Oncologia San Gerardo Monza
Recensioni dei pazienti
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Figlio di paziente
Mio padre, 68 anni, è stato trattato con chemioterapia secondo lo schema Abraxane per un adenocarcinoma pancreatico localmente avanzato, inizialmente dalla Dr.ssa Longarini e poi dalla Dr.ssa Mastore. Siamo giunti in questo ospedale, territorialmente vicino al domicilio, dopo un consulto oncologico a Verona La comunicazione col paziente e con i familiari è stata assai fredda e carente sin dall’inizio.
Durante il periodo della terapia sono stati necessari due ricoveri, che sono avvenuti mai nel reparto di oncologia per mancanza di posti e senza che l’oncologo che aveva in carico il paziente passasse a visitare (addirittura le dimissioni ci sono state consegnate da una dottoressa che altro non sapeva dire se non rimandare all’oncologo curante).
Su nostra indicazioni è stata presa in considerazione la possibilità di valutare una radioterapia. A centratura effettuata, il giorno dopo (!) ci hanno chiamato per dirci che avevano guardato meglio la documentazione e non c’era indicazione alla radio. Vi lascio immaginare lo scoraggiamento di mio papà... non potevano guardarle prima di fare la centratura?
Ok sopravvento del Covid, ma a noi familiari non solo è stato impedito l’accesso, ma ogni reperibilità telefonica. Consulti con un altro professionista notoriamente assai più competente in merito alla patologia pancreatica come il Dr. Reni del San Raffaele, sono stati visti dalla Dr.ssa Mastore come un tradimento di fiducia (mio padre ha dovuto assistere anche a scene di gelosia in tal senso!), quando credo che con un paziente con una malattia letale sia più che lecito rivolgersi a chi forse ne sa di più e lavorare nell’ottica della collaborazione tra medici. Le indicazioni del Dr. Reni a cambiare molecola sono state totalmente disattese. A Monza si era deciso che non conveniva fare più nulla (senza che fosse esplicitamente detto, ma con promesse di telefonate che non arrivavano mai).
Infine, senza alcuna comunicazione alla famiglia, gli è stato detto che non era più opportuno continuare la chemio e che la terapia del dolore poteva essere una continuazione (mio padre allora non aveva nessun dolore e, da come la cosa gli fu presentata, pensò fosse un bene non dover più andare in ospedale). Una decisione clinica del genere senza una parola ai familiari. Quando ho fatto presente che almeno una comunicazione sarebbe stata opportuna, mi è stato detto che se il paziente non aveva compreso, non era un problema loro.
Per chi soffre di questa patologia consiglio di rivolgersi a centri specializzati come il San Raffaele di Milano, dove dal Dr. Reni abbiamo trovato speranza, indicazioni a proseguire la chemio con capecitabina e una grandissima umanità. Peccato che lo stare a Monza ci abbia fatto perdere del gran tempo (e nervoso).
Delusione
Hanno avuto in cura una mia parente stretta ed il trattamento è stato deludente sotto tutti i punti di vista. Scarsa assistenza (tanto da non rispondere al telefono); disorganizzazione (impossibile essere seguiti sempre dallo stesso dottore, ad ogni visita era necessario rispiegare la patologia); non ammissibile l'abbandono totale del paziente (operato peraltro da loro precedentemente in chirurgia), forse perché in fase terminale. In seguito all'operazione avrebbe dovuto essere preso subito in cura nel reparto di Oncologia, non mandato a casa in preda ai dolori.
E' vero, probabilmente il paziente non avrebbe avuto maggiori possibilità di guarigione, ma avrebbero potuto evitare inutili sofferenze a lui ed alla sua famiglia, dando subito un'adeguata terapia del dolore e facendo della radioterapia. A mio avviso ci dovrebbe essere un'etica anche nell'accompagnare alla morte.
TUMORE POLMONE
Questo reparto, seppur efficiente, non è assolutamente "compassionevole" con chi ha un tumore senza speranze di guarigione. Ci siamo stati per due settimane ed è stato una continua lotta per avere informazioni e chiarimenti. Non facciamo i medici, ma abbiamo il diritto di essere informati. Il paziente si è trovato a suo agio solo con il Dott. Lissoni.. per il resto "nessuna pietà" per chi sta male. Solo numeri. Non consiglio il reparto almeno per quanto riguarda TUMORE AL POLMONE.
tumore al polmone
i passi li hanno fatti, ma all'indietro.. Non siamo certo venuti in questo reparto pensando che questo meraviglioso gruppo, formato da luminari dell'oncologia, avesse la bacchetta magica, ma la delusione e' stata tanta.
Inoltre ti senti veramente un numero.
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