Ospedale di Policoro
Recensioni dei pazienti
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Da PS a Medicina
Il giorno 3 aprile mia madre viene portata al pronto soccorso di Policoro. Dopo averle fatto i dovuti controlli tra pronto soccorso e radiologia, e dopo averle rubato la collana d'oro e gli orecchini (ho fatto esposto in direzione sanitaria e poi denuncia presso la caserma dei carabinieri), viene portata nel reparto di Medicina generale. Resto a farle assistenza quasi 24 ore su 24. Il giorno 10, verso le ore 14.00 circa, entrando in stanza trovo mia madre agonizzante, chiedo spiegazioni a una dottoressa con la massima tranquillità mi dice che rispetto al giorno prima sembra andare meglio. Le dico che mia madre è peggiorata, altro che meglio, e lei solo in quel momento, guardando gli ultimi controlli (emogas e ECG) si accorge che qualcosa non va e manda in camera altri dottori. Praticamente mia madre muore. Se non fossi entrata io, sarebbe morta nella più totale indifferenza.
Premetto che sono infermiera da maggio 1992 e mai mi sono permessa di sottovalutare i sintomi di un paziente, mai mi sono permessa di fare un ECG e un emogas senza guardare il referto e portarlo direttamente nelle mani del medic. Noi siamo i primi a dover controllare che tutto vada bene e poi chiamare il medico se non ci convince qualcosa, non si fanno gli esami per lasciarne i referti in cartella senza metterli sotto al naso del medico.
Conclusione, la mia esperienza è stata negativa.
Reparto ginecologia
Ho partorito qui. Prima di tutto esiste una sorta di comportamento in base a quale ginecologa scegli, perché le altre ti trattano diversamente. Le infermiere e le ostetriche sono tutte disponibili e cordiali, tranne le due più giovani. Le ginecologhe hanno tutte un modo di fare e di porsi diverso. Il primario Adornato è bravo. Il dott. Corapi è cordiale e disponibile, non è molto di supporto in sala parto. La dott.ssa Dragonetti è molto riservata. Il dott. Manolio l'ho trovato scorbutico. La dott.ssa Nunzella, esperta ma assolutamente rigida verso le gravide e soprattutto i loro parenti. Il dott. Quinto è secondo me il miglior ginecologo del reparto, all'inizio appare scorbutico, ma con il tempo diventa premuroso ed umano, dedito alle pratiche non invasive, in sala parto aiuta e supporta le ostetriche, consigliato. L'ostetrica Pastore è esperta e capace, tuttavia non è molto umana nei comportamenti.
Morale della favola: per fare un mestiere sanitario prima di ogni cosa bisogna avere umanità e capacità di ascolto nel paziente. Noi pazienti e parenti dobbiamo avere pazienza e farvi lavorare in serenità.
Ricovero in Ortopedia al tempo del Covid-19
In piena emergenza a causa della pandemia, abbiamo ricoverato mia madre ottantenne per una frattura di femore facendo accesso per pronto soccorso, a cui ha seguito ricovero in ortopedia per intervento di endoprotesi eseguito dal dott. Gianfreda, che ringraziamo per la professionalità e la competenza. Gli siamo grati per l'attenzione con cui ha saputo gestire anche i rapporti con noi familiari, che mai abbiamo avuto la possibilità di vedere la paziente, viste le regole molto stringenti che vigevano e vigono nel reparto di ortopedia.
Con rammarico però voglio portare all'attenzione il modo di comunicare della caposala del reparto sul percorso per le dimissioni e sul trasferimento della paziente in altra struttura per il percorso riabilitativo: personalmente l'ho trovata frettolosa nelle comunicazioni, non esaustiva per le informazioni che doveva fornirci per il trasferimento cambiando giorno dalla sera per la mattina, non sapendo fornire orari per il trasferimento, e soprattutto il modo in cui la paziente veniva portata fuori dal reparto, dove a un solo foglio fotocopiato di dimissioni (chiesto più volte ad una delle infermiere) non ha fatto seguito alcuna informazione su come mai la paziente fosse con l'ossigeno o quali fossero le condizione al momento delle dimissioni della stessa, visto che solo 4 giorni prima era stata riportata dalla rianimazione in reparto (in tre giorni siamo rimasti appesi tra una primissima diagnosi-ipotesi di ischemia cerebrale, scongiurata il giorno dopo al risveglio della paziente, poi ad uno scompenso cardiaco o acidosi respiratoria). Forse una parola ai familiari andava detta, ma abbiamo ben capito il momento difficile e abbiamo rispettato le regole e accettato di non avere interlocutori in quel momento... Però questo non toglie che l'umanità per alcuni è solo un soprabito, che in tempo di covid-19 è venuto a mancare del tutto, dove la papabile paura che avvolge un poco tutti ha portato a far vacillare le fondamenta di quelli che sono i rapporti di gestione umana tra sanitari e familiari dei ricoverati. Comprendiamo la paura di chi lavora in un momento così particolare, ma la stessa paura la viviamo anche noi utenti quando facciamo accesso agli ambienti ospedalieri, paura per noi stessi e per i nostri cari ricoverati a cui non possiamo portare la nostra presenza, e che nella loro fragilità sono ancora più vulnerabili perché vivono l'esperienza del ricovero con la sensazione di essere stati abbandonati dalla famiglia.
Complimenti per la gestione degli ingressi al plesso, moderata eccellentemente dalle guardie giurate, sempre disponibili e garbate nel fornire informazioni e nel far rispettare le regole.
Esperienza di grande qualità
Domenica 13 agosto mi reco al Pronto Soccorso di Policoro per via di una brutta caduta in bici; sono dolorante e pieno di escoriazioni e attorno a me decine di persone con traumi e problemi vari. Escludo che la struttura sia dimensionata per affrontare, in aggiunta al consueto bacino d'utenza, anche la massa di turisti del periodo, eppure in un tempo ragionevole (meno di un'ora) vengo medicato e sottoposto a radiografia. Mi viene riscontrata una frattura scomposta del V metatarso e sottoposto a bendaggio bloccante, rimandando l'applicazione dell'ingessatura al mattino successivo.
Lunedì 14 mi presento alle 8.30 e nel giro di un'ora, un'ora e trenta al massimo, il dott. Parciante ed il suo assistente mi esercitano una manovra (dolorosissima!) nel tentativo di allineare i frammenti ossei ed evitare l'intervento chirurgico, invitandomi ad un successivo esame radiografico di controllo per il giorno 16. Pago i 2 tickets (radiografia e visita) senza trovare code agli sportelli e ritorno il 16.
Con mia grande soddisfazione la manovra è perfettamente riuscita ed evito un fastidioso intervento e le possibili conseguenze sul recupero.
Avendo sperimentato ed apprezzato la qualità dei servizi di tutta la filiera (Pronto Soccorso, Radiografia e Ortopedia), ringrazio di cuore tutta la struttura ed invito gli utenti al massimo possibile rispetto di chi opera nel fornire un servizio essenziale, spesso con pesanti restrizioni di risorse e mezzi.
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