Ginecologia Ospedale Empoli

 
3.5 (21)

Recensioni dei pazienti

6 recensioni con 2 stelle

21 recensioni

 
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Filtra per malattia, intervento, sintomo

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5.0
Servizi 
 
1.0

Come trasformare la gioia in un incubo

Mi sono recata all'ospedale di Empoli per una visita di controllo con la mia ginecologa, la quale riscontrando rallentamenti cardiaci e perdita di peso della bambina propone di iniziare l'induzione.
Tutto inizia alle 19 del giorno 10/7/24.
Passo la notte con dolori allucinanti e facendo giri del corridoio per non disturbare anche l'altra mamma che aveva partorito il giorno prima e necessitava di riposo.
Ostetriche e infermiere passavano e mai una che chiedesse se avessi bisogno di qualcosa o semplicemente una parola di conforto.
Quello è stato il primo passo dove ho intuito che l'empatia non fa parte della maggioranza di chi lavora presso questo reparto. Ma la notte va...
La mattina visita con il ginecologo di turno che mi spiega che il primo passo dell'induzione aveva funzionato e che si andava in sala parto per aggiungere anche l'ossitocina.
Raggiungiamo la sala parto dove ci accoglie la prima ostetrica che cerca di metterci subito al nostro agio, ma purtroppo il tempo con lei è breve per il cambio turno.
Al suo posto arriva Cecilia, questo nome purtroppo non lo dimenticherò mai nella mia vita perché non auguro a nessuna donna di non essere ascoltata dall'ostetrica e zero empatia e comprensione del momento delicato.
Ho frequentato tutti i corsi preposti essendo anche la mia prima bambina e ho richiesto subito all'inizio dei dolori, come è stato fortemente detto al corso, l'epidurale e qua arriva il bello.
Purtroppo non è stato inserito bene il catetere e io sentivo più dolori lì che con le contrazione, ma la risposta di Cecilia al mio richiamo per favore l'anestesista era sempre: ora lo chiamo e intanto passavano le ore e sosteneva che mi faceva male perché l'ho richiesto troppo presto e perché le contrazioni non erano partite.
Finalmente dopo ore arriva un altro anestesista che sfila la cannulina e inietta il primo anestetico e finalmente dopo 24 ore sveglia riesco a dormire un'ora, sfinita.
Come sempre sulle cose dette durante il corso l'anestesista consigliava che appena finiva l'effetto di dirlo perché poi ci metteva un po' a funzionare.
E così feci, ma purtroppo da lì in poi nessun anestetico ha funzionato. Sentivo solo freddo nella schiena e basta.
Sentito che tra di loro farfugliavano, ma io ero sempre abbandonata su quel letto.
La bambina aveva il tracciato perché aveva già rallentamenti del battito, ma spesso si spostava e non si sentiva e Cecilia diceva: "non fa niente".
Passavano le ore e intanto Cecilia con le sue colleghe parlavano della cena di quella sera al Papero, delle sue vacanze in Islanda con il fidanzato poco contento delle modalità zaino in spalla e io? Niente a patire e a gestire tutte le respirazione e il dolore lì.
Ho chiesto al mio compagno di portarmi via, ma era impossibile. E finalmente il turno di Cecilia finisce ed arriva Anna che posso urlarlo al mondo ma sono certa che se mia figlia ed io siamo vive e grazie a lei.
Appena ho visto il suo viso ho capito tutto e nel giro di pochi minuti ero in sala operatoria.
E qua arriva la cosa più brutta della mia vita, costretta ad una anestesia totale non ho potuto vedere mia figlia venire al mondo ed è questo che non perdonerò mai allo staff.
Sono uscita dalla sala operatoria e sono arrivata in camera alle 3:30 di notte ancora post anestesia ho chiesto all'ostetrica Barbara se dovevo riattaccare al seno, mi ha risposto con un netto: "attaccala".
