Medicina A Ospedale Asti
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Infezione vie urinarie
Sono la figlia della paziente Gai Vittoria e mi permetto, ammesso il momento difficile, di raccontare la vicenda di mia madre. Mia madre, in data 2 dicembre 2020, ha avuto nel primo pomeriggio un dolore al fianco destro; ho avvisato il suo medico curante che ha diagnosticato una infezione alle vie urinarie, le ha fatto un buscopan iniezione e il dolore è passato. Quindi ha iniziato la terapia antibiotica Zitromax 500 e Tavanic 500 bevendo circa 2 litri di acqua. In serata aveva qualche linea di febbre, massimo 38, trattata con Tachipirina 100. In prima serata abbiamo fatto il tampone rapido, negativo, e un'ecografia addominale totale, con esito negativo. La mattina successiva abbiamo fatto esame per valutazione di ematocrito e urinocoltura. Il tutto in forma privata. La situazione era nella normalità.
La notte tra il giovedì la febbre è risalita e aveva difficoltà ad urinare. Alle 8.00 di venerdì 4 dicembre abbiamo avuto gli esiti degli esami, la creatinina era a 2 e aveva qualche linea di febbre. Allora, sentito il medico di base, abbiamo chiamato il 118. I parametri di pressione, cuore e saturazione erano nella norma e mia mamma era lucida e presente.
Al 118 ho consegnato tutta la documentazione, più la cartella diabetologica coi controlli effettuati, dato che lei soffre di Diabete Mellito 2 da 15 anni trattato con Gliconorm e Trajenta. Inoltre anche cartella relativa ad un problema oncologico al seno (in cura presso IRCC CANDIOLO dal 2018) trattato con Letrozolo 2.5/ riduzione più del 50%/ paziente stabile.
Nel tardo pomeriggio sono stata chiamata da una dottoressa del reparto Medicina A per conoscere le terapie in corso e per informarmi che il tampone era negativo e veniva trasferita presso il loro reparto. Alle 23.00 sono stata chiamata e mi è stato detto che sarebbe stata sottoposta ad un piccolo intervento. Non abbiamo più avuto notizie fino alle ore 22.00 del giorno 5 (abbiamo provato nella giornata a chiamare e o non rispondevano, o mi chiedevano il numero telefonico). La chiamata delle 23.00 è stata poco chiara, mi hanno detto che mamma non era collaborativa. Domenica 6 abbiamo chiamato alle 12.30 e ci è stato detto che era stazionaria e che andavano di fretta. Lunedì 7 abbiamo richiamato alle 12.30, mi è stato detto che le avrebbero fatto un secondo tampone. In serata siamo stati informati del trasferimento in Medicina B. Alle 9.00 del giorno 8 sono stata contattata dalla dottoressa primaria del reparto, dottoressa competente e UMANA che ci ha proposto di vedere per pochi minuti sia io che mio fratello la nostra mamma. Arrivati in reparto, nel rispetto di tutte le norme (entrambi abbiamo fatto il tampone rapido e siamo negativi), molto umanamente ci ha detto che la mamma era in pre-coma e grave. La nostra mamma è mancata il giorno 9 alle 10.10 per setticemia. Mi permetto di chiedere se la mia mamma in medicina A abbia ricevuto cure adeguate. Ora lei non è più con noi, ma questo dubbio ci rimane. Posso solo dire grazie alla primaria della Medicina B per competenza e grande umanità. Per tutto il resto, camera mortuaria compresa, esprimo una pessima opinione.
Silvana Varaldi
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