Ortopedia Ospedale Gallipoli
Recensioni dei pazienti
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Frattura femore
Mio marito il 3 luglio 2023, in seguito ad una caduta sugli scogli, si è rotto il femore sinistro. Portato in ospedale, è stato operato dal dottore Mauro Portaluri e dalla sua equipe, che ringrazio infinitamente. Meritano 5 stelle.
Purtroppo l'ultimo giorno di degenza mio marito è comparso un ortopedico appena tornato dalle ferie che, con aria di sufficienza e arroganza, ha avuto la presunzione di esprimere giudizi e previsioni gratuite sullo stato presente e futuro di mio marito: avrebbe camminato tra un anno secondo lui (mio marito cammina già con una stampella e fa le scale a meno di un mese dall'intervento).
Quando sono arrivata io in ospedale ho subìto dallo stesso medico la stessa altezzosità, arroganza e maleducazione. Ha sbagliato il cartellino di dimissione di mio marito, errando sulle date e mettendo gamba destra invece che sinistra. Se mi venisse chiesto, non esiterò a fare nome e cognome.
Professionalità, competenza e umanità
Mia madre ha rimediato una brutta frattura scomposta del polso dopo una caduta. Presa in cura nel reparto di Ortopedia di Gallipoli dal dottore Francesco De Caro, è stata prima rassicurata (cosa non scontata) e poi curata nel miglior modo possibile. I medici hanno fatto di tutto per evitare l'operazione e dopo due ingessature (una fatta dal primario, dott. Portaluri), è avvenuto il miracolo: frattura ricomposta, senza la necessità della chirurgia, che avrebbe comportato ulteriori dolori e problemi.
Oltre alla competenza dei medici e del gessista Mirko, abbiamo apprezzato l'umanità e il calore che si respirano nel reparto. Nonostante il dolore, i medici hanno fatto più volte sorridere mia madre, l'hanno messa a proprio agio, rassicurata come una bambina. Abbiamo apprezzato molto la disponibilità del personale con l'invito a non esitare a tornare in ospedale qualora avesse avuto dolore o problemi. Il decorso è stato ottimo e a due settimane dalla rimozione del gesso (dopo appena sei sedute di fisioterapia) il polso è come nuovo.
Durante l'ultima visita, ci è quasi dispiaciuto non dover più tornare in reparto, dove abbiamo trovato dei professionisti attenti ma anche delle persone vere e delicate. Degli amici. Ci siamo lasciati con l'augurio di rivederci (auspicabilmente non in ospedale) in un'occasione più conviviale. Un abbraccio grande e un ringraziamento di cuore ai dottori De Caro e Portaluri. In molti ci consigliavano di andare in cliniche private, invece abbiamo trovato una vera eccellenza nella sanità pubblica, con medici che amano fare il loro lavoro e lo fanno a livelli altissimi e con grande umiltà e semplicità.
Intervento al braccio
Cuore, passione, professionalità, competenza: quattro parole da mixare a proprio piacere quando si parla o si pensa al reparto di Ortopedia dell'ospedale Sacro Cuore di Gesù di Gallipoli. Un reparto "familiare" e ricco di contenuti misti a tanta umanità.
Non sto qui a dire le mie disgrazie, ma in questo reparto ci sono ormai di casa, tre interventi chirurgici all'attivo (per ora), ma anche tanti altri interventini non chirurgici.
Non mi è mai passato per la mente di andare altrove, dove uno staff come quello gallipolino probabilmente se lo sognano molti ospedali. Voglio partire dal personale infermieristico, sempre disponibile e sorridente, Mirko il gessista, anche lui di una disponibilità e pazienza incredibili, i medici tutti, sempre attento il dottor Pinuccio Cataldi; ma un dieci e lode va alla persona e alla professionalità del primario dottor Mauro Portaluri (che risponde sempre al telefono) che mi ha operata, e al dottor Francesco De Caro (quando si parla di mix di dolcezza e competenza e professionalità), che da anni cura tutti i miei acciacchi più gravi e meno gravi.
