Oncologia Casa Sollievo della Sofferenza
Recensioni dei pazienti
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OTTIMI MEDICI
MENO MALE CHE C'è! Sono un'anziana di 83 anni e la memoria è ai limiti della possibilità, per cui non ricordo i termini medici e tutto quello che mi è successo!
Ricordo però che sono stata curata con molta attenzione e competenza.
Esperienza in Oncologia
Mia cognata è stata in follow up per diversi anni in questo reparto, dove è stato ignorato un marcatore tumorale senza far fare mai una TAC, sebbene richiesta più volte dalla stessa paziente. Adesso ha una recidiva diffusa e più aggressiva. Ovviamente mia cognata ha lasciato la struttura, anche perchè i tempi di risposta sono molto lunghi. Non consiglio a nessuno l'esperienza vissuta a Casa Sollievo.
Oncologia
Ho perso mio fratello per un melanoma non metastatizzato. Alla 4° somministrazione di Nivilumab creatinina 1.45 e prendeva 1/2 cp di Lasix per 2 8.00- 20.00 consigliato dagli oncologi. Nell'ultima visita in Oncologia si nota un aumento della creatinina a 1.70 e la dottoressa di turno gli dice di sospendere il Lasix e bere tanta acqua. Mio fratello muore dopo 5 giorni. Chi scrive è un infermiere di rianimazione con esperienza di 20 anni. Mi dispiace, ma la nostra esperienza con l'oncologia di San Giovanni Rotondo è stata questa.
Non consiglio
Nessuna umanità. Ore ad aspettare il personale medico. Il day hospital oncologico è un vero inferno: in tempo di Covid, tutti gli ammalati ammassati in una sala d'attesa senza alcun comfort. Dottoresse che entrano ed escono dalla stanze di visita senza attenzione per i pazienti, che si sentono dei numeri.
Se poi i vostri cari sono anziani, se ne strafregano alla grande.
Esperienza personale negativa
Competenza e pulizia nella norma. Assistenza pessima. Non chiamano quasi mai al numero che ti danno per le emergenze.
Sono freddi nei confronti dei parenti dei pazienti. Nonostante avessero da settimane tutte le analisi, mia mamma ha iniziato la chemioterapia in ritardo di 2 settimane.
La mia mamma poi non ce l'ha fatta.
Ringraziamenti
La dottoressa Romano e la dottoressa Morritti sono degli oncologi qualificati e pieni di umanità. Ti ascoltano quando parli dei tuoi problemi. Sono dei medici che sono al servizio di noi ammalati e se ti capita di chiamarle al telefono sono sempre disponibili. Insomma, io che da Lecce mi reco ogni mese qui, mi sento al sicuro perché sono delle persone eccellenti in tutto ciò che fanno.
Purtroppo giudizio pessimo
Avevo tanta aspettativa da un'opera di padre Pio in cui nella sua essenza dovrebbe avere "il sollievo della sofferenza". Invece ho trovato per mio padre tanta approssimazione e poca disponibilità nel seguirlo in regime di day hospital come cura e nella prenotazione delle varie TAC di valutazione, facendoci arrangiare da soli. Nella prenotazione ed esecuzione poco ascolto dell'alleviare il dolore oncologico importante nel tumore polmonare metastatizzato di mio padre, pur essendoci leggi che tutelano il trattamento del dolore.
Venendo trasferiti da una oncologia del Nord ,abbiamo trovato un abisso di trattamento di una branca della medicina così importante e delicata per i pazienti ed i parenti.tumore pol
Impianto Port invece del PICC-Port richiesto
Sono una paziente oncologica della Casa Sollievo della Sofferenza da circa 1 anno. Mi è stato impiantato un PICC per le infusioni di terapia chemio, su mia richiesta. Dopo 1 anno, considerata la scarsa praticità del PICC, per essere esterno, per essere scomodo per le docce e l'estate in generale, ho chiesto di essere impiantata con un PICC-PORT che avevo visto su internet e, anche essendo anche questo sul braccio, non aveva le scomodità dell'altro, essendo tutto sottopelle.
