Ematologia Ospedale di Catanzaro
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Leucemia mieloide acuta
Volevo spendere due parole sul reparto in oggetto, avendone avuto purtroppo un'approfondita conoscenza negli ultimi mesi, terminata con l'improvviso ed inaspettato decesso di mio padre in cura presso detto reparto.
In tale reparto mio padre ha riposto la sua vita ed un'incondizionata fiducia, anche quando sembrava che le cose non andassero per il verso giusto, anche quando l'affermata "normalità" della sofferenza ha avuto purtroppo l'epilogo peggiore.
Tutti noi crediamo fermamente che medici ed infermieri abbiano professionalmente fatto tutto quanto in loro potere, applicando il corretto iter terapeutico.
Fatta eccezione per il personale infermieristico, è molto triste. da parte mia testimoniare però di non aver riscontrato alcuna umanità, alcuna partecipazione emotiva, alcuna empatia in chi coordina quel personale infermieristico e nel personale medico; categorie queste che forse più di altri hanno (o dovrebbero avere) abbracciato la professione medica mossi da un profondo senso di responsabilità umana (ancor prima che professionale) per aiutare chi soffre. Questo sottostante e fondante elemento del rapporto medico-paziente credo sia venuto meno ed ha prodotto dolore su dolore; la sordità alle richieste di aiuto nelle ultime ore di mio padre, l’abbandono da chi lo aveva curato sino ad allora, mantengono la ferita ancora più vivida di quanto già non sia.
Forse chiunque indossi un camice dovrebbe sempre tenere a bene a mente il perché lo sta indossando, il motivo primo e fondante di questa sua scelta – anche – professionale; dovrebbe forse recuperare dentro se stesso l’umiltà della sofferenza che si trova di affrontare ogni giorno, condividendola… In assenza di questa disposizione d’animo, a mio parere sarà solo un professionista (più o meno bravo).
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