Ginecologia Ospedale Como
Recensioni dei pazienti
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Parto analgesico
Nove mesi di controlli in patologia della gravidanza e non è stato visto epatoblastoma al mio bambino di ben 5 cm.
Morfologica fatta da dottoressa alle prime armi e nemmeno visionata, ho dovuto richiederne una seconda, ma fatta ancora dalla dottoressa che avrebbe dovuto visionarla... Questo mi ha provocato ansia e panico dal quarto mese in poi.
Nasce il mio bambino e mi accorgo subito ci fosse qualcosa di strano, ma per loro - e qui entra in scena la neonatologia - il problema era la mamma ansiosa! La faccio breve: ho dovuto lottare per farmi ascoltare e sono stata trattata anche male.. queste mamme ansiose ! La storia è davvero lunga e dolorosa per sintetizzarla in poche righe, comunque il messaggio è per tutte le mamme: non abbiate paura di parlare, l’istinto materno supera qualsiasi titolo.
Poi è iniziato il calvario, all'istituto dei tumori per la chemio e poi a Bergamo, dove il dottor Colledan ha operato mio figlio di epatectomia. Devo tutto a loro. Dal S.Anna nemmeno una telefonata per scuse o informazioni sulla salute di mio figlio... Mio figlio sarebbe ovviamente comunque nato con il suo tumore, ma se non mi fossi impuntata io!? Come sarebbe finita!?
Parto
Posizione ginecologica per partorire, dolori lancinanti, piangevo, imploravo un cesareo ma niente, liquido tinto, parto lunghissimo, ossitocina, epidurale che finisce con manovra di kristeller, ventosa e ampia episiotomia. Non riuscivo a camminare e avevo dolori fortissimi nella zona pelvica. Inizia il mio calvario... tra esami e medicine, e migliaia di euro. Scopro fratture del bacino e nevralgia del pudendo provocata da quel lungo parto. Non posso più allattare. È stato il giorno più brutto della mia vita, doveva essere un momento sacro e ora la mia vita è completamente rovinata. È già passato un anno. Sono malata e infelice.
Esperienza al PS
Non sono abituata alla lamentela, è la prima volta in vita mia che scrivo una recensione. Ma credo che questo sia un caso da segnalare.
Il 18/04 alle 13.00 circa, mi reco al PS dell'ospedale Sant'Anna per un aborto spontaneo in corso alla 9^ settimana di gravidanza. Volevo gestirmela da sola a casa, ma sotto consiglio della mia ginecologa vado in PS. Ero l'unica in sala d'attesa. Mentre aspetto, inizio a sentire un dolore intensissimo, nonostante l'antidolorifico preso poche ore prima. Stringo i denti e resto in attesa che mi chiamino. Dopo più di un' ora nessuna chiamata. Il dolore era diventato insostenibile, allora mi aggiro per il pronto soccorso ma non trovo nessuno. Aspetto altri 10 minuti, ancora nessuno, allora con le lacrime agli occhi dal dolore esco dal PS e vado alla ricerca di un antidolorifico. Rientro 20 minuti dopo sperando che non mi avessero già chiamata, ma ero in ritardo. Lo so, mea culpa, dovevo aspettare e chiedere lì aiuto, non dovevo andarmene. Ma questo errore lo ho pagato carissimo.