Ieri ero piena di antidolorifici e manco potevo alzarmi a prendere mia figlia.
Il mio compagno impaurito primo neonato che teneva in collo.
La mattina seguente mi hanno tolto il catetere e fatto finta di lavarmi, il mio compagno dopo due giorni è andato a casa per farsi una doccia, con me mia cugina che non sapeva neanche come si lavava un neonato per di più una bimba minuscola di 2.590kg.
E dopo aver chiamato due volte aiuto perché io ero bloccata a letto, un'infermiera di nome Elisa mi ha detto alzati perché io non posso venire a lavare tua figlia.
Così alle 8:30 post cesario ero già in piedi e non vi dico i dolori, ma per un figlio questo ed altro.
Non sto a spiegarvi la poca pazienza e dolcezza per l'attaccamento al seno, l'ostetrica Simona la quale aveva visto la mia sofferenza la seconda notte mi ha detto ti do il latte e ringrazia che sei un cesario. Poi prese la bambina dicendomi: "vedi con me è tranquilla perché sa che io non le posso dare niente, mentre te puoi darli qualcosa e non lo fai".
Andata via lei sono crollata in un pianto disperato mi ha fatto sentire una pessima madre.
Mia figlia non era agitata anzi dormiva e appena lo attaccavo al seno dormiva.
Capivo c'era qualcosa e spesso vedevo la sua testolina andare giù e ritornando ad Elisa mi diceva spesso guarda sembra morta.
Il giorno dopo mia cugina è venuta a trovarmi e mi spremeva il seno per dare il colostro alla bimba, aveva partorito due anni fa a Careggi e mi ha aiutato lei. E non posso che ringraziare Valentina e Giovanna le uniche due ostetriche di una dolcezza disumana ed empatia entrambi carenti nella maggior parte dello staff.
La mia bambina continuava ad essere sempre più fragile e ho perso la pazienza richiedendo di vedere il pediatra dopo due giorni di menzogne che doveva passare e non passava mai.
Finalmente la pediatra mi ha capita e ha anche brontolato all'ostetrica che era inconcepibile lasciare per giorni senza mangiare una bambina così piccola.
E spiegandomi che ogni volta che la attaccavo al seno dovevo chiamare le ostetriche e che erano pagate per fare quello.
I giorni passavano e la bimba era verde, ma l'altra pediatra ha deciso di dimetterci il lunedì con un ittero al 15.7 (quando ho riferito ciò ai dottori del Meyer mi hanno detto che è inammissibile) con visita il giorno seguente.
E la mattina dopo ricoverano la bambina per due giorni, io ero ancora con i punti e loro in pediatria pretendevano che io stessi da sola senza il mio compagno senza capire la situazione in cui mi trovavo.
Ero in stanza da sola con altri bambini avrei capito il perché.
Mi impunito e richiedo la presenza del padre ebbene mi ritrovo un verbale dove viene dichiarato che ho difficoltà a gestire mia figlia.
Senza capire che avevo appena subito un intervento e avevo bisogno del mio compagno affianco nella cura di nostra figlia come ogni madre.
Potrei continuare a scrivere ancora altre cose, ma vorrei fermarmi qua e spero che qualcosa si smuova e che nessuna altra donna possa sentirsi come mi sono sentita io. Si parla tanto di depressione post partum, ma i primi che te la fanno venire sono proprio lì in reparto facendoti sentire una pessima madre che non vuole nutrire sua figlia.
Sicuro non consiglio questo reparto e anche purtroppo la pediatria, ogni volta che suonavo per pesare la bimba o per richiedere il latte un'infermiera che con una fasciatura ha fatto venire il piede nero alla bambina urlava : "che vuole questa".
Hanno ancora molto da imparare dal Meyer.
Di tutto il dolore non perdonerò mai non aver visto e sentito il primo pianto della mia bambina quando è venuta al modo.