Il medico impiantista, di cui non faccio nome (tanto è solo lui che lo fa), mi ha detto che nel mio caso era meglio un port, che non si sarebbe visto, che lo avrebbe posizionato in modo tale che potevo indossare un vestito scollato, che impiantano gli stessi anche ai bambini. Quello che non mi ha detto è la verità, e cioè che a San Giovanni Rotondo non li impiantano i PICC-PORT (non ne hanno le competenze!). Mi sono pertanto ritrovata con una scatolina tipo porta-pillole sul decollete in prossimità della bretella del reggiseno, una cosa inguardabile di circa 3 cm. di diametro e fastidiosa. Ho poi risolto la situazione contattando l'azienda produttrice dei PICC-PORT, da cui mi sono fatta indicare un ente presso cui potevo sostituire l'accesso venoso. Devo ringraziare il sig. Marco Soldani, dell'ospedale di Bisceglie, che con grande maestria e competenza mi ha tolto il PORT e mi ha impiantato un piccolissimo PICC-PORT di circa 1 cm. di diametro sotto il bicipite destro, nessuno lo vede, a nessuno devo parlare della mia malattia per forza, e come donna il mio umore è decisamente migliorato. Il mio reclamo va quindi all'ospedale per non tenere conto di questi aspetti della malattia e di non essere aggiornati e all'avanguardia anche con i cateteri centrali. Anche i bambini vivrebbero meglio la loro malattia con un PICC_PORT invisibile sul braccio.
Oncologia Uomini
Non posso fare altro che ringraziare per la competenza medica e l'assistenza infermieristica ricevuta e che continua a ricevere mio padre, ricoverato in questo reparto per un tumore del colon retto.
La sera del 25 novembre, a seguito di una crisi polmonare dovuta da una situazione metastatica ai polmoni, ho rischiato di vederlo finire, ma con l'aiuto del Signore, dell'oncologo di turno dott. Palomba, del rianimatore e la velocità di intervento degli infermieri, è ancora in cura presso questa struttura.
Nei giorni successivi, l'umanità, professionalità e disponibilità di TUTTI i medici, e in particolar modo dott. Latiano e dott. Morelli, e gli infermieri, sono state eccezionali.
Con il loro sorriso, in un reparto difficile,cercano sempre di tenere alto il morale dei pazienti e oltre alla loro professionalità ho potuto notare e apprezzare con piacere soprattutto la tempestività con cui intervengono appena chiamati.
TUTTI, nessun escluso, danno un grande contributo umano e tecnico per alleviare le sofferenze di tutti i pazienti.
Ringrazio veramente TUTTO lo staff del piano 6° di Oncologia e in particolar modo sono grato:
- Alla pazienza di Michele Marcucci nel guidarci ad ogni nostra domanda di tracheotomia
- All'esperienza e capacità di intervento di Lucia, Angela Martino, Loredana Penna, Desio Salvatore e tutti gli altri infermieri di cui non ricordo il nome ma, altrettanto disponibili e preparati.
- Al lavoro e sorriso che donano sempre e comunque Angelica, Teresa Longo, Michele Scaramuzzi, Teance Vincenzo che alleggeriscono, se pure per qualche attimo, il morale dei pazienti.
Sono felice che mio padre possa ricevere le cure presso questa struttura ed essere guidato da angeli umani come voi!
GRAZIE A TUTTI VOI DEL REPARTO DI ONCOLOGIA.
Grandissima delusione
Un anno fa mio padre veniva ricoverato per carcinoma squamoso non a piccole cellule al polmone, purtroppo avanzato. Da subito ho avvertito la poca disponibilità di alcuni medici del reparto, per parlare con loro dovevi quasi quasi supplicare la loro attenzione, ed anche se provassi ad avvicinarli con tanta educazione e umiltà venivo ricambiata con un atteggiamento quasi ostile, eppure mio padre era un ammalato oncologico e pertanto a mio avviso un medico oncologico più di tutti gli altri medici dovrebbe avere un atteggiamento più amorevole e disponibile sia nei confronti dell'ammalato che dei suoi familiari. Inoltre, per capire quale cura dovesse fare mio padre, abbiamo aspettato più di un mese. Finalmente un giorno il primario Dott. Maiello, durante il suo giro di visite, gli comunicava che avrebbe iniziato l'immunoterapia, che a quanto pare è la cura più adatta per questo tipo di tumore. Peccato che il giorno dopo uno degli oncologi del reparto comunichi a papà che non avrebbe potuto fare questa terapia in quanto non idonea per lui e così gli hanno prescritto la classica chemioterapia. Questa "stranezza" avrebbe dovuto farmi riflettere, ma nonostante tutto ho riposto fiducia in questo ospedale forse perché volevo crederci con tutte le mie forze. Nonostante la prima Pet di accesso riportasse lesioni ossee alla L2-L3, mio padre non è stato sottoposto a radioterapia preventiva, tant'è che a metà giugno 2018 papà ha iniziato a non camminare più. Soltanto dopo esito della seconda Tac di controllo, visto che la chemio non funzionava affatto, lo sottopongono a radioterapia e a immunoterapia con nivolumab - quest'ultima iniziata il 6 luglio 2018. Peccato però che era troppo tardi, infatti il 28 luglio mio padre ci ha lasciati. Oggi devo dare atto a tutti i commenti negativi che avevo letto su questo reparto e a cui non ho voluto credere, ed ora scrivo per tutte quelle persone che come me cercano riscontro e informazioni sul reparto di oncologia dell'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza.