Mi ri-accettano ed arriva il momento della visita. La dottoressa mi riceve alterata rimproverandomi con gravità per la mia fuga. Io accetto sommessamente il rimprovero, anche perché sopraffatta ancora dal dolore dovuto alle contrazioni. Ecco, però, che la dottoressa insiste, avendomi probabilmente presa in antipatia, con un atteggiamento di rimprovero, vessazione e umiliazione psicologia. Alcuni stralci di conversazione che però non rendono l'idea perché il tono della dottoressa era la vera umiliazione. "Dov'è la cartella del suo medico?" "Dottoressa credo di averla dimenticata qui in PS quando sono venuta per dolori e perdite settimana scorsa." "Scusi ma lei non si è preoccupata di chiamare in PS e chiedere se avevano la sua cartella? " "No ho passato una settimana difficile poiché avevo minaccia di aborto, perdite continue, l'ultima cosa a cui pensavo era la cartella". "E invece no, la cartella è la cosa più importante, doveva chiamare e chiedere". "Lei è a 9+3" "Sì, ma la mia ginecologa mi ha ridato di 10 giorni". "Ok, data del parto?". "Mi scusi ma non la so". "Come fa a non saperla??? ". "Non so esattamente, sono all inizio della gravidanza, la ridatazione era incerta". "Mi serve la data del parto". "Non so, so solo che la mia ginecologa mi ha ridatato di 10 giorni". "Non significa niente 10 giorni, voglio la data del parto". "Qual è il suo gruppo sanguigno? ". "Non lo so, purtroppo". "Ma come fa a non saperlo?!?! ".
Tutto questo interrogatorio è avvenuto mentre io aspettavo seduta alla sua scrivania, con contrazioni e perdite di sangue, che mi visitasse per sapere se la mia gravidanza fosse ancora lì o meno. Come se una cartella, la datazione certa, il mio gruppo sanguigno, fossero importanti in quel momento. Come se una cartella potesse far nascere i bambini o impedirgli di morire.
Ma ecco che arriva il peggio. Mi fa sedere sul lettino. Inserisce lo speculum e mi dice "Lei sta espellendo adesso la gravidanza". Ecco che intorno a me si riuniscono almeno altre 3 persone per guardare, come fosse un film, la "mia gravidanza" che veniva espulsa. Ecco che la dottoressa prende una pinza e inizia a tirare (quello che io stavo già espellendo naturalmente! Mi chiedo se ci fosse davvero il bisogno di estrarlo così!). Mentre estraeva sentivo un forte dolore - che non sapevo più se fosse fisico o psicologico - allora piangendo le ho chiesto ripetutamente e per favore di smetterla. Ha continuato, mentre il suo pubblico assisteva con interesse alla scena.
Mi vorrei rivolgere a Lei, cara Dottoressa. Lei è ormai un 'sarcofago', completamente immersa e 'mummificata' nel suo ruolo. Un animo è entrato nel suo studio e lei si è persa l' occasione di salutarlo, di rendergli omaggio, perché era offuscata dal suo 'sarcofago'.
Lei mi ha fatto capire quanto io sia stata fortunata nella vita. Ho sempre conosciuto la gentilezza e la semplicità, anche in quegli uomini di rarissima intelligenza. Ricordo, ad esempio, il mio caro professore Antonino Pullia, morto proprio in questi giorni : ha sfiorato il premio nobel per la fisica, eppure sembrava l'ultimo degli uomini.
I miei genitori mi hanno sempre insegnato a non temere mai nulla e nessuno, a non lasciarmi impressionare da nessun ruolo, da nessuna carica, da nessuna figura 'importante'. Al contempo, mi hanno insegnato a non 'vestirmi' mai di un ruolo pur avendolo, perché il ruolo è portatore di serietà, gravità e, di conseguenza, di infelicità.
Ci saranno quelli che La guardano con ammirazione per 'il cappotto' che indossa, le Sue lauree e 'medaglie' al valore, ma io - che sono stata educata alla visione della realtà - non posso fare altrettanto.
Se un medico non ha empatia, dolcezza, umanità, umiltà, non è la sua vocazione.
Parto indotto
Mi sono recata al S.Anna per una visita oltre termine; in quell'occasione mi è stato detto che mi avrebbero indotto il parto - secondo me senza ragione specifica, non c'era nessun pericolo in corso per la mia piccola.
