Ematologia Casa Sollievo della Sofferenza
Recensioni dei pazienti
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I mie angeli custodi
I reparti (Ematologia- Utie) funzionano esattamente come gli ingranaggi di un orologio, in sincronia, ognuno sa perfettamente quello che deve fare, quando e come.
Inoltre, di fronte alle difficoltà quotidiane, che non mancano mai, sanno come affrontarle con soluzioni fantasiose ma efficaci, accompagnate da un bel sorriso ed una classica pacca sulla spalla.
Meravigliosi!
Giusto e doveroso, visti i tempi e le vicissitudini di molti pazienti, elogiare e notificare la gratitudine verso operatori e medici che, tra mille difficoltà, ottemperano e colmano ormai tempi sempre più ristretti rivolti all'umanizzazione delle cure, che sono essenziali al credo umano e professionale di una professione e verso la persona che è il paziente.
Ringrazio per la grande umanità e professionalità due professionisti, due Persone di grande spessore morale, etico ed umano che, tra ormai troppi professionisti asettici di empatia, rappresentano la sacralità della Professione di Medico:
Dr.ssa Antonietta Falcone, meravigliosa, a lei grata per la sua competenza e umanità;
Dr. Rosario Scalzulli, di risaputa e riscontrata professionalità.
Doveroso enunciarlo con rinnovata gratitudine.
Esperienza non proprio positiva
A gennaio 2021 mi viene diagnosticato linfoma di Hodgkin al secondo stadio. Tramite il dott. Cascavilla, sempre gentile e disponibile, vengo indirizzato dal dott. Scalzulli, referente di patologia. Dopo un breve ricovero in ematologia, eseguo 4 cicli di chemioterapia e, a seguire, radioterapia.
Personale infermieristico sempre disponibile, ma ogni qual volta si trattava di Scalzulli, mi toccava andare sempre di persona a chiedere sul da farsi, poichè al telefono e alla mail non rispondeva mai. Non ho così esitato a rivolgermi a un altro, ma non avrò un buon ricordo di lui.
Trapianto allogenico
Sono stata accolta e curata dal dottor Angelo Carella e dal suo staff in maniera eccelsa grazie alla loro competenza ed efficienza. Inoltre mi sono sentita in una grande famiglia per tutto il tempo della mia lunghissima degenza.
Vorrei ringraziare tutti e salutare con un abbraccio.
Esperienza negativa
Mia sorella è stata ricoverata a fine aprile 2017. Le è stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin. E' stata sottoposta a vari cicli di chemioterapia ed in seguito, come da prassi, all'autotrapianto di cellule staminali. Percorso devastante ma, diciamo, il fine giustifica tale percorso. E' stata dimessa a novembre 2017 con prescrizione di controllo a febbraio 2018. Un po' lunghi i tempi.... considerando che in altri ospedali i pazienti dopo il trapianto sono monitorati settimanalmente. La cosa grave è che non viene indicato esattamente il giorno in cui il paziente deve presentarsi per il controllo, ma il paziente deve telefonare e cercare di capire cosa deve fare... nel caso specifico mia sorella ha avuto ad interagire con il Dott. Carella, che con una patologia così grave, ha detto “non si preoccupi venga più in là”. Quando il controllo non era neanche di sua competenza. E non ha neanche dato indicazioni sul da farsi indirizzandola a chi di dovere. All'ennesima telefonata, trascorso oltre un mese dalla data prevista, si è permesso di dire candidamente che non era a lui che doveva rivolgersi! Finalmente siamo riusciti ad effettuare la PET di controllo il 6 aprile 2018, che ha reso necessario un altro ricovero. Il linfoma non Hodgkin era diventato Leucemia Linfoblastica. Quando? boh! Mia sorella fino al giorno 1 aprile era stata bene e l'autotrapianto "sembrava" fosse andato a buon fine. Le due dottoresse di notte, o di giorno a seconda dei turni, venivano a vedere mia sorella ribadendo il concetto che era inutile che mi agitassi perché tanto non ne aveva per molto. Il personale infermieristico e OSS stupendo. Al dottor Scalzulli va la mia stima e il mio ringraziamento.
Mia sorella è morta l'1 maggio 2018 a soli 60 anni. Forse sarebbe andata così comunque, ma nessuno mi convincerà che il mese e mezzo di ritardo nel controllo non abbia avuto un peso nell’epilogo.
LMA
Il 17 di settembre 2017 porto mio padre al pronto soccorso di San Giovanni Rotondo con febbre, perdita di peso, macchie sulle gambe e afta in bocca. Gli diagnosticano (medico dermatologo) una allergia (con valori emocromo quasi tutti sballati..). Il 27 settembre viene portato a San Giovanni Rotondo dall'ospedale di Manfredonia urgente in autoambulanza per leucemia mieloide acuta. Cominciano la chemio, andava tutto bene. Era in una stanza asepsi, ma dove infermieri entravano quasi spesso senza le precauzioni che si usano in una stanza sterile. Veniva aperta la finestra per prendere aria, l'ospite di fianco a mio padre entrava ed usciva dalla stanza, usciva fuori dal reparto avanti e dietro. Letto non conforme alle esigenze di un malato, per alzare i piedi gonfi del mio povero papà abbiamo fatto mettere sotto il materasso ai piedi una coperta piegata.