Poca disponibilità.
Per fortuna che è una struttura d'eccellenza! I dottori non ti spiegano quello che hai, si scocciano e te lo fanno notare se hai delle domande o perplessità, ti zittiscono se cerchi un contatto con loro.. Ho avuto l'impressione che non leggessero neanche la cartella del paziente, che non si passassero le informazioni e che si contraddicessero continuamente. Prima dicono che devo iniziare la terapia, poi questa terapia non la inizio mai; prima dicono che mi devono far fare una cura per urinare e abbassare la pressione sanguigna, poi di questa nemmeno l'ombra e mi fanno aspettare i giorni sul letto d'ospedale in attesa che inizi qualcosa. Nessuna umanità, ho avuto quasi l'impressione che mi guardassero dicendo "mi dispiace per te, ma il problema è tuo e veditela tu". Che dire. Sono estremamente delusa e insoddisfatta di questa struttura e dell'equipe medica.
Che fine ha fatto l'umanità?
Delusione, ti aspetti un ambiente umano, assistenza psicologica, aiuto nel comprendere il mostro con cui stai lottando... Hai invece mezze verità come familiare, e nessuna verità come paziente.
Dello spirito di padre Pio personalmente non ho trovato nulla. Un numero, niente altro che un numero, e se fai domande "sei una croce". Un elogio invece va da parte mia al personale infermieristico e agli Oss, disponibili ed attenti alle esigenze del paziente.
Sentirsi a casa e curato nonostante tutto
Premetto, nonostante 6 anni fa abbia perso mio padre per un k renale, che posso solo ringraziare tutta l'equipe di Casa Sollievo.
Oggi, dopo un calvario di quasi un anno in un'altra struttura, siamo arrivati a San Giovanni Rotondo spaventati perché ci avevano dato solo cattive notizie fino a quel giorno. Ingresso in struttura senza nessuna conoscenza, mia moglie non stava per niente bene, dopo altre visite e controlli ci danno ancora dato notizie pessime; però questa volta non siamo stati trattati come un numero, ma come esseri umani e il dottor Maiello con tutta l'equipe ci hanno informato e rincuorato come figli.
Ad oggi, con le cure ricevute, mia moglie sta molto meglio e ripete sempre di sentirsi a casa nonostante le varie barriere che un disabile possa incontrare.
Voglio ringraziare il manutentore Michele Camardella, un angelo disponibile sempre anche fuori dall'orario di lavoro; gli OSS AnnaLisa (uno splendore dentro e fuori, sprizza energia positiva da tutti i pori), Luca e Daniele (sempre pronti ad aiutarti e a svolgere il loro lavoro, presenti sempre con gentilezza e professionalità), e tutti gli infermieri, sempre disponibili anche sotto stress.
Unica pecca, l'organizzazione per poter usufruire di ausili per disabili: devi diventare seccante ed insistente. E il tutto è peggiorato da quando Suor Lucia è andata via, ma tutto sommato Padre Pio e la sua opera vanno elogiati.
