Ospedale di Portoferraio
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Ferita da taglio
Credo che non ci sia la minima idea di come
far funzionare un pronto soccorso… Sicuramente manca il personale, però non è possibile strare ore ed ore di attesa, poi ore e ora ancora...
La mia esperienza
Premetto che il pronto soccorso (eccellente) e il reparto ospedaliero (scarsissimo) sembrano non appartenere alla stessa realtà ospedaliera.
Di seguito i fatti :
Io e mio figlio siamo stati ricoverati pochi giorni fa a causa di una esplosione del motore di un motoscafo.
http://m.iltirreno.gelocal.it/piombino/cronaca/2016/08/02/news/incidente-in-barca-padre-e-figlio-di-9-anni-investiti-da-una-fiammata-del-motore-1.13906688
Dall'ambulanza al pronto soccorso direi che ero perfino commosso dalla gentilezza e dalla umanità e dalla professionalità con la quale siamo stati trattati.
Mio figlio di 7 anni per fortuna è stato trasferito al Meyer di Firenze (dove ancora oggi viene seguito con eccellenza).
Io sono stato portato in reparto, dove l'igiene era scarsa e addirittura il medico, che operava senza camice e senza guanti (di cui non dimenticherò mai la faccia) in fase di medicazioni ha detto all'infermiera che doveva risparmiare sulla crema - ho un ustioni di 2° grado su entrambe gli arti inferiori.
Per grazia ricevuta, qualcuno dal cielo ha guardato in giù e sono stato trasferito in ambulanza al reparto ustioni di Pisa (il medico di Porto ferraio in fase di partenza disse: "lui stasera torna va solo per un consulto!").
Sono ad oggi ancora a Pisa in reparto ustioni gravi in terapia intensiva.
Questa la mia esperienza, credo che per fare il medico ci voglia oltre che una gran preparazione, anche una gran umanità, non è un lavoro per tutti!
Ora per fortuna sia io che mio figlio siamo in mano a gente eccezionale che ci porterà ad una certa guarigione.
Questo è quanto è successo a me e a mio figlio. Spero che alla maggior parte delle persone sia andata meglio.
Luca
Se questo è un ospedale
Un ospedale neppure segnalato dalle indicazioni stradali locali, se non quando si è a poche centinaia di metri dall'edificio. Il "pronto soccorso" lo trovate scritto solo sulla porta d'accesso della sala d'attesa... al primo piano. Per accedervi ci sono diverse rampe di scale esterne e un ascensore: guasto da "soli" tre anni, senza neppure un cartello che lo segnali. A volte (quando?) per il "pronto soccorso" si può accedere sia da destra che da sinistra, potete perciò tentare la fortuna... magari in fin di vita... e rischiare di trovarvi in un imbuto chiuso, da cui uscire solo con una difficoltosa retromarcia.
Nello specifico della mia avventura: mentre conferivo i dati in accettazione, nonostante procedessi poggiando un solo piede a terra, non c'è stato neppure l'invito a sedermi, tanto meno l'idea di una stampella o una sedia a ruote, finchè due ore e mezza dopo non è venuto il cortese addetto interno. Il tempo indicativo di circa mezz'ora con nessun caso apparentemente urgente, è diventato di quattro ore e mezza. Data la dinamica dell'infortunio riferito all'accettazione, era palese che la prima cosa di cui necessitavo erano delle radiografie, non mi spiego perciò una così lunga attesa per essere infine visto per uno o due minuti, e finalmente trasferito per i raggi X.
Il personale corretto, cortese e che fa il proprio lavoro con coscienza, mi è parso in minoranza. L'impressione netta è che tutto venga fatto, o meglio non-fatto - ad ogni livello - per chiudere l'unico ospedale agli isolani, di cui evidentemente non si ha alcun rispetto, come per i molti turisti. L'ennesima vergogna italiana, di cui tedeschi, francesi, inglesi... c'è da augurarsi non abbiano mai d'aver necessità. Meglio si illudano ancora - loro - di essere ospiti del "Bel Paese" che fu.
3 ore in ospedale
Il 12.05.2015 avevo un incidente sul Mt. Perone sull'isola Elba.
L’ambulanza Croce Rossa di Pila con Daniele e Rosanna mi hanno portato professionalmente nell’ospedale a Portoferraio.
Sono entrata alle ore 13.30 con un dolore tremendo e uscita alle 17.30. Il breve soggiorno nel Pronto Soccorso dell'ospedale di Portoferraio mi ha scioccata. Avevo dolori fortissimi, paura, mi sentivo abbandonata, come un numero che disturba le persone dell’assistenza medica nella loro chiacchierata su mangiare, menu, conflitti interni, furto di una borsetta, apparire su facebook.
Gentile direttore, desidero e La prego di istruire i Suoi collegi di lavoro sui seguenti punti:
- accogliere il malato/paziente almeno con una parola (invece di far polemica a chi appartiene la bara, Croce rossa oppure al pronto soccorso, o sui problemi presenza medica..).
- salutare il paziente e presentarsi come medico, specialista eccetera (ho visto un signore - il medico o infermiere? Ragazze bionde, brune, more ed abbronzate, un giovanotto che decideva se io potevo o meno andare a casa - medici o infermiere?)
- informare il paziente stesso sulle decisioni da prendere sul caso presente, di tutti i passi, come per esempio: «adesso andiamo a radiografare, andiamo all'ecografia, aspettiamo l’ortopedico»
- offrire una medicina contro il dolore dopo le analisi (io ho chiesto un paio di volte, e alla fine una signora coi capelli neri mi ha fatto una iniezione, perchè non riuscivo di alzarmi per andare a casa)
- assistenza ai bisogni personali prima che il paziente.. si bagni! (dopo aver domandato un paio di volte, per fortuna l’ecografo ha visto la vescica pienissima).
L’assistenza umana mancante mi ha lasciato molto perplessa.
Capisco che il lavoro sia stressante. Ma direttore, Le chiedo lo stesso, in nome di chi ha bisogno di assistenza medica, di aver più riguardo dell'essere umano, di portare più interesse ed empatia nel lavoro. Sono sicura che sarebbe tanto più sopportabile e gradevole per l’ammalato, ma darebbe più soddisfazione anche per il Suo impegno. Grazie!
All'ospedale di Samedan (Svizzera) hanno diagnosticato la frattura della vertebra D8.
La radiografia fatta a Portoferraio non era bastante precisa per interpretare la cosa..
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