Nel gioco del "se fosse", se fosse una vacanza sarebbe un albergo a 5 stelle.
Intervento con applicazione mezzi di sintesi
A dicembre 2021 sono caduta, ho avuto una frattura scomposta del perone, vengo trasportata a Gallipoli dall'ambulanza. Dopo una lunga attesa al pronto soccorso vengo visitata e portata a fare le radiografie e anche lì tempi di attesa che non sto qui a raccontare.. Faccio le radiografie e dopo vengo messa in attesa per essere visitata dall'ortopedico di turno, che senza se e senza ma mi dice che dovrò operarmi perché ho una frattura scomposta, ma non lo sa se ricoverarmi lì perché non c'erano posti. Mi riportano in pronto soccorso e aspetto. Si libera un posto, prima in una stanza con una signora dove la degenza è stata accettabile, poi mi hanno spostata in un'altra stanza dove mi sembrava di essere in geriatria più che altro, le signore anziane urlavano spesso ed era impossibile riposare, tant'è che parlando con un Oss gli confessai che se non mi avessero fatta uscire avrei firmato e sarei andata via...
Per farla breve la mia storia non finisce qui: dopo essere stata ingessata per 50 giorni e fatto fisioterapia, oggi a distanza di circa 7 mesi dalla operazione non cammino più, zoppico e devo aiutarmi con le stampelle...
Per terminare questa mia storia rocambolesca, ho ascoltato il parere di un altro ortopedico che m ha trovato la causa dei miei dolori e di conseguenza il mio essere claudicante: lesione o intrappolamento del nervo superficiale peroneo che, causandomi molto dolore, mi ha causato rigidità articolare e conflitto con i mezzi di sintesi. Lunedì sera partirò per Bologna, dove verrò operata nuovamente per togliere la placca e fare una artrolisi per sbloccare la caviglia.
Questa la mia esperienza al nosocomio di primo livello di Gallipoli, lascio a chi leggerà la mia recensione, libera interpretazione.
Comunque ad maiora sempre.
Frattura clavicola
Mi presento al PS con dolore acuto alla clavicola, in quanto operata di trapianto 13 anni fa. Mi mandano in ortopedia, dove il dottor Perrone mi immobilizza senza farmi radiografia, poi mi manda a casa. Nel pomeriggio il dolore però aumenta, così ritorno in ospedale.
Clavicola e protesi rotte!!!
Infermieri gentilissimi.
Frattura scomposta femore
Non ho parole per descrivere la professionalità del reparto di Ortopedia, dove mi hanno accolta come se fossi una persona di famiglia. Mio figlio è arrivato qui in reparto verso le 23.00, dove abbiamo avuto l’accoglienza del Dott. Francesco De Caro, un grande professionista oltre che un uomo di cuore...
Abbiamo iniziato la nostra permanenza in reparto e sono stati tutti eccellenti! Il primario dott. Mauro Portaluri, un uomo sempre presente e attento in tutto, essendo mio figlio un ragazzo di 13 anni; il gessista Mirco Negre, sempre attento e presente sia umanamente che professionalmente; gli infermieri.
Un reparto eccellente, grazie a tutti.
Frattura scomposta bifocale radio e ulna
In data 11 ottobre 2020, cadendo in bici, ho subìto la fratture scomposte e bifocali di radio e ulna. Soccorso dal 118, sono stato trasferito nell'ospedale di Gallipoli e, dopo le prime cure formali, sono stato visitato dal dott. Giuseppe Cataldi, che nonostante i miei dolori allucinanti causati dalle fratture è stato il primo a darmi coraggio perché quello che si vedeva fuoriuscire dal braccio non era un bel vedere...
Il giorno seguente sono stato operato dal dott. Portaluri e dal suo team, portando l'intervento a termine con successo e, seppur dopo una lunga riabilitazione, oggi posso dire di aver recuperato il mio braccio, che tanto scontato non era vista la situazione..
