Mio padre, affetto da demenza, è stato ricoverato per polmonite. Dopo un iniziale miglioramento, si è aggravato ed è deceduto per una grave infezione contratta in ospedale. Negli ultimi giorni è stato trattato con un accanimento incredibile, continuava ad essere idratato nonostante un blocco renale quasi totale, lo vedevo soffrire moltissimo a causa di continue crisi respiratorie.
Quando è morto aveva braccia e piedi estremamente gonfi, tanto che nella vestizione non è stato possibile infilargli le scarpe.
Quando non c'è più alcuna speranza, penso che si debba agire sulla diminuzione della sofferenza, piuttosto che sul prolungare di qualche ora una vita di qualche ora.