Grandissima delusione
Ricovero programmato, e su questo nulla da dire; dopo l'arrivo in reparto mia madre viene messa a letto ed aspetto 4 ore e mezza per compilare la cartella clinica. Ebbene, quando finalmente arriva il nostro turno, la dottoressa di turno (non scrivo il suo nome solo per screditarla, visto che anch'io sono un medico...) si allontana senza dirmi nulla, allorché la chiamo e mi risponde con tanta supponenza che è arrivata l'ora di pranzo!! Ci rendiamo conto, io sono lì da 4 ore e mezza e lei deve mangiare! Anch'io lavoro in un grosso ospedale, anch'io stacco ogni tanto ci mancherebbe, ma prima porto a termine quello che è in sospeso! Scortesia e scarsa comunicazione sono le basi per un fallimento sicuro, io firmo le dimissioni volontarie e porto mia madre a vivere i suoi ultimi giorni a casa sua.
Un medico scontento e deluso.
Delusa
Gli oncologi svolgono il loro operato con sufficienza, sono molto scorbutici e confusionari, poco organizzati... Una vera delusione!!!!
Oncologia Donne
A seguito di una diagnosi fatta a mia madre di carcinoma scarsamente differenziato metastatico di un linfonodo retrocefalo-pancreatico, ci stiamo recando settimanalmente a S.Giovanni Rotondo per effettuare i cicli di chemioterapia. Desidero sottolineare l'eccellenza del reparto di Oncologia donne dell'Irccs casa sollievo della sofferenza, diretta dal dottor Maiello, ed esprimere la riconoscenza ai medici e a tutto il. Un grazie anche alle dottoresse Romano e Morritti, puntuali e sempre disponibili al dialogo. In particolare vorrei ringraziare il dottor Piano, una persona squisita, disponibile, calorosa, sempre con il sorriso sulle labbra; egli riesce a portare serenità nel reparto e al capezzale del malato, infondendo buon umore e forza per affrontare questa battaglia contro la malattia. Il dott. Piano ha una personalità forte, ma nel contempo dolce che invita a sperare sempre. Concludo dicendo che ci vorrebbero in ogni ospedale dei medici come il dottor Piano, sarebbe così risolto in gran parte il problema della sanità nazionale.
Grazie veramente di cuore, con affetto Pierpaolo D'Amore
Oncologia Donne: porto sicuro per la lotta
Non ci crede proprio nessuno alla mia testimonianza quando la racconto. Guardo i volti delle persone di fronte a me che restano sbalorditi. Eppure sono di nuovo in piedi dopo essere uscita dal reparto di oncologia DONNE sulla sedia a rotelle.
Era maggio 2013, all'incirca un anno fa, quando il primario di oncologia, dott. Evaristo Maiello, mi prescrisse immediatamente una risonanza e una tac per approfondire una scintigrafia ossea poco chiara, dopo l'intervento di mastectomia al seno avvenuto due mesi prima. E alla fine ci ha visto bene: numerose lesioni ossee alla colonna vertebrale e all'anca destra.
Immediatamente, ho iniziato una terapia d'urto con alcune sedute di radioterapia e infusioni di zometa. Alla fine ce l'abbiamo fatta. Sono tornata a camminare e, dopo un mese, ero nel mio bel mare di Manfredonia a fare lunghe nuotate rigeneranti e tonificanti.
La sofferenza fisica e psicologica è stata enorme ma le preghiere di tanti amici e parenti e soprattutto le cure di tutto lo staff medico-sanitario del reparto di oncologia con la sua alta competenza, grande professionalitá, lunga esperienza di medici che sanno guardare oltre le carte senza mai perdere di vista l'obiettivo principale ovvero quello di migliorare da subito la vita del paziente, hanno fatto la differenza.
Ringrazio il prof. Maiello, il dott. Piano, il dott. Di Maggio, a cui sarò riconoscente a vita, la dott.ssa D'Addetta. GRAZIE E AUGURO TANTA VITA E SALUTE A TUTTI!
Non a caso Padre Pio, il fondatore dell'ospedale, ha voluto nominare il nosocomio "Casa Sollievo della Sofferenza" e noi abitanti del Gargano siamo orgogliosi di vantare una struttura di grande eccellenza e profonda umanità.
A.C. - 38 anni
Oncologia donne
Desidero esprimere la mia riconoscenza ai medici e allo staff del reparto oncologia di Casa Sollievo della Sofferenza, raccontando la mia storia.
Ho scoperto il 30/11/2013 che mia madre aveva un adenocarcinoma al colon con metastasi al fegato, polmoni e ossa. Questo male, scambiato inizialmente per una anemia, si è manifestato all'improvviso. In preda alla disperazione più assoluta, in quanto nella città in cui vivo ormai mia mamma era data per morta, siamo scappate su al Nord per un'operazione che, seppure palliativa, ha eliminato una imminente occlusione intestinale.
