Ospedale di Caserta
Recensioni dei pazienti
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Pronto Soccorso
Mi sono sentito dire "non accettiamo il malato perché non c'è posto".
PS come fosse una piazza al mercato, con gente che fumava, compresa la guardia che doveva controllare. Telefonini e caos dappertutto. Macchine private che entravano nella camera calda ostacolando l'accesso delle ambulanze. Nella camera calda si era creata una cappa di fumo tipo Calcutta, le macchine non solo entravano ma si parcheggiavano. Da meridionale che ha svolto servizio sanitario al nord, mi sono vergognato.
Chirurgia oncologica - dr. Scala
Ho trovato un'eccellente competenza e altissima qualità professionale del primario del reparto di Chirurgia generale e oncologica dell'ospedale civile di Caserta, nella persona del dott. Dario Scala, che ha proceduto ad operare asportando il tumore del colon. Umanamente è una persona di squisita gentilezza, nonchè di grande capacità organizzativa e gestione del reparto, cui va un plauso per la competenza. Particolare ringraziamento a tutti con speciale riguardo al dott. Fabio Civitillo.
Addetti al CUP - arroganza e inutile ostruzionismo
In data 23 febbraio 2024 mi viene prescritto un esame diagnostico. Chiamo il Cup per eseguire la prenotazione. Dopo svariati tentativi di chiamata, l’addetto mi riferisce che per quel tipo di esame occorre prescrizione del neurologo. Contatto quindi il reparto di Neurologia dell’ospedale, dove mi riferiscono che quanto asserito dall’addetto non corrisponde a verità e mi invitano a contattare nuovamente il Cup indicandomi contestualmente il codice da far inserire dal medico di base nell’impegnativa. Riprovo a chiamare il Cup, ma nessuno risponde. Nel frattempo il medico di base mi trasmette impegnativa via email (siamo nell’era della digitalizzazione fortunatamente). Non riuscendo a contattare il Cup, salgo in auto e percorro mio malgrado 14 km. per raggiungere l’ospedale. Allo sportello l’addetta mi riferisce di nuovo di una “presunta” impossibilità di acquisire la prenotazione senza prescrizione del neurologo, salvo poi ritrattare al mio riferirle di aver chiamato in reparto dove avevano smentito quanto da lei asserito. Quindi mi chiede l’impegnativa, pretendendola in forma cartacea, senza darmi motivazioni. Al che faccio presente alla signora che, al di lá dei cartelli affissi alla porta del Cup, per legge l’impegnativa in forma digitale è equiparata a quella cartacea. Interviene il collega della signora per fare inutile e aggressivo sarcasmo sul fatto che i cartelli non venissero letti. Faccio presente al signore che il contenuto di quell’avviso, benché affisso all’ingresso, vìoli la legge. Incalzato, il soggetto in questione accampa la scusa che per questioni di igiene non possono maneggiare cellulari per visualizzare la ricetta (premetto che io non avevo manifestato l’intenzione di passargli il cellulare). Con tanta pazienza, faccio presente che se il problema era solo quello (motivazione peraltro non espressa subito dall’addetta), il codice della ricetta potevo benissimo dettarglielo io, come si fa normalmente anche in farmacia. L’addetto accampa allora la scusa che il dettare il codice allungava i tempi di acquisizione della ricetta (il digitale li accelera i tempi non li allunga, ma evidentemente lui non l’ha capito). Avendo quindi esaurito argomenti e motivazioni, la signora sua collega acquisiva infine la ricetta.
Questo atteggiamento arrogante nei confronti dell’utenza da parte del personale addetto al Cup dell’ospedale di Caserta, non è più tollerabile e non rappresenta un caso isolato. Addetti che alle richieste accampano mille pretesti, praticando ostruzionismo nei confronti dei pazienti, creando problemi a chi è costretto a rivolgersi al sistema sanitario. L’ospedale è già di per sè un luogo di dolore. Non ci si può poi trovare a dover anche fronteggiare simili atteggiamenti che, ribadisco, violano la legge.
