Geriatria Ospedale Dolo
Recensioni dei pazienti
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Ricovero genitore
Infermieri maleducati, quelli del turno di notte li chiami 20 volte e nessuno viene, spengono solo il campanello - ed in più spengono tutte le luci dei corridoi. Questo lo sa il responsabile del reparto, ma le cose restano così.
Ricovero parente
Medici bravi, ma troppo poca l'assistenza al paziente - e non è proprio bello da notare in un reparto come questo. Sarà perché manca personale come dicono loro, ma quando hai una persona cara ricoverata, si fa più fatica a capire..
GERIATRIA
Abbiamo avuto il papà ricoverato per una ventina di giorni, e in tutto questo tempo siamo stati accolti con gentilezza da personale competente ed educato, che ha trattato il nostro papà sempre con rispetto e dolcezza. Siamo davvero riconoscenti per la vostra assistenza costante e preziosa, non ci avete mai fatti sentire soli. Grazie di cuore.
Stupore...
Leggo con stupore i commenti negativi relativi a questo reparto.
La mia esperienza è indiretta per alcuni aspetti perché, essendo in questo momento un reparto Covid, non ho potuto accedervi e farmi un'opinione diretta rispetto alla pulizia e altri servizi.
La mia mamma però è stata ricoverata dall'8 al 14 aprile e seguita dal dott. Paolo Albanese, che ho avuto modo di conoscere anche se solo telefonicamente. In lui ho potuto riconoscere - e di questo sarò sempre riconoscente - grandi competenza, umanità ed empatia. I contatti telefonici quotidiani mi hanno sempre permesso di avere aggiornamenti dettagliati sulla salute di mamma e questo mi ha consentito di essere sempre sicura che il ricovero fosse stata la scelta giusta.
Terminata la cura con antivirale, il dott. Albanese ha deciso di trasferire la mia mamma in Villa Salus per intraprendere una terapia prevalentemente di tipo riabilitativo e da ieri è stata dimessa.
Esperienza negativa
Mia madre è stata ricoverata per due settimane nel reparto di geriatria di Dolo a causa di un principio di broncopolmonite. Durante la degenza ha avuto episodi di delirio notturno, prontamente associati al fatto che ha un principio di demenza e che ‘"probabilmente sta meglio a casa sua, nel suo ambiente". Questo certamente è vero, ma non si è cercato di comprendere quale fosse l’elemento scatenante di queste crisi improvvise. Non è stata fatta un’anamnesi completa per capire se tale scompenso fosse dovuto a motivi organici. È più semplice associare il problema al fatto che la persona è anziana. A 5 giorni dalla dimissione, mamma è a casa e i delirium serali e notturni continuano. Cercheremo di capire con altri medici qual è l’elemento scatenante. Ciò che vorrei segnalare tuttavia è la scarsa disponibilità e umanita’ da noi riscontrata nel personale infermieristico con le persone degenti. Scarsa presenza e giro di personale infermieristico serale/notturno. Una sera, ho chiesto per tre volte delle gocce calmanti per mamma e ripetutamente mi sono sentita rispondere ‘adesso arriviamo signora, attendiamo il medico, attenda il personale sta facendo il giro...’. Il personale arriva e...dice di non sapere nulla. E tu attendi. E vai a casa incavolato nero perché nessuno ti ascolta. Ho la sensazione netta di essere presa in giro.. Altro giorno: suoni il campanello e arrivano dopo un bel po’, magari anche con espressione seccata (“la flebo si chiude da sola signora, non serve suonare...”). Basterebbe un sorriso... ne ho visti pochi. Non è il fattore tempo che vincola sorrisi o gentilezza. Il giorno dopo portano mamma ai raggi e l’infermiera che la sta accompagnando la delega ad un altro addetto ospedaliero lasciandola nel bel mezzo del corridoio ‘perché ha da fare’... La signora del letto accanto è rimasta per parecchio tempo con feci nel pannolone. ‘Poi arriviamo’...e lei povera attende perché non può muoversi e ha paura di chiedere due volte. Insomma, di reparti ne ho girato tanti in diversi anni con i miei genitori, ma questo è senza dubbio uno dei peggiori che ho potuto vedere. In un reparto dove la persona anziana dovrebbe essere messa al primo posto, si sente l’ultima. Un numero. Tanto può aspettare...