Patologia trattata
Parto
Esito della cura
Guarigione totale
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Esperienza traumatica

In seguito ad un aborto interno mi sono recata all’ospedale di Empoli, reparto ginecologia, dove avrei dovuto sottopormi alla terapia farmacologica. Ho chiesto informazioni su cosa sarebbe successo, ma la ginecologa non ha dato spiegazioni. Sono stata lasciata per 4 ore da sola in una stanza senza nessuno che venisse a chiedere come stessi, e in preda a febbre alta, dolori lancinanti, grumi di sangue e tessuti enormi. Nessun rispetto, nè empatia per aver perso mio figlio. Sono stata ricoverata a causa della febbre e il giorno, dopo nonostante i dolori e le perdite ingenti, sono stata dimessa senza che nessuno si preoccupasse di dirmi a cosa avrei dovuto prestare attenzione i giorni seguenti, e senza alcun tipo di contatto telefonico con il reparto. Mi sono recata dopo una settimana e una ginecologa, dopo avermi visitata, mi ha detto che ero pulita e potevo tornare a casa. Bene, dopo tre giorni mi reco al PS perché avevo febbre alta, perdite maleodoranti e dolore. La stessa ginecologa mi visita senza alcun tipo di delicatezza, facendomi prima una eco transvaginale, dopodiché mi ha infilato uno speculum e un altro “attrezzo” e nel mentre continuavo a lamentare dolore (che lei sminuiva) ha chiesto alle OSS di andare a prendere delle pinze; in tutto ciò io continuavo a sentire dolore. Arrivate le pinze, mi ha staccato dei coaguli di materiale abortivo (che lei non aveva visto pur dicendomi che ero pulita), mi ha aperto il collo dell’utero e mi ha detto che potevo andare a casa, nonostante i dolori e la febbre. Mi sono opposta e di mia volontà ho chiesto di rimanere in osservazione. Il giorno seguente sono stata rivisitata da un’altra ginecologa, che ha rifatto la visita con pinza e mi ha tolto ulteriori pezzi enormi, io continuavo a stare male e lì hanno deciso che avrei dovuto sottopormi a raschiamento uterino. Sono stata operata e il medico chirurgo mi ha detto che il materiale era andato in necrosi, ho avuto un aborto settico e ho rischiato la vita per infezione. In tutto ciò sono stata anche messa in camera con donne che avevano partorito. A Empoli ho trovato zero empatia, poca professionalità, medici completamente in disaccordo, essendo visitata da medici diversi ognuno mi riferiva cose differenti. Sono profondamente arrabbiata per quello che mi è successo e che mi ha lasciato un trauma importante. Scrivo questa recensione perché possa essere utile a qualcuno che, nel dubbio se andare ad Empoli o in un altro ospedale, scelga di evitare quello che è tutt’altro che un reparto per le donne.

Patologia trattata
Aborto interno, terapia medica, raschiamento.
Esito della cura
Guarigione parziale
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Parto

Ho partorito in questo reparto ad aprile 2016 e vi racconto come sono andate le cose.
Una mattina dovevo fare il tracciato e la visita e, in base ai vari parametri e anche alle mie condizioni di salute (pressione alta, diabete), l'ostetrica e la dottoressa decidono che dovevo ricoverarmi per partorire. Chiaramente io sono andata nel pallone perché non me lo aspettavo, non avevo preparato ancora niente ecc. ecc.. e poi avevo anche un po' paura perché loro parlavano della mia pressione troppo alta (cosa che contribuivano a farmi salire..), delle mie gambe gonfie eccetera. Comunque tra paure e qualche pianto sono tornata a casa, ho preparato le mie cose e la sera sono arrivata in reparto. Ad un certo punto passa la mia ex dottoressa (che avevo pagato privatamente per farmi seguire fino alla fine) e mi dice che le hanno riferito le mie ansie e che pensa che io debba parlare con una psicologa. Io le rispondo "ok" (per me era solo parlare un po' con qualcuno), arriva questa dottoressa ,parliamo almeno un paio d'ore dì tutto e alla fine mi dice che non capisce il motivo per cui sia stata chiamata, che insomma io non avevo niente che non andasse...
Dopo un paio di giorni decidono di farmi partorire, mi inducono il travaglio ma durante le contrazioni notano che il battito del bambino diminuiva quando io spingevo, così decidono di farmi un cesareo d'urgenza... La mia dottoressa nel frattempo era "scomparsa" ed io sono stata costretta ad affidarmi a degli "estranei". Alle 19:18 nasce il mio splendido bambino, l'unico angelo in quella stanza, dato che da quel momento inizia un altro incubo.
Torno in camera sempre un po' dolorante e frastornata e subito arriva un'ostetrica che preme in maniera molto energica sulla ferita... un dolore inimmaginabile. Poi ne arriva un'altra che incurante del fatto che io non potessi muovermi, mi lascia il bambino vicino al seno sinistro e lui scivola sotto... Il latte tarda ad arrivare ma loro imperterrite continuano a dirmi di farlo attaccare, cosa che mi può stare anche bene perché era anche una mia priorità, ma se il latte non usciva, non usciva! Una di loro ha visto che con mia cugina abbiamo provato tutta la notte ad attaccarlo, ma durava poco perché il latte che usciva era troppo poco... Il bambino aveva fame e per colpa loro aveva perso più di 200 grammi in due giorni. Una notte ho chiesto ad una di loro di darmi un po' di latte e me lo ha negato.. Il bambino piangeva tanto e così poi è arrivata un'altra con una siringhina di latte. ;io marito l'indomani si è fatto sentire dicendo che era vergognoso che mi fosse stato negato il latte.. Da quel momento in poi è iniziato l'inferno: personale scontroso e maleducato nei miei confronti, infermiere romano e caposala molto, molto cafoni.
Me ne sono andata via il terzo giorno senza salutare nessuno. Solo un paio di signore sono state molto gentili con me (una Oss e un'infermiera della nursery) e volete sapere una cosa? Il pomeriggio a casa il mio seno si è gonfiato tanto ed è arrivato il latte... non ho allattato tanto (4 mesi), ma di certo non ero io che non volevo attaccarlo al seno come mi veniva detto. Ed è una delle cose più belle!!!! Quindi ragazze/ donne, in uno dei momenti più belli della vita, fate dei sacrifici, allontanatevi se necessario ma rivolgetevi ad un reparto dove c'è personale preparato e, perché no, anche garbato.
Ultima cosa: oltre alle signore citate, un plauso a due dottori che hanno tanta esperienza alle spalle, senza fare nomi. La mia dottoressa di Firenze, oltre ad avermi rimproverata per non averla contattata durante il ricovero, mi ha detto che avrei potuto sporgere denuncia. Io non l'ho fatto e non lo voglio fare, perché ho con me la persona più importante della mia vita, è un bambino favoloso.. Ma non potevo far passare la mia esperienza inosservata.

