Medicina d'Urgenza San Camillo
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Lesione tendine di Achille
Sono stata ricoverata lunedì 29 gennaio al pronto soccorso del San Camillo per lesione del tendine di Achille.
Scrivo per denunciare ciò che ho visto nei quattro giorni in cui sono rimasta parcheggiata lì e raccontare ciò che mi è successo la notte tra l’1 e il 2 febbraio.
Voglio denunciare, non solo lo stato di degrado e di abbandono in cui versa il pronto soccorso, cosa che già si sa, ma anche lo stato di umiliazione a cui vengono sottoposti i pazienti perlopiù fragili e anziani.
Capisco tutto, capisco la mancanza di personale e la carenza di fondi, ma se un paziente chiama per farsi cambiare il pannolone e l’infermiera risponde “io faccio solo un culo per volta” mentre altre infermiere sono sedute col cellulare in mano, chiacchierano tra di loro a voce alta e con un linguaggio spesso volgare, questa non è carenza di personale, è maleducazione, indifferenza, non assolvere ai propri doveri professionali.
Ed ora racconto la mia vicenda.
Verso le 23.30- 24.00 comincio a sentirmi male, mi sentivo prudere tutto il viso, sentivo il sangue alla testa, avevo paura.
Mi sono alzata e sono andata verso il banco dei medici e delle infermiere, descrivendo il mio stato. La loro risposta è stata ”Lei è una paziente ortopedica, stia tranquilla e se ne torni a letto”.
Così ho fatto, cercando di rilassarmi, ma non ci sono riuscita, sono ritornata da loro, dicendo che non sapevo cosa fare, risposta “Vada nella stanza dell’ortopedico, lei sa dov’è, no?”, mentre un’infermiera diceva “ Ecco la paranoica!”.
Sempre più agitata, me ne sono tornata di nuovo a letto in attesa di veder passare qualcuno del reparto ortopedia.
Ciò è avvenuto verso le 1.30 del 2 febbraio, l’ortopedico mi ha misurato la pressione, mi ha fatto fare un elettrocardiogramma e fatto fare analisi del sangue, da cui e’ risultato tutto regolare anche se la pressione, la massima, era 140, quando di solito ho 110.
Sicuramente ero in uno stato di agitazione, dovuto alla permanenza in quell’ambiente, all’attesa di un evento, l’operazione al tendine, sulla cui data nessuno sapeva fare una previsione. Un infermiere ha detto “Eh ma voi che entrate al pronto soccorso dovete sapere che possono pure passare 15 giorni prima dell’intervento.”
Denuncio l’atteggiamento del medico e delle infermiere di quella notte, avrebbero dovuto fare loro gli accertamenti, poiché il mio problema non era di natura ortopedica, e comunque tranquillizzarmi anche soltanto con delle parole adatte. Mi sono sentita trattata non come una persona, ma come un oggetto fastidioso!
La mattina dopo ho firmato per uscire dal pronto soccorso del San Camillo, mi sono rivolta a una struttura privata, sono stata operata il 3 febbraio e dimessa il 4 febbraio. L’ortopedico che mi ha operato ha detto che il tendine di Achille una volta rotto deve essere operato in breve tempo.
Mi auguro che questa mia denuncia possa portare a qualche risultato positivo per qualche altro paziente.
Pronto soccorso - madre Covid positiva
Mia madre l’ho portata al pronto soccorso perche’ erano settimane che non si sentiva bene, e’ risultata positiva al Covid-19. Per due giorni e’ stata al pronto soccorso in corridoio al freddo e, nonostante andassi a dirlo al pronto soccorso, non hanno dato piu’ coperte per aiutarla. L’infermiera a cui lo avevo chiesto la seconda notte mi aveva assicurato che sarebbe andata a vederla, ma mia madre non l’ha proprio vista. In piu’ il pavimento era sporco anche di sangue, e avevano dato i pannoloni. E’ peggiorata con una polmonite e poi, quando l’hanno trasferita alla clinica Privata Villa Tiberia, dopo una settimana è morta. Informarsi sempre se le cliniche/ospedali sono specializzati.
Pensate sempre a dove portate i familiari al pronto soccorso.. io ho fatto lo sbaglio di averla portata vicino casa.
