Neurochirurgia Cardarelli
Recensioni dei pazienti
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Intervento neurochirurgico del 11 giugno 2024
Operata (Artrodesi L3 - L4 - L5 con viti transpeduncolari e Cage intersomatico L4 - L5) dalla dottoressa Chiara Caggiano e dottor Olivo Giovanni, primo anestesista dottoressa Cuomo Mariarosaria, primo strumentista Buono Biagio e a tutto lo staff, vanno i miei più sentiti ringraziamenti per la loro professionalità e umanità. Estendo i miei ringraziamenti al personale di corsia, e in particolare all' infermiere Rosario, per la loro attenzione e disponibilità. Conservo un ottimo ricordo del reparto di Neurochirurgia. Grazie di cuore a tutti voi.
Ottimo reparto
Una nostra eccellenza la neurochirurgia dell'ospedale Cardarelli! Bravissimi i medici, giovani, umani, professionali. Con loro tutto il team a seguito, infermieri e OSS.
Mia nonna di 87 anni, con trauma cranico a causa di caduta, è stata curata e amata.
Reparto eccellente!
Frattura dell’epistrofeo e dell’atlante
Dopo il mio incidente non ricordavo nulla, non muovevo le gambe nè le mani, ero completamente immobile, non riuscivo a muovermi. Mio padre mi dava da mangiare e dipendevo direttamente dagli altri.
È stata veramente dura, ma devo ringraziare tutto lo staff del reparto di Neurochirurgia (alto livello di professionalità), medici specialisti, infermieri, OSS, addetti alle pulizie.
Inoltre ringrazio tutti i ragazzi della riabilitazione. Non ho recuperato il 100%, ma sono su una buona strada, non credevo di recuperare così tanto.
Ematoma subdurale cronico
Sono stato operato in neurochirurgia al Caldarelli in data 01/08/2023 per un ematoma subdurale cronico. Un grazie di cuore al dott. Ambrosio Giuseppe che dopo il mio arrivo al pronto soccorso, resosi conto della gravità del caso, con tempestività, professionalità, esperienza ed umanità, quella notte mi ha operato e salvato la vita. Anche nel post-operatorio il dott. Ambrosio continua a seguirmi in visite intramoenia con grande competenza e attenzione, monitorando terapie ed esami diagnostici. Infinitamente grazie dottore, la fortuna di aver incontrato l'ECCELLENZA della neurochirurgia campana.
Grazie al dottore Ambrosio
Il dottore Giuseppe Ambrosio, oltre ad avere un'immensa professionalità, ha doti di puntualità, empatia, umanità ed intuizione nel comprendere le preoccupazioni del paziente e nel confortarlo ancora prima che si esprima.
Operato il 9 dicembre a livello C3 e C4, dimesso l'11 dicembre, già sono sparite le parestesie.
Grazie.
Ringraziamenti
Intervento riuscito, rimozione di ematoma subdurale eseguita con successo.
Ringraziamenti al Dott. Donato Baccelliere e a tutto lo staff.
Assenti...
Mio marito è ricoverato per emorragia cerebrale, con emiparesi a sinistra, e non riusciamo a parlare con nessuno... Il cellulare è scarico, e con una emiparesi non puo' caricarlo, ergo non si parla con lui, nel reparto non risponde nessuno, nè nessuno ti chiama. L'umanita' che fine ha fatto?
Emorragia da rottura aneurisma
Il 25 marzo dello scorso anno alle ore 14:00, in pieno lockdown per la pandemia da Covid-19, abbiamo condotto mia madre in ambulanza al Pronto Soccorso dell’ospedale Cardarelli, a seguito di una grave emorragia subaracnoidea da rottura di aneurisma cerebrale, evidenziata da una risonanza magnetica eseguita quella stessa mattina in una struttura sanitaria privata.
Al Pronto Soccorso, dopo le operazioni di rito previste dai protocolli anticovid, hanno praticato un’ANGIO TAC che ha confermato pienamente quanto emergeva dalla precedente Risonanza Magnetica.