Patologia trattata
Parto cesareo.
Esito della cura
Guarigione totale
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Punto nascita VERGOGNOSO

Una mia parente ha deciso di partorire al San Giuseppe.
Fatta visita anestesiologica per eventuale epidurale.
Inizia travaglio, dopo richieste di epidurale per dolori lancinanti ed agghiaccianti, l'ostetrica di turno dice che non è il momento in quanto la dilatazione è inferiore a 4 cm. Il travaglio dura altre 6 ore e ad ogni richiesta di epidurale l'ostetrica ripete che prima di chiamare l'anestesista occorre attendere ancora un'ora. Dopo le ultime insistenti richieste, l'ostetrica risponde che la dilatazione ha ormai superato i 6 cm. e che non è più possibile ricorrere all'epidurale. Il bambino nasce in mezzo a dolori atroci e la parente chiede che sia praticata una incisione allo scopo di lenire il più possibile le sofferenze. La notte la compagna di camera della parente entra in travaglio e si ripete la stessa scena: richiesta di epidurale e l'ostetrica che si rifiuta dicendo prima che la dilatazione è inferiore ai 4 cm., e poi che ormai è troppo tardi per chiamare l'anestesista.
Intanto il bambino dopo poche ore mostra segni di sofferenza (letargia) e solo dopo insistenti richieste viene prima visitato da un pediatra, poi inviato al Meyer in urgenza al reparto di terapia intensiva neonatale. Qui viene riconosciuta solo una forte disidratazione e messe in atto tutte le manovre idonee (accesso + flebo) che ad Empoli dicevano essere inutili.
Dopo alcuni giorni la parente rientra a casa. Si stanno verificando problemi anche con la sutura praticata dopo l'incisione per facilitare il parto.
Stiamo valutando una azione legale verso il reparto di ginecologia e pediatria.

Patologia trattata
Parto.
Esito della cura
Guarigione totale
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
3.0

Parto disastroso

Ho partorito quattro anni fa, ma il motivo che mi porta a dare un commento ora e' che i problemi sono nati un anno e mezzo fa, quando mio figlio ancora non diceva alcuna parola. Andando avanti nel tempo qualcuno mi ha chiesto se avevo avuto problemi al momento del parto ed allora ho ripensato a quella sera. Il bambino ha avuto una decelerazione del battito cardiaco ed io non ero dilatata abbastanza, ma la dr.ssa PANE, invece di farmi fare un cesareo d'urgenza (premetto che erano tutti nella sala, compreso anestesista e dott. LUPO) ha visto bene di farmi andare in assenza di ossigeno (ho tenuto la mascherina fino a che non e' nato il bambino), mi ha fatto lacerare perche' non ero dilatata. Quando e' nato il bambino, e' stato 2 ore in incubatrice ed io con la flebo attaccata. Adesso mio figlio ha problemi di linguaggio, forse gli e' mancato l'ossigeno per qualche momento.

Patologia trattata
Travaglio e parto.
Esito della cura
Guarigione totale
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

1992...

