Geriatria Arcispedale Santa Maria Nuova
Recensioni dei pazienti
Filtra per malattia, intervento, sintomo
Recente ricovero
Grazie Luigia, Giuseppe, Carol, Jessica, Francesca, Emilia, Alice, Pippo, Matteo per avete reso il mese passato in Geriatria un po' più sopportabile di quanto lo sarebbe stato senza la vostra presenza e assistenza. Vi ammiro molto perchè ci vuole tanta pazienza e coraggio per svolgere il vostro lavoro.
Un grazie sentito anche alla Dott.ssa Raffaella Prampolini.
Scarsa cura del paziente
Mio padre è stato ricoverato in Geriatria in occasione di un intervento al femore. E' stato doloroso vedere come e' stato abbandonato. Tutti i giorni trovavamo il cambio sporco di sangue perche' non mettevano bene l'ago in vena. Per non parlare dell'igiene: pavimento con tachipirina e sangue pestato per terra.
Rispedito a casa dopo una settimana senza ricoverarlo in una struttura per riabilitazione perche' per la sua patologia (demenza) era praticamente irrecuperabile... Questo è quello che abbiamo capito...
Ringraziamento
Mio padre, di anni 77, è stato ricoverato in questo reparto per un mese, da novembre a metà dicembre 2020. Trasferito da pronto soccorso con diagnosi di pielonefrite e situazione in Apr molto complessa, è stato curato e assistito al meglio nel lungo percorso.
Volevo esprimere un sentito “grazie” a tutto lo staff medico, al personale infermieristico e operatori socio sanitari per la professionalità, disponibilità e umanità dimostrate.
Grazie di cuore.
Rita Faraboschi
QUALITÀ DELL'ARIA
Mi chiamo Daniela Gaddi e scrivo per esporvi un dubbio e per ricevere un chiarimento.
A mio padre Afro Gaddi (26/10/1940) è stata diagnosticata una leucemia acuta e con le cure che ha ricevuto durante l'anno la situazione è migliorata, e di questo siamo tutti molto grati e riconoscenti.
Nelle ultime settimane però ha avuto un rapido peggioramento, tanto da richiederne il ricovero venerdì 6 novembre. Io stessa ho accompagnato mio padre al CORE, reparto Ematologia, per accertamenti dove poi è stato valutato il ricovero. Lo stesso giorno è stato eseguito un tampone Covid, risultato negativo.
Il giorno successivo 7 novembre è stato trasferito nel reparto di Geriatria.
Io stessa il medesimo giorno ho portato al personale del reparto la borsa e il necessario per mio padre.
Ho dovuto aspettare su indicazioni del personale un qualche tempo nell'atrio all'ingresso per motivi organizzativi interni. Così ho avuto modo e tempo di osservare attentamente l'ambiente.
Quello che ho avuto modo di osservare era un ambiente non pulito e soprattutto terribilmente maleodorante e sono rimasta molto colpita, soprattutto mettendo a confronto le osservazioni che ho avuto modo di fare quest'anno al CORE.
Percepivo una forte puzza che in altri reparti non ho mai percepito e ho avuto difficoltà ad aspettare. Sono forse io molto sensibile, ma quell'odore era per me cosi fortemente percepibile che lo percepivo molto forte anche con la mascherina.
Io ho percepito che quell'odore nauseabondo perveniva dal reparto di Geriatria, perchè la porta è rimasta completamente spalancata per tutto il tempo, mentre la porta di ingresso del reparto di Lungodegenza che si trova subito a fronte è stata sempre chiusa.
Dove io ho dovuto aspettare erano ammassati numerosissimi oggetti dall'aspetto a tratti preoccupante. Vi erano vecchie poltrone rotte e visibilmente sporche, oltre che sedie ammonticchiate, strumenti vari e altre cose coperte alla bene meglio da teli di plastica.
Il giorno seguente, domenica 8, a mio padre è stato eseguito un secondo tampone, risultato positivo, quindi è stato trasferito nel reparto covid-19.
Mi sono chiesta se mio padre potesse aver contagiato altri pazienti, perché a mio giudizio era probabilmente l'odore dal corridoio e possibilmente anche quello delle stanze che usciva fino all'atrio: l'aria viziata arrivava fino a dove io aspettavo.
Volevo semplicemente porre alla Vostra attenzione l'importanza anche della qualità dell'aria che i pazienti necessitano, a maggior ragione in questo momento, con una emergenza come questa in corso e in un reparto come questo!
Grazie per la Vostra attenzione
Cordiali saluti.
Daniela Gaddi
Covid-19.
Personale, competente, cordiale e gentile
Mio padre di anni 85 è stato ricoverato in questo reparto per circa una settimana e poi trasferito in lungodegenza riabilitativa.
