Oncologia Medica Policlinico Gemelli
Recensioni dei pazienti
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Pessima organizzazione del day hospital
Il day hospital, sia per le visite che per la terapia, è pessimamente organizzato.
A causa del rilevante afflusso, le visite sono brevissime (pochi minuti) e per le terapie si deve aspettare, in una sala d'attesa affollata all'inverosimile, per oltre 5 (cinque ore).
Privatamente il discorso è diverso.
Reparto DH oncologia non bene
Sono stato operato nell'anno 2020 per adenocarcinoma del colon con successo dal Dott. Rizzo: ottimo reparto di Chirurgia addominale e ottima assistenza infermieristica durante la degenza.
Dopo è iniziata la via crucis nel reparto Day Hospital di oncologia. Sala d'attesa piccola, molto datata, attese sempre in piedi di ore e quasi mai un posto a sedere, ma solo sulle scale adiacenti alla sala nonostante le condizioni in cui si trova chi affronta le cure chemioterapiche (Capox e Folfox nel mio caso). Accoglienza a limite della decenza.
L'oncologo di riferimento molto freddo e distante, e quasi mai reperibile, dovevi braccarlo al volo all'entrata in reparto.. Zero empatia e soprattutto niente esami pre terapia per capire eventuali intolleranze ai farmaci chemioterapici, cosa che è avvenuta alla prima somministrazione.
Alle visite di controllo solo dottorandi apparentemente disinteressati a quanto gli veniva detto e si veniva sempre liquidati alla svelta.
Una volta ritornati a casa si è soli, se necessitavo qualcosa da casa di urgente non c'è un numero di telefono attivo, se non per un periodo limitato nella giornata.
Un plauso al personale infermieristico, che fa un lavoro eccezionale, il resto è da migliorare molto. Allo stato attuale hanno un reparto nuovo che rispetto al passato sembra di stare in Svizzera, speriamo anche il resto sia migliorato. Finita la terapia ho preferito farmi seguire altrove, privatamente, per il percorso di follow up.
Considerazioni
Operato per carcinoma del colon nel 2020, ottima esperienza nel reparto di chirurgia addominale. Con l'inizio della chemioterapia 2021 è iniziata l'agonia... Attese lunghe e spesso senza la possibilità di sedersi, con tutte le difficoltà di chi sta facendo un percorso molto, molto faticoso fisicamente e psicologicamente.
L'oncologo che mi aveva in carico, l'ho trovato competente ma per niente empatico e poco disponibile.
Assistenza medica chemioterapica con dottori che cambiavano ogni volta (e tutti dottorandi credo, molto giovani, e per la maggior parte apparentemente disinteressati e poco empatici).
Personale sanitario delle stanze di somministrazione e medicamenti vari, sempre gentile, empatico e disponibile: da encomiare. Accoglienza (dipende da chi capitava) a volte scontrosa.
Allo stato attuale hanno un reparto nuovo, molto confortevole, con la possibilità di sedersi e attendere il proprio turno, è tutto pulito e luccicante.
Chi suo malgrado deve affrontare questa esperienza, spesso con esiti fatali, si augura e vorrebbe maggiore empatia e gentilezza, comprensione, aiuto, cosa che è difficile da trovare, se non nei sanitari (infermieri) che operano con assiduità sui pazienti dando loro spesso più di quanto dovrebbero.
Eccellenza?
Non inserisco il mio nome non per ipocrisia, ma solo perché ho ancora un paziente in cura. Dottori che non si degnano neanche di rispondere alle email. Dottori che prendono in cura pazienti e poi "scompaiono", senza nominare un sostituto. Videoconsulti che vengono disdetti il giorno stesso e poi non vengono riprogrammati. Credetemi, c'è di meglio.
Umanità...
Assenza di una accurata diagnosi iniziale, sufficienza nei controlli, paziente abbandonata nella morte a casa.
Risorse del reparto e preparazione dei medici sicuramente all'avanguardia, ma a mio parere non sfruttate a dovere per mancanza di interessamento o per mancanza di tempo, poichè purtroppo sono oberati di lavoro.
Non salvo nulla della esperienza umana.
Forse c'è anche di peggio...
Nel periodo 2017-2018 a mio padre, a seguito di uno screening polmonare, effettuato al Gemelli, fu individuata "una macchia sospetta"...da lì iniziò l'odissea.