A questo punto è stata subito attivata la procedura d’urgenza che prevedeva l’esecuzione un intervento di embolizzazione (trattamento endovascolare di coiling della sacca aneurismatica) per chiudere l’aneurisma e fermare l’emorragia. Alle ore 18:30 circa vengo convocato al reparto di Neuroradiologia per la firma del consenso e per essere messo al corrente di tutti i rischi connessi all’intervento chirurgico al quale sarebbe stata sottoposta mia madre di lì a poco.
L’intervento è stato eseguito dai neuroradiologi Ambrosanio e Leone ed è durato circa 2,5 ore. Purtroppo non era finita qui: al controllo TC cranio eseguito al termine della procedura si evidenziava idrocefalo acuto per cui bisognava sottoporre la paziente ad una nuova operazione per impiantare una derivazione (drenaggio) ventricolare esterna che servisse ad espellere la sostanza ematica presente e a ridurre l’idrocefalo.
Quest’ultima è stata eseguita immediatamente dopo il primo intervento al reparto di Neurochirurgia d’Urgenza del Direttore Dott. Pasquale Caiazzo dalla Dott.ssa Beatrice Boido, è durata oltre due ore ed è perfettamente riuscita.
Purtroppo, nelle settimane successive si assisteva ad un progressivo rallentamento ideo-motorio e quadro neurologico fluttuante accompagnato alla comparsa di dilatazione ventricolare. Per tale motivo, il 14 maggio (dopo circa 2 mesi dall’emorragia) è stato necessario procedere, in anestesia generale, ad un nuovo intervento chirurgico per posizionare una derivazione ventricolo-peritoneale (drenaggio permanente del liquor) per scongiurare fenomeni di idrocefalo.
Ad oggi mia madre torna a visita di controllo Neurochirurgica e di Neuroradiologia interventistica ogni sei mesi; sta bene ed ha, grazie ai medici delle unità di Neuroradiologia e Neurochirurgia, riacquistato a pieno le sue capacità cognitive. A loro va il ringraziamento di tutta la famiglia.
Ringraziamento al Dr. Martiniello
Esprimo sincera ed ampia gratitudine al dott. Domenico Martiniello, persona in cui ho riscontrato sin dalla prima visita una evidente professionalità ed una sensibilità umana tali da trasmettere fiducia e serenità. Grazie alla sua consulenza, ho affrontato un intervento di ernia del disco intervertebrale lombare con successo di risultati, riacquistando la serenità quotidiana che avevo perso da oltre un anno.
Encomio al Dott. Martiniello D.
Sono stata assistita e curata dal Dott. Domenico Martiniello per problemi vari sulla colonna vertebrale. E' una persona umana, professionale ed è sempre disponibile in qualsiasi momento(anche di domenica).
Inoltre, da tantissimi anni, segue mia madre di 87 anni, affetta da vasculopatia, con risultati positivi e soddisfacenti. Anche con lei è sempre gentile e premuroso, ed è sempre presente quando ci sono complicazioni di salute e mi dà la terapia giusta.
GRAZIE DOTTORE!!!
Neurochirurgia eccellente al Cardarelli di Napoli
Da elogiare la professionalità e la bravura dei medici e del personale del reparto di Neurochirurgia, nel caso specifico per l'intervento eseguito il 31 luglio 2020 dal bravissimo ed eccellente Dott. Domenico Martiniello. Intervento di aspirazione e drenaggio di ematoma subdurale subacuto emisferico sinistro su paziente di 83 anni.
Neurochirurgia
Mio marito è stato operato il 29/7/2020 di meningioma benigno al cervello. Non stiamo in periodo facile per questo covid-19, ma posso dire che lui viene seguito giorno per giorno su tutto in tutto. Sono di grande professionalità, dall'impresa di pulizia agli infermieri fino ad arrivare ai dottori..
Ringrazio di vero cuore il professore Luigi Genovese che ha operato e sta seguendo mio marito: uomo di grande esperienza e grande umanità, siamo stati fortunati ad averlo incontrato. Grazie Professore, grazie al reparto neurochirurgia.
