Ortopedia Ospedale Pertini di Roma
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Grazie professor Rota
Sono trascorsi oltre otto anni dal mio ricovero nel reparto di ortopedia e traumatologia dell'ospedale Sandro Pertini a seguito di un infortunio. Voglio ringraziare ancora il professor Attilio Rota per avermi operato, permettendomi di tornare alla mia attività ed alle mie passioni, a tutto il suo staff e al personale del reparto per l'assistenza ricevuta. L'intervento non dà alcuna noia, nonostante il lavoro pesante e le escursioni in montagna. BUONE FESTE A TUTTI.
Tornare come prima
Sono passati 5 anni dall'incidente avuto mentre lavoravo con la mola abrasiva. Questa ricorrenza mi porta a esprimere un doveroso ringaziamento al Prof. Attilio Rota, primario del reparto di ortopedia e traumatologia dell'ospedale Sandro Pertini, a tutti i medici del suo staff, a tutti gli infermieri e paramedici e a tutto il personale di reparto per la competenza e l'assistenza ricevute durante la degenza.
Oggi, ogni volta che apro la serranda della mia attività, che faccio un'escursione sulle "mie" amatissime montagne, che inforco la mia moto per una gita domenicale o che mi alzo ogni mattina.... non posso fare a meno di pensare a come sarebbe stata ora la mia vita senza l'intervento del prof. Rota e di tutti Voi.
GRAZIE DI CUORE.
Bene accolta, buon reparto
Frattura di tibia e perone, operazione d'urgenza, poi seconda operazione per togliere i chiodi esterni e inserire chiodo (mi auguro della misura giusta!). Ero codice rosso e sono stata operata con rapidità, dopo numerose lastre. Il reparto di radiologia (eccessivamente burocratico), avendo dimenticato di dire in pronto soccorso che avevo battuto la testa, non ha voluto fare la radio della cervicale, che si è fatta poi alla fine della degenza. Quindi consiglio al paziente di non dimenticare nulla in pronto soccorso. Il dottore chirurgo, prof. Fiume, è stato molto cortese e professionale nel venire più volte a spiegarmi cosa era stato fatto e come avremmo proseguito, cosa non frequente tra i dottori che sembrano a volte vedere i pazienti come oggetti anzichè come soggetti. La caposala è molto efficiente, pur avendo poco personale infermieristico. Gli infermieri sono molto professionali, cortesi, umani, sanno come trattare i pazienti con rispetto e buonumore. Sarebbe meglio, secondo il mio personale parere, che a togliere le padelle et similia fossero gli ausiliari, che non sembra abbiano molto da fare. In sala operatoria il personale addetto appare al paziente un poco distratto, e la pazienza del chirurgo e del paziente è messa a dura prova. Sarebbe più tranquillizzante sentirli più concentrati e che si procurassero prima i pezzi che servono, senza improvvisare. C'è rispetto nel non obbligare finalmente all'uso del catetere (barbarie di un tempo), e anche buona terapia del dolore. Al momento di togliere i punti, quelli in fibra ok, gli altri sono dolorosissimi, per favore non sottoponete i pazienti ad inutili torture, solo perchè viviamo in un paese cattolico non siamo obbligati a soffrire inutilmente. Negli altri paesi europei si considera giustamente il dolore (che resta inscritto nel cervello) un danno: non siamo nati per soffrire. Una menzione speciale ai cuochi del ristorante, la pasta era sempre calda e al dente e il menù molto variato. Un grazie ai volontari.
Seconda operazione per togliere chiodi esterni e inserire chiodo.
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