Istituto Europeo di Oncologia Milano
Recensioni dei pazienti
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brutta esperienza per second opinion
Sono entrata in visita da sola, senza accompagnatori, per un consulto in oncologia ginecologica con la dottoressa Mariateresa Lapresa. Sono paziente oncologica di lungo corso e ho avuto ottime esperienze presso lo Ieo nei reparti di chirurgia senologica e ginecologica.
In questa visita (un consulto riguardo alla sospensione di una terapia seguita nell'ospedale della città dove risiedo) la dottoressa Lapresa è stata a mio avviso sbrigativa e sommaria, senza nessun riguardo per l'investimento emotivo, oltre che di tempo e di soldi, di una paziente che affronta una trasferta per ricevere un parere in una struttura di eccellenza. Durante i pochi minuti della visita la dottoressa non mi ha mai guardato in viso. La sua attenzione era rivolta al computer per digitare i dati e il referto, e congedarmi appunto il più in fretta possibile. Ha risposto alle mie domande riguardo a eventuali terapie post recidiva in maniera laconica, ha velatamente criticato la strategia terapeutica dei medici che mi seguono nella mia città e infine mi ha lasciato poche speranze di continuare a stare bene, sebbene da anni, ai controlli ematici e strumentali, io non presenti segni di malattia.
Sono consapevole della mia situazione e non mi sono certo rivolta a una specialista di eccellenza per avere false speranze, però l'atteggiamento della dottoressa Lapresa è stato agli antipodi rispetto alle altre esperienze che ho avuto allo IEO.
Non ho l'abitudine di scrivere recensioni negative ma torno da questa visita indignata, delusa e con un carico ancora maggiore di sofferenza emotiva.
Esperienza negativa presso Sviluppo nuovi farmaci
Prendendo spunto da un’altra recensione relativa a questo Istituto, ritengo anche io doveroso lasciarne una, per dare dignità a mia mamma, paziente oncologica venuta a mancare ormai un anno fa.
Mia mamma era in cura da diversi anni nella sua Regione di residenza. In seguito a fallimento di chemioterapia su metastasi al fegato da carcinoma della mammella, il suo oncologo la mette in contatto con la divisione di IEO relativa allo Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative, diretta dal dottore Giuseppe Curigliano.
Mia mamma viene convocata presso la suddetta divisione per una prima visita e delle analisi del sangue preliminari. Dopo questa prima visita passa un mese e mezzo, durante il quale la sua situazione, già molto compromessa, si aggrava ulteriormente. Viene ricontattata per una seconda visita e delle nuove analisi del sangue – è necessario specificare che ogni visita richiede uno spostamento da Sud a Nord, con dispendio notevole di energia e di soldi. Durante questa seconda visita, la dottoressa Locatelli comunica a mia mamma che, a causa di alcuni parametri fuori norma (transaminasi molto alte), probabilmente non rientrerà nel percorso di terapia sperimentale che era stato inizialmente pensato per lei. In seguito ad alcune lecite domande di mia mamma, che ancora ricordo testualmente (“Dottoressa, ma posso fare qualcosa per fare rientrare questi parametri nella norma?”), la dottoressa, noncurante della delicata situazione psicologica di una paziente oncologica in stato avanzato, risponde dicendo: “Ma insomma signora, lei non si rende conto della gravità della sua situazione?! Lei ha un tumore in stadio avanzato, io non posso assumermi responsabilità su di lei.”
Comprendo benissimo che i parametri per rientrare in percorsi di terapia sperimentale siano molto rigorosi. Comprendo, altresì, che l'aspettativa di vita di mia mamma in quel momento era già molto bassa. Razionalmente, non potevamo sperare in una terapia risolutiva. Tuttavia, non augurerei mai a nessuno di essere nei panni di una paziente o della figlia di una paziente, in seguito ad un confronto così immotivatamente privo di tatto. In quel momento a mia mamma è crollato il mondo addosso, e certamente non meritava un trattamento simile.
Mancanza di UMANITA'
Mia sorella, giovane paziente oncologica grave, con la speranza nel cuore e che con tutta se stessa si aggrappava alla vita, è stata a visita dalla dott.ssa Milano, che le ha detto chiaramente che non c'era niente da fare e che di lì a poco sarebbe peggiorata sempre più, e vi lascio immaginare il finale... Uscita dall'ambulatorio, potete comprendere il suo stato d'animo.. Noi familiari sconvolti le abbiamo dato coraggio per quanto abbiamo potuto, ma aveva già ormai ricevuto "l'estrema unzione". Io credo che un medico debba preservare, oltre che la salute fisica, anche quella PSICHICA del paziente; essere compassionevole e dare speranza aiuta il malato ad affrontare con più positività anche la peggiore delle patologie.
