Ospedale di Statte
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Adenocarcinoma polmonare trattamento
A mio padre giusto un anno fa è stato diagnosticato un adenocarcinoma polmonare IV stadio avanzato con versamento pleurico.
È stato il versamento pleurico ad affiggerlo sino al giorno della Sua morte avvenuta due giorni fa. Ma ancora di più è stata un afflizione il dover affrontare i colloqui con la dottoressa F.B, con la quale, fino a quando la terapia relativa al tumore primitivo procedeva più che bene, era facile parlare, ma poi quando la situazione, soprattutto relativa al versamento recidivante andava via via peggiorando, ella non era mai pronta professionalmente almeno per cambiare rotta. Ci siamo così affidati alla sola pneumologia interventistica dell'ospedale Moscati. Mai un approccio condiviso con altri medici, mai un lavoro in simbiosi. Una forte delusione un mese e mezzo fa quando, contrari alla mancanza di alcuni accertamenti da fare, dopo un talcaggio ed una toracoscopia rivelatisi quasi inefficaci e che hanno ancora di più scoraggiato mio padre mettendo a dura prova i polmoni già compromessi, abbiamo deciso tramite medico curante di fare una RX, in quanto la terza PET tac, malgrado per la dottoressa F.B. fosse andata bene (assolutamente no perché con risposta mista), era invece buona. Presentata la RX alla dottoressa rispose che non vi era alcuna urgenza. Non convinti abbiamo proseguito con una tac. Presentata la tac, informatala del fatto che mio padre stava peggiorando a livello cerebrale ha così deciso di "visitarlo" facendo comunque trascorrere dall' esito della nostra tac fino al giorno della visita una settimana. All' ultimo controllo ci fu detto che avrebbe prenotato d'urgenza una tac Total: abbiamo atteso più di una settimana. All' esito della tac, chiediamo di vederci urgentemente, mio padre già non camminava, Convocati si è limitata a dire che ormai era alla fine, era meglio un ricovero. Evitiamo il ricovero perché già lei ci disse che sarebbe stato meglio sospendere la terapia antitumore e che avrebbe iniziato ad indagare per un'altra strada. Poi ci fu detto che mai aveva detto di sospendere e che avrebbe dovuto ricominciare. Insomma, fino a quando ancora nessuna pronuncia sul versamento pleurico e su altri tentativi terapeutici. Solo dopo la nostra andata a TA dopo qualche giorno chiamarono informandoci del consulto radioterapico. Figuriamoci se non fossimo andati.
È vero, il tumore che ha afflitto mio padre è stato aggressivo. Ma io in onore dell'amore verso mio padre posso solo dire che il trattamento oncologico ricevuto è stato alquanto superficiale e ragioneristico. Ancora di più nessun percorso medico valutato coralmente tra oncologia e pneumologia e con l'oncologia stessa, ma con soli rimpalli di responsabilità e dietro continui solleciti di mio padre e sue opinioni in merito fino a sembrare antipatico.
Siate sempre vigili ed attenti durante il percorso delle terapie. Sollecitate, non attendete, chiedete...
Fatelo per il vostro bene.
Grazie
Oncologia e Radioterapia Oncologica
In seguito ad algie addominali e turbe dell'alvo, con presenza di tracce ematiche nelle feci, sotto la direzione della dr.ssa Grazia Luccarelli (e del gastroenterologo dr. Pranzo di Martina Franca), e di tutto il personale sanitario ed operatori, in seguito a TAC di conferma ho ricevuto la diagnosi di tumore del colon, lesioni epatiche, cisti del rene sinistro e colelitiasi.
Sono quindi stato seguito presso l'Oncologia a partire dall'aprile 2022, curato con terapia oncologica adottando lo "Studio Capri2 GOIM" per tutto l’anno 2022, proseguendo le cure oncologiche e relativa diagnostica anche per tutto l’anno 2023 fino ad oggi.
Posso dire che il reparto diretto dal dott. Salvatore Pisconti, con medico curante la dott.ssa Claudia Nisi e l'equipe medica ed infermieristica tutta, rappresentino una eccellenza.
Non da meno il COrO (Centro di Orientamento Oncologico) con a capo la dott.ssa Gabriella Modoni, e l'intero staff del reparto di Radioterapia oncologica diretto dal dott. Giovanni Silvano, in primis la dott.ssa Giovanna Porrazzo e, a seguire, tutto il personale sanitario ed operatori che svolgono al top il loro lavoro con umanità, gentilezza e professionalità.