Lettera di un paziente
Parlo a nome di mio marito, ricoverato in questo reparto ed ivi deceduto dopo una quindicina di giorni.
"È vero che ero malato gravemente, ma ancora qualche contatto con l'esterno c'era: stringevo la mano a mia moglie, la ringraziavo e con lei facevo ginnastica per gambe e braccia contando fino a 20. La mia non era sicuramente una bella vita, ma meritavo un trattamento adeguato. Niente più cibo con la peg, niente antibiotico per i batteri per cui ero stato ricoverato, solo acqua e per finire la morfina, che nel giro di due giorni mi ha fatto finire."
Riprendo a parlare io, la moglie: i rapporti con i vari medici sono stati frettolosi e vaghi, il personale infermieristico e Oss l'ho trovato poco comprensivo, per nulla attento ai bisogni del malato e poco caritatevole. Ricordo due botte in testa per aver battuto sulle sponde di ferro del letto.. Ci voleva molto a mettere e lasciare un cuscino laterale o due asciugamani? Risposta della Oss" Mica possiamo essere sempre presenti!".
Consiglio a tutto il reparto, da ex insegnante, di frequentare un corso di umanità.
Dispnea evoluta in scompenso cardiaco
Medici (a parte il primario dott. Cester e il dott. Albanese) che ho personalmente trovato scontrosi, poco disponibili a dare informazioni sulle condizioni del paziente e di dubbia professionalità visto che mio padre, fino a un giorno prima dell'ulteriore aggravamento, secondo loro aveva solo una bronchite da curare a casa.
Per quanto riguarda il personale infermieristico, solo alcuni sono gentili e pazienti con gli anziani, e c'e' anche chi di notte stacca il campanello per non essere disturbato. A mio modesto parere, per lavorare in ospedale, soprattutto in certi reparti, oltre alla professionalità bisogna avere un "certo carattere" fatto di calma, pazienza, disponibilità e soprattutto umanità. In conclusione, per quella che è stata la mia esperienza, se non c'è un'urgenza consiglio di rivolgersi altrove.
Complimenti al Dott. P. Albanese
Egregio Dott. Albanese,
anche a nome della mia famiglia, in particolare di mio fratello Andrea che ha potuto conoscerla di persona, ed ovviamente di mia madre, desidero ringraziarla dell'ottimo esito che ha avuto la degenza di mia madre nel reparto di Geriatria di Dolo, sotto le cure da lei guidate.
Mia madre è Cecilia Capelli ed è stata ricoverata nel suo reparto dal 18/01 al 03/02, non proprio in buone condizioni, dopo essere stata dimessa poco prima di Natale dall'ospedale di Mirano.
Mi fa molto piacere complimentarmi con lei perché è stato un interlocutore sempre valido, chiaro, paziente e presente, a capo di un'equipe che evidentemente ha funzionato e che ha dato i suoi frutti anche distanza.
Oggi mia madre sta bene, certamente grazie al suo/vostro lavoro. Constatazione abbastanza eccezionale per la mia (per fortuna breve) esperienza!
Esperienza al reparto geriatria Dolo
Mio padre è stato ricoverato in questo reparto alle prime ore del giorno 23 novembre 2016 ed alle 21:45 è mancato. Per quanto abbiamo potuto constatare, credo che, se la sua degenza fosse stata più lunga, sarebbe stata sicuramente un incubo. Mi dispiace che sia mancato in questo reparto, avendo "soggiornato" durante la sua malattia presso il reparto pneumologia di Dolo e oncologia di Mirano, fiori all'occhiello in assoluto. Una infermiera, cosciente che il paziente stava morendo, non può alzare la voce per zittirlo. Non a mio padre, non lo accetto, perché mio padre era un uomo pieno di dignità, da tutti definito un Signore per il suo rispetto verso il prossimo e per il modo di porsi.
