Ortopedia Ospedale Viterbo
Recensioni dei pazienti
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Ringraziamenti
Ero arrivata all'ospedale di Belcolle (25 Agosto 2023) con un dolore fortissimo al braccio sinistro dovuto ad un incidente stradale e, non essendo mai stata ricoverata priva, provavo disagio e tristezza, ma dopo poche ore che alla sala gessi hanno chiesto un posto per me, per il mio ricovero nel reparto di Ortopedia all'8° piano, le infermiere Roberta, Ilaria, Natalina e altre/i (non ricordo il nome), essendo io giovane hanno parlato con me e mi hanno calmata in modo molto dolce. Ma voglio ringraziare anche tutti i dottori, infermieri, chirurghi per il lavoro nei miei confronti.
Sono rimasta molto felice dell'esperienza in questo reparto e mi sento di ringraziare tutto lo staff di Ortopedia del Belcolle perché sono di una umanità impressionante e di una professionalità meravigliosa.
Grazie a tutti.
La vostra Erika che camminava sempre per i corridoi giorno e notte, ero del letto 8 ma poi mi avete spostato al letto 6.
Grazie a tutti siete degli angeli, nonostante stavo molto male ricordo ogni singola cosa e ve ne sarò sempre riconoscente.
Grazie
Grazie a tutto il reparto Ortopedia.
Infermieri professionali e molto umani.
Un grazie speciale al dottor Fabrizio Lucarini e la sua equipe, sono veramente eccellenti nel loro lavoro e anch'essi molto umani.
Grazie alla anestesista favolosa e grazie agli OSS, sempre pronti/e a dare una mano.
Un abbraccio caloroso a tutti voi.
Competenza e cortesia
Per la prima volta in 56 anni mi sono ritrovata ricoverata in un ospedale (a parte il parto). Trauma psicologico oltre una brutta contusione alla caviglia. Però sono stata tranquillizzata e curata a dovere. Ringrazio la dott.ssa Tagliente, il dott. Lucarini e tutto il personale sanitario del reparto Ortopedia. Professionali ma umani e simpatici. Peccato che prima di arrivare in corsia abbia dovuto farmi 10 ore sui corridoi del pronto soccorso..
GRAZIE ALLA ORTOPEDIA BELCOLLE
Da bambino ti insegnano che gli angeli sono figure astratte con le ali, poi un giorno ti ritrovi al 9° piano dell'ospedale Belcolle di Viterbo e scopri in realtà che quegli angeli sono reali e senza ali.
Parlo del primario dott. Fabrizio Lucarini, parlo dell'ortopedico dott. Piergiorgio Pelosi, parlo della dott.ssa Donatella Tagliente, parlo di tutto l'equipe operatoria, del caposala Samuele, parlo degli infermieri Daniele, Giuseppe, Leonardo, Eleonora, Giusy, Anna, Patrizia, Silvia, Roberta, Natalina e tutti, tutti gli altri di cui non ho imparato il nome, ma semplicemente chiamati con il termine "tesoro".
Grazie a tutti, continuate così, siete invincibili. Vi terrò sempre nel cuore.
Grazie di tutto, il vostro Marco, letto nr. 3.
Ringraziamenti
Sono una mamma che sente il bisogno di ringraziare tutto il reparto di Ortopedia dell’Ospedale “Belcolle” di Viterbo, dal primario dottor A. Castagnaro, ai medici che hanno operato mio figlio dottor. A. Mariantoni e F. Lucarini, a quelli che si sono presi cura di lui dott. V. Tempesta e dott.ssa S. Inciocchi, agli infermieri molto pazienti e disponibili.
Nei giorni trascorsi in ospedale ho trovato pulito il reparto e buono il cibo servito ai pasti.
E’ vero che nella foresta della Sanità fa più rumore un albero marcio che cade, ma io voglio dare voce ad una piccola piantina che spunta alla vita, perché è giusto gratificare, anche in questo modo, chi nella Sanità opera in modo serio e professionale conseguendo ottimi risultati.
Grazie ancora a tutto lo staff del reparto di Ortopedia guidato dal primario dottor A. Castagnaro.
Bolsena 30/08/2016 Franca Pesci
Nessuna umanità
La competenza dei medici non la metto in discussione, ma com'è stato trattato mio padre nel reparto, operato ad agosto 2014, non lo dimenticherò mai. Confusione, nessuna assistenza, mille visitatori spauriti che non sapevano dove andare, chi aspettare. Flebo che non scorrono, con un clima o troppo caldo o troppo freddo, tanto che mio padre si è preso un grave raffreddore che per la sua età (81 anni) poteva essere compromettente. Non dico dobbiate fare i miracoli, ma almeno l'assistenza. Per non parlare dell'assenza di riabilitazione per tutti i 20 giorni che mio padre è stato costretto a rimanere in ospedale e le piaghe che gli sono venute.