Tornate a casa per il periodo di degenza, dopo l'operazione, mi hanno parlato dell'eccellenza del reparto di oncologia di Casa Sollievo della Sofferenza e ho prima contattato il dott. Maiello, primario del reparto, il quale, sebbene abbia constatato la situazione gravissima di mia madre, mi ha dato parole di speranza per una migliore qualità di vita.
Dopo pochissimi giorni mia madre era già ricoverata in ospedale per trovarle la cura migliore. Qui ho conosciuto professionisti straordinari come il dott. Nanni, la dott.ssa D'Addetta e in particolare il dott. Piano, la cui disponibilità e grande competenza ha saputo trasmettere la forza necessaria per andare avanti e sperare di dare una migliore qualità di vita alla mia mamma.
Sarò sempre grata a questi dottori perché mia madre è stata subito meglio e i dolori che aveva al fegato le sono scomparsi. La lotta continua ma almeno noi familiari non siamo soli.
ONCOLOGIA DONNE
Vorrei esprimere un mio parere su una struttura che per me rappresenta il massimo della professionalità per quanto riguarda la cura dei malati oncologici. Sto parlando dell'Ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza" di San Giovanni Rotondo, che ho avuto modo di conoscerlo in quanto mia suocera è stata colpita di adenocarcinoma polmonare. In questo Ospedale abbiamo subito trovato dei medici eccezionali: in particolare il Dott. Piano che, con la sua enorme disponibilità e umanità, ci ha dimostrato fin da subito grande competenza e professionalità. Il Primario, poi, Dott. Maiello, è una persona di squisita gentilezza e serietà, che ci ha subito trasmesso tranquillità dicendoci che loro obiettivo è garantire al malato la migliore qualità della vita. Tutto questo ci ha dato la forza per continuare a lottare e sperare! Noi ringraziamo tutti i medici, infermieri, ausiliari, per la loro grande umanità verso i malati e verso i loro familiari, e perchè svolgono il proprio lavoro con passione e professionalità!
Attualmente in cura...
Ho pensato di cambiare ospedale dopo aver letto alcune recensioni, poi ho fatto questa riflessione: tutti i pazienti hanno espresso un giudizio positivo. Le uniche recensioni negative sono scritte da figli e subito dopo la morte dei propri cari.
Sono attualmente in cura e reputo il reparto un'eccellenza ed un continuo miracolo di Padre Pio.
GRAZIE a chi mi ha ridato la speranza: Dott. Piano
Poco più di un anno fa, quando ormai pensavamo di essere fuori da questo incubo, mia madre ha ricominciato a stare male, e nel posto dove viviamo (provincia di Salerno) nessuno è stato in grado di fare una diagnosi e spiegarci cosa potessimo fare... Conoscevo la fama dell'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza e ho preso contatti con il reparto di oncologia, nella persona del Dott. Piano.
L'iter è stato velocissimo (a differenza delle attese interminabili a cui ero sempre stata abituata): ricovero dopo 3 giorni dalla mia telefonata, diagnosi e cura!
Oggi, a distanza di 14 mesi, mia madre sta molto meglio, ha risposto benissimo alla terapia (che continua a fare a S.Giovanni) ed abbiamo ritrovato speranza e fiducia...
Siamo grati a tutti coloro che con COMPETENZA e PROFESSIONALITA' operano all'interno di una struttura qualificatissima, in un reparto che - a mio avviso - rappresenta un'eccellenza e che ogni giorno, con il loro impegno, donano la speranza a chi combatte con una malattia il cui solo nome spaventa...
Per tutto questo GRAZIE!!!