Infezione da Sars-Cov-2
Mio padre, ricoverato al reparto di Geriatria di Grottaglie per crisi convulsive a causa di elettroliti molto bassi, ha contratto il Covid ed è stato trasferito al reparto infettivo Covid del Moscati.
Il reparto è eccellente.
Infermieri e OSS gentilissimi e premurosi, assistono i pazienti con grande cura.
L’equipe medica, vero fiore all’occhiello, è molto scrupolosa e attenta alle esigenze del paziente.
Grazie a tutti ed un ringraziamento particolare al dottor Rodano per la sua grande pazienza e umanità.
Ringraziamenti Malattie infettive
Ringrazio tutto il personale, medici, infermieri e OSS del reparto Malattie infettive per la professionalità e per l'umanità che mi hanno dedicato.
DH oncologia
Delirio in Oncologia a causa lavori, errori nei documenti e nella somministrazione dei farmaci, cortesia da parte da alcuni operatori, aggressività da parte di altri, privacy e anonimato zero. Migliorare la qualità di vita di un paziente oncologico vuol dire anche evitargli queste situazioni; ripetere di continuo la poca disponibilità di posti non vuol dire che ci stiate facendo un favore.
Reparto Radioterapia Oncologica
Reparto di Radioterapia Oncologia, esperienza con mia madre:
- scarsissima comunicazione interna, tra medici ed infermieri: si ricevono più volte chiamate dagli addetti del reparto, senza che si siano parlati tra di loro, lasciando molti dubbi al paziente;
- tale atteggiamento, se contestualizzato per i pazienti oncologici, compresi quelli terminali, non può che risultare negativo per il paziente stesso, che se non seguito e/o accompagnato da parenti/amici sarebbe completamente abbandonato a se stesso;
- pochissima chiarezza nelle informazioni condivise con i pazienti e con i parenti accompagnatori;
- arroganza poco giustificabile agli sportelli di ingresso: si può comprendere lo stress che un lavoro come questo, come tanti altri peraltro, possa causare, ma mettiamoci, almeno per un attimo, nella situazione così delicata vissuta dal paziente oncologico (sia terminale che non, sia per cure palliative che per quelle curative).
Mi dispiace scrivere queste cose, soprattutto perché credo nelle capacità della gente e delle strutture della mia terra, ma così non ci siamo proprio.
Pneumologia Ospedale di Statte
Sono seguito e tenuto sotto controllo in modo serio per la mia malattia, interstiziopatia polmonare.
Senza fare i nomi, dico che tutti i medici e infermieri sono preparati e "pazienti" con noi pazienti.
Attenzione particolare è stata posta nei miei confronti e di altri pazienti con cui ho dialogato, nell'indagine che è stata fatta con la BRONCOSCOPIA.
Dico queste cose in quanto, causa altre patologie, ho visitato altri ospedali della Regione con alcune lacunem a volte organizzative e qualche volta anche professionali.
GRAZIE.
Otorinolaringoiatria - dott. Fabio Carducci
Sono stata ricoverata presso il Reparto di Otorinolaringoiatria diretto dal dott. Fabio Carducci, per gravi reiterate emorragie dal setto nasale a seguito di pregresso intervento eseguito altrove.
Ottima l'èquipe medica che mi ha assistito con eccezionale competenza (tamponi nasali) ed ha prospettato la soluzione al mio grave problema (embolizzazione dell'arteria causa delle emorragie presso la Radiologia interventistica). Soluzione che si è raggiunta con successo e mi ha consentito un tranquillo ritorno a casa.
Il Reparto è molto ben organizzato, il personale assolutamente all'altezza, la pulizia più che adeguata.
Cibo francamente salato e qualità da migliorare, ma è l'unico neo.
Attese troppo lunghe per le visite di controllo
Da paziente oncologica, riscontro caos completo nell'organizzazione delle visite nel reparto di ematologia.
Pessima organizzazione al PRONTO Soccorso
In uno stato di emergenza quale è quello attuale, ieri, venerdì 20 marzo 2020, l'infermiere di turno al PS (che non ha voluto darmi il nome) starnuta nella sua mano, pur essendo dietro lo sportello, senza avere guanti. Consegna il foglio del triage al medico di turno che, senza farmi alcuna domanda - in primis, recata per visita oncologica a cui seguiranno cicli di chemioterapia - scrivendo su quel foglio "possibile elemento di contagio", che sono esente dalle varie voci richiamate: no mal di testa, no mal di pancia, ecc ecc... ancor peggio, no mal di gola (che invece più volte gli ho riferito di avere).