Ottimo intervento al femore
Mio padre di 84 anni si è fratturato il collo del femore a fine ottobre 2012 ed il Belcolle è stato l'unico ospedale disponibile ad accoglierlo. Purtroppo, nonostante la sua età, è rimasto tre notti in corridoio, poi finalmente ha avuto un letto in una stanza per due persone. L'operazione è stata effettuata alquanto tardi, dopo dieci giorni dalla caduta (vista l'età avrebbe dovuta essere fatta entro 48-72 ore). Al momento di intervenire, riscontrando una forte osteoporosi, il chirurgo ha optato per sostituire interamente l'arto dall'anca al ginocchio, rendendo l'operazione molto più lunga, ma anche più efficace! Mio padre in seguito è rimasto un'altra settimana in ospedale e dopo ha cominciato la fisioterapia in una clinica privata (poi ogni giorno a casa sua per un altro mese). Non ha mai avuto dolori, ha ripreso a camminare in tempi molto rapidi (senza dubbio è stata fondamentale la fisioterapia) e ha ripreso (a distanza di due mesi) a camminare quasi come prima della caduta.
Approssimativi
E' inutile chiedere informazioni al personale, vi lasceranno all'oscuro perché non sanno nulla. Nessuno decide niente, è necessario parlare col primario. Infatti, per quanto possa essere sorprendente, non esiste una pianificazione degli interventi chirurgici, cosa che sarebbe semplice da fare con un minimo di iniziativa e volontà. Conoscendo la data prevista dell'intervento, l'utente avrebbe la facoltà di scegliere se restare ed attendere, oppure se cercare di cambiare struttura, ma questo lusso non è concesso e ci si deve accontentare dei tanti "non so" e "forse".
Gli infermieri sono lassisti e sbrigativi, non certo comprensivi e disponibili con i malati. L'ultimo giorno di degenza hanno fatto saltare il pasto alla mia ricoverata per una dimenticanza. Credo che questo più che un mestiere sia una vocazione, chi lo svolge con lo scopo di prendere lo stipendio a fine mese dovrebbe optare per un diverso uso del proprio tempo.
Tornato il primario dalle vacanze, è stata possibile l'operazione di impianto, improvvisamente, di domenica.
Dopo l'operazione, la caposala non sapeva nemmeno che era stata avvertita da qualcuno la clinica convenzionata Villa Immacolata, per il ricovero e per la riabilitazione, per cui abbiamo atteso altri tre giorni inutilmente, occupando un posto letto che poteva essere prezioso per qualcun altro.
Alla fine, dopo tre settimane di ricovero, mia madre è stata finalmente dimessa; peccato che al controllo (sempreché sia stato fatto) al medico è sfuggito il fatto che la gamba era lussata e che l'operazione chirurgica era da ripetere e che in queste condizioni la paziente non doveva nemmeno lasciare l'ospedale.
Arrivati con l'ambulanza, a pagamento, alla clinica Villa Immacolata, il personale di tutt'altra competenza e volontà, ha infatti subito rilevato che la gamba aveva qualcosa che non andava e con rara gentilezza ha disposto una radiografia per accertarsi della cosa.
Denuncerò i medici e tutto il personale per il trattamento subìto e invito tutti quelli che si troveranno o si sono trovati nelle stesse condizioni di trattamento, a fare altrettanto..
TRISTE A CHI CAPITA
Venerdì 6 aprile u.sc. mia madre di anni 73 è caduta ed è stata accompagnata presso il pronto soccorso del predetto nosocomio e, dopo una lastra, viene diagnosticata la frattura della parte alta del femore, più precisamente del "Grande Trocantere destro" e quindi ricoverata. Il martedì successivo parliamo con il medico che, dalla visione delle lastre, non prevede l'intervento ma richiede una Tac per conferma della diagnosi; l'esame viene fissato per il lunedì successivo, cioè il 16, praticamente a dieci giorni dalla caduta (si presume che rotture di questo genere debbano essere trattate in 48-72 ore dall'evento). Il risultato della Tac evidenzia la necessità dell'intervento, che sarebbe stato effettuato il mercoledì 18. Viene preparata, fatta rimanere a digiuno, ma poi ci viene comunicato che la grappa richiesta è pervenuta errata, quindi l'intervento slitta a venerdì 20. A quel punto mia madre ricorda al chirurgo una sua allergia al nichel, che aveva riferito subito appena ricoverata, di conseguenza solo in quel momento le vengono effettuate le prove allergiche, con risultato previsto per lunedì 23 e ci viene detto che, se il risultato fosse stato negativo, sarebbe stata operata, di conseguenza oggi viene nuovamente lasciata a digiuno per l'intervento e il risultato delle prove diagnostica la possibilità di effettuare l'operazione. Rimaniamo in attesa e, verso le ore 14.00, incrociando il chirurgo gli chiediamo verso che ora sarebbe stata operata; di risposta ci viene comunicato che per oggi non era possibile e probabilmente andremo a finire a giovedì 26 o venerdì 27 aprile p.v., cioè a 20 giorni dalla caduta. Ora mi viene da chiedere, è normale tutto ciò? A mio parere l'organizzazione del predetto reparto è veramente latente e di conseguenza mi viene da pensare che questo intervento, che sarà- se andrà bene- per il fine settimana a più di 20 giorni dall'accaduto, che conseguenze potrà portare per la ripresa della paziente?? E' vero che attraversiamo un momento particolare con carenze economiche generali, ma qui la Sanità è diventata veramente un privilegio per pochi, sapevo delle lacune dell'ospedale di Belcolle, ma qui mi sembra veramente una esagerazione.. Purtroppo questo abbiamo, ma la delusione è stata e continua ad assere veramente notevole.
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