Delusa e indignata al pronto soccorso codice verde
8 ore per fare una Tac al cranio! Poteva essere una ischemia, o un ictus, una cosa cerebrale vascolare profonda.. ci sarebbero volute altre 4 ore dopo la TAC per fare una visita neurologica. Io ho aspettato due ore ancora questo neurologo, che non si è visto, così ho firmato per uscire. La dottoressa scostante e non cordiale, non disposta a dare alcuna informazione né ai parenti né ai pazienti. Grande scortesia, è stata una vera delusione.
Non è ammissibile!
Non è ammissibile che in una città europea esista un simile pronto soccorso. E' vergognoso, punto.
A parte il mio caso personale - che qui poco rileva - ciò che più conta è vedere gente anziana in gravi condizioni abbandonata a sè stessa per ore e giorni.
Ho visto una signora che era lì da 72 ore, non parlava e non si muoveva più. Per far muovere gli addetti, qualcuno inventava trucchi assurdi.
In ogni caso: vergogna! Sul sito dell'ospedale appare la mail del direttore del pronto soccorso: dal momento che l'organizzazione è pessima, sebbene la competenza sia ottima, mi pare giusto scrivergli delle nostre insoddisfazioni.
pronto soccorso san camillo
Giovedì, dopo un incidente giocando a calcio, la notte all'una arrivo al pronto soccorso col ginocchio gonfio e dolorante; in triage faccio l'accettazione, chi è di turno mi dice che con l'ortopedico di solito si fa veloce, mi mandano in sala d'aspetto codice verde e ho solo una persona in attesa prima di me. Il tempo passa, il dolore è sempre più forte; passano 3 ore e mezza e nessuno chiama il mio nome; sono le 4:30 di mattina e sono sempre solo io in attesa di essere visitato. Non riesco a camminare, provo dolore stando seduto sulla sedia in corridoio; passa un'infermiera del reparto e le chiedo una barella, o una sedia a rotelle per stare piu' comodo... Mi porta in una sala d'attesa grande circa 30 mq. con una quindicina di pazienti in barella gia' in visita e mi fa mettere su una poltrona. A quel punto chiedo che in quella sala non avrei sentito se mi chiamavano e lei mi rassicura che sarebbero venuti a chiamarmi lì; c'era il monitor che indicava i pazienti in attesa, io lo guardavo ma cominciavo a a perdere frazioni di tempo, mi addormentavo a tratti; le 5:30 e ancora niente; alle 6:40 riapro gli occhi e il mio numero non c'era piu' in attesa sul monitor! Chiedo all'infermiera (un'altra) che era in quella sala e, controllando sul PC, mi dice che mi hanno chiamato alle 5:50 e non ho risposto alla chiamata! Ma come potevo rispondere se non sentivo in quella sala che mi ci hanno messo loro!
Preso da una crisi di nervi sono dovuto tornare in triage e rifare l'accettazione e rifare la fila! non hanno voluto sentire ragioni!
Si fanno le 8:30 e, finalmente, dopo 7 ore e 30 la prima visita e quindi mi mandano a fare la lastra; torno dall'ortopedico e mi dicono che ho una frattura alla spina tibiale mediale e forse ci potrebbero essere lesioni ai legamenti, 30 giorni di gesso poi visita dall'ortopedico e risonanza magnetica.
L'ortopedico mi dice che al posto del gesso posso mettere un tutore, piu' leggero e comodo, ma la USL non lo passa, mi indica una sanitaria vicino all'ospedale e o trovo qualcuno che viene in DEA, prende il modello di tutore, lo compra e me lo riporta, oppure rifiuto il gesso, vado alla sanitaria, lo compro e me lo mettono.
Non ho nessuno in quel momento da mandare a comprare il tutore, mi fanno firmare il rifiuto del gesso, dato che abbiamo optato per il tutore, e mi dimettono, cioè: mi fanno uscire dall'ospedale con una frattura solo col mio ombrello!
Compro il tutore e alla sanitaria non me lo mettono perche' sul referto non c'e' scritto come vada posizionato!
Siamo a venerdì, lo metto da solo e quando arriva domenica il ginocchio e' un pallone, pure il piede gonfio.. Così la mia compagna mi carica in auto e mi porta al Santo Spirito, ove appaiono contrariati per aver cambiato ospedale e quindi devo rifare tutto da capo.. Le lastre fanno male mi dicono, chiedo di rifare il tutto e sapete, dopo aver rifatto due volte le lastre, cosa è risultato?? Non ho nessuna frattura!!! Probabile lesione del legamento crociato anteriore!
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