodi pericolosi per almeno due motivi. In primo luogo, danneggiano e sviliscono il lavoro di quella parte del personale che con passione svolge le proprie mansioni all’interno della struttura. In secondo luogo, tali comportamenti gettano ulteriore fango su un sistema sanitario del quale tutti siamo contribuenti e che dovrebbe garantirci i medesimi servizi, indipendentemente da fattori esterni al processo di cura e terapia intrapreso. Non è possibile nel 2016 riscontrare in una struttura pubblica la presenza di “pazienti di serie A” e “pazienti di serie B”. La fantomatica distanza “medico-paziente” della quale si ammantano le relazioni in questa struttura, vale più per alcuni che per altri. E se i più “fortunati” ricevono un trattamento decoroso, gli altri rimangono in perenne stato d’attesa, aspettando di conoscere l’esito e l’efficacia del processo di cura intrapreso. Se questo può risultare frustrante per il diretto interessato, si può solo immaginare quanto possa essere logorante per i cari che lo assistono. Tutto questo comporta una mostruosa falla nel sistema dell’alleanza terapeutica, indispensabile per il pieno recupero fisico e psicologico del paziente, generando in quest’ultimo continui ed irreversibili transfert negativi.
Fortunatamente, nella struttura ci sono alcuni professionisti, il dott. Nardozza è uno di questi, che comprendono la complessità del processo di cura. Curare non significa solo tagliare, intervenire e ricucire, ma aiutare il paziente ad affrontare alterazioni, talvolta anche permanenti, della propria vita. Senza queste prerogative, una struttura sanitaria fallisce, rimanendo invischiata in una visione scaduta e becera di assistenza alla salute del cittadino.
Riparazione di distacco retinico mediante fotocoagulazione Xenon e iniezione di sostituti vitreali.
Tumore faringe: poca organizzazione e affidabilità
I dottori che interagiscono nei vari reparti per lo stesso paziente non sono coordinati tra di loro. Inoltre non si preoccupano che un malato sia seguito da un dottore che coordina anche gli appuntamenti interni per la soluzione della malattia, specie se grave come forme tumorali.
Dopo il grande disagio, mi sono rivolto in un altro ospedale ed ho avuto un accoglienza e attenzione per la mia malattia indiscutibili, specie in professionalità e umanità.
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