Lamentando io questa superficialità presso la Direzione sanitaria nel non adoperare i dispositivi necessari, mi viene risposto che non sono stati forniti dall'ospedale agli operatori... E mi chiedo se possa determinare, questo superficiale accorgimento degli operatori del PS, una possibile trasmissione di virus in una paziente con basse difese immunitarie, determinate da un intervento chirurgico molto delicato a cui seguiranno urgenti cicli di chemioterapia. Dopo questo pessimo impatto, negativo e inaccettabile, ho trovato in reparto l'altra faccia della medaglia, cioè il massimo delle competenze professionali, umane e soprattutto rigore assoluto nell'uso dei dispositivi richiesti dalla normativa.
Logopedia inesistente
Siamo al decimo giorno e in nessun modo si riesce a contattare telefonicamente il tecnico "fantasma" di logopedia, tra l'altro unico modo per prenotarsi - e non dal Cup.
Ci siamo rivolti ad altra struttura.
Rianimazione miracolosa!
Mio padre aveva mangiato disgraziatamente uno dei funghi più velenosi, ossia la Amanita falloide, con chance di sopravvivenza disperate. Al suo arrivo se ne è occupato un dottore giovane ma davvero in gamba nel suo lavoro, oltre che gentile ed umano, il dott. Antonio Dargenio, un angelo per mio padre che ogni giorno non smette di benedire... Sì, perchè è vivo per miracolo ed è stato possibile grazie alla mano invisibile di Dio che è intervenuta attraverso questo uomo. Un grazie speciale anche alla dottoressa Falcone per la sua competenza e delicatezza nell'approcciarsi con noi parenti del paziente.
Mi scuso se ho dimenticato tutti i nomi, in realtà alcuni non li ho memorizzati dato il terrore del momento... GRAZIE DI CUORE A TUTTI VOI.
Trattamento adenoidi
Ringrazio il dott. Dargenio Antonio per il tempo e la pazienza dedicate a mio figlio: oltre allo svolgere bene il suo lavoro, riesce a gestire un bambino con amore.
Otorinolaringoiatria
In seguito ad una diagnosi di carcinoma papillare alla tiroide con interessamento dei linfonodi, sono stata indirizzata, dallo specialista, verso la struttura semplice di otorinolaringoiatria dell'ospedale S.G.Moscati. Qui ho conosciuto il dr. Fabio Carducci, primario della struttura, un tipo di medico ormai raro da incontrare, di alta professionalità ma anche di grande umanità. Durante il nostro primo colloquio, con i suoi modi sereni di fornire risposte chiare ai miei interrogativi e la capacita' molto rassicurante di venire incontro ad ogni esigenza, mi ha trasmesso quella dose di coraggio di cui avevo bisogno.
Pochi giorni dopo è stato eseguito con successo l'intervento dal dr. Carducci, unitamente alla sua equipe, e nella fase postoperatoria ho potuto apprezzare l'efficienza del reparto, la vigilante presenza di medici sempre attenti e disponibili, l'alta professionalità e il garbo del personale infermieristico, la pulizia e, non meno apprezzabile, la bontà del cibo.
Con queste righe desidero ringraziare veramente tutti dal profondo del cuore e augurare sempre maggiori e meritati riconoscimenti professionali.
Reparto oncologia
Essere supportati in un periodo difficile della propria vita, che porta inevitabilmente alla paura di non farcela, lascia un’impronta emotiva indelebile.
È quello che è successo a me quando, terrorizzata per i forti e frequenti dolori, ho trovato il Dott. Pisconti e la Dott.ssa Modoni pronti ad intervenire.
La dott.ssa Modoni ha risposto tempestivamente alla mia email fissando subito un incontro e, nel più breve tempo possibile, ho ottenuto il ricovero per effettuare tutti gli accertamenti del caso.
Le sono grata perché mi sono sentita rassicurata quando temevo il peggio, visto i mio precedente tumore al colon retto e lesione secondaria al cervello. Ho avuto modo di apprezzare le sue indiscutibili doti professionali e qualità umane.
Grazie infinite.