Attesa lunga in Pronto Soccorso
Stamattina io e mio padre ci rechiamo in PS per un trauma. Dopo una breve accettazione ci invitano ad accomodarci in sala d'attesa, senza valutare il dolore senza p. v., senza posizionare ghiaccio sulla zona del trauma. Dopo quasi tre ore di attesa, mio padre viene chiamato per cognome in triage per completare lo stesso, ovviamente senza p. v., senza valutare il dolore e senza posizionaree ghiaccio, e anche in quel caso l'operatore ci invita ad accomodarci in sala d'attesa esprimendo alla mia domanda "ora che farete?": farà le lastre, dopo la valutazione ortopedica, però passerà tutto il pomeriggio.
Con tanta pazienza io e mio padre ci rechiamo in sala d'attesa, ovviamente quelle poche sedie che ci sono erano già occupate, quindi restiamo in piedi aspettando la chiamata. Dopo un'ora e mezza di attesa chiedo in triage del ghiaccio, risposta: non c'è. Poi mi reco alla porta del PS e chiedo a un vigilante (presenza assidua di vigilanti) se posso avere del ghiaccio. Risposta ironica: chiedi al triage, cosa chiedi a me?
Dopo circa 15 minuti chiedo i tempi per la radiologia, risposta: siamo in attesa della chiamata del personale di radiologia, c'è una sola macchina, c'è da aspettare.
Poi vedo che una collega in divisa esce e chiama un trauma del dito (sua conoscenza) arrivata dopo di noi, per portarla in radiologia, le chiedo come mai non chiamino mio padre arrivato prima, risposta della collega: la faccio solo accomodare dentro...
Mi dispiace ma purtroppo il personale è poco empatico, l'unica frase che sentivo dal microfono dire ai pazienti in attesa era: i tempi sono lunghi, siamo in un PS e qui è così.
A ciò si aggiungano una sala d'attesa poco illuminata, un bagno no comment, un ambiente poco riscaldato... Veramente poco umano, mi sono veramente sentita disarmata. E credetemi, vedere le persone sedute inermi mi è dispiaciuto molto. Anch'io sono un'operatrice e lavoro in un PS, ma al primo posto metto la mia umiltà. Ovviamente avendo un genitore di 83 anni addolorato,
pluripatologico e che a fatica ormai restava in piedi, l'ho portato via, recandomi in una struttura privata per eseguire il tutto. Grazie. Spero di cuore che ci potrà essere un miglioramento.
Pronto Soccorso
Paziente già dimessa tre giorni prima, dopo un mese di ricovero in situazione clinica critica e gravissima.
Persone fragili, anziane, ammalate, parcheggiate da diversi giorni in pronto soccorso, dove oltre alla sofferenza devono patire carenza igienica (non potendosi lavare), il sonno, non potendo dormire in mezzo ad un caos generale H24, prive dell'affetto dei figli, i quali sono letteralmente impediti di ogni contatto con il proprio genitore. Per me giudizio negativissimo.
Ricovero in Neurologia
Sono stata ricoverata e sono ancora ricoverata presso questo ospedale nel reparto di Neurologia e non posso che parlarne benissimo. Quando sono arrivata mi sono detta: adesso chissà cosa mi aspetterà e come mi tratterranno.. invece non è stato così.
Infermieri competenti e bravissimi sempre a chiederti come stai ("se ti serve qualcosa non esitare a chiamarci").
Medici giovani ma bravissimi e molto ma molto scrupolosi, soprattutto il mio Dott. Piccirillo.
Reparto pulitissimo, devo fare un complimento al ragazzo che fa le pulizie il signor Donato.
Grazie di cuore. Buon ferragosto a tutti e grazie per quello che fate senza mai lamentarvi.