Non posso dire molto in quanto le visite erano vietate come da normativa anti Covid-19.
I medici al telefono sono stati gentili, esaustivi e cordiali, così come il personale infermieristico, sempre disponibile a fare le video chiamate.
Penso sia stato curato al meglio, vista la situazione.
Figlia di paziente
Mio papà è entrato in geriatria A circa due mesi fa e pochi a mio parere sono degni di essere menzionati per la loro professionalità: una infermiera mora con i capelli ricci molto dolce ed efficiente e una dottoressa piccolina e bionda con gli occhiali, molto umana.. Per tutto il resto, è semplicemente doloroso ricordare, abbiamo visto com’è stato trattato mio padre. Ogni giorno io e i miei familiari gli facevamo visita e ogni volta trovavamo il papà in situazioni penose: spesso il sondino era fuori posto con il liquido che gli grondava dal labbro e il camice imbrattato di sangue (non sappiamo quante volte lo abbiamo fatto notare, ma solo dopo venti giorni sono riusciti finalmente a inserirlo bene); poi c’era chi diceva (sempre del personale infermieristico) che il papà se lo spostava (sì, con le manopole che gli avevano inserito e lui che era sempre immobile e addormentato, poveretto); senza contare le volte che lo abbiamo trovato tutto bagnato e freddo, o di quella volta che lo abbiamo trovato in senso perpendicolare al letto e con la testa sulla sponda del letto (il papà non poteva muoversi, sono stata con lui due giorni interi e non l’ho mai visto muoversi, quindi qualcuno lo ha spostato così è chissà per quanto tempo ci è rimasto). Non dico quanto nervoso e quanta rabbia abbiamo provato e poi quando uscivamo in corridoio per chiamare qualcuno per chiedere chiarimenti sparivano tutti. Nel frattempo il papà si è preso due batteri di cui uno sicuramente dal vicino di letto perché ne aveva anche lui (guarda caso) ... Il papà dopo un mese è stato dimesso, ma un’ora più tardi, perché il dottor Carpi non aveva ancora preparato la lettera di dimissioni (sapevano già dal mattino che il papà lo avrebbero dimesso al pomeriggio), quindi ha fatto aspettare un’ora l’ambulanza e il personale che doveva risistemare il letto. Per scrivere cosa in questa lettera? Nulla , non ha scritto niente di come doveva essere trattato il papà una volta dimesso dall‘ospedale. Poi alla sera purtroppo aveva già la febbre e dopo qualche giorno è stato di nuovo ricoverato, ma per fortuna in Medicina urgente (che è tutta un’altra cosa, a parte le tempistiche). Il papà però era troppo provato e debilitato e dopo qualche giorno ci ha lasciati. Noi abbiamo pensato che dovevamo scrivere ciò che abbiamo visto e provato (nello specifico però) per il bene soprattutto di nostro padre (è stato doloroso vederlo così) e forse (speriamo) per risvegliare qualche coscienza. Siamo nel 2019 e siamo in una regione che è l’eccellenza della sanità, queste cose non dovrebbero succedere.
Sperare di non averne la necessità
Ho avuto già l'anno scorso una esperienza allucinante con la degenza di mia madre. Ora con il padre di mia cognata. Dottori poco attenti, empatia praticamente assente. Sono disgustata e, se mai avessi la necessità, qualsiasi altro ospedale non potrà essere peggiore!
esperienza negativa
Il ricovero di mia madre non è stata una esperienza positiva. Ha avuto la sfortuna di incontrare un medico che non è stato in grado di fare una valutazione attendibile e appropriata al suo reale stato di salute. Mi ha convocato per dirmi che mia madre stava bene ed era pronta per essere dimessa. Mi sono opposta, per questo sono stata criticata, mia madre non è stata dimessa e dopo due giorni è morta. Ho fatto presente a voce e per iscritto al direttore l'accaduto e l'atteggiamento tenuto dal medico; quest'ultimo è stato "costretto" a convocarci per "chiarire". In realtà ha solo peggiorato la situazione, perché ha dimostrato un cinismo e una incapacità a relazionarsi che lascia sgomenti, soprattutto al pensiero che a lui vengono affidati i nostri cari, spesso in una fase terminale della vita e per i quali un po' più di umanità e un pò meno accanimento terapeutico farebbe la grande differenza. Si chiama accompagnamento dolce e dignità della persona. Mia madre, persona dalle infinite qualità umane e molto amata, non ha avuto questa opportunità per colpa di questo medico. Lui ha una coscienza? Non ha avuto neanche l'umiltà di dirsi dispiaciuto, quindi ne dubito.
Altri contenuti interessanti su QSalute