Professore eccellente
Il prof. Pasquale Caiazzo non lo dimenticherò mai per tutto quello che ha fatto per me... Intervento al cervello delicato e complicato (exeresi chirurgica di lesione intrassiale), oggi sono viva Grazie a lui. Persona eccellentissima.
Intervento ernia cervicale
Il dott. Caiazzo Pasquale e' un angelo, mi ha liberata da un'ernia cervicale a livello c5-c6 che si irradiava sui nervi. A 39 anni non ne potevo più di soffrire cosi. Lo staff del reparto di neurochirurgia è squisito e disponibile, la pulizia delle stanze un po' meno.
Ricoverata qui, ho visto di tutto, e diventi come un'unica famiglia...
Ringraziamenti
Napule è mille culur’, napule è mille paure, napule è a’ voce de’ criature che saglie chianu chianu ... ma tu sai ca’nun sì sule. Così recita Napul’è famosissima canzone di Pino Daniele. Ed è ciò che ho visto, capito e provato al Cardarelli di Napoli.
Sono una signora di origini napoletane adottata dalla città di Milano per lavoro. In questo periodo, per un problema capitato a mia madre alla colonna vertebrale, ho avuto modo di conoscere la realtà del nosocomio più famoso del meridione e di conoscere il reparto di neurochirurgia diretto dal Prof. Pasquale Caiazzo.
Spesso ho sentito e letto critiche non proprio positive riguardo la struttura, ma ora mi chiedo se qualcuno abbia mai riflettuto sul fatto che nonostante i mille problemi del meridione questa struttura accolga ogni giorno una enorme quantità di malati, e tutti, dico tutti, pur con gravi patologie, vengono seguiti, anche se posti nei corridoi o in barelle di emergenza, ma certo non mandati indietro né abbandonati come è capitato in altri ospedali per sovranumero.
In particolare modo voglio ringraziare il Prof. Pasquale Caiazzo con la sua equipe per aver curato mia madre.
Provo riconoscenza per Lei, gentile Professore, e per tutto ciò che mi ha fatto capire in questi quattro giorni certo per me non rilassanti in cui ho parsimoniosamente attinto che Lei è a voce re’ criature che cresce chianu chianu e i suoi degenti sanno che non sono soli, mai abbandonati e continuano ad avere la speranza della traversata dell’oceano della vita; quando tutti i riferimenti si fanno vaghi e la luce delle certezze più fioca. Il mondo ha bisogno di Lei!
Penso proprio di essere al cospetto di un personaggio che abbia insita una dedizione al proprio lavoro ed una immortalità affettiva che ritengo sia il più grande tributo per un esimio professore quale è Lei.
Grazie di tutto gentilissimo Prof. Pasquale Caiazzo.
Giulia Della Pietra
Amica di ricoverata
Nessuna istituzione può da sola sostituire il cuore umano, la compassione umana, l’amore umano, l’iniziativa umana, quando si tratta di farsi incontro alla sofferenza dell’altro.
Mi trovo a frequentare questo reparto a causa di una cara amica che è lì per delle ernie.
Qui ho riscontrato, mio malgrado, la poca compassione e umanità del personale medico e infermieristico - premetto che la mia cara amica è in sovrappeso ed immobilizzata, che la costringe ad essere bloccata e quindi dev'essere girata spesso e ogniqualvolta è un problema, perché gli infermieri sono scortesi e soprattutto non smettono di ricordare alla signora che lei è un problema per il suo peso.
Vorrei ricordare che i pazienti prima di essere malati, sono umani.
