Ginecologia Ospedale Avellino

Gravidanza di mia figlia alla 41+4. Travaglio che non arriva in modo naturale e quindi si procede con induzioni a base di gel di prostglandine. In sala travaglio entro pure io dopo somministrazione di epidurale da parte del dott. Bernardi, medico professionista capace e soprattutto empatico e gentile all'ennesima potenza.
A seguire lui come bravura, nomino Perrotti, ugualmente preparato e dall'animo buono. Poi nulla di nulla. A parte Esther che con dedizione ha passato le sue ore con mia figlia, ho un black out mentale... Ho in mente un'ostetrica di una cattiveria inaudita. Mia figlia dopo 3 induzioni, prossima alla 4°, senza nessuna rotazione di testa del bimbo dal peso di 4,400 kg... avendo deciso per il cesareo, ha iniziato a subire angherie e dispetti da questa donna, l'ha bagnata con la flebo, si è messa di fronte a lei con aria di sfida dicendo di aspettare fino all'indomani mattina e minacciandola di farle fare i dolori da capo, nonostante le 20 ore di travaglio... L'ha cambiata di camera sbattendo il letto al muro facendola sobbalzare... Inveiva contro me, che sono la mamma della paziente gravida, senza alcun motivo, solo per il gusto di farmi uscire dalla sala travaglio. Ci ero stata regolarmente dal mattino e nessuno mi aveva cacciata... Poi quando tutto era pronto per la sala operatoria, ha continuato a dare il peggio di sè trattando male mia figlia, sia con i gesti che con le vessazioni. Addirittura al momento del parto ha farfugliato parole di cattivo stupore verso il bimbo che era molto grande. L'anestesista ha impercato più di una volta perché mia figlia aveva paura degli aghi, senza pudore e senza garbo, pur sapendo fare il suo lavoro...
Il dottor Di Prisco, bravo sì, e capace, però anche lui non ha saputo orientarsi subito sulla scelta del cesareo, seppur obbligata, ed ha voluto continuare imperterrito con l'induzione pur sapendo di fallire dopo ore...
Poi il peggio:
mi fanno accomodare per salutare mia figlia in una saletta attigua, tutta tremante e piena di vomito nei capelli... Mi si chiede di allontanarmi perché vigono le norme anti Covid e nel frattempo cerco di legare a malapena i capelli sporchi della ragazza, allontanandoli dal viso, quando l'ostetrica di cui prima in modo compassionevole mi esclama "signora vada via, non si preoccupi... La pulisco io".
Io so solo dire che ho rivisto mia figlia alle 15.00 del pomeriggio dopo e i capelli erano ancora sporchi di vomito... Non solo, mia figlia mi riferisce che neppure il letto gli è stato cambiato in reparto.. Assurdo!!! Questo non lo tollero. E poi arriva la FEBBRE: INFEZIONE A LEI E AL BIMBO. Mia figlia ha partorito il 23 maggio ed è uscita solo oggi 3 Giugno!!!! Per fortuna, dopo tanti antibiotici, decine di vene bucate, porte sbattute in faccia a noi parenti, flebo al bimbo appena nato, L'INCUBO è finito. Del reparto cosa ci resta?
Alcune infermiere buone e gentili e a volte qualcuna molto premurosa... Altre, soprattutto quelle anziane, con piglio maldestro e fare intimidatorio, tale da far venir voglia di andarsene via con tutte le flebo. Cosa dire di più? Doveva essere il suo momento più bello e mi dispiace vederla triste e dire "mamma sono stati i giorni più brutti della mia vita".
E questo non si cancella.

Ho partorito 5 mesi fa. Il 26 febbraio 2020
Personale infermieristico che si occupa superficialmente delle loro pazienti ed io, a causa di una infermiera del genere, quasi quasi partorivo nel bagno della camera - anche se non mi sono dilungata tanto ed ho partorito in corridoio per il semplice motivo di non essere stata ascoltata nè rassicurata, dal personale, che non mi ha presa sul serio. Se non fosse stato per la presenza di mio marito, il mio parto, quello che dovrebbe essere il momento più bello per una donna, sarebbe diventato il più brutto. SE AVRò UN ALTRO FIGLIO, SOLO PER IL PERSONALE INFERMIERISTICO NON PARTORIRO' QUI.

Dopo aver PRENOTATO una semplicissima ecografia e spiegato tutto alla gentilissima reception, ci presentiamo con un po' in anticipo all'appuntamento. Arriviamo alle 15.00, aspettiamo tutte le donne che dovevo fare i tracciati; e fin qui... pazienza. Si fanno le 17.35, finalmente esce un infermiere (o dottore?) -qui ho sbagliato io a non chiederglielo- che mi dice "ma lei chi é?", questo davanti ad altri pazienti e mi chiede cosa dovevo fare, quando mi era finito il ciclo e per finire se ne ero sicura! Per concludere che la mia ricetta non era corretta e che dovevo aspettare... Allora aspettiamo, aspettiamo.. poi lo vedo uscire, ma noi ancora aspettiamo.. aspettiamo.. Preferiamo a questo punto andare via. E dove lo trovo poi questo signore? A mangiare un cucciolone nel bar all'ultimo piano.