Ospedale dei Castelli di Ariccia
Recensioni dei pazienti
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Pronto Soccorso pediatrico
Bambino portato al NOC per febbre alta, streptococco scarlattinoso e vomito, da 4 giorni che non mangiava, non riusciva più a bere, lo stomaco rigettava qualsiasi tipo di liquido.
Innanzitutto attesa di 4 ore aspettando l'arrivo del pediatra, per non parlare dell'accoglienza del pediatra stesso.. che come mi ha visto, con aria arrogante mi ha chiesto perché il bambino fosse lì.. Gli ho detto che non riuscivo a somministrare nessuna cura al bimbo perché vomitava qualsiasi cosa e non sono riuscita ad aggiungere altro perché mi ha subito risposto che se non ci ero riuscita io, neanche loro potevano farlo. Così, già innervosita da tutto, gli ho risposto che se me lo visitava bene, sennò me ne sarei andata! Poi aggiunge che avrei dovuto portarlo dalla mia pediatra e non al pronto soccorso (come se non l'avessi fatto ) e mi chiedeva di continuo perché l'avessi portato lì. solo dopo aver contato fino a 10 gli spiego che non porto il bambino al pronto soccorso per una febbricola e che dalla pediatra c'ero stata, con tanto di cura scritta, ma la cura non riuscivo a somministrarla a causa del vomito, il problema era questo. E che se fossi stata una dottoressa gli avrei fatto una puntura, ma visto che non lo sono... Gli ho chiesto se poteva fargli una puntura per bloccare il vomito, in modo che potessi dargli appunto la terapia della mia pediatra. Alla fine gliela ha fatta, dicendomi e sottolineando più volte che la durata dell'effetto della puntura era solo per 8 ore e che non avrei risolto proprio nulla e che avrei dovuto portarlo dalla mia pediatra.
Morale della favola, il giorno seguente, senza più episodi di vomito, sono riuscita a dargli antibiotico, sciroppo, acqua e ha anche mangiato. Vorrei aggiungere che ogni volta ti dicono che per loro dovresti ricoverarlo, però è meglio se viene curato a casa, mandando così in confusione i genitori e facendogli firmare un foglio dove loro "giustamente" si tolgono da tutte le responsabilità. Comunque esperienza pessima, infermiera gentilissima, ma pediatra il contrario.
Pediatria
Sono stata in questo ospedale per mio figlio di 8 mesi, nel reparto pediatria. Tutto bene.
Ci sono rimasta però molto male quando il pediatra stava facendo il foglio di dimissioni, scrivendo la cura: io ho fatto delle domande sulle medicine e una dottoressa che stava a fianco a lui mi ha risposto in modo davvero molto maleducato.
Paziente trasferito senza comunicarlo ai parenti
Il 12 agosto 2022, dietro intervento del 118, hanno trasportato papà all'ospedale dei Castelli in codice rosso, in quanto aveva serie difficoltà respiratorie. In seguito lo hanno intubato dicendo che ci avrebbero avvisato quando e se lo avessero trasferito in altra struttura.
Noi il giorno dopo siamo stati avvisati dall'ospedale S.Giovanni di Roma che papà era in fin di vita e nessuno era presente. Questo è l'ospedale dei Castelli. Se non ci avessero avvisato dal San Giovanni, mio padre sarebbe morto da solo senza nessuno della sua famiglia. VERGOGNA!
Ecografia morfologica
All'ecografia morfologica non si sono accorti di una macrosomia fetale grave che, se non fosse stata riscontrata in seguito da un'altra struttura, sarei arrivata a termine della gravidanza rischiando la vita sia io che mia figlia. Non parliamo di una o due misure al di sopra, ma bensì 7 misure fetali.
Mai più mi recherò in questa struttura.
Post parto da dimenticare
Fatta eccezione per le ostetriche Alessandra, Arianna ed Elisa (del blocco parto, non del reparto di ostetricia) ed il dott. Marino, per me esperienza da dimenticare. Avevo la camera di fronte alla reception e c'era il caos la notte. Più volte ho fatto richiesta di aiuto (ho avuto il taglio cesareo) e nessuno si presentava; uguale per la richiesta di un anti dolorifico. Mi è stato tolto il catetere da in piedi. Alla visita di controllo ho aspettato più di 2 ore, nonostante avessi fatto presente che avevo la bimba da allattare e anzi, mi è stato risposto che "tutti abbiamo delle urgenze e che dovevo aspettare"! Veramente male organizzato e con poca umanità.
Proto soccorso - trauma al ginocchio
Mi dispiace dirlo, ma è una delle strutture più male organizzata che ho conosciuto fino ad ora.
Sono entrato la mattina alle ore 8.00 e ne sono uscito alle ore 16.30.