Volevo ringraziare il primario dott. Mauro Portaluri perché, aldilà della sua indubbia professionalità, non è mai mancato a fare sentire la sua vicinanza umana, come pure di tutto il personale operante nel reparto, sempre attento e scrupoloso, aldilà di ogni obbligo professionale, nei miei quattro giorni di permanenza. Sono veramente grato a tutti loro perché in un momento così difficile, dovuto anche alle restrizioni Covid, non mi hanno mai fatto sentire la mancanza degli affetti familiari che in quel periodo non potevano essere presenti.
Frattura scomposta tibia e perone
Ho avuto un incidente scivolando a piedi sul pontile a Gallipoli per raggiungere la mia barca a vela; questa caduta rovinosa mi ha portato ad avere una doppia frattura scomposta tibia e perone. Io, originario di Lecce, avevo mille remore a ricoverarmi in un ospedale della provincia come quello di Gallipoli, in quanto avevo appreso la seria complicazione dell’incidente occorsomi. Bene, trasportato dall’ambulanza del pronto soccorso di Nardò, che ringrazio tanto per la celerità e professionalità di intervento, mi ricoverano al reparto Ortopedia del nosocomio Sacro Cuore di Gallipoli, dove conosco il dott. Francesco De Caro che, essendo reperibile di domenica, mi appronta le prime cure del caso immobilizzandomi le fratture e rassicurandomi come un fratello maggiore. Subito dopo nel corso della degenza man mano conosco il primario il Dott. Mauro Portaluri, persona dotato di una spiccata capacità professionale ma nel contempo di una grande umanità e devozione alla propria professione. Il dott. Portaluri, insieme al suo team, decide di operarmi al 4° giorno del ricovero; l’intervento si conclude con l’operazione portata a termine con grande successo. Oggi ancora in ospedale scrivo questa recensione pensando a domani che sarò dimesso, a soli 6 giorni dal ricovero. Ringrazio tutti i medici di cui ricordo il nome come dr. De Caro, dr. Abbatelillo, dr. Cataldi, dr. Perrone, dr. Esposito, dr. Pascali, la dr.ssa Fiorillo (anestesista che mi ha praticato una spinale) e non per ultimo il magnifico sempre presente Dr. Mauro Portaluri, che insieme al suo team ha eseguito l’intervento. Altresì vorrei ringraziare tutto il personale infermieristico, OSS, delle pulizie e tirocinanti, ma in particolare un infermiera da me soprannominata SPADA, sì perché rispecchia un po’ il mio carattere di risolvere il problema al momento in cui si presenta e non ignorare o delegare, una anziana infermiera che tratta i suoi pazienti con professionalità rispetto e profonda devozione al proprio lavoro.
Grazie di cuore a tutti voi, siete e sarete sempre per me dei magnifici super eroi.
Giudizio assolutamente negativo
Assolutamente negativo il mio commento:
frattura composta al malleolo, ingessatura, tolto il gesso non cammino più!!!
Elogi solo all'infermiere.
Frattura al piede
Messo il gesso, dopo 15 giorni il piede era nero... Gesso troppo stretto. Tolto gesso, mi fanno una fasciatura troppo larga...
Andrò a Milano, e vi dirò se potrò camminare ancora!
Al di là dei titoli, conta la passione
Come in altri settori del pubblico impiego, mi chiedo se davvero tutti abbiano la passione per quel che fanno. Nel pubblico impiego di cui faccio parte, ogni servizio mal fatto è un disservizio che si traduce come minimo in una doppia spesa per ottenere quello che il SSN non è riuscito a dare, ovvero la SODDISFAZIONE DEL CLIENTE, ovvero la guarigione.
Ammirevole esperienza
Attraverso queste righe vorrei esprimere la mia gratitudine a tutti gli operatori sanitari del reparto di ortopedia dell'ospedale di Gallipoli.
In data 25/6 sono stata ricoverata presso la struttura ospedaliera Sacro Cuore di Gesù a seguito di una caduta nella città di Gallipoli, in cui mi trovavo in vacanza con mio marito e mia figlia, diversamente abile.
Dovendomi prendere cura di mia figlia, per evitare che si preoccupasse per la mia assenza, era mia intenzione tornare a casa subito per farmi curare, sebbene mi fosse stato consigliato da subito di rimanere in ospedale per sottopormi ad un intervento.