Neurochirurgia: professionalità e competenza
Non posso che parlare in maniera davvero ottima del reparto di Neurochirurgia, dove sono stato recentemente ricoverato. Risulta, a mio modo di vedere, gestito in forma esemplare dal primario prof. Pasqualino De Marinis e dal suo staff medico e paramedico, tra i quali cito, ringraziandolo, il neuroradiologo prof. Giuseppe La Tessa. Disponibilità, cortesia, e tanta pazienza, caratteristiche non sempre comuni e che si accompagnano alle non scontate ed invero molto alte professionalità e competenza. L'unica grande pecca che stona con l'alto standard del reparto, è il servizio di mensa davvero scarso, sia come qualità del cucinato che dei continui disservizi creati (portate non corrispondenti all'ordinato o addirittura mancanti, portate non coerenti con le intolleranze alimentari dichiarate e note, ecc.). Sottolineo che anche per questa ultima situazione descritta, il personale si è sempre prodigato per cercare di risolverla. Mi auguro che tutti i reparti dell'ospedale possano sempre offrire almeno la qualità professionale ricevuta dal sottoscritto e dai pazienti con i quali ho condiviso il periodo di degenza.
Pronto soccorso o oblio del soccorso?
5 ore di attesa con dolore lancinante per 1 minuto di “assistenza” in cui mi si è solo detto: tutto normale! Nemmeno una diagnosi. Solo una iniezione di antidolorifico. Voglio sperare che alle 1.00 di notte non ci fossero medici in PS, così da darmi una spiegazione su ciò che non hanno fatto.. Ovviamente dimessa dopo pochi minuti a quell’ora e senza riuscire a camminare..
Oncoematologia: umanità e professionalità rare
Nel periodo aprile- ottobre 2022 sono stato sottoposto a 4 ricoveri (tra i 18 ed i 40 giorni) presso il reparto di Oncoematologia ed in tali periodi ho giornalmente vissuto la realtà del reparto, le terapie cui ero sottoposto e l’operato del personale in servizio al reparto stesso.
Stante tale esperienza, ritengo doveroso, innanzitutto per il personale di cui trattasi ma anche per sottolineare un fatto positivo riguardante una struttura sanitaria del nostro territorio, evidenziare la positiva esperienza (pur in presenza di una «importante» patologia vissuta. La generale esemplare condotta umana e professionale (per quanto un profano possa apprezzare) tenuta da tutto il personale del Reparto e la sensibile e attenta gestione e conduzione di un delicato settore sanitario, sono esempio da apprezzare (sicuramente dai degenti) e per evidenziare come ne abbia apprezzato l’operato e dare loro senso della elevata considerazione, nonché fugare eventuali false idee di un generico senso di gratitudine (comunque presente e vero) desidero menzionare singolarmente i medici, Dott. Frigeri (Direttore), Dott. Camera, Dott. Iaccarino, Dott.ssa Farina e Dott. Monaco e gli Infermieri (non ne conosco i cognomi dato che per consuetudine sono chiamati per nome) Sig. Franco, Sig.ra Rossella, Sig. Gaetano, Sig.ra Annamaria, Sig. Pasquale, Sig.ra Enza, Sig.Alessandro, Sig.Raffaele, Sig.ra Marinella, Sig.Fabio, Sig.Rosario,Sig.ra Alessandra, Sig. Massimo, Sig.na Rossella; ed anche il personale di supporto (credo siano OSS) Sig.ra Rosaria, Sig. Attilio, Sig. Aldo e Sig. Giovanni. Tutte persone animate da elevati e non comuni spirito di servizio, serietà, impegno professionale e disponibilità verso i pazienti, per cui questi ultimi ne ricevono un senso di sicurezza e fiducia che aiuta non poco nel quotidiano affrontare le terapie e combattere la propria patologia. E pur non potendo esprimere un parere «professionale» specifico, posso affermare che la sensazione di elevata capacità professionale giunge grazie all’operato ed al colloquio coni i degenti, che ne ricevono beneficio e comprendono concetti e modalità operative altrimenti conosciute, oltre ad avere momenti di distrazione in brevi colloqui,spesso con momenti simpatici, non pertinenti aspetti medico-sanitari. E tutto ciò, pur mantenendo le proprie peculiarità caratteriali che si notano in aspetti che vanno dalla cordiale sicura professionalità del Direttore alla serietà apparentemente severa (nasconde un buon carattere) del Sig. Gaetano, aspetti questi che confermano che si tratta di persone «vere» e scevre da apparenza professionale.