Un’eccellenza europea: il reparto Neurochirurgia
La malattia e la sofferenza sono tra le prove più gravi che deve affrontare tutta l’esistenza umana. La sofferenza è certamente uno scandalo agli occhi dell’uomo, essa è ingiusta, non risponde a una logica, colpisce a caso, non si può trovarne un significato. Gesù si avvicina all’infermo presentando in lui il suo proprio giogo di amore, che lo rende solidale con tutti quelli che soffrono. Il Verbo si fa carne assumendo tutto ciò che è nell’uomo, compresa la malattia, la sofferenza e la morte: egli è l’Uomo al quale l’infermo si può configurare. In lui la sofferenza, anche se rimane in sé stessa un male e una prova, può sempre diventare una sorgente di bene. Se essa può essere attenuata o sorpassata grazie alla medicina, non di meno rimane abitata da una grazia di unione al Cristo redentore. Alla luce del dato evangelico la chiesa, fin dai primi secoli, ha considerato Cristo come medico, Ireneo di Lione scrive: «Il Signore è venuto come medico di coloro che sono malati». Saper soffrire è la saggezza che più ci necessita per la nostra evoluzione spirituale. L’uomo conosce questo sentiero e l’umanità percorre questa strada. Così, probabilmente, la sola nostra grandezza quaggiù sta nel saper essere vivi, operosi e militanti nelle ore della sofferenza, poiché solo il dolore può “battezzare” ogni uomo nell’umanità migliore. Spesso la sofferenza è il mezzo che Dio predilige per ricondurci a lui. Il dolore è un luminoso seme che solo dopo essere stato a lungo custodito dentro di noi nel silenzio e anche nello sconforto, può germogliare in frutti fecondi. E più tardi, a mietitura avvenuta, comprendiamo quale era stata la sua ragione di fiorire per noi. Spesso ci si domanda chi sia il nostro prossimo con cui condividere questo tesoro. Se lo chiedono, in particolare, coloro che vivono la loro esperienza di servizio nei luoghi della sofferenza, vicini a coloro che sono malati nell’anima e nel corpo. Tali attività assumono forme istituzionali diverse e concrete attraverso le professioni di medico, infermiere, terapista, ricercatore, volontario. Sono molte le persone che mettono a frutto la loro intelligenza nella ricerca e nello studio, usano tempo e danaro per alleviare, con grande sensibilità e spirito di dedizione, le pene di tanti fratelli sofferenti. Uno dei verbi che gli evangelisti usano per descrivere l’attività di Gesù è therapeùo. Nel greco classico, questo verbo prima che guarire, significa servire; nei Vangeli è usato nel senso di “curare”, “prendersi cura”, e quindi, dedicarsi ai malati, farsi carico delle loro malattie e debolezze, seguire e favorire il processo che porta il malato alla guarigione. La sua azione terapeutica avviene all’interno di una relazione. Accettare di condividere la sofferenza degli altri esige che colui che si avvicina al sofferente, riesca a trovare in essa un senso e a considerarla come un mezzo di purificazione, di maturazione, di speranza. Provare compassione, infatti, accettare l’altro che soffre, significa fare propria la sofferenza dell’altro. Questo e tanto altro ho riscontrato al Cardarelli di Napoli, nel reparto di Neurochirurgia diretto dal prof. Pasquale Caiazzo coadiuvato da valenti chirurghi, ringrazio in particolar modo il prof. Franco Civetta, da capi sala, infermieri e paramedici che esercitano in maniera altamente professionale il loro lavoro. Le piccole cose preparano alle grandi, ebbene, quello che mi colpito, sono le piccole gestualità: nell’esperienza fuggevole, fragile, quasi inafferrabile, della bellezza di un gesto, viene detto qualcosa di molto profondo sul rapporto che si sta creando. Il gesto è portatore di un’intenzione, perché come la parola e il silenzio esso è “abitato”, indirizzato verso qualcuno. Anzi nella sua sobrietà la bellezza del gesto intrattiene una relazione privilegiata con il silenzio perché più delle parole che si potrebbero dire per accompagnarlo. La sofferenza è l’occasione del gesto e talvolta lo impone: sfiorare le dita dei piedi di un malato ci colpisce nella sobrietà, nel silenzio, nell’assenza di ogni parola esplicativa che la saturerebbe di un senso esplicito. Se tale gesto mi ha colpito al punto da rimanere impresso nella memoria, è perché ha rappresentato molto più che un significato preciso e perfino aneddotico: esso diceva, infondeva, coraggio e speranza. Grazie, dunque, all’intero reparto che ha saputo trasformare quello che poteva essere un momento di dolore e sofferenza in una splendida esperienza di pace e serenità concedendomi, dopo tanto tempo, una periodo di sereno riposo, “coccolato” come in una Spa.