Federica Serpentoni
Mancanza di rispetto e sensibilità
Sono infermiera da 27 anni e lavoro in una struttura pubblica nella provincia di Venezia. Sono a contatto ogni giorno con persone che hanno bisogno di essere assistite sia per la problematica che presentano, sia come supporto etico-morale. Ho degli obblighi verso l'azienda nella quale ci lavoro, ma intendo sottolineare che il mio obiettivo primario è quello di prestare assistenza alla persona o paziente o cliente (come noi vogliamo chiamarlo). Non deve mai mancare il rispetto che ci identifica come persone, l'umanità che ci porta vicino alla persona sofferente e il sorriso come spiraglio di luce e sempre con professionalità.... Tutto questo, a malincuore, non c'è stato la notte del 9 dicembre 2015 nel reparto di geriatria di Dolo, dove assistevo mio cognato negli ultimi suoi istanti di vita.. Momento vissuto da mia sorella e dai miei nipoti con dolore, perchè perdere una persona a noi cara ti annienta. Ma non bastava questo, perchè chi ti deve accompagnare e stare vicino è l'INFERMIERA, che con la sua insensibilità, mancanza di rispetto, presunzione, ha reso questo momento un ricordo indelebile, brutto per sempre... Alle volte il SILENZIO e non la PRESUNZIONE ci identificano.
Grazie per l'attenzione.
Rivolgetevi altrove!
In tutta onestà bisogna dire che il personale infermieristico è eccellente, e ottime sono l'assistenza e la pulizia. Il primario dott. Cester è di alto livello. Il problema è nel personale medico: alcuni di questo sono molto competenti, ma ci sono anche le "mele marce", che fanno dubitare delle reali competenze mediche; se ve ne capita uno di questi, può accadere letteralmente di tutto. In pratica si tratta di una roulette russa in versione ospedaliera. Consiglio: rivolgetevi ad altra struttura.
Senilità
Al momento va abbastanza bene ma capisco che trattare la senilità non sia il cavallo di battaglia di questo reparto, sembra che questo tipo di patologia non li riguardi.. Comunque il dott. Paolo Albanese è una persona speciale ed estremamente umana (l'unico dei medici direi), unitamente alle infermiere del reparto deliziose e gentili, dotato della giusta sensibilità per comprendere i problemi e i disagi del malato senile. Lo ringrazio.
Degrado umanitario
Mio padre è morto questo inverno in questo reparto di sconosciuti e impettiti dirigenti medici, compresi gli infermieri che, da quando hanno "il titolo", se la tirano più dei dottori. Complimenti a tutti per l'umanità dimostrata!
Correttezza e rettitudine SOLO PER GLI UTENTI
Mia moglie e mia sorella portano presso il reparto la paziente, commettendo l'imperdonabile omissione di non aver portato l'impegnativa del medico di famiglia, che era riposta sulla vetrinetta di casa (e non era nella cartellina che avevano appresso). tale fatto ha condizionato in maniera irrimediabile la visita tentata, il professionista che visitò mia madre scrisse un certificato che non venne però più consegnato alla famiglia, neanche dopo che nel pomeriggio mia moglie portò l'impegnativa recuperata. I,o tornato dall'impegno che mi allontanò da casa, chiesi del certificato da esibire al medico di famiglia per un aggiornamento della terapia; alchè realizzai dell'indisponibilità del documento, telefonai e chiesi: il nome del professionista che fece la visita, che negò di non aver consegnato il certificato e, a compensazione di tale negato equivoco, mi propone una nuova visita, ovviamente presentando NUOVA IMPEGNATIVA.
Lo chiamo DEGRADO indecente!!!!!
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