Il leggero abbassamento di voti ("4") non è correlato al reparto ma alle ditte che forniscono pulizie (alcuni addetti, non quelli soliti, che saltuariamente provvedevano erano poco attenti) e vitto (inizialmente buono e poi degradato in una vera vergogna, da me segnalato all'URP che ha risposto che stava provvedendo).
Intervento chirurgico oculistico
Reparto di Oculistica eccellente sia per la professionalità dei medici che dei paramedici; professionalità unita ad uno spiccato senso di umanità.
OCULISTICA: grazie al dottor Piccirillo
Oggi 11 Marzo 2023 non posso far altro che scrivere parole di encomio per il dottore Valerio Piccirillo, un medico giovane e brillante nel campo dell'oculistica. Ho avuto l'onore di conoscerlo circa 3 anni fa perche' ebbi un distacco di retina e lui subito dimostro' le sue grandi doti professionali, perché fu l'unico a sapermi spiegare quello che era successo nonostante io non avessi mai avuto problemi agli occhi. Lo fece con chiarezza ma allo stesso tempo anche pazienza e col garbo che lo contaddistingue. Poi nell'Aprile 2022 mi ritrovo con cataratta, che lui mi opera e oggi mi ha fatto una capsulotomia Yag laser. Non ho parole per ringraziarlo... grazie dottore!
Reparto Oculistica curato da un super primario!
A marzo 2022, dopo un bello spavento, siamo stati reindirizzati in questa struttura per essere assistiti dal dottor Piccirillo Valerio! Il migliore che si potesse scegliere, ha una umanità ed una professionalità unica nel suo genere!
Auguro a tutti di trovarlo nel proprio cammino, perché risolverà il vostro problema senza difficoltà.
Grazie all'Oculistica
Devo ringraziare il dottore Valerio Piccirillo per avere dato speranza al mio occhio destro dopo il distacco della retina. Mi ha operato lui il 16 luglio e devo dire che ora vedo abbastanza bene. Complimenti a lui e alla sua esperienza, come dottore è eccellente!
Caduta dal motorino
Oggi ho accompagnato mia figlia al pronto soccorso per un incidente subìto con il motorino. Alla accettazione ho indicato alla signora l'accaduto, spiegando che mia figlia aveva battuto la testa. La persona addetta al triage con fare infastidito ci ha detto di dover attendere... Dopo circa 30 minuti siamo state chiamate per incontrare il medico, che ha solo fatto domande a mia figlia, non visitandola. Il medico ci ha fatto tornare in sala di attesa, dicendo che dovevamo attendere per fare i raggi. Dopo un'ulteriore attesa di 2 ore, ho chiesto alla signora del triage se si potesse sollecitare l'esame, ma l'addetta in modo sgarbato ha risposto che non poteva far nulla. Ho chiesto di poter andare via con la dichiarazione di entrata e di uscita dall'ospedale e mi ha risposto, sempre in modo sgarbato, che non ci poteva consegnare nulla. Ho dovuto insistere per poter parlare con un medico/responsabile e solo dopo aver parlato con diverse persone non competenti, sono riuscita ad ottenere dal medico, che ha inizialmente accettato mia figlia, la dichiarazione di uscita per lungaggine dei tempi di attesa. Prego i responsabili del reparto di organizzare al meglio personale, per non lasciare in balia un cittadino.
Grazie al Pronto Soccorso di Caserta
Vorrei ringraziare il Dott. Antonio Pontillo che, grazie alla sua professionalità e competenza, quando ha effettuato il mio accesso al PS di Caserta ha individuato subito la gravità della mia situazione e ha attivato tutte le strutture necessarie per la risoluzione del problema. DOPO una consulenza gastroenterologica a seguito di esame radiologico e tac, mi ha inviato prontamente in sala operatoria per la rimozione di un bolo alimentare che non mi permetteva di ingerire solidi e liquidi da ormai circa tre giorni.
Il mio ringraziamento va anche alla dottoressa Mancino e al suo staff tecnico e di anestesisti rianimatori, che con sapiente professionalità hanno sospinto in esofago endoscopicamente il corpo estraneo.