ONCOLOGIA DONNE DOTT. MAIELLO
Il reparto di Oncologia donne dell'Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza è uno dei migliori che io abbia potuto trovare per quanto riguarda la professionalità, la competenza e la disponibilità dei medici. Mi sono rivolta in questa struttura per curare mia madre, colpita da tumore al colon con metastasi polmonare, per la nomea di cui gode questo centro in ambito regionale e inter-regionale. Abbiamo raggiunto l'ospedale avendo un primo incontro con il Primario Dott. Maiello, persona eccezionalmente umana e disponibile, che mi ha fornito valide motivazioni per continuare a lottare contro la malattia. Ora mia madre fa la chemioterapia ogni 2 settimane e, nonostante gli enormi sacrifici di trasporto da Lecce a S.Giovanni Rotondo, continuiamo a farlo perchè abbiamo trovato dei medici eccezionali, in particolare il Dott. Piano, che con la sua gentilezza, disponibilità e soprattutto competenza e professionalità, segue mia madre non come un numero di posto letto, ma come persona umana. Io e la mia famiglia ringraziamo il Primario Dott. Maiello, il Dott. Piano e tutto il personale medico e paramedico per quanto hanno già fatto e faranno nella quotidiana lotta contro la malattia.
Un calvario di due anni
Il reparto oncologia uomini di Casa Sollievo è un luogo dove nessuno meriterebbe di andare. Medici disumani e boriosi, lunghe e strazianti attese per elemosinare un consulto. Mio padre è morto il 26 settembre per un tumore al rene con metastasi: Lo avevamo pregato di andare altrove a curarsi, ma Lui ha scelto questo reparto. Chiunque legga sappia che curarsi presso questi oncologi deve sopportare, oltre alla sofferenza della malattia, anche l'umiliazione e maltrattamenti da parte di dottori poco sensibili. Papà ti voglio bene!
Alessandra D'Apote
Oncologia donne Casa Sollievo della Sofferenza
Grazie al professore Maiello e a tutta la sua splendida equipe non ho perso la speranza di combattere un brutto tumore.
Nel reparto oncologia donne della Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo sono stata accolta con grande professionalità e, soprattutto, con molta umanità.
Vivere con un cancro progressivo non è semplice. I frequenti ricoveri e le cure impegnative ti scombussolano completamente.
In oncologia donne la paziente viene appoggiata pienamente nella sua lotta da tutti i medici e da tutto il personale del reparto.
Non sei un numero, ma vieni trattata con rispetto ed affetto. Ogni volta che hai dei dubbi vieni informata nel modo più corretto, confortata e rassicurata.
Vorrei ringraziare in particolare il dottor Piano e la dottoressa D'Addetta, Suor Lucia, la dottoressa Morritti e le mie ragazze della chemio ai poliambulatori per il loro impegno totale.
Considerate i pazienti esseri umani
Ho perso mio padre il 1 luglio dopo il primo ciclo di chemioterapia, praticato nel reparto di oncologia dove era stato ricoverato il 14 giugno. Le cause del decesso le sa solo il Signore!
Noi avevamo voluto fidarci di un ospedale considerato da sempre un'eccellenza.
Purtroppo le nostre aspettative sono state deluse da medici e personale paramedico fantasma, disinformazione, camere anguste e pazienti trattati con poca umanità.
Se papà potesse parlare, direbbe la sua.
Io so soltanto che, dopo essersi ripreso da una crisi respiratoria, grazie all'intervento di una dottoressa dotata di grande spirito di umanità (forse l'unica), ha pregato mia sorella di portarlo fuori dall'ospedale.
La nostra seconda famiglia
E' un ospedale fantastico, con personale sempre disponibile per qualsiasi problema. Nello specifico ci tengo a sottolineare che nel reparto ONCOLOGIA DONNE, dove ormai siamo di famiglia perchè mamma è in cura da ottobre, ci siamo sempre trovati più che bene; poi i medici sono persone molto educate, gentili e molto dettagliate nello spiegare ciò che riguarda la malattia presa in cura.. Per finire, concluderei con il personale infermieristico, ottimo, gentile e molto educato..
PS: la dott.ssa Cilenti è la mia preferita :) nulla togliendo al resto dell'equipe, tra cui dott. Piano, dott. Di Maggio, dott.ssa D'addetta, dott.ssa Ronga, tutti medici molto specializzati nel loro campo e sempre disponibili per qualsiasi chiarimento.
Gli Angeli di Padre Pio- prof. Maiello e staff
Gli Angeli di Padre Pio,
così mamma chiama i medici e tutto il personale paramedico del Reparto di Oncologia Donne della Casa Sollievo della Sofferenza.
Dopo la tegola in testa che ci è caduta il 25 febbraio del 2012, oggi, con molta ironia, definiamo la nostra permanenza a San Giovanni Rotondo la nostra "Vacanza terapia".
