Neurochirurgia Ospedale Pertini di Roma
Recensioni dei pazienti
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Open door inutile
Intervento di laminectomia cervicale open door su 5 vertebre e non ne ho tratto un minimo giovamento.
Ernia cervicale
Sono stata operata lo scorso novembre di ernia cervicale. Sono uscita dalla sala operatoria con un occhio semichiuso. Alle mie domande su cosa fosse, mi hanno detto che non era nulla, roba da sala operatoria. Al primo controllo, poiché l'occhio dopo 10 gg. non si era ancora riaperto, il primario ha detto che "tutti abbiamo un occhio diverso dall'altro". Ho risposto che fino a prima dell'operazione non era così. Ha detto che forse qualcuno si era appoggiato durante l'operazione. Ai seguenti controlli, con due medici diversi, le spiegazioni, visto che l'occhio migliorava lentissimamente ma non andava a posto, sono state tra le più fantasiose: allergia a lenzuolino, succulenza dei tessuti. Dopo più di un mese, quando l'occhio si è riaperto a sufficienza per vedere la pupilla, mi sono accorta che non si dilatava come l'altra. Sono andata da un neurologo di fiducia e poi da un oculista, che mi hanno diagnosticato la sindrome di Bernard horner, tipica conseguenza operatoria di operazioni in quella sede. Danno neurologico che può essere permanente o transitorio. Nel mio caso, nonostante un forte miglioramento, non si potrà sapere prima di sei mesi dall'intervento se potrò guarire del tutto. Tornata dal primario e spiegatagli la diagnosi, ha immediatamente ammesso che si può presentare in alcuni casi e che di certo era conseguenza dell'intervento; detto ciò, quando gli ho ribattuto sulla mancanza di diagnosi, mi ha detto che poiché presentavo lacrimazione né lui né la sua equipe, dimostrando evidentemente una certa superficialità, avevano pensato alla sindrome, pur evidentemente, per sua stessa ammissione, conoscendone l'incidenza. Alla mia contestazione sulle spese per accertamenti che stavo affrontando, mi ha detto che erano del tutto inutili dando dell'ignorante al neurologo che invece, unico, mi ha infine fatto la giusta diagnosi. Quando gli ho detto che se la sindrome non fosse del tutto scomparsa sarei dovuta ricorrere alla plastica, mi ha detto che era inutile e di nuovo che "tutti abbiamo un occhio diverso dall'altro" (repertorio ripetuto). Alla mia argomentazione che la faccia era la mia, ha risposto che però intanto non avevo più l'ernia. Quando gli ho chiesto se diagnosticata per tempo si sarebbe potuto fare qualcosa, mi ha risposto assolutamente no, cosa sulla quale non concorda il mio neurologo, che nell'immediato avrebbe consigliato del cortisone per sfiammare il nervo. Non so come andrà a finire, ma mi sento di sconsigliare la superficialità di questi medici che hanno omesso per qualche ragione di diagnosticarmi una complicanza e di farsi carico delle conseguenze, certamente possibili in interventi del genere. Inoltre conservo la spiacevole sensazione di essere stata trattata come una cretina quando ad ogni controllo chiedevo conto del mio occhio e ciò mi fa dubitare delle improbabili giustificazioni ogni volta diverse fornitami dai medici, tutti neurochirurghi che di questa sindrome certo hanno sentito parlare.
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