UN grazie inoltre a tutta la struttura del PS, medici, infermieri e altri collaboratori di cui ho potuto constatare la gentilezza e la professionalità, nonostante lavorino in condizione di emergenza estrema.
Reparto cardiologico universitario di eccellenza
Sono reduce dal ricovero nel reparto di Cardiologia clinica a direzione universitaria dell'Ospedale S. Anna e S. Sebastiano di Caserta.
Ringrazio tutto il personale medico ed infermieristico per l'assistenza ricevuta; sono stata operata con tatto, gentilezza e professionalità.
Un grazie particolare, oltre che ai medici, peraltro giovani ma, non per questo, meno competenti, al coordinatore infermieristico, sig.ra Golino, e a tutta la sua squadra.
Reparto di eccellenza nazionale.
Paziente Covid 19
Ringrazio il team del reparto Covid-19 dell'ospedale S.Anna e San Sebastiano di Caserta perché mi hanno salvato la vita dal virus..
Il virus era diventato aggressivo e letale, causandomi non pochi problemi, dalla polmonite bilaterale ad altri disturbi di salute.
Il team dell'Ospedale ha mostrato professionalità, accuratezza e soprattutto mi ha donato tanto calore nell'affrontare questa battaglia.
Grazie a tutti!
P. S. ortopedico
Arrivo al PS con caviglia fratturata alle 20.30, con una provvisoria fasciatura. Mi seggono su una sedia e aspetto, aspetto... Entro per constatare il mio infortunio (malleolo e tibia fratturate) alle 22.45, ma il medico mi fa ancora attendere. Da premettere che non c'è un grosso lavoro da come si vede. Fortunatamente è in servizio un mio vicino che sta in radiologia e lui si prende l'incarico di fare la Rx. Poi arriva l'ortopedico, ma mancano i posti per la degenza! Mi invitano ad aspettare nella hall del PS la notte, con la speranza che si liberi un posto!! Ovviamente vado a casa per riandarci, con raccomandazione, solo 2 giorni dopo a disponibilità di letto!! Solo un infermiere é stato disponibile e gentile. Per non parlare del covidiotismo che regna sovrano...
Da premettere che non mi è stato dato un antidolorifico invitandomi a comprarlo alle 24.30, ora di uscita!
Ginecologia - parto cesareo
Dovevi nascere oggi, hai voluto anticipare di una settimana... È stupendo averti tra le mie braccia, è stupendo vederti con il fratellino che ti adora, è stupendo vedere papà che ti guarda e dice "come sei piccola"... Il brutto ricordo di questa storia sta svanendo. Questo maledetto Covid... Siamo stati 3 giorni sole, lontano da ogni abbraccio, il tuo papà ti ha potuto prendere in braccio solo al nostro rientro, ma una cosa è certa: in ospedale gli infermieri, i dottori e chiunque lavorasse in reparto, ci hanno dimostrato un AMORE unico. Ho ricevuto coccole, attenzioni e cure (sempre senza abbracci, ma è come se ci fossero) ed è solo grazie a loro che questi giorni in ospedale sono stati tranquilli. Grazie a quei camici bianchi, rosa e blu... tutti con mascherina ma che ti sorridevano con gli occhi, che hanno fatto sì che i giorni passassero velocemente.
Grazie a chi lavora con amore senza chiedere nulla in cambio.
Oncoematologia: la mia guarigione!
È passato più di un anno da quando sono apparsi i primi sintomi della mia malattia, ma prima che i medici riuscissero a capire di cosa si trattasse sono passati 5 mesi, il responso fu: Linfoma di Hodgkin.
Successivamente io e la mia famiglia, grazie alla conoscenza di una dottoressa che lavorava lì, ci siamo rivolti all'ospedale di Caserta al reparto di oncoematologia. I medici subito hanno proceduto con le cure, sono stati davvero professionali, ma la cosa che più mi ha stupita è stata la loro umanità; come ormai dico a tutti, non ce l'avrei fatta senza la dottoressa che mi ha seguita (il mio Angelo terreno), non mi ha mai fatto pesare questa situazione, anche quando sono stata davvero male, lei mi ha dato tanta forza e tanto coraggio con le sue parole, mi ha sempre rassicurata e in più era reperibile in ogni momento per qualsiasi cosa, anche per una semplice domanda; per me questi sono veri Medici, si dedicano al proprio lavoro con tutto e per tutto!