Ho un pessimo ricordo del reparto oncologico, non so quanti "non si preoccupi la richiamiamo noi" abbiamo dovuto ascoltare all'inizio, prima di capire quanto seria fosse la situazione.
Ci hanno rimbalzati da un medico ad un altro e capita che il secondo giudichi anche la terapia del precedente. Le ultime visite le facemmo con il dott. D'Argento. Ricordo con tristezza un giorno quando mio padre attese più di 4 ore prima di poter fare la visita preliminare con il dottore, prima del trattamento di chemio. Quando chiedemmo della lunga attesa, ci dissero "farfugliando" che non avevamo inviato i risultati degli esami del sangue (ho ancora le email di invio..).
Un giorno mio padre non si sentì bene e lo portammo al pronto soccorso di un diverso istituto, dove fu poi ricoverato. Gli fecero delle trasfusioni di sangue e per fortuna subito si riprese. Ci dissero che il problema era dovuto al fatto che al paziente, sottoposto a chemio, non erano state indicate terapie di supporto per cercare di mantenere corretti i valori del sangue (ottimo!!).
A fine trattamento poi, il dott. Ettore D'argento ci suggerì di continuare il trattamento con la radioterapia. Certo magari che avrebbe anche potuto dircelo prima, visto che trovandoci sempre in periodi sfortunati (ferie estive, ferie natalizie) aspettammo molti mesi prima di riuscire a iniziare il trattamento...
Figlia di ex paziente
Sono la figlia di un paziente malato oncologico. Purtroppo mio papà è morto ad ottobre 2019, dopo essere stato in cura per un anno presso il reparto DH di oncologia del Gemelli. Col senno di poi non consiglierei a nessuno questo reparto. Mancanza di assistenza, al telefono non rispondono e se lo fanno sono anche sgarbati, per chiedere qualche informazione o chiarimento dovevi quasi pregare il dottore di turno per il corridoio. Ogni volta al controllo si trovava un dottore diverso che diceva sempre qualcosa di diverso.. Dopo vari cicli di chemio, siamo passati alla radioterapia, che ha solo peggiorato la situazione...
Ultima visita: mio papà sulla sedia a rotelle e con i dolori perchè il tumore ormai aveva intaccato le ossa, ma solo dopo ore di attesa ci fanno finalmente entrare. Ci attende il luminare di turno, che non ha neanche il coraggio di guardarlo in faccia ma lascia parlare il suo assistente. Con molta fretta ci liquida dicendo che ormai non c'è più niente da fare e che serve solo l'assistenza domiciliare... Senza un minimo di accortezza per quel povero uomo che ancora era lucido.
Mio papà se ne è andato una settimana dopo...
Arrabbiata
L'esperienza che ho avuto con mio padre in questo ospedale è da dimenticare.. Purtroppo mio padre è venuto a mancare 3 mesi fa con un tumore al fegato. Devo dire che finché la situazione era stabile, è stato abbastanza seguito, ma quando la situazione è precipitata, ci hanno completamente abbandonati. Noi le dottoresse dell'8° piano non le abbiamo più viste.. L'unica cosa che mi è rimasta è la rabbia dentro di me...
Reparto oncologia da risanare
Sono stata operata al Gemelli in regime di attività privata per tumore alla vescica di IV grado. Nulla da eccepire, anzi, ringrazio ancora i chirurghi e tutto lo staff medico. Le note dolenti arrivano con l'oncologo di riferimento. Dire che era assente è dir poco. Sei mesi di chemioterapia, sei mesi di "stillicidio". Comunicazioni medico paziente zero assoluto. Telefonate a vuoto, domande rimaste inevase - e dire che andavo pure a pagamento! Ora sono in Follow-up, ma da un altro oncologo e presso un'altra struttura, dove mi trovo benissimo!
Tempistiche troppo lunghe
Siamo stati introdotti ai medici del Gemelli a marzo per una terapia radio/chemio-riduttiva prima dell’operazione di mia madre, 56 anni, per un tumore alla tiroide estesa a carotide ed esofago.
Abbiamo aspettato fino a luglio con una visita al mese, impossibile contattarli via telefono, solo per farci dire che la terapia non avrebbe funzionato. Ora mia madre verrà ricoverata e poi operata (grossa operazione dicono i medici). Nei mesi passati ad aspettare a mia madre sono arrivati i dolori muscolari e infiltrazioni nei polmoni.