Dopo la rottura delle acque, iniziano a darmi l'ossitocina, nessuno mi spiega quale sia la procedura che viene messa in atto, vengo inchiodata alla sedia con i piedi legati e vengo assistita da due ostetriche, una ragazza molto giovane che fa la volontaria ed un'altra ostetrica, a dir poco pessima, che durante il travaglio attivo risponde al cellulare e messaggia oltre a mangiare le caramelle.
Non voglio l'epidurale e dopo un'ora e mezza mi obbligano a farla, ma nessuno controlla la mia dilatazione; così con contrazioni ogni due minuti mi viene fatta l'epidurale, ma ormai sono dilatata di 8 cm. e ovviamente non riesco a spingere e vengo "maltrattata" verbalmente per questo motivo.
Il tutto si conclude con ventosa, episiotomia, venti punti ed emorragia con più di un litro di sangue.
Nulla da dire invece sull'anestesista, ottima ragazza, molto gentile e professionale.
Non spendo altre parole!
Ringrazio tutte le persone (tra dottori ed infermiere) che entravano in sala parto e stavano a guardarmi come fossero al cinema, senza spendere una parola di aiuto od incoraggiamento... prossima volta porterò dei pop corn per tutti!
Fare le ostetriche dovrebbe essere una vocazione.
Opinione negativa
Se qualcuno vuole fare una visita ginecologica privata all'ospedale S.Anna, sappia che le condizioni sono queste: andrete in stanze dove non vi è neppure una stanzetta dove spogliarvi e poter riporre la vostra biancheria intima, lo farete davanti al medico (esempio ambulatorio 3, primo piano). Una volta sedute sulla sedia del controllo, non avrete coperture all'addome. Il medico, inoltre, lungi da me esprimere un giudizio sul suo grado di competenza, sarà superficiale e per nulla dettagliato, scriverà le sue paroline indecifrabili senza utilizzare il computer. Il tutto al costo di 122 euro.
SE CIO' NON E' VERO, PROVARE PER CREDERE.
Pronto soccorso ginecologico
Mi sono recata al pronto soccorso ginecologico per lievi emorragie. Dopo due ore di attesa, la dottoressa incaricata della visita ha iniziato a minimizzare sua quanto avessi (prima ancora di visitarmi), trattandomi male ed invitandomi a rivolgermi ad altre strutture.
Consiglio questa dottoressa a tutti coloro che hanno voglia e pazienza di essere maltrattati.
Visita ginecologica
Pessima, per non dire inesistente, la valutazione del profilo psicologico del paziente da parte della dottoressa. Nessuna richiesta di anamnesi. Espressione di giudizi lesivi della dignità altrui, probabilmente basati su pregiudizi di fondo della stessa. Totalmente priva di empatia.
Sono stata troppo tranchant? Ops!
E' esattamente lo stesso tipo di trattamento che ho ricevuto da lei.
No comment
Mi sono recata al PS ginecologico con un aborto in atto... in preda ad ansia, tristezza immensa e attacchi di panico, mi sono sentita dire che lì c'erano donne che stavano partorendo in quel momento e di aspettare o di tornare qualche ora dopo!!! Nessun segno di comprensione in un momento così fragile... ricordo di essere stata seduta lì per più di un ora senza che nessuno mi chiedesse se avessi dolore, se avessi bisogno... nulla! Quando ho sentito le urla di gioia delle infermiere e ostetriche per la nascita di un piccolino nella stanza a fianco, non ho potuto far altro che alzarmi e con le lacrime agli occhi rivolgermi ad un altro ospedale! Per me il S.Anna non esiste più....
ricovero per isteroannessiectomia bilaterale
Se voi desiderate:
di essere informati, quando già vi trovate nel blocco operatorio, che il vostro intervento programmato in laparoscopia robotica non sia più in robotica per motivi "organizzativi";
che nessuno dei due chirurghi presenti in sala operatoria nei tre giorni successivi di degenza vi visiti o vi dimetta;
allora fatevi operare al S.Anna di Como.
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