Ci é stato consigliato dal padrone della casa in cui eravamo in affitto, Sig. Pasquale Iannotta di Racale, di affidarci alla struttura di Gallipoli, rassicurandoci sulla professionalità, già testata, del personale del reparto di ortopedia.
Ho pertanto deciso di effettuare l'intervento consigliato presso l'ospedale di Gallipoli, a seguito anche dell'accoglienza, dell'attenzione e sensibilità, dimostrata da subito, dal Dr. De Caro.
In data 26/6 é stato eseguito un intervento chirurgico per una frattura della testa e collo omerale.
Alla luce di quanto sopra descritto, e soprattutto della spiccata professionalità, serietà, attenzione, gentilezza e senso di umanità, desidero ringraziare il Direttore Dr. Mauro Portaluri e il Dr. Francesco De Caro.
Ho potuto constatare che oltre ad essere dei "professionisti" seri e dediti al proprio lavoro, sono prima di tutto delle persone, con grande senso di umanità e cuore, che hanno conquistato anche la fiducia di mia figlia.
Mi sento in dovere, nel mio piccolo, di dare giusta risonanza a questa mia esperienza, così da evidenziare non solo casi di mala sanità, ma anche quelli di ottima Sanità come questo.
Grazie!
Laura Terazzi
Spalla a posto
Ringrazio il dott. De Caro e l'infermiere con la barba per avermi risistemato la spalla. Ringrazio anche lo staff del pronto soccorso che sono stati efficientissimi (con tutti i casi più urgenti) ma ho ricordi vaghi per il Valium. Chiedo di nuovo scusa per qualche parolaccia. Grazie anche ai tecnici della radio ed al 118 (se non erro) di Casarano.
Frattura del femore
Durante la degenza di mia madre, ho rilevato che la maggior parte del personale infermieristico non assume un corretto comportamento nei confronti dei visitatori e dei degenti, assumendo atteggiamenti di indifferenza, superficialità, poco ascolto, parzialità e sgarbatezza.
Inoltre c'è poco o scarso passaggio di informazioni tra il personale di turno, che causa gravissime intollerabili inadempienze che si ripercuotono sulla salute del malato.
Ringraziamento ai medici e agli operatori
Complimenti per l'alta professionalità del primario DR. Mauro Portaluri, una persona affabile che ti fa sentire a tuo agio - e già questo è importante per il paziente; poi un grazie al DR. DECARO per la professionalità e gentilezza profuse.
Grazie anche al personale paramedico.
INTERVENTO DI ALLUCE VALGO
MIA NIPOTE, MEDICO ANESTESISTA NELL'OSPEDALE DI PARMA, HA SCELTO GALLIPOLI PER UN INTERVENTO CHIRURGICO AL PIEDE, CHE è STATO ESEGUITO, CON OTTIMI RISULTATI, DAL DOTT. WALTER MEGA, CHE RINGRAZIAMO DI CUORE PER LA SUE QUALITà UMANE E PROFESSIONALI.
Ortopedia Gallipoli reparto di eccellenza
L'ortopedia di Gallipoli è un fiore all'occhiello dell'Asl di Lecce. Io ho avuto innumerevoli esperienze indirettamente. Infatti mia madre, mia sorella, mio fratello e amici si sono sottoposti ad interventi di vario genere con risultati eccellenti. UN SENTITO GRAZIE al Primario dott. Walter Mega per la sua professionalità e umanità e a tutto il reparto magistralmente diretto dal dott. Mega stesso.
Fretta nelle diagnosi!
Sarò a Milano per farmi visitare in strutture e da persone serie questa settimana, dopo che a Gallipoli il responsabile voleva, senza neanche leggere storico ed analisi effettuate, rimuovere una protesi d'anca!
Al mio rientro da Milano avrò modo e tempo per comunicare pubblicamente su quanto accaduto! Non mi dimenticherò mai della semplicità e frettolosità con cui è stato affrontato il mio caso!