Aniello Clemente
ECCELLENTE NEUROCHIRURGIA AL CARDARELLI DI NAPOLI
Avete mai visto sfilare tubicini di drenaggio dal cranio di una paziente ricoverata per presenza di ematoma subdurale bilaterale a livello delle convessità cerebrali? Io sì, l’ho visto fare a mia moglie, osservando dalla vetrata della stanza, dal valente infermiere di nome Rosario Fischetti dell’eccellente reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. Nello stesso reparto ho constatato preparatissime infermiere coprire, tutto d’un fiato, il proprio turno di lavoro, come la Sig.ra Carmen, la Sig.ra Laura o la simpatica ed umanissima Sig.ra Platone. Bene. Un reparto che si avvale di grandi firme come il Dott. Domenico Di Maro, Dott. Marco Sgambati, Dott. Mannino ed altri, tutti all’altezza, veri cervelli. Per non parlare dell’oculatissimo responsabile primario Dr. Pasquale Caiazzo.
I napoletani non dimenticheranno mai le preziose parole che ebbe ad enunciare Papa Wojtyla, in visita al Cardarelli, quell’undici novembre del 1990 “nessuna istituzione può da sola sostituire il cuore umano, la compassione umana, l’amore umano, l’iniziativa umana, quando si tratta di farsi incontro alla sofferenza dell’altro” . Ora, al di là dell’organizzazione o degli approvvigionamenti, occorrerebbe ad esempio che non mancasse mai un termometro, una macchinetta funzionante per la pressione o, peggio ancora, qualche macchina in più per le TAC; e qui si deve necessariamente migliorare, e, al di là della brutta politica lesiva alla civiltà di un popolo, il punto focale sembrerebbe proprio quello dell’aspetto umano che potrebbe, se migliorato, compensare tutto ciò che naufraga intorno alla macchina, purtroppo ancora infernale, della Sanità!
Centinaia e centinaia di pazienti che ogni giorno bussano al Cardarelli nel chiedere la necessaria professionalità dall’attenzione premurosa alla persona, e migliaia di parenti alla ricerca di un posto auto nell’unico e costosissimo parcheggio privato di fronte al Pronto Soccorso o, peggio ancora, vessati dalla cattiveria di “Ausiliari del Traffico “ votati, oltre misura, a registrare infrazioni spesso inesistenti o esclusivamente di competenza dei Vigili Urbani. Una umanità gretta e "disumanata" che, unitamente alle erbacce e alle immondizie negli spazi antistanti l’ospedale non fanno certamente onore all’illustre clinico medico, il prof. Antonio Cardarelli, il cui nome fu scelto per l’ospedale ; come non fanno onore ad altri luminari passati alla storia, come i Moscati, i Chiarolanza e tanti altri apprezzati professionisti della nostra città. Si, di una città rappresentata da un popolo glorioso che deve saper trionfare sempre più con quel necessario “Potere al Popolo”, garante di un “pubblico civile” e non del “privato speculativo”, e trionfare, trionfare, come sanno trionfare tanti Infermieri e tante eccellenti equipe di nuovi Clinici.
Ciro Ridolfini (scrittore)
Napoli, 24 gennaio 2018.
Esperienza,reparto neurochirurgia
Mi chiamo Angelo Marco Scarpata, ho avuto la fortuna di incontrare il professore Caiazzo, al quale ho prospettato l'insorgere di più ernie cervicali che avevano fortemente limitato la vita quotidiana di mia moglie, tanto da costringerla a rimanere a letto e a non poter più svolgere le più elementari esigenze. Sono stato molto colpito dal lato umano e dal senso di responsabilità col quale svolge le sue funzioni di medico. Mia moglie ha subiìto, per mano del professor Pasquale Caiazzo, un intervento alle vertebre cervicali in cui sono state impiantate due protesi. L'intervento è perfettamente riuscito, tanto da non soffrire di alcun disturbo ed ha ripreso tutte le sue attività (anche attività sportive).
Estendo il mio plauso anche a tutto lo staff di neurochirurgia, che con molta umanità e dedizione si adopera al fine di alleviare le sofferenze dei pazienti.
