Neurochirurgia 1 Careggi
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Neurochirurgia CTO Firenze
Spesso negli ultimi anni mi sono trovata ad aver bisogno di ospedali della nostra regione, ho potuto vedere con i miei occhi come lavorano all’ospedale pediatrico Meyer, poi in chirurgia, medicina e pronto soccorso a Prato. Non per ultimi il reparto Maxillofacciale, la chirurgia vascolare e altri reparti dell’università di Careggi e Cto. In questi reparti ho sempre trovato dei veri e propri angeli in divisa, che con dedizione, professionalità e altruismo si prendono cura dei pazienti, rassicurandoli e trattandoli amorevolmente. Purtroppo però non si può dire tutto ciò della neurochirurgia del CTO… Mio marito approdò lì la prima volta nel 2011 per un intervento chirurgico eseguito dal dottor Paoli. Ai tempi era situato presso un padiglione di Careggi. Il giorno dell’intervento, quando già era sulla lettiga per andare in sala operatoria, dopo aver aspettato pazientemente tutta la mattina fino a tardo pomeriggio, fu riportato indietro per far passare avanti una suora, dicendoci molto palesemente che le suore non possono attendere. Finalmente finito l’intervento, il dottore mi passò a diritt, e io inseguendolo per avere informazioni: si fermò due secondi in corridoio alla presenza di una gran folla di persone per dirmi solo poche spicciole parole. Notai una strana differenza con tutti gli altri parenti che erano ricevuti in studio dopo la fine di ogni intervento. Alla dimissione chiesi al personale infermieristico come procedere per prenotare per la visita di controllo, per tutta risposta mi dissero che dovevo andare a pagamento nello studio privato del dottore, quindi nessun controllo post operatorio. Ritorniamo in ospedale pochi giorni dopo con una ferita completamente aperta, interviene il dottor Ashraf Noubari Bahman ricucendolo in piedi senza alcun analgesico e con totale menefreghismo del dolore e del conseguente calo di pressione.
Purtroppo, nonostante la sgradevole esperienza, siamo dovuti tornare a fare una visita neurochirurgica, preso appuntamento ad aprile 2015 arriviamo al CTO per la visita a novembre 2015, troviamo il dottor Guizzardi, che gentilissimo ci spiega che richiede un nuovo intervento, ma avendolo prima operato il dottor Paoli, ci invita a tornare con una Tac da far visionare al collega e ci manda a casa con una richiesta urgente per visita successiva. Riusciamo a fare la Tac a dicembre 2015 e richiediamo subito l’appuntamento “urgente” - ci è dato per marzo 2016. Arrivati al finalmente tanto sudato appuntamento, ma con oramai dolori allucinanti che hanno più volte richiesto l’intervento del 118 e del pronto soccorso di Prato, troviamo il dottor Ashraf Noubari Bahman, che non guarda nemmeno la tac e ci invita a tornare dopo dieci giorni, data in cui dovrebbe esserci stato il dottor Paoli, perché avendolo operato lui se ne deve occupare lui. Gli chiedo se almeno può alleviare il dolore con una terapia, ma ci dice che la decisione spetta al dottor Paoli e che lo fa per noi a essere così “gentile”.
Il giorno dopo mi armo di pazienza e dopo un’estenuante e dura lotta al telefono, riesco a parlare con il famoso dottor Paoli, gli chiedo di indicarmi almeno un efficace antidolorifico, ma mi risponde che deve vederlo e mi liquida con un arrivederci.
Torniamo oramai estenuati ed esauriti il 24 marzo e con enorme stupore ahimè il dottor Paoli non c’è, ma al suo posto è presente una specializzanda, dottoressa Mariotti/Furio, alchè io le chiedo subito del Dottor Paoli e, in una sala di attesa gremita di persone, mi risponde che siamo in un poliambulatorio dove fanno visite in convenzione e se volevo il Paoli, dovevo cercarlo altrove privatamente. Qui perdo la pazienza e le dico che tutto ciò lo dovrebbe spiegare ai suoi colleghi che non sono stati capaci di visitare mio marito per ben due volte. La dottoressa rientra in ambulatorio e visita tutti i pazienti, facendo passare avanti anche coloro arrivati molto dopo di noi. Una volta entrati, visiona la tac e ci chiede di lasciarle il dischetto per farlo vedere ai medici del reparto, invitandoci a tornare. Al mio NO, mi dice che si assume lei la responsabilità di ricontattarmi quanto prima per farci andare direttamente in reparto. Allora io le dico ok, ma non lascio il dischetto e la invito a stamparsi le immagini. A tutt’oggi non ho più sentito nessuno e sono arrivata a una triste conclusione….
Noi abbiamo sempre pagato i Ticket sanitari per non avere alcuna prestazione. Ci hanno costretto ad andare privatamente da un medico, ma, visto il loro assurdo modo di lavorare, abbiamo preferito pagare un medico di un'altra grande azienda sanitaria, che visto il problema di mio marito ha deciso di intervenire il prima possibile con un intervento chirurgico.
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