Infezione protesica
Non conosco o non ricordo il caso della madre del signor Contini, ma capisco, senza giustificarli, il risentimento e la rabbia che lo hanno indotto a scrivere il commento negativo sul reparto che mi pregio di dirigere.
Vorrei chiarire che l'infezione di un impianto protesico non è da ascrivere ad un errore di tecnica, o a cattiva pratica medica, bensì è da annoverare tra le possibili complicanze (peraltro ben indicate nel consenso informato letto e sottoscritto dalla paziente prima di essere operata) di questo e di altri interventi.
L'infezione è una evenienza temibile che si verifica mediamente nel 2% dei casi anche in presenza di un’asepsi intraoperatoria ottimale, di una procedura chirurgica corretta e di una profilassi antibiotica adeguata. Secondo i dati forniti dal dottor Francesco Centofanti, Direttore del Reparto di Ortopedia dell’Istituto Codivilla di Cortina, relativi alle infezioni protesiche trattate dal 1999 al 2008, su 1266 casi solo il 3% riguarda spalla, caviglia e gomito mentre il 55% riguarda il ginocchio e il 42% l’anca.
"Una protesi si può infettare subito dopo l’intervento, comunque entro 3 mesi, e viene definita acuta; dopo 3 mesi viene chiamata subacuta e dopo 2 anni tardiva” dice il chirurgo ortopedico di Cortina. “Acuta, significa che l’infezione è stata contratta in sala operatoria, anche se oggi sono piuttosto rare; le infezioni subacute e tardive sicuramente non sono imputabili a infezioni contratte durante l’intervento ma derivano da setticemie o batteriemie già presenti, come per esempio focolai settici dentari, cutanei, urinari, respiratori, vasculopatie periferiche, pregressi interventi o infiltrazioni articolari nella stessa sede.”
Vorrei precisare che nella nostro reparto impiantiamo circa 200 protesi l'anno e che negli ultimi 5 anni, da quando il sottoscritto dirige il reparto non abbiamo avuto più di 4 o 5 infezioni (su circa 1000 impianti).
Si capisce, pertanto, che siamo ben al di sotto della media nazionale ed internazionale e ciò grazie alla grande accortezza ed impegno profusi da tutto il personale.
Mi risulta difficile capire, tra l'altro, in che maniera avrei dovuto porre rimedio ad un " presunto danno procurato " dall'operatore (dottor Perrone), tra l'altro qualificato ad eseguire l'intervento e comunque sempre supportato dal sottoscritto, se il problema di cui si tratta è un'infezione.
L'infezione protesica al contrario di quanto afferma il signor Contini con eccessiva enfasi non " infetta tutto il corpo e non conduce alla tomba" bensì è passibile di un ulteriore trattamento chirurgico.
La chirurgia ‘two-stage’, ovvero in due atti operatori distinti, attualmente considerata il golden standard nel trattamento delle infezioni periprotesiche, si effettua in due tempi: prima avviene la rimozione dell’artroprotesi infetta che viene sostituita da uno spaziatore custom-made o preconfezionato costruito con cemento antibiotato; dopo massimo 4 mesi lo spaziatore viene rimosso e si procede con l’impianto di una nuova protesi.
Nel ringraziare per lo spazio concessomi, mi preme precisare che ritengo completamente ingiustificata ed arbitrariamente offensiva la valutazione espressa in merito alla competenza, assistenza, pulizia e servizi del nostro reparto, che al contrario è giudicata da numerosi pazienti di ottimo livello e nettamente superiore alla media.
Dott. Walter Mega Direttore dell'UOC di Ortopedia e Traumatologia del P.O. di Gallipoli.
Incompetenza
Mia madre è stata una paziente del reparto ortopedia del Vs. ospedale per intervento di protesi al ginocchio; da allora è cominciato il suo calvario... E' stata operata dal dottor Perrone e successivamente dal dottor Mega, che forse si è accorto in seguito ad ulteriori controlli del danno fatto. A causa dell'intervento, mia madre ha avuto una brutta infezione che, a detta di altri medici supportati da nuovi esami, si estenderà a tutto il corpo fino a portarla alla tomba...
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