Io e mia moglie vi saremo grati a vita.
Medici eccezionali ma...
Bravissimi medici, la struttura non è alla loro altezza. Mio figlio è stato operato d'ugenza, un ragazzino che ci ha veramente fatto preoccupare, eravamo tutti in apprensione e molto provati, ed è questa l'unica nota negativa. Il professor Caiazzo, una eccellenza in neurochirurgia e persona di grande umanità, ci ha sempre informati della situazione ed è stato sempre disponibile, ma.. non tutti i medici sono così.
Vorrei sottolineare la grande professionalità della capo sala e di tutti i paramedici. Ma egregio dottore, egregio medico, in quel letto o in quella barella, ci sono persone, prima che pazienti, al loro fianco, ci sono papà, mogli, mariti, figli, fratelli.. persone che non arrivano al Cardarelli per scelta, ma al pronto soccorso; egregio dottore, ci si arriva mentre sei catapultato nella normalità della vita, e cerchi solo di capire nel dolore se il tuo caro lo rivedrai ancora. Egregio, umanità e comprensione, sono due parole semplici. Sono stato trattato male, tanto da non dormirci due notti, solo per essermi permesso di chiamare a distanza di due metri e alle spalle un medico, a bassa voce, e con garbo, come la mia educazione mi impone. Egregio dottore non la nomino, e lei è sicuramente un ottimo medico, come io sono un professionista apprezzato; al mondo, egregio, veniamo da uomini e poi decidiamo di essere quello che diventiamo, secondo capacità, attitudini e opportunità, ma questo non deve e non pùò farci sentire degli esseri speciali.
Carità cristiana e un pizzico di umiltà per essere speciali, bastano.
Comunque grazie a tutti.
Ringraziamenti
Un grande ringraziamento al dott. Pasquale Caiazzo che mi ha operato. Ho provato fiducia in lui dal primo momento che lo visto e non mi sono sbagliato.
Carmine Carcassa
Grazie
Il mio nome è Panico Annunziata, abito a Pomigliano D'arco. Intorno alla meta' di marzo del 2017 ho cominciato ad avere forti dolori alla parte alta della schiena, formicolii e dolori alle due braccia, specie al braccio destro, non riuscivo a camminare bene e, nonostante gli antinfiammatori che mi venivano somministrati, continuavo ad avere forti dolori. Alla luce dei fatti, sono andata al pronto soccorso dell'ospedale Cardarelli che stavo malissimo, dopo circa 15 giorni di sofferenze allucinanti. Finalmente la luce: ho incontrato il professore Caiazzo, primario del reparto di neurochirurgia. Egli mi ha operata sostituendo due ernie che erano fuoriuscite (la causa del mio malessere) con due protesi al titanio. Le ernie erano la C5/C6 e la C6/C7. Subito dopo l'intervento io sono stata bene e nel giro di due mesi ho ripreso tutte le mie attività.
Che Dio benedica il Dott. Pasquale Caiazzo e tutto il reparto di neurochirurgia, dove sono stata trattata nel migliore dei modi sia dal punto di vista della professionalità, sia sotto il profilo umano. Che Dio benedica i medici, gli infermieri e tutta la classe ospedaliera del Cardarelli: se non fosse per loro, noi che fine faremmo...???
Grazie, mi avete ridato la vita!
