Istituto Scientifico Romagnolo di Meldola
Recensioni dei pazienti
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Oncologia
Mio padre aveva 60 anni appena compiuti, è stato in cura qui 4 mesi e poi è morto. Sapevamo che la sua malattia era già in uno stato avanzato, quindi non ci aspettavamo il miracolo, ma almeno più empatia da parte dei medici, quella sì. Troppo giovani, non c’è mai stato un medico chiaro e diretto nel dirmi quello che a papà realmente stesse succedendo. Quello che hanno saputo fare è stato solo indirizzarci alla cure palliative, ma nel mentre non sono stati umani, nemmeno nello spiegarci le cose poco prima della sua dipartita; aveva infatti fatto una Tac e neanche sono stata chiamata per visionarla insieme a loro, ho dovuto basarmi solo sulla mia teoria dopo averla letta.
Delusione
Mio moglie è morta sabato scorso per un tumore al polmone con metastasi diffuse dopo cinque mesi di applicazioni.
Non posso certo criticare le cure che le sono state fatte, perché non ho le competenze mediche necessarie, mentre invece esco da questa dolorosa esperienza con una profonda delusione per la mancanza di quel necessario contatto umano che, secondo me, un oncologo dovrebbe garantire al malato di un tumore.
Scarse informazioni, mancate risposte, mancanza del medici di riferimento, superficialità nei rapporti. Una grande delusione che mi porta a pentirmi di essermi rivolto a questa struttura.
Ma ora non importa più perché mia moglie non c'è più. Amen.
Delusa
A malincuore, devo dire che non ho trovato ciò che mi aspettavo in termini di chiarezza e semplicità nello spiegarmi le varie terapie possibili, a seguito dell’asportazione di un carcinoma al seno effettuato presso l’ospedale Di Imola. Volevo un secondo parere diagnostico, che di fatto si è rivelato uguale a quanto propostomi dall’ospedale (quindi mi sento più serena nell’affrontare questo percorso), ma quello che mi ha colpito è stata la freddezza, nessun tipo di agio, calore umano pari a zero. Quando un medico si trova davanti a pazienti che vengono catapultati in un susseguirsi di emozioni così forti, non servono termini tecnici incomprensibili, ma spiegazioni che semplifichino la comprensione e rassicurino su quanto accade.
Meglio il centro di AVIANO
Il mio oncologo mi ha consigliato questo centro per curare il mesotelioma, nello specifico il dott. Polico, che a sua volta ha incaricato la dottoressa Parisi; sono stato sottoposto a 5 sedute di radioterapia. Al presentarsi delle controindicazioni, la stessa non e' stata mai disponibile e sempre assente, non lasciando neanche un telefono privato per le urgenze. Poca l'assistenza rispetto ad altri medici che mi hanno seguito, tutti rivelatisi sempre disponibili.
Linfoma NH
Ora che non c'è più, la rabbia mi fa essere più lucida di quanto non lo sia stata in tutto il percorso del babbo.
Ora che mio padre non c'è più, mi hanno detto che noi familiari possiamo usufruire di un servizio gratuito dallo psicologo. Adesso..... ma quando c'era mio babbo dove eravate...?
Mia sorella e mia madre non sanno ancora di che cosa sia morto il babbo.
La nostra è stata una esperienza allucinante, con un paziente modello come mio padre, che non chiamava neppure le infermiere quando aveva bisogno per non disturbare..
Dove erano quando per ore aspettavo la loro disponibilita' e mi davano il contentino di corsa nel corridoio dicendomi "è una malattia molto aggressiva, non si puo' parlare di prognosi". Ma chi mi ha spiegato cosa significasse l'aggressivita' della malattia e cosa poteva succedere?? Chi ci ha mai spiegato che cosa sia un linfoma? Ce lo siamo andati a studiare da soli....
La sospensione brusca del cortisone dopo mesi di somministrazione puo' provocare anche crisi depressive e di ansia, cio' che e' successo a mio padre, che l'ha superata grazie alla nostra presenza costante giorno e notte, fino a quando la dott.ssa decide che lui deve rimanere da solo di notte e gli da' la pastiglia per dormire. Ma che sensibilita'!!! E quella pastiglia aveva comunque controindicazioni su persone con grave insufficienza respiratoria, cioe' ciò che aveva mio padre e che a lui provocava agitazione e allucinazioni. Dimesso con problemi di deambulazione con due fogli di farmaci da prendere a casa in orari e tempi diversi e un programma di visite e terapie in day hospital sempre lungo, nessuno ci ha dato una mano!!
negativa
Inizio subito a definire quello che secondo loro chiamano camera sterile, neutropenica o bassa camera microbica.
Premetto subito una cosa: questa camera dovrebbe servire ai pazienti che, dopo chemioterapia, si ritrovano con le difese immunitarie a 0 e quindi vanno messi là dentro per evitare contaminazioni che causerebbero febbre, diarree, dolori addominali ecc.
Ecco, io che purtroppo ci ho passato la bellezza di 45 giorni e posso constatare che sono semplicemente 6 camere singole dove i parenti, gli infermieri e i medici usano semplici precauzioni come mascherine, calzari e camici che non garantiscono al 100% la completa sterilità dell'individuo che entra in contatto con il paziente neutropenico. Poi, se volete posso aggiungerci che certi infermieri non adottato neanche queste protezioni...
Quindi io vorrei che questo mio commento, mi rendo conto un pò duro e capisco benissimo che il centro sia giovane quindi possa solo che migliorare, possa servire a far smuovere qualcosa...
2- Vitto discreto con ampia scelta delle pietenze
3- tecnologia strumentale in ambito medico/infermieristico nettammente superiore (peccato che non la usino)
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