Il nostro cammino inizia il 25 febbraio quando a mamma viene diagnosticato, tramite colonscopia, la presenza di un tumore. L'unica cosa che dissi al medico fu: "mi dica almeno se il resto del corpo è pulito". Il 27 febbraio, con la tac, la sentenza definitiva: "metastasi ovunque". L'amico che mi accompagnò mi disse: "non perdiamo tempo, l'unico posto dove la possono salvare è San Giovanni Rotondo".
Dall'ospedale stesso chiamai ad alcuni amici che già erano in cura a San Giovanni Rotondo, il giorno stesso il referto gli fu mandato via email. Contemporaneamente stavo cercando dei contatti per l'Istituto dei Tumori di Milano, ma l'infermiera del medico di Milano che contattai mi disse "deve venire su con il dischetto (ndr. non la paziente!!! il dischetto!!!) e la visita non la possiamo fissare prima del 12 marzo".
Nel frattempo, la sera stessa del 27 febbraio da San Giovanni Rotondo mi dissero che tutti gli accertamenti erano stati trasmessi al reparto di Oncologia per la valutazione. Il 28 mi hanno chiamato fissandomi il ricovero a San Giovanni Rotondo per il 1 marzo. Arrivammo con l'ambulanza e la ricoverarono subito.
Il giorno dopo ci fu una complicazione cardiaca. Fibrillazione atriale! Mamma non aveva mai sofferto, ma come tutte le situazioni di questo tipo il corpo impazzisce e problemi mai avuti compaiono all'improvviso.
Io ero solo a San Giovanni Rotondo, ma so solo che mi sono ritrovata con una famiglia attorno. Mamma è stata monitorata giorno e notte, ossigeno, elettrocardiogramma e medici sempre attorno a Lei.
Ho subito apprezzato la professionalità e la competenza dei Dottori Piano, Cilenti, D'Addetta, Di Maggio, Ronga.
Non potrò mai dimenticare quello che hanno fatto per la mia mamma. Il 12 marzo (data in cui io sarei dovuta andare a Milano), mamma era già stata sottoposta alla prima chemioterapia.
A mamma il 27 febbraio erano stati dati tra 1 e 3 mesi di vita.
Oggi è il 3 ottobre 2012 e mamma è ricoverata a San Giovanni Rotondo per fare la 12° chemioterapia.
Sta vivendo, con una discreta qualità della vita.
Si è pure rotta il femore e a Reggio Calabria è stata anche operata con esiti brillanti.
Questo è il nostro piccolo miracolo.
Non so quanto mamma ancora vivrà, so solo che mai finirò di ringraziare l'equipe del Reparto di Oncologia Donne di Casa Sollievo della Sofferenza, guidata dal Primario Prof. Maiello per la professionalità, la competenza, il calore umano con cui si stanno prendendo cura della mia mamma.
Gli Angeli di Padre Pio con il loro sorriso riescono a tirarci su anche nei momenti difficili.
Un ringraziamento dalle calabresi (come ci chiamano loro),
firmato Lucia Buonafede da reggio calabria.
Non speravo nel miracolo
Abbiamo scelto questo ospedale non perchè credevamo nei miracoli, ma nella competenza(??) Se questa c'è stata, oggi si perde fra l'incancellabile ricordo di un martirio fatto di attese (es.: 4 mesi per la biopsia su sette mesi di sopravvivenza- con ovvio slittamento delle cure- e 5-6 ore per le dimissioni, o accettazioni, o chemio) su un paziente che non riusciva neanche a stare disteso per i dolori. Per non parlare della superficialità, o noncuranza della gravità della situazione. Noi, famiglia, e lui paziente, ci aspettavamo accoglienza, priorità e rassicurazioni di essere perlomeno in premurose mani. E invece noi abbiamo dovuto lacrimare sangue di dolore per farci sentire, e il "paziente" assisteva impotente. Col senno di poi, sappiamo che guarigioni non ce ne sarebbero comunque state, ma al tanto dolore è stato aggiunto altro dolore, per un malato terminale che ha dovuto combattere innanzitutto contro l'indifferenza, essendo uno fra tanti. Ma il paziente era mio fratello, si chiamava Michele Rella, era un essere umano, aveva una dignità, e per ironia della sorte, nella sua vita ha sempre difeso i più deboli...
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