Koelliker Ospedalino Torino

Sono stata ricoverata per un intervento di prolasso intestinale. Ho passato 3 giorni di inferno in quanto mi è sembrato di stare in un "carcere" più che in un ospedale. Non potevo varcare la porta della camera con mascherina, neanche per guardare anche solo il corridoio che venivo subito ripresa dagli Oss o infermieri di turno; andare alla macchinetta del caffè anche solo per un the neanche parlarne. Personale molto apatico e scontroso, avrei voluto firmare e andare via, ma non ho potuto. Mangiare pessimo - e non guardano che patologia hai, il cibo è per tutti uguale. Esperienza da dimenticare il prima possibile, nonostante la bravura dei chirurghi.

Partendo dal fatto che ero stata prenotata per una operazione e mi dovevano avvisare per l'orario, a due giorni ho chiamato IO: si erano scordati di avvisarmi.
Operazione alle 08:00, poi spostata telefonicamente alle 11:30, alla fine sono stata operata alle 15:30.
Dalle 11:00 alle 15:30 SEDUTA su una sedia di plastica perché, secondo le infermiere, nonostante sul foglio di ricovero avessi il letto n. 4, chi fa day hospital NON ha diritto ad un posto letto.
Alle 15:30 operazione durata 4 ore anziché 1 ora, con mio marito in strada senza alcune notizie dalle 15:30. Entrato alle 19:00 per sapere fossi viva o morta, è stato praticamente MALTRATTATO dalle infermiere.
A quel punto mi tengono per la notte, avevo diritto ad un letto!!!
Alle 21:30, come detto dall'anestesista (gentilissimo e cortese), chiedo un antidolorifico perché inizio a sentire dolore. Aarrivano alle 22:30 con un antiinfiammatorio (e si lamentano perché chiedo un po' d'acqua per prendere la pastiglia); ne approfitto anche per andare in bagno per non disturbare troppo. All'una di notte,non sopportando più il dolore chiamo e, finalmente, mi danno un antidolorifico, il cui effetto finisce verso le 04:00 del mattino, ma non chiamo per non disturbare. Alle 07:30 chiamo per andare in bagno visto che con la flebo non posso muovermi e SI LAMENTANO perché ho disturbato.
Alle 09:30 mi avvisano che sono dimessa e che posso uscire appena arriva qualche parente, che però NON PUÒ ENTRARE. Con un braccio solo mi vesto, preparo la mia borsa e CERCO QUALCUNO da avvisare perché me ne vado. In tutto ciò, ero a DIGIUNO totale dalle 06:00 del mattino precedente perché, nonostante l'anestesista avesse detto di portarmi qualcosa da bere o mangiare, non mi è stato portato nulla se non una bottiglietta d'acqua.

Per prenotare bisogna stare tutto il giorno al telefono e la maggior parte delle volte non risponde nessuno.
Lo trovo vergognoso.

Allora, io ho prenotato una visita in forma privata con il dottor Miraglia perché non vedevo più tanto bene. Diciamo un controllo. Lui ha diagnosticato una cataratta più evidente all'occhio destro. Poi gli ho anche detto che io ho un problema all'occhio destro, l'uveite, che periodicamente si attiva. Lui allora ha richiesto un esame ulteriore dalla dottoressa Machete sempre all'interno dell'ospedale. Fatto anche questo esame, ho riportato l'esito al dottore. Premesso che la dottoressa ha detto che non c'era alcun problema per l'operazione di cataratta, il fatto sta che il dottor Miraglia, dopo che ha letto l'esito dell'esame, mi ha comunicato che lui non se la sentiva di operarmi perché "ho già avuto due pazienti con la sua patologia e ho avuto tutte e due le volte dei problemi".
Bene, ma allora mi chiedo: perché non me lo ha detto prima, invece di farmi perdere altro tempo con altra visita? Ho perso un mese e più!

Freddezza e sufficienza nel rapporto durante la visita, in cui un normale ottico in genere impiega il triplo del tempo ed accuratezza per analizzare i pazienti.
Poca disponibilità nel rispondere alle domande relative al caso.
Appena uscito sono tornato dal mio ottico di fiducia, che ha riscontrato uno sbilanciamento nella prescrizione delle lenti.

Prenoto risonanza con una priorità prescritta dal pronto soccorso di un'altra città a 75 km. di distanza, mi piazzano entro 5 giorni, e ok... Peccato che però il referto mi venga dato tassativamente dopo 5 giorni, data che coincide con una visita importante per terapia del dolore (anche quella da fare urgentemente e che ho prenotato in un altro ospedale, distante pure quello dalla mia città 73 km.) perché non c'era posto da nessuna parte, nemmeno nella clinica più vicina a casa. Faccio richiesta per avere prima il referto (in alcuni ospedali si mettono una mano sulla coscienza e lo refertano subito) ma qui é un muro di gomma, e a chiunque chiedo la risposta è picche. Intanto io mi tengo il dolore perché la visita urgente, che già era slittata di 10 giorni, slitta ancora di più per la solita burocrazia! Assurdo!!

Visita oculistica di routine per un bambino di 5 anni: accettazione alle ore 10.30, fine della visita (dopo ripetuti solleciti) alle ore 13.15. La dottoressa non è riuscita neanche a vedere bene l'occhio perchè il bambino non riusciva a tenerlo aperto per la stanchezza, il sonno e la fame. L'appuntamento era stato fissato alle ore 11.00 a decine di persone. Quasi 3 ore di attesa per una visita complessiva di neanche 5 minuti. Una totale assenza di rispetto per adulti e bambini. In nessuna struttura pubblica o privata, in 43 anni, ho mai sperimentato una disorganizzazione di tale livello. Cercherò di informare quante più persone possibili di questa esperienza, perchè solo attraverso scelte consapevoli e non adeguandosi supinamente all'inefficienza la società può migliorare.