4 ore per potermi fare una lastra e 4 ore e mezzo per chiamarmi per il referto.
Purtroppo non è la prima volta che sono dovuto andare in questa struttura ospedaliera, e purtroppo anche la prima volta non ho avuto una bella esperienza…..
Ospedalizzazione da dimenticare
Ho avuto una esperienza indiretta, in quanto l'ospedalizzazione avvenuta in data 27 novembre è riferita a mio suocero, risultato positivo al Covid-19. All'atto dello spostamento dalla lettiga alla barella dell'ospedale, era presente la borsa con gli effetti personali di mio suocero, con all'interno protesi dentaria, cellulare e documenti sanitari. Lo stesso giorno mi sono accorto che la borsa non lo ha accompagnato e si è smarrita. Dopo vari richiami al personale sanitario, mi continuavano a ripetere che la borsa si sarebbe trovata, cosa che non è avvenuta. E il tracciato del cellulare risultava attivo e all'interno della struttura. Non si è avuto modo di trovare nè i documenti, nè la protesi, cosa per lui fondamentale. ASSURDA la mancanza di accortezza da parte del personale sanitario.
Pronto Soccorso
Ho portato mia madre (persona anziana) al pronto soccorso con forti dolori all’addome e rettorragia. E' stata rispedita a casa con ricetta di richiesta urgente per visita gastroenterologica, con tanto di numero preferenziale da chiamare. Il numero risultava staccato, quindi sono tornata al pronto soccorso per avere spiegazioni e nessuno sapeva niente di questo fantomatico numer..
Mia madre torna al pronto soccorso con dolori sempre più forti ma niente, viene rispedita a casa con visita prenotata dopo una settimana. Mia madre passa una settimana di sofferenza, imbottendosi di antispastici. Arriviamo alla visita e il gastroenterologo invece di prenotare con urgenza la colonscopia, ci dà appuntamento dopo una settimana dicendoci che se continuava ad avere forti dolori, di tornare al pronto soccorso. Torniamo al pronto soccorso perché i dolori erano aumentati sempre di più ed era sopraggiunta pure la febbre. Ebbene, al PS mi dicono che ci doveva pensare il gastroenterologo!
TERAPIA DEL DOLORE
Mi sono recata al reparto di Terapia del dolore, dopo mesi di immobilità dovuta ad un'ernia del disco espulsa. Durante la prima somministrazione (blocchi antalgici), sono stata assistita da un medico competente, empatico, professionale. Il dottore era assistito da infermiere pazienti e professionali e l'esperienza è stata a dir poco positiva. A distanza di una settimana, sono tornata per la seconda somministrazione, certa dello stesso trattamento, nonostante la pratica sia fastidiosa e difficile per chi ha problemi motori e di dolore. Purtroppo al mio arrivo non ho trovato lo stesso medico, ma bensì una dottoressa che mi accolto sgarbatamente senza motivo. Ha praticato la terapia urlandomi addosso e minacciandomi che se non fossi riuscita a piegarmi bene (non riuscivo per via del dolore, ovvio, altrimenti non sarei dovuta andare lì) mi avrebbe rimandata a casa senza somministrarmi la terapia. La dottoressa non ha minimamente pensato che urlando contro un paziente non si ottengono rilassamento e collaborazione, soprattutto se parliamo di una pratica che richiede immobilità; e che subìre una puntura lombare da un medico così predisposto, di sicuro non è la scelta migliore per svolgere il proprio lavoro nel rispetto del malato. Non so nemmeno come, sono riuscita ad abbassare le spalle e lei è riuscita a terminare il suo lavoro. Proprio in quel momento ha usato testuali parole "lo vedi che se te tratto male poi le abbassi 'ste spalle?". Io non credevo alle mie orecchie. Fortuna ad assistermi, c'era un'infermiera che, nonostante fosse palesemente imbarazzata dal comportamento della dottoressa, continuava a svolgere il suo lavoro con empatia e professionalità. Sono rimasta qualche minuto sul lettino a piangere dopo aver terminato e che la dottoressa, in malo modo, mi comunicava di aver finito e che me ne dovevo andare. All'uscita della stanza si era creato un gruppo di persone che tra di loro si chiedevano cosa fosse successo e una signora, in attesa della terapia mi ha confermato che spesso questa dottoressa si comporta così con i pazienti. Ecco, io mi auguro che altri pazienti che hanno subìto lo stesso trattamento, si facciano sentire. È inammissibile che un malato subisca tutto questo. Ora, purtroppo, dovrò recarmi per altre due volte per finire il ciclo. Ovviamente, se quel giorno troverò lei di turno, mi rifiuterò di eseguire la terapia.
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