Ginecologia Ospedale Imperia

La mia compagna e io abbiamo frequentato il reparto di Ostetricia nel mese di dicembre, in quanto lei ha dovuto affrontare, per la prima volta nella sua vita, il parto.
Ci era sembrato fosse andato tutto più o meno bene (a parte l’ostetrica che l’ha fatta sentire una stupida per aver sofferto tutta una notte per via delle contrazioni), ma ci sbagliavamo.
Parlando, tempo dopo, sia con il suo ginecologo di fiducia che con altri/e professionisti/e del settore, veniamo a scoprire come tutta la fase del parto sia stata gestite in maniera inaccettabilmente frettolosa e con pratiche che abbiamo successivamente scoperto essere pericolose sia per il nascituro che per la madre. Fretta e pratiche che, alla fine, le hanno causato una lacerazione che, nel suo caso, sarebbe stata assolutamente evitabile.
Il tutto mentre una ginecologa, sotto lo sguardo perplesso di una giovane ostetrica, cercava di farla partorire con tempi da formula uno, rivolgendosi a lei (la mia compagna) con epiteti poco rispettosi ogniqualvolta osasse lamentarsi per il dolore, o non seguisse alla lettera le sue indicazioni, poi rivelatesi non idonee.
Col senno di poi, posso dire che l’esperienza avuta in questo ospedale è stata pessima (tranne che per due ostetriche molto umane ed empatiche) e che consigliamo vivamente, per chi vivesse nel Ponente, di rivolgersi esclusivamente al Gaslini di Genova.

Sono passati 3 mesi dall'intervento e dovrei fare nuovamente colposcopia + pap test perché l'intervento non è stato risolutivo. La lesione è come se non fosse stata operata, nessuna regressione e, nonostante sia da tenere strettamente monitorata, non mi sanno ancora dare una data, col rischio che possa evolvere in cancro. Il calvario è iniziato ad ottobre 2022, quando con un esame di routine scopro di avere il CIN3. La colposcopia è stata traumatica, avevo la cervice molto infiammata per cui ho visto le stelle, avevo talmente male che non hanno chiuso la ferita facendomi sentire in colpa per il fatto di lamentare dolore. Ricordo di essermi cambiata nel bagno interno alla sala visite, vedendo i ferri per biopsia nel lavandino comune.. Da allora ho bruciori intimi che più volte ho fatto loro presente, curati con più pomate ed antibiotici senza risultato.
L'operazione è arrivata con due mesi di ritardo e solo su richiesta della ginecologa del consultorio, che riteneva urgente la mia situazione. Vengo operata e mi viene fatta un'anestesia diversa da quella stabilita (potevano dirlo prima); durante gli esami preoperatori era stato perso il mio ECG e non ho idea di come abbiano chiuso la cartella. Quando mi sveglio non solo ho dolori anomali alla schiena, ma in serata mi sale la febbre (dura 5 giorni). Nessuna visita, vengo dimessa due giorni dopo senza nessuna indicazione e con molta sgarbatezza da una giovane ostetrica. Un mese dopo scopro di avere della sutura interna (nessuno mi aveva avvisata), devo fissarmi autonomamente il controllo post operatorio. Adesso c'è un sospetto fondato di condilomatosi che, se davvero in 6 medici non hanno visto durante le diverse visite fatte, sarebbe grave. Giuro ormai di avere il terrore a tornare qui, sia per i controlli che per una altamente probabile operazione. Sono sconfortata. Per problemi personali io non posso farlo, ma se potete spostatevi in altre province. Manca personale, e le conseguenze si vedono.

Esperienza devastante fisicamente e psicologicamente. Parto indotto per 3 giorni, 16 ore di travaglio concluso in un cesareo di urgenza. Ostetrica, la signorina M., in sala parto totalmente inesperta- assente; la ginecologa di turno più preoccupata di altro che del fatto che dal lunedì al giovedì non mi fosse ancora stata fatta un'ecografia.. Risultato: dopo 16 ore di travaglio si degnano di farla e la mia bimba era posizionata male. Per fortuna è intervenuta la dottoressa Penna. Risultato: la mia bimba ha dovuto sottoporsi a 5 giorni di antibiotici e 10 giorni di ricovero per entrambe, grazie alle loro tempistiche nel perseguire cocciutamente un parto naturale.