Ginecologia Ospedale Cittadella
Recensioni dei pazienti
Filtra per malattia, intervento, sintomo
Biopsia collo dell’utero
Pare che (a detta dell’addetta al servizio di Screening) io abbia trovato il dott. Bo in una brutta giornata. Fatto sta che ha ignorato, anzi commentato, il fatto che già l’inserimento dello speculum era stato e rimaneva per me doloroso. Dopo avermi detto di rilassarmi, ha continuato con il suo lavoro facendomi molto male e senza diminuire in alcun il suo ritmo di lavoro in rispetto del mio dolore, continuando a ripetermi che bastava rilassarmi. Tengo a specificare che in precedenza avevo già visto diversi ginecologi, per cui non ero particolarmente rigida o nervosa; inoltre il momento della stessa biopsia è stato rude tanto da farmi sentire inerme e piangere (avevo già subìto in precedenza biopsie al collo e mai avevo provato un tale dolore). In conclusione, a differenza delle precedenti suddette per cui avevo sanguinato giusto per un paio d’ore, ho perso sangue fresco da una BIOPSIA per tre giorni per poi avere continue perdite marroncine per la successiva settimana, cosa che mi ha preoccupato tanto da costringermi a farmi visitare dal mio medico ginecologo.
Ritengo che chiunque dovesse vivere tutto ciò come prima esperienza, rischierebbe di allontanarsi dalla prevenzione.
Ah, al danno la beffa: al termine della procedura, nel vedermi scossa, l’infermiera ha detto ‘sei stata brava’ per consolarmi, uscita a cui il medico ha risposto sbottando maleducatamente un ‘mica tanto’.
Spero che la mia esperienza vi aiuti.
Da raccontare
La mia esperienza all'ospedale di Cittadella, reparto ginecologia, va raccontata.
Il giorno 22 settembre mi sono rivolta al pronto soccorso verso le ore 17.00 perchè non mi sentivo bene (ero in quei giorni alla 10° settimana di gravidanza).
Dopo vari tentativi di farmi notare dall'addetto accettazione del pronto soccorso, mi viene detto di rivolgermi direttamente in reparto.
Salgo al terzo piano, attesa di due ore, vengo visitata per scoprire che la mia gravidanza era andata male.
La dottoressa mi dice di recarmi il giorno successivo alle 7.30 per effettuare o il raschiamento, oppure per prendere gli ovuli. Ho detto subito che volevo fare il raschiamento.
La mattina successiva mi reco in reparto, alle ore 7.30 mi viene detto di sedermi fuori, di avere pazienza perchè non ci sono letti disponibili. Le 10.. le 11.. le 12.. le 13.. le 14.. Solo alle 15.00 vengo fatta accomodare nella stanza 25..
Attesa, attesa, alle 16.00 entrano nella stanza due infermiere, chiudono la porta della stanza dicendoci, visto che eravamo in due nella stessa situazione, che la sala operatoria era occupata e che dovevamo tornare il martedì successivo.
Ho fatto notare che avevo dei dolori anche forti, la risposta è stata che: se ho dolori devo prendere la tachipirina, se ho delle perdite è normale, se invece mi viene una emorragia devo correre subito in ospedale e.. "allora apriremo la sala operatoria".
Indignata rispondo che ho già sopportato la lunga attesa, me ne vado a casa..
Il lunedì successivo, la sera precedente al fatidico martedì, inizio a perdere sangue, corro all'ospedale, mezz'ora per essere guardata, non accettata, dall'addetto del pronto soccorso (ma dico io, se una persona che sta tremando come una foglia si presenta davanti a te alle 21.30 di sera, non ti viene spontaneo chiedere.. ha bisogno?).
Vengo mandata in reparto, fortunatamente non c'è nessuna emergenza, vengo visitata subito, vengo fatta accomodare nella poltrona all'interno di un ufficio, ogni tanto l'unico angelo passava a chiedere come stavo, dopo 2 ore circa vengo dimessa perchè la mia emorragia si è fermata.
Devo prendere per 5 giorni il Methergin, appuntamento il mercoledì successivo: vi arrivo alle 9.00 come consigliato, attesa estenuante, di due ore, vengo visitata e purtroppo ci sono dei residui, mi danno 3 compresse da prendere subito lì in reparto, il Cytotec. Dopo soli 5 minuti dalla assunzione ho dei dolori lancinanti, piangendo mi rivolgo alla dottoressa che mi fa prendere la tachipirina e mi fanno accomodare nella solita stanzetta, aspettando che mi passi il dolore. Alle 11.30 decido di andare via visto che stavo benino.
Appuntamento il giovedì successivo, ma il lunedì ho dei dolori fortissimi all'inguine destro, chiamo l'ospedale, dopo varie peripezie mi passano il reparto, mi viene detto di andare subito in ospedale.
Arrivo alle 13.00, alle 15.00 nessuno mi ha ancora chiamata, sempre con i miei dolori.
Chiedo all'infermiere, si informa e mi dice che c'è solo un medico, che l'altro è in sala operatoria, che devo aspettare e che forse dopo 2 persone verrò visitata.
"si consoli c'è una ragazza che aspetta dalle 8.00 di questa mattina".
Dopo queste parole sono andata a pagamento dal mio ginecologo a fare una ecografia.
Esito: sono ancora qui, con tanta voglia di voltare pagina, ma grazie alla vostra mal organizzazione non è ancora possibile, 21 ottobre 2016.
L'umore è a terra, e tutto quello che può esserci dopo una interruzione di gravidanza.
Vedo recensioni con voti altissimi ma... per me peccato che non ci sia lo zero.
Altri contenuti interessanti su QSalute