Cattiva assistenza post operatoria
Circa un mese fa mia madre veniva ricoverata per un intervento alle carotidi effettuato dal Dott. P. Caiazzo. Già nel post operatorio non si ravvedevano segni di miglioramento, tantomeno di guarigione. A distanza di quattro giorni dall'intervento, la stessa veniva colpita da ischemia cerebrale a causa della quale restava per alcuni giorni in stato di coma. Premetto che la paziente soffre di ipertensione arteriosa, di cui avevamo informato tutti i medici del reparto, oltrechè il responsabile del reparto che la teneva in cura, tanto che noi familiari avevamo portato anche la terapia farmacologica che seguiva a casa. A seguito delle peggiorate condizioni, i farmaci per l'ipertensione venivano ritirati dai medici e portati in medicheria, ma ogni volta che venivano a controllo ci veniva chiesto se avevamo dato la terapia per l'ipertensione, dati i continui sbalzi di pressione arteriosa che certo non favorivano la guarigione. Solo quando, a seguito di nostra sollecitazione, veniva monitorata la pressione arteriosa e risultava essere molto alta, veniva fatta una terapia d'urto. A distanza di un mese dall'intervento, mia madre è in uno stato di "dormiveglia", non si è più alzata dal letto, non siamo stati informati della terapia che sta ricevendo, dei tempi e delle percentuali di ripresa, se ci sarà; non è stato effettuato alcun altro esame clinico per valutare l'entità dei danni subiti e di cosa fare per limitare gli stessi. Diciamo che è in una situazione di stand-bay che certo non può portare ad esiti positivi. Per non parlare del senso di umanità, di responsabilità e senso del dovere, oltrechè l'educazione mostrata da una parte del personale infermieristico del reparto.
Neurochirurgia d'Urgenza dott. Vitale
Sabato sera 31 maggio, dopo molte vicissitudini, riuscivo a fa ricoverare mio zio all’Ospedale Cardarelli di Napoli nel reparto di neurochirurgia per un estesissimo ematoma subdurale diagnosticato sei ore prima dal pronto soccorso del San Paolo di Napoli.
Le sue condizioni si aggravavano progressivamente durante la notte, in cui non gli viene fatto nulla, e la mattina della domenica erano molto compromesse.., mio zio era privo di conoscenza già da alcune ore, a tal punto che inizio a pensare che solo un miracolo può salvarlo; ed il miracolo avviene, per mezzo della presenza quella mattina in ospedale del dott. Claudio Vitale, che pochi minuti dopo il suo arrivo, resosi conto della situazione, predispone immediatamente per l’intervento di urgenza, iniziato in meno di un'ora dallo stesso dottor Vitale e dalla sua equipe. Dopo circa quattro ore mio zio viene restituito alla vita con esisti post operatori minimi, e dopo due settimane risultava essere perfettamente autonomo. Sento la necessità di ringraziare nuovamente il dott. Claudio Vitale, professionista di bravura ed umanità fuori dal comune, tanto che in quei difficili giorni ho pensato che anche la presenza di persone come il dott. Claudio Vitale giustifica la scelta ostinata di voler continuare a vivere in una città così difficile.
Un ringraziamento anche al personale infermieristico ed ausiliario del Dipartimento di Neurochirurgia d’Urgenza del Cardarelli, che pur evidentemente sottodimensionalo ed insufficiente per la mole dei casi trattati, ha fatto il possibile per agevolare al convalescenza.
Operato di ernia del disco- dr. Carandente
Sono stato operato di ernia discale dal dott. Michele Carandente, un mostro di bravura...!! Soffrivo tantissimo prima dell'intervento, ora sto benissimo e consiglierei a chi ha di questi problemi di non snobbare l'intervento chirurgico, a me ha veramente rimesso in sesto.
Esperienza negativa
Mia cognata, ricoverata nel reparto di neurochirurgia del pronto soccorso Cardarelli, il 10-11-2012 è stata operata nel giro di una settimana ben 5 volte. Non riuscita l'operazione, abbiamo aspettato una settimana che arrivasse una valvola che forse poteva andare bene. Il 27-11-12 è stata rioperata, operazione andata male, dopo 24 ore è stata rioperata per togliere la valvola che non funzionava (non vi dico in che condizioni si trovava..).
Sabato 1-12-12 mia cognata l'abbiamo trasferita in un altro ospedale,
Non voglio dire altro... spero solo che mia cognata possa stare bene.
Miracoli chirurgici dal Dott. Michele Carandente
Sono stato operato nel 2005 ben tre volte nel giro di poche settimane, gli ultimi due interventi sono stati decisivi. Il mio caso è stato preso in carica dal Dottor. Michele Carandente e devo dire che ha fatto un vero miracolo.
In reparto opera una equipe di medici straordinari, che sanno come affrontare i casi disperati.
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