Medicina 1 San Carlo
Recensioni dei pazienti
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Ricovero da P.S.
Mia madre è stata ricoverata proveniente da P.s. per una polmonite nel 2014.
La competenza da parte medica è stata discreta, al contrario di quella infermieristica e assistenziale, tanto che è subentrata un’ulteriore infezione ospedaliera risolta con terapia mirata.
L’assistenza infermieristica e da parte degli operatori sanitari è stata scarsa sia dal punto di vista umano che professionale.
Mia madre è stata allettata per più di un mese e alle dimissioni non era più in grado di camminare.
Durante una mia visita ho trovato mia madre forzatamente sollevata dal letto e legata con delle lenzuola dal fisioterapista per sorreggerla in evidente stato confusionale contro la sua volontà.
In generale non mi sento di esprimere un giudizio positivo sul reparto nonostante la risoluzione della patologia.
Assoluta mancanza di igiene e umanità.
Senza umanità
Mio padre è stato ricoverato per problemi cardiaci e polmonari, aggravati da una patologia di demenza senile. Non c'è mai nessuno quando si ha bisogno che venga cambiato, non viene rispettata la sua dignità (ancora chiede di poter andare in bagno e invece viene costretto a fare tutto nel pannolone). Non si alimenta da giorni e non si è provveduto a fargli neppure una flebo per sostenerlo. Meno male che tra poco sarà trasferito in una struttura per essere sottoposto a riabilitazione.
Infermieri assolutamente scortesi, reparto mal tenuto. Una vera delusione per quello che si candida ad essere l'ospedale dell'Expo 2015.
Esperienza negativa
Parliamo del reparto di MEDICINA GENERALE dell'ospedale San Carlo di Milano ed io spero che queste parole non finiscano nel vento...
Ricoverato dal Pronto Soccorso di un paziente in cura con Coumadin (pregresso ictus), nove giorni ci sono voluti per capire che la scarsa mobilità sul lato sinistro era dovuta ad altro Ictus!! Prima diagnosi, Polmonite???
In reparto viene trattato male da quasi tutto il personale infermieristico, i pasti gli vengono lasciati lì e, non essendo in grado, dopo l'ictus, di mangiare, dopo un'ora portati via intonsi (i parenti provvedono a mettergli una persona d'appoggio per nutrirlo); i farmaci gli vengono consegnati senza verificare che riesca ad assumerli; il figlio trova pastiglie sfuggite nel letto; la domenica (visita parenti) indossa il suo pigiama, gli altri giorni è quasi sempre col camicino leggero; la sacca del catetere tracima e solo su sollecitazione si provvede spazientiti a sostituirla; gli altri reparti sono accessibili, ma questo rimane blindato, salvo orario pasti...
Il paziente "ha avuto un peggioramento clinico" messaggio telegrafico telefonico di un infermiere; tradotto: è morto.
Trattato, per suo stesse parole, come mai gli fosse capitato in vita sua. Parole che non aveva avuto per altre strutture, abituato da una vita a sacrifici e privazioni... di ospedali ne aveva negli ultimi anni frequentati, alla clinica San Giuseppe dopo il primo ictus era stato prontamente monitorato cardiologicamente, cosa che qui non è avvenuta!
Era un uomo che meritava una fine migliore, sicuramente più dignitosa!
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