Oncologia
Mio padre, 59 anni, scopre in Basilicata 1 mese e mezzo fa di avere un cancro. Va da diversi specialisti e da un oncologo a Milano; rientra a casa perché i tempi per una chemioterapia erano lunghi.
Scegliamo Taranto, convinti dalla disponibilità del Dr. Pisconti. Mio padre viene dimesso, dopo una seduta di chemio non riesce a reggersi in piedi. Andiamo per una seconda chemio, ma è troppo tardi. Allorché ci dicono, nel corridoio dell'ambulatorio, che è terminale. Era una dottoressa, fredda nel dirci che il "male" in pochi giorni era arrivato ovunque.
Sono passati poi 29 giorni ed il mio amato papà è morto disperato e con dolori.
OSS scocciati, dottori da noi difficilmente reperibili. Bravi gli infermieri del reparto, competenti e disponibili.
Trasfusioni
Il reparto interessato è l'Ematologia del San Giuseppe Moscati.
Nell'ottobre 2016 mi era stato fatto un aspirato midollare risultato poi positivo, ma la comunicazione non è arrivata nè per telefono, nè per posta. Sono venuto a conoscenza della mielodisplasia dopo ricovero a Martina Franca per collasso (emoglobina a 5.40) e successiva visita a Taranto, esattamente un anno dopo. Per loro io ero "sparito".
Proseguo ogni settimana con emocromo e trasfusione per giungere a dicembre quando mi chiedono di ritornare il giorno successivo all'emocromo per effettuare la trasfusione. Ritorno nel pomeriggio per gli accordi presi con infermieri e medico e mi sento rispondere "cosa ci fai qua, potevi telefonare".
Comunque ora sono seguito dalla Fondazione Padre Pio di San Giovanni Rotondo e ogni volta che faccio emocromo e trasfusione, impegnandomi tutta la mattinata e buona parte del pomeriggio, mi viene dato un buono gratuito che consiste in acqua, cappuccino, cornetto o panino e yogurt. A Taranto invece mi piacerebbe sapere perchè no.
Oncologia
Tempi di attesa lunghissimi per fare chemioterapia: 4- 5 ore solo per far visita e avere una poltrona libera; poi bisogna ancora aspettare perché arrivi il farmaco dalla farmacia. Pochi medici, pochi infermieri e poche poltrone. Bagni senza chiavi. Nessun pasto, ma solo un pacchetto di biscottini per gente che torna in serata a casa. Vergognoso!
Ottima Cardiologia all'ospedale Moscati
Mi ritrovo molto d'accordo con l'opinione precedente, questo ospedale aveva il migliore reparto di cardiologia di Taranto, per me perfino meglio della Clinica Verde. Trovavo anche io una grande competenza e gentilezza. E pure io conosco la dottoressa Paola Dimito e mi sento di dire che sia un angelo. E' bravissima e dolcissima, oltre che bellissima. O Dio, non che l'aspetto fisico incida in certi casi, ma essere curati da una dottoressa con un viso luminoso, pulito e sorridente ha il suo impatto sulla psiche umana. Per mia esperienza posso dire che la dottoressa Dimito lavora in maniera scrupolosa, ha un'ottima memoria e conoscenza dei farmaci e delle terapie più adeguate e moderne, è sempre stata disponibile, paziente e pronta a far sentire meglio i suoi pazienti sia fisicamente che psicologicamente; e poi è bravissima a fare anche gli esami più brutti, quelli invasivi. Spero che riesca a diventare primario da qualche parte quando raggiungerà l'anzianità adatta.
La cardiologia del Moscati era la migliore
Scrivo con amarezza questa recensione perché è da un bel po' che in quest'ospedale, per via di fondi mancanti, hanno dovuto chiudere all'assistenza pubblica il reparto di Cardiologia, e quindi anche il pronto soccorso non può più occuparsi di risolvere i problemi cardiaci. La gente ora viene mandata al SS. Annunziata, dove c'è sempre caos.
Al Moscati c'era un buon pronto soccorso e a mio giudizio c'era il miglior reparto di cardiologia di Taranto. L'equipe di medici che ci lavorava era eccezionale e molto, molto competente, scrupolosa e gentilissima (cosa rara di questi tempi in altri centri di Taranto).
Una lode a parte la meritano il dott. Gatto e la dott.ssa Dimito, che meritano davvero di essere menzionati perché erano le due stelle che fino all'ultimo hanno fatto brillare il reparto di cardiologia. Sono due medici preparatissimi che io e mia madre conosciamo da oltre 10 anni. Mia madre prima, quando aveva problemi cardiaci, sceglieva sempre di ricoverarsi al Moscati, ora non può più per via della Sanità che qui al sud va sempre peggio.
