Ginecologia Ospedale Piacenza
Recensioni dei pazienti
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Sactosalpinge dai sintomi inconfondibili
Molteplici accessi al pronto soccorso in seguito ad operazione chirurgica importante. Secondo loro non avevo sostanzialmente nulla. DOLORI ATROCI.
Conclusione: operata in altro ospedale con rimozione di entrambe le tube.
Esperienza umiliante
Prima gravidanza, pochi giorni dopo la prima ecografia noto piccole perdite ematiche, mi reco al pronto soccorso dove scopro che il battito non è più presente e che è in atto un aborto. Resto sconvolta, ma medico e ostetrica di turno non solo non hanno un gesto o una parola di aiuto, ma mi liquidano dicendomi che è una cosa comune e che mi chiameranno per un ricovero programmato per il raschiamento. Vado a casa e piango tutta notte tra forti crampi, pensieri tristi e perdite sempre più consistenti. Al mattino chiamo l'ostetrica del consultorio che mi seguiva, che mi ha consolata e convinta a tornare in ospedale per non restare da sola in quelle condizioni. Torno al pronto soccorso. Questa volta trovo una ostetrica più anziana gentilissima che mi ha aiutata a stare meglio e il medico mi ricovera per il raschiamento in serata. Non saprò mai chi mi ha operata. In sala operatoria il medico era in ritardo, gli infermieri parlavano tra loro di vacanze e io ero a gambe aperte ad aspettare non so chi pensando al bimbo che non avrei mai visto. Crisi di panico e l'anestesista mi ha sedata prima per fortuna. Il giorno seguente prima della dimissione passa un ennesimo medico anziano (in 3 giorni 4 medici diversi) che non mi visita, mi tratta con sufficienza e mi dice di andare a fare un controllo privatamente dal mio ginecologo dopo il ritorno del ciclo. Mentre si allontana lo sento dire con tono secco all'ostetrica qualcosa sul mio aborto, e lei lo ferma informandolo che era un aborto interno e non una interruzione voluta. Sono senza parole. Sinceramente voglio ringraziare solo il consultorio di Podenzano che mi ha dato informazioni utili e trattata con delicatezza e dolcezza in un momento orribile della mia vita e l'ostetrica del giorno del ricovero, di cui purtroppo non ricordo il nome ma che abbraccerei per la sua empatia e il suo aiuto. I medici molto freddi (anche se quello che mi ha operata non l'ho mai visto!) e gli infermieri della sala operatoria che ridono e se la raccontano mentre io ho un aborto in atto e sono a gambe aperte in una posizione assurda ad aspettare il medico auguro lo stesso trattamento. Spero di non rivederli mai più. A distanza di due anni e 6 mesi di antidepressivo, sto finalmente meglio. Ma anche grazie a persone competenti che mi hanno spiegato che stavo vivendo un lutto e che avevo bisogno di aiuto e rispetto, cosa che in ospedale non ho trovato se non in una ostetrica che ho visto solo 1 ora.
Parto allucinante
Dopo un travaglio podromico con forti contrazioni ogni 5/6 minuti durate 24 ore, una dilatazione di 5,5 cm. e vari tentativi della sottoscritta per attuare la terapia analgesica dell'epidurale, il personale ostetrico della sala parto mi ride in faccia dicendomi che era tutto normale e che la sofferenza fa parte del parto naturale; in fondo poi, una volta nata la bambina, anche con il mal di testa avrei dovuto curarla! Continuo quindi il mio travaglio con contrazioni fortissime, allo stremo delle mie forze riesco a non mollare e ad arrivare a contrazioni più costanti e frequenti, insomma: sono entrata nel pieno travaglio tradizionale, MA la bambina inizia a perdere battito alle contrazioni, forse stremata anche lei da un trattamento del genere. Arriva il medico che decide, deo gratia, di intervenire d'urgenza con un cesareo. Mi preparano sotto dolori lancinanti alla sala operatoria, mi fanno la spinale che però non entra in azione subito in quanto mi tagliano la pancia ma io sento tutto. Finalmente estraggono la bambina, che non piange subito ma deve essere messa sotto ossigeno. Commento del medico che mi opera: "signora, sua figlia non sarebbe mai nata naturalmente" e mi mostra un nodo nel cordone ombelicale. Mi viene da pensare...: non potevano accorgersene prima quando soffrivo come un cane per 24 ore consecutive??
Assistenza psicologica nulla
Mia moglie è stata ricoverata con violenti dolori addominali. Al pronto soccorso ginecologico ha subìto una ecografia transvaginale che ha evidenziato una possibile gravidanza extrauterina. L'esecuzione della ecografia è stata traumatica per i modi e l'atteggiamento tenuto dal medico (esperienza negativa già purtroppo avuta in passato con altro medico...).
L'unica terapia in questi casi è monitorare il paziente e capire le reazioni. Dopo due giorni il medico di reparto è entrato nella stanza e con gioia ci ha annunciato che un aborto naturale era in atto (non era "possibile" g.e.u.???). La stanza era affollata (addirittura il medico che aveva ricoverato mia moglie è venuto a ribadircelo durante l'orario di visita...).
Nessuno si è fatto vivo per due giorni per darci un minimo di conforto, o spiegarci chiaramente cosa ci attendeva. Ho parlato con il medico che mi ha spiegato che la tuba era probabilmente compromessa in precedenza e ora era da ritenere totalmente inutilizzabile: due settimane prima mia moglie aveva effettuato una isterosalpingografia in cui le tube sono state ritenute perfette (tanto che è rimasta subito incinta...).
Dopo 5 giorni è stata dimessa: la lettera di dimissioni, a parte la dicitura "aborto extrauterino spontaneo", non riportava nessuna terapia da seguire o prescrizione di genere.
Il personale OSS, oltre ad essere estremamente rumoroso, sia di giorni che di notte, si è rilevato assolutamente scortese e senza il minimo buon senso (cambio pannoloni durante il periodo di colazione, spostamento dei letti senza preavviso, etc.).
Ora mia moglie inizia a tremare solo all'idea di effettuare un prelievo sanguigno presso il reparto... Stiamo cercando altri ospedali in zona e non, dove rivolgerci..
Pessima esperienza
Pessima esperienza sia per ciò che concerne l'operazione ed i suoi esiti, sia anche per l'anestesia. Entrata nel mese di febbraio per quella che doveva sembrare una banalissima operazione di routine, mi sono ritrovata in un calvario durato più di un anno e con ripercussioni a tutt'oggi a 5 anni dall'operazione. Esito: lesione dell'ovaia, dell'uretere, dell'intestino. I successivi ricoveri attribuivano il tutto a qualche cosa di estraneo all'operazione, ma in un altro ospedale a centinaia di km. tutto risulta chiaro ed ho iniziato il mio percorso di ricostruzione della mia vita, diversa, limitata, con un lavoro part time perché ho ancora poche forze..
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