Potete essere bravi, ma le tempistiche e comunicazione con i pazienti sono pessimi.
Carcinosi peritoneale
Condivido, stiamo vivendo la stessa cosa con mio marito per una carcinosi peritoneale, gli oncologi non sapevano nemmeno che aveva fatto il secondo trattamento pipac. L'oncologia non sa cosa fa la chirurgia... non ascoltano pazienti e parenti, non fanno terapie integrate... solo chemioterapia, ma nemmeno una dieta suggeriscono; e tutto ciò che si può fare in più si fa in privato.
A volte, non essendo possibile il ricovero tramite reparto o pronto soccorso (non c'è mai posto) abbiamo optato per ricovero al reparto a pagamento, per essere seguiti meglio e ritrovarci invece con dottori dal poco tatto che alla domanda "quanto mi resta da vivere?" Rispondono: "non lo sappiamo, poi dal primo tumore sono già passati 3 anni, non è poco".. Complimenti, meno male che è un ospedale cattolico.
Mio marito ha 44 anni e abbiamo un figlio di 4 anni... sono molto delusa! Fanno il minimo previsto dal protocollo che può fare qualsiasi altro piccolo ospedale.
Dolci e carine le infermiere, ma distanti e arroganti i giovani medici. Da una struttura del genere mi aspettavo molto di più.
Reparto decisamente sovraccarico
Mia moglie si è operata di cistectomia radicale nell'autunno 2016 presso una struttura privata, ed è stata introdotta al reparto di Oncologia del Gemelli su consiglio del prof. Bassi di Urologia (sul quale ho espresso altrove la mia opinione assai negativa).
Che dire del day hospital di Oncologia..
Tutto molto spersonalizzato, i medici sono praticamente irraggiungibili se non dopo lunghi ed estenuanti sforzi di settimane. Si finisce trattati oggi da uno, domani da un altro, con controlli assai labili. La mia impressione è che gli stessi medici siano vittime di un enorme sovraccarico di lavoro, che incide negativamente sull'assistenza offerta.
Non posso dire che la mia impressione sia stata positiva, se non per la gentilezza e disponibilità del personale infermieristico tutto e per l'efficienza del Campus di radioterapia sito sulla Prenestina.
I medici quantomeno non hanno il grado di arroganza e poca educazione altrove riscontrato, ma certamente non sono in grado di offrire al paziente un'assistenza adeguata.
Mia moglie è morta in questo mese di febbraio: mi sento di dire che le sono stati più vicini un paio di umili medici di base, che non avranno le competenze professionali di questi scienziati, ma che custodiscono meglio i rapporti umani coi malati, anche in gravi condizioni.
Carcinoma squamoso in sede retromolare
Sarò molto rapido nel tentativo di spiegare ad altri potenziali pazienti quale sia il vero problema del reparto, per quella che ovviamente è stata la mia personale esperienza.
Il Gemelli è un ospedale pulito, con ottimi servizi e che paragonato agli altri di Roma funziona complessivamente meglio. Non ho motivo di criticare nulla da questo punto di vista.
Non mi sento neanche di pensare che i medici non siano all'altezza, in fondo un dottorando ha l'attenuante di essere inesperto, è il barone di turno che potrebbe adoperarsi di più a supervisionarlo meglio (sono un accademico quindi posso parlare a ragione veduta).
Sapete cosa secondo me non funziona ad oncologia? Tre tipi di comunicazione: intra reparto, fra paziente e medico, fra dirigenti strutturati e specializzandi.
Il paziente incontrerà ogni volta durante la terapia un medico diverso. Il risultato? nessuno conoscerà la vostra anamnesi clinica in modo preciso e completo, ed ogni volta verrà adottata una strategia dettata dal caso e dal tentativo... A nulla vale il fatto che i familiari vedano la patologia ogni giorno e sappiamo capire nessi/ causa/ effetto fra farmaci sbagliati e nuovi sintomi, pur senza laurea in medicina. Se li provate a comunicare ai vari dottori, il risultato sarà nullo. Dovrete riprovarci almeno dieci volte prima di essere ascoltati.
Mio padre è entrato con un tumore, e ne è uscito con un tumore più una tachiaritmia. Non solo, ma a causa di questa tachiaritmia, il trattamento oncologico è stato bloccato anzitempo, e il successivo trattamento chirurgico ritardato ulteriormente.