Pessimi organizzazione e interesse per il paziente
Assolutamente NON soddisfatto, come letto in una precedente recensione, per loro siamo solo dei numeri. Mi sono rivolto alla divisione ricerca e sviluppo nuovi farmaci, pessima organizzazione, spesi un bel po' di soldi per poi farmi liquidare semplicemente con "Ci dispiace non possiamo far nulla per lei" e basta, senza alcun altro consiglio su eventuali strade da intraprendere; il tutto con una semplice e poco cortese telefonata, quasi scocciati alle mie richieste di spiegazioni più complete.
Senologia medica e oncologia
Ringrazio tutti gli oncologi, in particolare la Dott.ssa Monica Iorfida, sempre disponibile con gli ammalati, pronta a rispondere anche in via email, sempre pronta a spiegarci cose a noi incomprensibili, ma sopratutto sempre pronta a calmare le paure degli ammalati.
Tumore polmonare
Per niente soddisfatta né io, né mio padre malato di tumore. Nessuna attenzione al paziente. Il nome sarà anche prestigioso, ma noi ci siamo sentiti soltanto un numero.
Paziente dimenticata!
L''anno scorso sono stata operata di mastectomia al seno sinistro. Quest'anno dovevo fare la mammografia, ma mi è stato detto che dovevo aspettare due anni e così sono dovuta andare in un un centro radiologico, dove in poche settimane mi hanno fatto la mammografia e altri esami che allo IEO non ho potuto fare perché dovevo aspettare due anni. Ho chiamato di nuovo lo IEO per una visita oncologica, ma neanche quella: a pagamento sì, invece con servizio nazionale sanitario (nonostante avessi la priorità) nisba. Così ho prenotato la visita all'ospedale di Riccione, dove mi faranno aspettare solo 3 giorni. Allo IEO non mi è più possibile fare niente se non a pagamento... grazie!
Abbastanza deluso
Sono un chirurgo che a 50 anni si è trovato dall'altra parte, cioè del paziente, per un ca della prostata. Devo dire che sono abbastanza deluso dall'IEO. La sensazione è che tutti corrano per finire il lavoro, ma pochi si ricordano di avere a che fare con esseri umani. Credo onestamente di prestare più attenzione ed umanità nel mio lavoro, dove difficilmente ho di fronte casi disperati. Eppure credetemi, ho fatto e curato più con le mie parole che con le mie mani e questo è ancora più vero in questo settore dove a volte il medico ha poche cure. La sensazione è quella di trovarsi in una grossa azienda dove gli interessi economici (vedi l'attività privata svolta a cui spesso la gente anche in difficolta' economica ricorre terrorizzata dal proprio male) hanno preso il sopravvento. Assistenza di reparto pessima (se si comportassero così i miei infermieri, starebbero già a casa!). All'accettazione ti imbatti spesso in persone scortesi, per non dire odiose. Anche il trattamento medico (e pensare che sono un collega) è asettico di chi non dice una parola in più per non creare uno stato confidenziale. Ovviamente c'è qualche eccezione. Ma guai a toccare il giocattolo, si rischia di romperlo e gli interessi economici sono enormi!
PS: una Risonanza 1000 euro. Da me 100 euro.
La mia esperienza è stata assolutamente negativa
Mio padre è stato operato nel 2014 di K polmone n1m0 all'ospedale San Raffaele.
Sempre negativo a tutti gli accertamenti fatti fino a luglio 2015, a settembre inizia ad avere qualche disturbo. Così, sotto consiglio di un amico, prendiamo appuntamento allo IEO con il dottor Alessandro Borri. Il Borri studia l'incartamento, spiega a mio padre che per la sua patologia avrebbe dovuto fare chemio, ma non gli suggerisce ulteriori accertamenti, nonostante mio padre avesse dichiarato dolori alle ossa e non facesse una scintigrafia da oltre un anno.
A dicembre contatto il Borri inviandogli le analisi del sangue di papà, evidentemente alterate, e chiedendogli cosa fare. La risposta è sempre stata "nulla, sarà una infiammazione". Chiedo se fosse il caso di anticipare il controllo Tac per gennaio, la risposta continua ad essere no! Cosi via fino a quando non decido di far fare a papà una Tac, la quale evidenzia metastasi epatiche, ed una scintigrafia, che evidenzia metastasi ossee.
Scrivo al Borri inviandogli i referti e chiedendogli cosa fare, ma lui decide di sparire e non rispondermi più!!
La mia esperienza è stata assolutamente negativa, sia per quanto riguarda la preparazione, che per quanto riguarda l'aspetto umano!! Per fortuna ho tutte le email salvate!!
Sarà da me segnalato alla dirigenza dell'ospedale sicuramente.
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