Neurochirurgia Niguarda
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Exeresi meningioma calcifico
Due anni fa, a 44 anni, ho messo la mia vita (mamma di 2 bambine piccole ed attivissima e soddisfatta lavoratrice) nelle mani del prof. Marco Cenzato. Sono stata operata per indicazione seguente: "il suo meningioma diventerà come un arancio se non lo toglie". Avevo scoperto per caso (RM per controllo dentistico) di avere un meningioma, mai avute crisi epilettiche, né deficit neurologici. Altrove mi avevano sconsigliato l'intervento, poiché il meningioma non mi dava problemi. Ho ceduto all'intervento, spaventata dalle parole del professore. Per poter essere operata subito (mi aveva detto che c'era da attendere e che non era consigliato superare i 3 mesi di attesa), con enorme sacrificio economico ho scelto l'intramoenia. Subito dopo l'intervento mi ha fatto trasportare in autombulanza contro la mia volontà (non mi sentivo bene) e sono iniziati i problemi che ancora ho: difficoltà a camminare, dolori alla mandibola con difficoltà a parlare e a mangiare, giramenti di testa con svenimenti, danni certificati alla vista (aree cieche con fastidio a guardare qualsiasi cosa luminosa), perdite di memoria e confusione mentale, narcolessia diurna, difficoltà respiratorie, ecc.
Nel cervello: danni alla corteccia, oltre alla cicatrice nella zona di accesso chirurgico; una vite che è ben visibile ad occhio nudo sulla mia fronte (tipo Frankestein) con un fosso alla tempia e mi è comparsa anche una macchia nera sulla cute (non si sa se anche nel muscolo sotto) in corrispondenza della seconda vite/placca (in tutto ne ho 3, oltre alla protesi messa al posto delle meningi).
Sono andata al controllo 2 settimane fa ed il prof. non vuole saperne dei miei problemi. Si è infastidito che io volessi sottoporgli l'esame istologico: "e che ci devo fare?". Ora non ho più il mio meningioma calcifico, che si è rivelato essere di 2,5 x 1 cm., ma ho un bel buco a circonferenza di 6 cm. nel cranio e non riesco più a lavorare, nè a fare niente. Ho trovato la forza di scrivere, perché soffro all'idea che altre persone possano distruggere la loro vita per la superficialità (si stufa e sbuffa a vedere tutte le immagini delle RM, perché sono troppe) ed avidità di chi tratta i pazienti come numeri. Il dottore De Bernardi (II chirurgo dell'intervento ed unico che ho visto in sala prima che l'anestesista mi addormentasse) mi ha sempre scaricata dicendo: "l'intervento l'ha deciso il prof. Cenzato e lei ha firmato il consenso, io non c'entro". L'anestesista mi metteva in bocca le sue dita nude che puzzavano di fumo in pieno periodo Covid. Il bagno della sala operatoria faceva pena, c'era tutta carta igienica sporca buttata per terra e lo scarico non tirato.
Solo numeri
Sono estremamente amareggiata.
Inizialmente sono intervenuti tempestivamente, tutti gentili e premurosi, poi probabilmente sono arrivati casi più interessanti del mio e sono stata "accantonata".
Dovrei fare controlli ogni 6 mesi, che sono poi passati ad 1 anno, poi a 2 e poi??? Quando chiamo si negano. Io vorrei solo essere sotto controllo nel posto in cui sono in cura. Mi sono sentita davvero solo un numero.
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