L'unica nota positiva è che almeno le visite intramoenia cardiologiche le fanno ancora e quindi mia madre (ma anche io) è rimasta in cura e viene seguita dalla dott.ssa Dimito, che è una cardiologa davvero molto in gamba su cui metterei anche la mano sul fuoco. Per me è un angelo perché oltre a essere preparatissima, efficiente e affidabile, è di una dolcezza e pazienza che non lascia indifferenti. Sa ascoltare, consigliare, oltre a seguire bene i pazienti, e a me a volte ha fatto quasi da psicologa in giorni in cui ero giù. Sa sempre ascoltare e capire gli stati d'animo della gente e questo è quello che ogni buon medico che si rispetti dovrebbe fare, ma purtroppo, di questi tempi, l'empatia non è una dote di tutti.
La competenza è indispensabile, ma senza la giusta dose di pazienza e sensibilità umana, diventa tecnica e basta.
Continuerò a pregare che il Moscati torni com'era prima.
Unità operativa di Oncologia
Mia moglie è stata seguita dallo staff dell'unità operativa oncologica dal 23/04/2012, dove è stata sottoposta a chemioterapia per curare un carcinoma duttale invasivo alla mammella destra e un carcinoma lobulare invasivo alla mammella sinistra. E'stata poi seguita dal dott. Salvatore Pisconti, direttore dell'Unità operativa oncologica, e nel frattempo veniva operata per un adenocarcinoma polmonare ed ora ancora si sta rivolgendo con fiducia a questa struttura perchè recentemente operata per un adenosarcoma all'utero.
Un particolare riconoscimento va al dott. Salvatore Pisconti che ha sempre dimostrato grande competenza, serietà e capacità professionale, rendendosi sempre disponibile a risolvere qualsiasi problema con gentilezza e profonda umanità:un medico eccezionale che dirige un Reparto d'eccellenza,una struttura sanitaria di alto livello di cui sono contento ed orgoglioso che si trovi a Taranto e spero che tale eccellenza sanitaria venga sempre di più implementata.
carcinoma lobulare invasivo alla mammella sx;
adenosarcoma uterino.
Una struttura che deve crescere molto
Ho deciso di scrivere questa recensione poiché ritengo di dover informare tutti i pazienti della struttura di fenomeni alquanto allarmanti, che nulla hanno a che vedere con il nobile mestiere di medico. Quando si è affetti da una patologia, indipendentemente dalla sua gravità, il medico diviene un punto di riferimento importante per la vita di ogni paziente. La mancata costruzione di questo rapporto porta talvolta a conseguenze disastrose, non solo per l’ammalato ma anche per tutti coloro che hanno vissuto assieme a lui l’esperienza della malattia. In questa struttura questo tipo di rapporto non esiste, o meglio, esiste esclusivamente per quei pazienti che hanno subìto una lunga (e onerosa!!!) trafila di selezione. Ritengo che questo tipo di fenomeni (e relativi trattamenti) debbano essere considerati episodi pericolosi per almeno due motivi. In primo luogo, danneggiano e sviliscono il lavoro di quella parte del personale che con passione svolge le proprie mansioni all’interno della struttura. In secondo luogo, tali comportamenti gettano ulteriore fango su un sistema sanitario del quale tutti siamo contribuenti e che dovrebbe garantirci i medesimi servizi, indipendentemente da fattori esterni al processo di cura e terapia intrapreso. Non è possibile nel 2016 riscontrare in una struttura pubblica la presenza di “pazienti di serie A” e “pazienti di serie B”. La fantomatica distanza “medico-paziente” della quale si ammantano le relazioni in questa struttura, vale più per alcuni che per altri. E se i più “fortunati” ricevono un trattamento decoroso, gli altri rimangono in perenne stato d’attesa, aspettando di conoscere l’esito e l’efficacia del processo di cura intrapreso. Se questo può risultare frustrante per il diretto interessato, si può solo immaginare quanto possa essere logorante per i cari che lo assistono. Tutto questo comporta una mostruosa falla nel sistema dell’alleanza terapeutica, indispensabile per il pieno recupero fisico e psicologico del paziente, generando in quest’ultimo continui ed irreversibili transfert negativi.