Si poteva prevedere in anticipo tutto questo? Forse no. Si poteva evitare che la tachiaritmia si manifestasse due volte? ASSOLUTAMENTE Sì!!! Come? Magari ascoltando i familiari che avevano fatto notare questa cosa già la prima volta, o magari parlando col reparto di cardiologia dove mio padre è finito a causa del manifestarsi del problema, o forse infine magari alzando la cornetta per parlare con qualche medico strutturato. Sentirsi dire che non è detto che sia stata la cura oncologica a causare tale sintomo, quando altri cinque medici consultati privatamente lo confermano, è un classico atteggiamento...
Morale della favola: potrebbero essere un ottimo reparto, ma dovrebbe farsi un bel corso di project management per capire come una buona comunicazione è molto più efficace di qualsiasi attestato di studio.
Pessimo day hospital
Mio padre, 60 anni, scopre a settembre 2016 un tumore ai polmoni con metastasi alla pleura. Iniziamo 4 cicli di chemioterapia per provare a ridurre le metastasi e la massa.
Alla prima visita ci spediscono in pronto soccorso senza nemmeno dare spiegazioni a causa della saturazione dell'ossigeno troppo bassa. Erano le 16.00, usciamo alle 4.00 del mattino senza aver risolto nulla, solo altro stress. Torniamo per la prima chemio e ci vengono spiegati solo gli effetti collaterali.
Facciamo la seconda e nella visita di controllo la dottoressa (l'ennesima perché ogni volta capitava un medico diverso) ci dice che va meglio e che sente i polmoni più liberi. Papà dice che sente dolore alla schiena e ad una anca e che il respiro non va affatto meglio, anzi, sembra peggiorare di giorno in giorno. Nessuna risposta.
Dopo 10 giorni vedo che papà non mangia più, non riesce a camminare, respira malissimo e anche la saturazione dell'ossigeno con tutta la bombola attaccata non sale oltre gli 85. Dopo ore riesco a mettermi in contatto telefonico con il reparto di DH e mi risponde l'ennesima dottoressa che, dopo aver ricercato il fascicolo di mio padre, mi consiglia di farlo visitare dal medico di base. Lui viene e ci fa fare una lastra dalla quale non si vede nulla, richiamo e mi dicono di portarlo a fare una Tac per sospetta embolia polmonare.
Lo porto a questo punto al PS del Gemelli, visto che è in cura lì, il sabato. Il lunedì finalmente viene trasferito nel reparto dove riesco a parlare subito con un medico molto bravo e gentile che mi informa che le chemio non hanno fatto effetto e che la situazione era già disperata sin dall'inizio, ma essendo un paziente giovane ci avevano provato. Mio padre muore dopo 3 giorni nel reparto di oncologia medica del Gemelli.
Ora perché nessuno ci ha informato sulle reali condizioni di mio padre? Tutti quei mediconzoli che girano come grandi professori e se provi a fermarli ti guardano con saccenza e supponenza, sarebbero da fargli passare quello che abbiamo passato noi e, da come leggo, tanti altri pazienti. Dovete dare modo alle persone di sapere e soprattutto di scegliere quello che vogliono o non vogliono fare!
Il personale infermieristico e gli OSS sono invece stati sempre impeccabili, gentili, educati.
Un consiglio: o passare direttamente dal reparto, o evitare il day hospital oncologico del Gemelli!
ABBANDONO TOTALE
Dopo 6 cicli di chemioterapia in cui ci è stato detto che i dati clinici erano buoni e si auspicava un miglioramento, ritiriamo una Tac catastrofica e l'unica spiegazione che ci viene data è che il farmaco è stato inefficace. Chiedo pareri e non mi viene prescritto neppure l'ossigeno. Due giorni dopo mio padre muore per insufficienza respiratoria. Staff medico freddo, che rispetta un rigido protocollo senza follow up e senza tenere conto della storia di ogni singolo paziente. Personale infermieristico, ausiliario e socio sanitario invece ottimo, umano e sempre pronto a strappare un sorriso. Gli unici angeli di dottoresse le specializzande Virtuoso e Fasano.