Anche il primario è una persona davvero speciale, molto professionale, preparata e coscienziosa, in apparenza severa, fa rispettare ogni regola per il bene dei pazienti, ma ha un cuore gradissimo.
La maggior parte degli infermieri sono molto bravi (day Hospital e reparto)... fanno sentire il paziente a proprio agio, sono spiritosi e disponibili, ma soprattutto gentili (qualità che non trovi ovunque), d'altra parte se non fosse così in questi reparti, andare avanti e combattere, sarebbe ancora più dura di quello che già è!
Per questo non potevo non lasciare un commento... e ringraziare ancora una volta con tutto il mio cuore l'equipe che mi ha seguita in questi mesi difficili e che si è presa cura di me!
Alla fine dopo sei mesi di chemioterapia e 18 radio.. posso dire di esserne uscita vincitrice: la malattia non c'è più! Sicuramente dovrò restare sotto controllo, ma voglio essere fiduciosa e sperare che tutto andrà per il meglio!
Pronto Soccorso: struttura nuova ed efficiente
Sono andato al pronto soccorso dell'ospedale di Caserta per un gonfiore ai piedi (che avevo da diversi mesi) e sono stato accompagnato con la sedia a rotelle da un portantino in una sala moderna, dove sono stato subito visitato da un medico molto gentile che, pur dicendomi che si trattava di una malattia del cuore che andava avanti da molto tempo, mi ha fatto fare un elettrocardiogramma, una radiografia e mi ha prelevato il sangue. Ho aspettato circa 5 ore per tutti i risultati e mi ha visitato anche il cardiologo. Poi mi hanno assegnato una cura da fare a casa che sto seguendo. Mentre stavo in pronto soccorso ho visto molte persone nervose che urlavano verso i dottori e gli infermieri, che a me sembravano però, in tutta verità, pochi per tutta quella gente. Poi mia moglie è rimasta al freddo in una sala di attesa senza sedie per molte ore.. lei non diceva niente, ma tutti gli altri tentavano di scavalcare gli altri malati (anche senza malattie gravi).
PRONTO SOCCORSO: TRISTE ESPERIENZA
Solo adesso sono venuto a conoscenza di questo sito ove poter esprimere la mia opinione.
Lo scorso anno, e precisamente nel mese di luglio, caddi da una scaletta. Nella caduta battei la spalla sinistra e lievemente la testa a terra. Il dolore alla spalla era così forte che mi dovettero accompagnare al pronto soccorso di Caserta. Erano circa le ore 23:00 quando arrivai. Un infermiere, dopo aver preso le generalità con molta lentezza, mi fece accomodare su una sedia, perché c'erano due codici rossi, e tutti erano occupati. Il mio dolore alla spalla aumentava di momento in momento. Il sudore dal dolore mi consumava. Le mie lamentele a nulla valsero, cercavo di far capire quanto fosse dolorosa la mia situazione. Nessuno mi ascoltava, tutti entravano e uscivano dalle stanze ma nessuno mi degnava di un'attenzione. Solo dopo circa due ore, e dopo che le mie lamentele diventarono quasi insopportabili, un infermiere mi fece sedere su una sedia a rotelle e mi accompagnò a fare una radiografia. Al ritorno dalla radiografia lo stesso infermiere fece vedere le radiografie ad un ortopedico, il quale a malapena le guardò:" non ha nulla". Il dolore non mi dava riposo, ricordo che una signora, una infermiera (non conosco il nome) forse l'unica presente ad avere umanità, mi si accostò e mi fece una puntura per farmi diminuire il dolore. Fui messo alla porta alla svelta. Me ne tornai a casa con la spalla dolorante e con la scoperta che i legamenti spalla - tronco presentavano una irregolarità permanente. Ditemi voi cari cittadini, come mai dobbiamo mantenere aperta una struttura del pronto soccorso, che non riesce a risolvere i problemi degli infortunati?
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