Al San Giuseppe partorii la prima volta, nel febbraio 1988, la mia prima bambina. All'epoca avevo 21 anni e poca esperienza, ma ricordo bene quel travaglio, incollata sul lettino senza poter deambulare; ma... 25 anni fa andava così! Poi, nell'ottobre 1991, scopro di essere nuovamente incinta, ma questa volta di due gemelli dizigoti. Tempo un mese e mezzo e una sera una forte contrazione (12° settimana) mi porta dritta dritta al San Giuseppe, dove abortisco spontaneamente il primo sacco gestazione! L'altro feto era vivissimo e vitalissimo: non si era nemmeno "accorto" che il suo fratellino se n'era "andato via" poiché erano in due camere gestazioni e con due placente differenti. E qui i Medici del reparto mi consigliano, PER VEDERCI PIù CHIARO SUL PERCHè DI QUESTA INTERRUZIONE, DI EFFETTUARE L'AMNIOCENTESI!!! "Se c'è stato questo episodio abortivo, forse la causa è un gravissimo difetto genetico incompatibile con la vita fuori dall'utero, per cui la natura mette in atto questa sorta di EPURAZIONE".
MA... i parametri del feto rimasto erano però perfetti. Comunque mi fido e vado a FIRENZE, su loro suggerimento, presso il centro diagnostico FUTURA dove, appena mi inseriscono l'ago per la amniocentesi, nella siringa, oltre al liquido amniotico, fuoriesce sangue! LA FRITTATA ERA FATTA! I medici del centro se ne sono accorti ma... ormai..!! LO SAPEVATE CHE IN PRESENZA DI MINACCIA D'ABORTO IN ATTO O PREGRESSA NELL'AMBITO DELLA STESSA GRAVIDANZA, L'AMNIOCENTESI è G A R A N Z I A DI ABORTO? NO? NEMMENO IO!!! Da quel momento in poi, era gennaio 1992, il mio bambino ha vissuto dentro di me col sacco rotto, io perdevo liquido amniotico copiosamente ed ero ferma a letto immobile: ma il mio amore era ancora vivo! Una notte di fine gennaio poi(20esima settimana) un dolore mortale mi porta di nuovo al San Giuseppe, dove NON CAPISCONO COSA MI STIA SUCCEDENDO e comunque mi tengono lì per più di un mese, ricoverata. Ad ogni visita in stanza d'ospedale chiedevo ai medici TUTTI di controllarmi il pannolone (sì! proprio quello per gli incontinenti), che si riempiva quattro/cinque volte al giorno di sangue e di un liquido che, per me, era liquido amniotico (ha un odore caratteristico), ma nulla "sarà pipi signora, stia tranquilla", SENZA MAI - DICO MAI- CONTROLLARE.
INSOMMA, IL MIO BAMBINO è NATO IL PRIMO MARZO CON UN PARTO DOLOROSISSIMO, MI HANNO DILATATA A MANO, ERO SOTTO SHOCK, INVOCAVO DIO E MI DICEVANO "GUARDA CHE DIO NON ESISTE,CHE LO INVOCHI A FARE!". Nasce DANIELE, era ormai il primo marzo, alla 24 esima + 4 settimana, VIVO, BELLISSIMO, CIANOTICO. Non volevano farmelo vedere PER NON DARMI UNO SHOCK!!!!! "VOI MI AVETE SHOCKATO, NON MIO FIGLIO!!!! VOGLIO VEDERLO, ABBRACCIARLO, DARGLI IL BATTESIMO (l'ostetrica Clementina me l'ha battezzato!). Non l'hanno messo in incubatrice perché per legge si considera feto solo dalla 25esima settimana. Mancavano 2 giorni alla 25esima settimana. Mio figlio per 48 ore non è stato giudicato FETO, bensì ABORTO. IO "QUELL'ABORTO" ME LO SONO STRETTA AL SENO ED HO ATTESO CHE MORISSE SU DI ME. POI L'HO FATTO SEPPELLIRE AL CIMITERO DELLA MISERICORDIA. All'atto della dimissione, il primario, che per un mese era stato assente (e senza di lui NESSUNO prendeva decisioni di sorta), ha avuto il coraggiosi dirmi: "Si faccia forza, signora!".

AL MIO DANIELE, NATO L'1 MARZO 1992, IL GIORNO PRIMA DEL MIO COMPLEANNO, CHE MAI PIù FESTEGGERò.

Patologia trattata
GRAVIDANZA GEMELLARE.
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