Fortunatamente, nella struttura ci sono alcuni professionisti, il dott. Nardozza è uno di questi, che comprendono la complessità del processo di cura. Curare non significa solo tagliare, intervenire e ricucire, ma aiutare il paziente ad affrontare alterazioni, talvolta anche permanenti, della propria vita. Senza queste prerogative, una struttura sanitaria fallisce, rimanendo invischiata in una visione scaduta e becera di assistenza alla salute del cittadino.
Riparazione di distacco retinico mediante fotocoagulazione Xenon e iniezione di sostituti vitreali.
Pochissima umanità
Sebbene gravissima e allettata, mia moglie viene dimessa. Umanità cristiana uguale a zero; adesso sono solo in casa io e mio figlio in attesa della morte di mia moglie senza alcun conforto e senza poter fare nulla.
Radioterapia... distratta
Completamente assente l'assistenza psicologica, assai confusa la struttura, pazienti trattati come pacchi da spostare per far spazio.
Mancanza assoluta del rispetto degli appuntamenti, un giorno alle 18.15, uno alle 18.45, un giorno alle 20.00 senza addurre alcuna giustificazione.
I trattamenti non sono continui (ad oggi saltati 6 su 26)
Mancanza assoluta di informazione sull'andamento della terapia e sulla sua efficacia!
Sembra di stare in una altra città
Il primario dottor Mazza è un instancabile lavoratore e gli infermieri lo seguono con affetto. Complimenti, non pensavo che nella mia città ci fosse una struttura cosi all'avanguardia.
Tumore faringe: poca organizzazione e affidabilità
I dottori che interagiscono nei vari reparti per lo stesso paziente non sono coordinati tra di loro. Inoltre non si preoccupano che un malato sia seguito da un dottore che coordina anche gli appuntamenti interni per la soluzione della malattia, specie se grave come forme tumorali.
Dopo il grande disagio, mi sono rivolto in un altro ospedale ed ho avuto un accoglienza e attenzione per la mia malattia indiscutibili, specie in professionalità e umanità.
Morte di mio padre
Mai avrei creduto di prendere coscienza di cosa significhi la sanità ("mala"?) in Puglia. Io ho assistito alla morte di mio padre all'età di 70 anni presso il reparto di Ematologia dell'Ospedale Nord-Moscati.
Certo, aveva un male incurabile, ma niente giustifica il comportamento da parte dei medici quando, dopo il primo ciclo di chemio, aspettavamo dopo 21 giorni il secondo, che non vi è mai stato, prendevano tempo con scuse e quando chiedevamo se nostro padre fosse malato terminale, se non scappavano dicevano "perchè dite così... la situazione è seria ma ha un lungo ciclo di cure davanti a sè!!".
E' stato dimesso (forse per le statistiche?) nonostante allettato e, dopo 2 giorni, di corsa nuovamente in Ospedale per paralisi facciale per uscirne morto dopo 1 mese... Vergognosa la sofferenza che hanno procurato a mio padre, che non poteva stare nemmeno seduto sulla sedia a rotelle; mancate cure perchè abbiamo scoperto che dopo 65 anni non vieni curato: chemio non te la fanno.. solo a bassa dose a titolo di mantenimento e niente trapianto... nemmeno il VELCADE (forse perchè farmaco COSTOSO?) che aumenta la sopravvivenza agli anziani non ritenuti meritevoli di trapianto!
Gli infermieri (con le dovute poche eccezioni) non passano mai a controllare nemmeno i pazienti gravi... A mio padre, che rischiava crisi respiratorie (è deceduto per insufficienza respiratoria...) non controllavano se l'ossigeno arrivava al minimo e per fartelo cambiare bisogna andare dall'infermiera a pregarla per almeno tre volte... Quelle del turno di notte lasciano suonare il campanello per 15 minuti prima di recarsi dal paziente che ha suonato!!! Assurdo ma è la verità!!!!
Infine, il giorno prima che mio padre morisse, ho dovuto far intervenire una dottoressa per farlo pulire, dopo 50 minuti... e dopo per ben tre volte essermi recato io da loro, e nonostante avesse suonato il "campanello" anche mio padre, ma le infermiere l'avevano disattivato...
Non farò denunce solo per il dolore della perdita di mio padre, ma lascio alle loro coscienze..
A voi consiglio di non affidarvi alla Ematologia dell'OSPEDALE NORD MOSCATI di Taranto Statte.
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