Cattiva gestione del paziente
Vorrei precisare che la mia recensione si riferisce alla mia ultima visita in Day Hospital effettuata in data 19/06/2014 e quindi non generalizzo sul reparto intero, composto da professionisti seri e preparati, ma la dottoressa che mi ha accolto per la mia visita di controllo, per me può andare benissimo in pensione... Dal punto di vista professionale non posso giudicarla (!!!), ma dal punto di vista umano ha parecchio da imparare e, vista la sua età... penso che ormai ahimè sia troppo tardi.. Oggi la signora dottoressa è stata arrogante, indisponente, insensibile alle esigenze del paziente e mi fermo qua. Vorrei scrivere anche il suo nome e cognome in questa mia recensione, ma siccome mi ritengo un signore non lo faccio.. Spero però di non avere più a che fare con questo medico nelle mie prossime visite, altrimenti sarò costretto a scendere ai suoi livelli...
Una esperienza, ahimè, indimenticabile!
Mia madre è scomparsa due anni fa nel reparto di oncologia dell'ospedale, un po' alla volta, in 20 giorni, incosciente per un coma diabetico indotto dai farmaci somministrati e diagnosticato tardivamente.
Era in cura da anni per un tumore alla mammella metastatico. Inesistente il rapporto umano. Il suo medico curante (dal 2006 era in cura privata presso un responsabile medico di questo reparto) non è MAI entrato nella sua stanza durante l'ultimo ricovero, neanche per un brevissimo saluto (perchè, a suo dire, mamma era in quell'ultimo ricovero una paziente di uno degli altri tre responsabili medici del reparto). Inesistente il dialogo con i familiari, dialogo che non può e non deve limitarsi al colloquio settimanale col primario (brusco e burbero nei modi), o alle frasi rubate ai tirocinanti nei corridoi. Non si può inseguire il responsabile medico, attendere i suoi comodi e poi venir "liquidati" con due battute perchè troppo affaccendato in altro!
Da un ospedale "cattolico" ci si aspetta di più!!
La struttura è OTTIMA, il personale infermieristico è all'altezza, QUELLO MEDICO NO!
Disorganizzazione e mancanza di rapporto umano
In quanto alla competenza non voglio discutere. Ma la mancanza del rapporto umano è assurda!!!! Il Prof. Barone è troppo brusco nel dirti le cose, mia madre purtroppo è morta tumore al seno già metastatico e, quando sono andata a parlare con il Prof., non ha avuto mezzi termini, mi ha detto subito che mia madre aveva un anno mezzo di vita... non potete capire, pensavo che mi prendesse un infarto... ho avuto per circa un'ora un dolore forte al petto...
Da allora non l'ho voluto più vedere.. E non parliamo delle specializzande! Mio marito è un medico (anzi, professore universitario all'Umberto I di Roma), ha chiesto delle informazioni in quanto collega e queste gli hanno risposto in male modo... non potete capire è successo il putiferio: rispondono male ai colleghi, figuriamoci alle altre persone...
Per quanto riguarda l'organizzazione, al day hospital tutte le volte che vai a fare la visita hai un dottore diverso, quindi ogni volta gli devi spiegare tutto!!! E poi non è finita... devi fare i controlli (per esempio la tac) e per prenotare è impossibile, quindi un povero malato di cancro deve andare in giro per gli altri ospedali a trovare un appuntamento per la Tac.. tutto questo è folle! Inoltre il malato di cancro, nel corso della malattia, può avere delle complicazioni e quindi deve essere ricoverato, e li è un caos totale: vai al pronto soccorso del Gemelli e a loro non importa che tu abbia trattamento in day hospital con loro.... e quindi ti può capitare che se non c'è posto ti ricoverano alla clinica Columbus.. Mia madre è stata 15 giorni in quella clinica e non le hanno fatto nulla...sono degli incompetenti (non riuscivano a mettere neanche un catetere tra l'altro). Dopo quei 15 giorni siamo riusciti a trasferirla al Gemelli ed è come se ci avessero fatto un favore!!!
manca il rapporto umano
Mai un parola d'incoraggiamento, mai una speranza, mai un consiglio..
Mio padre sperava tanto in loro, venivamo da Napoli per essere "curati" da quell'ospedale che papà giudicava il meglio.
So che la patologia di mio padre era incurabile, ma un pò d'umanità non fa male in questi casi.
Una volta arrivati al reparto facevamo una visita di circa 1 minuto e poi vai con la chemio, senza la possibilità di fare una domanda, o chiedere un consiglio, perche "Avevano da fare"..
Mi ha lasciato 2 mesi fa a soli 58 anni da poco compiuti.
Grazie per il supporto mai ricevuto.
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