Ospedale di Pisa

Attese infinite, personale scontroso, nell'effettuare gli interventi non si segue un ordine in base alle urgenze (sono del settore). Assolutamente deluso.

Reparto di Reumatologia.
8 giorni di ricovero, effettuati esami tecnico strumentali e di routine, ma nessuna diagnosi. Forse prima era eccellente, sarà per via della vetustà del nosocomio che anche il personale preposto si è lasciato un po' andare aspettando il Nuovo Ospedale.. Non rispondono alle aspettative nè il servizio, nè l'assistenza. Non esistono mensa, Bar o punto di ristoro adeguato. Non esiste posto fisso di P.S.
Distacco umano e quasi indifferenza.. ad esempio se un paziente deve fare esami radiologici, gli viene comunicato il Padiglione a voce, non viene accompagnato.
Di chi sono le responsabilità? Forse ci dovrebbe essere un preposto a raccogliere le doglianze dei pazienti, affinché ciò non debba ripetersi.
Inoltre fatti incresciosi sono successi all'interno dell'Ospedale, come furti nelle stanze dei pazienti, e con un mi dispiace di qualche infermiera si pensa di minimizzare le mancanze di sicurezza e di conforto necessarie in questi casi. La caposala come responsabile dovrebbe essere a conoscenza del da farsi se messa a conoscenza dai collaboratori, o forse vengono prima le riunioni Interne del personale? Non posso e non voglio fare di tutta l'erba un fascio come si dice, però, visti i trascorsi, un forte dubbio ti assale. Chi dovrebbe fare cosa?
Non ultimo, la considerazione riguardo l'intervento delle Forze dell'Ordine all'interno dell'Ospedale che, messi a conoscenza dell'accaduto, rispondono che non possono intervenire per furto ma solo per fatti di violenza o peggio; inoltre asseriscono che non possono raccogliere denuncia telefonica, ma che il malcapitato paziente, quando sarà dimesso, dovrà recarsi in loco dell'ufficio di P.S. o dell'Arma dei Carabinieri per fare la denuncia di persona. Ditemi in quale Paese ci troviamo e se questo comportamento è adeguato.

Ragazza svenuta ad una festa per debolezza, e con crisi di panico, trattata praticamente da drogata/ alcolizzata fino all’arrivo dei risultati ematici, 2 ore dopo. Consigliato duramente e ripetutamente un trattamento psichiatrico con psicofarmaci!! Una studentessa reduce da un ciclo abbondante, sotto esami, che mancava solo di magnesio e che necessitava di essere tranquillizzata, è stata invece trattata in tal vergognoso modo. Abito in Francia e non ho mai avuto una esperienza lontanamente simile con ospedali e dottori.

Effettuo una prima visita intramoenia per sospetta miopatia muscolare a fine giugno presso l'ospedale Santa Chiara di Pisa. L'equipe a cui mi rivolgo è quella del professor Siciliano, specialisti in forme di miopatie autoimmuni e mitocondriali.
La dottoressa mi assicura che verrò chiamata dal reparto per iniziare un iter di esami. Vengo chiamata dal reparto a distanza di un mese. Premetto che non riesco a deambulare dal mese di maggio e ho forti dolori alle gambe. Arrivo al giorno della visita in reparto con alte aspettative. Trovo un corridoio pieno di pazienti che aspettano con 40 gradi perché non esiste aria condizionata, ma solo ventilatori che fanno girare aria calda.
Attendo il mio turno, vengo visitata da una dottoressa specializzanda che, non potendo prendere da sola iniziative, prende appunti e riferisce fuori dalla stanza all'unico medico di reparto presente quella mattina, che passa di stanza in stanza per monitorare il lavoro degli specializzandi. Ho un trascorso molto lungo di dolori muscolari e autoanticorpi altissimi, quindi la mia storia è particolare e richiede ascolto, non semplici appunti presi e raccontati sulla soglia della porta.
Durante la visita capisco che tra la dottoressa che mi aveva visitata intramoenia e il reparto, non c'è stato alcun passaggio di consegne, nessuno sapeva quanto mi era stato detto, nessun esame era previsto nè mai lo sarebbe stato, visto che, in conclusione, mi è stato elegantemente detto che avrei potuto effettuare analisi, risonanza e quanto altro passava per la mente a me, privatamente.
Ma quello che più mi ha sconvolta è che sia stata lasciata una paziente che non cammina e ha dolori non ingestibili, senza una terapia; ho dovuto insistere per capire che farmaci poter prendere in attesa dell'esito di analisi che LORO avrebbero dovuto farmi. Dopo un mese di attesa mi sono ritrovata a capire io dove sbattere la testa ancora.
Capisco l'enorme quantità di gente che arriva in questi reparti, ma non siamo numeri ed è vergognoso che un Policlinico di tale fama liquidi un paziente in questo modo. Sono tutti bravi di fronte a una patologia conclamata, quando invece c'è qualcosa in più da capire si diventa un numero da smaltire e liquidare con un banale "si può rivolgere a quest'altro centro, o se ha bisogno questa è la nostra email.....".

Mio padre e' stato recentemente inviato dal medico curante per una banale sostituzione del catetere che non poteva esser fatta sul territorio (un territorio che funziona molto male). Ha dovuto subire le angherie del personale che si lamentava del fatto che lui fosse lì, e dopo aver sostituito il catetere alle 17.00 dalle 8.00 del mattino che era arrivato, lo hanno fatto arrivare a casa per le 5.00 del mattino successivo.
Causa Covid, noi parenti non potevamo accedere all'interno e mio padre ha pianto tantissimo tutta la notte per i forti dolori procurati dalla sosta in barella.

Andare all'ospedale con un forte dolore all'occhio, avere necessità dall'oculista e sentirsi dire di tornare la mattina dopo alle 10.00 per essere visitati dall'oculista, è incommentabile. Come se ci si facesse male solo di giorno!!