Neurochirurgia Ospedale Teramo
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Delusione
Sono stato in cura in questo ospedale 2 anni dal dott. Lucantoni. Devo dire che dopo aver girato tanti dottori lui è stato il peggiore. Visite di 5 minuti, non si intendeva del mio problema (Assenze di Epilessia) e continuava a darmi pasticche su pasticche invece di consigliarmi qualche centro specializzato. Per quanto riguarda il tumore benigno al cervello (astrocitoma pilocitico) che avevo, diceva che non si poteva assolutamente toccare e mi mandava via.
Fatto sta che dopo essermi cercato da solo altri dottori, alla fine sono andato all'ospedale di Milano dove mi hanno detto che quel tumore con gli anni andava a crescere e a portare problemi; quindi mi sono operato a Milano e grazie a loro ora sto bene.
Pessima esperienza
Personale infermieristico, tranne poche eccezioni, scortese e poco professionale (scocciati ad ogni minima domanda, sbrigativi, poco preparati dal punto di vista medico, li ho visti anche fumare nel loro stanzino all'interno del reparto). Mancavano spesso farmaci e materiale di base; i letti non avevano le sponde ai lati al punto che un paziente una notte è caduto ed hanno dovuto fargli una tac urgente con tanto di punti di sutura alla testa; mancavano anche pannoloni e guanti tanto che mi sono sentito dire "la prossima volta si accerti che l'abbia fatta tutta perché non abbiamo altro materiale per cambiarlo di nuovo").
Anche i medici erano generalmente molto poco disponibili. Spesso era impossibile parlare con qualcuno, anche durante l'orario stabilito per i colloqui. Non ci è mai stato spiegato nulla della terapia in atto, se non dopo molteplici richieste in tal senso. Arrivavamo in quel reparto dopo tre mesi di ricovero presso altri centri e pareri medici molto discordanti, per cui parlarne un po' mi sembrava il minimo. Dopo più di tre settimane dall'intervento, alla faccia dell'urgenza, mi è stato riconsegnato il referto di una biopsia cerebrale senza la ben che minima spiegazione.
L'unico medico che si è mostrato gentile e disponibile è stato il dott. GIOVANNI STATI che, il giorno prima dell'intervento, pur non conoscendo personalmente il caso, ci ha spiegato come avrebbero operato, il perchè era necessario farlo e gli eventuali rischi connessi ad un intervento al cervello. Si è semplicemente comportato come ogni medico dovrebbe fare. Con umiltà e rispetto per il paziente e i suoi familiari. Spesso bastano poche parole per rendere un po' meno duro il difficile cammino contro una bruttissima malattia.
Scarsa serietà, nessuna cortesia
Il primario in persona mi ha telefonato per comunicarmi data e ora in cui (dopo un anno di snervante e umiliante attesa) mi sarei dovuta presentare in reparto alle 8 di mattina per essere ricoverata e di lì a un paio di giorni essere operata, ma poi nei fatti al mio arrivo nessuno sapeva del mio ricovero e a quanto pare anche il primario stesso pareva essersene dimenticato, perchè arrivato in quel momento in reparto (suppongo per iniziare il suo normale servizio), dopo un breve momento di confusione, invece di scusarsi per l'accaduto, a quanto pare ha ritenuto più opportuno prospettarmi un ricovero e una previsione d'attesa di 15/20 gg., incalzando poi sempre più, spiegandomi che l'intervento che avrei dovuto affrontare era difficilissimo e serissimo.
Tutto il contrario di quello che mi aveva detto un anno prima in sede ambulatoriale privata a pagamento, in cui promise una soluzione al mio problema nel suo reparto nel giro di un paio di mesi da quel giorno.
Dietro insistenza ha voluto comunque "accontentarmi" (forse per acquietarmi e congedarmi), dandomi un nuovo appuntamento di ricovero (comunque senza certezze per quanto riguarda la data dell'intervento), quindi sarei dovuta tornare un sabato mattina di dicembre che iniziava un week end che si sarebbe concluso con la festa dell Immacolata Concezione di lunedì.. Per quanto avrei bivaccato in ospedale? A 65 anni avrei dovuto far finta di essere in un reparto di “lungodegenza”??
Sono rimasta ancora più amareggiata e sconcertata quando, chiedendo ulteriori spiegazioni ad una subito infastidita operatrice sanitaria (immagino fosse la caposala) che con disdegno mi invita a non darle disturbo e di non farle perdere tempo. Un'altra infermiera invece con fare ironico sdrammatizzava, consigliandomi di non farne un caso grave, che anche un'altra paziente presentatasi per il ricovero era stata rimandata bellamente a casa poco prima.
La "ciliegina sulla torta" è che abito lontano da Teramo e ho fatto anche perdere la giornata di lavoro a mio figlio per accompagnarmi.
Il lettore tragga le proprie considerazioni.
Pubblico questa recensione con spirito di altruismo, al fine di scoraggiare le persone che soffrono e che stanno valutando la possibilità di rivolgersi a questa struttura.
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