La notte del 17 ottobre mio padre, indebolito, va in bagno e purtroppo cade, e non si sa quanto tempo rimane inerte a terra nel bagno. La mattina del 18 ottobre 2017 mio padre alle 10.00 del mattino ci chiama e dice a mia madre di venire prima perché lui è caduto nel bagno nella notte - ed aveva ossigeno e flebo. Porto mia mamma subito in ospedale, ma non la fanno entrare rassicurandola che andava tutto bene. La fanno entrare alle 12.30, mio padre muore alle 14.00 mano nella mano di mia madre per arresto cardio-polmonare. Dissero che aveva avuto nella notte una forte bronchite e febbre alta e che in un polmone c'era traccia di acqua. Praticamente questo è successo in una sola notte. Sottolineo che il 14 ottobre il paziente accanto al mio papà nella notte cadde, ma grazie a mio padre, che se ne accorse e allerto' gli infermieri, è stato soccorso.
Reparto consigliato
Ottimo reparto, tutti competenti per i propri incarichi, a partire dai medici per finire agli addetti delle pulizie.
Segnalazione disagio sofferto
Nei giorni 30 e 31 ottobre sono stato ricoverato per un ciclo di chemioterapia. E' trascorso tutto nella norma il primo giorno. Il 31 dovevo fare la seconda parte del trattamento. L'infermiere di turno ha provveduto alla preparazione nel migliore dei modi sino a quando non è arrivato il Rituximab. Ella ha provveduto ad innescare il tubicino per l'erogazione del farmaco dimenticando, però, di aprire la valvola di erogazione. Erano le dieci del mattino! Si è accorta di questo inconveniente mia moglie, alle 14,30. Poichè il farmaco va somministrato (ho saputo dopo) e monitorato ogni ora per regolarne la erogazione, possibile che nessuno si sia ricordato di me? Finalmente, alle 18,30. secondo i miei calcoli, l'infusione doveva essere finita. Ero stressato al massimo! Ho pregato l'infermiere di staccare la flebo. Mi è stato risposto che non era possibile perchè il farmaco non era finito. Ho insistito assumendomi le responsabilità di una eventuale terapia incompleta. Solo allora è stata tolta la cartastagnola dall'involucro del Rituximab. Era esaurito. Mi si doveva togliere l'ago cannula. Normalmente si irrora il cerotto che lo avvolge per attenuare lo strappo. Questa volta mi è stato veramente strappato. So di dover ritornare ancora in reparto sino a che non sarò guarito. Mi auguro di non dover ancora soffrire per negligenza del personale infermieristico. Un grande grazie ai Sigg. Medici per il loro operato.
Comparelli
Perchè la chemio è troppo forte..
Mio fratello è stato trattato con poli chemioterapia per 4 giorni, ininterrottamente, ed è poi stato dimesso al secondo ciclo il giorno dopo. A casa, dopo 6 giorni, ha avuto un peggioramento che ha reso difficile il trasferimento nell'ospedale di San Giovanni. E' stato poi d'urgenza trasportato nell'ospedale di Andria, dove è morto. Non si possono dimettere pazienti trattati con chemio così mortali dopo solo 1 giorno!!
Paziente
Tra avanti e indietro sono stata un anno in questo reparto, tra chemioterapia e autotrapianto e devo dire che, da un certo punto di vista, me la sono passata proprio brutta. Però ringrazio tutti i medici, gli infermieri, gli OSS e anche le ragazze che venivano a pulire per la loro disponibilità, gentilezza, umiltà e pazienza.
Vi voglio tanto bene ragazzi, baci da Colombo Maria o, come mi chiama il mio ematologo, suor Maria.
Ematologia di avanguardia
Spett. Direzione
Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza
SAN GIOVANNI ROTONDO
Sono stato ricoverato presso il reparto Ematologia di codesto Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza per curarmi un linfoma. Sono stato accolto e curato da una equipe medica di alta responsabilità e professionalità, il cui primario si chiama Dott. Cascavilla Nicola, amico di studi liceali. La stessa cosa vale anche per l'apparato infermieristico, che si è dimostrato molto preparato e sempre pronto ad ogni evenienza.
Reparto Ematologia definito di eccellenza e di ALTA PROFESSIONALITà, oltre che di ricerca scientifica, di TRAPIANTI ed AUTOTRAPIANTI. Di fama nazionale ed internazionale. Qui tutti vengono trattati con le cure del caso e con i dovuti rispetti, senza distinzione di amicizie.
Io, Del Priore Donato, sono stato trattato come tutti gli altri pazienti. Non esiste l'occhio di riguardo in questi casi. Esiste solo la pazienza ed il tempo. Naturalmente il regista è SOLO LUI: IL SIGNORE e l’intercessore più vicino a noi è Padre Pio da Pietrelcina, il Santo che ha fortemente voluto ed amato questa Casa e i suoi sofferenti.
Ringrazio tutti gli operatori del reparto Ematologia, nessuno escluso: infatti non faccio nomi per non dimenticare nessuno e non offendere nessuno. Grazie di vero cuore!
Avv. Donato Del Priore.
Reparto ematologia ottimo
Dalla votazione massima si evince il mio commento. E' un ottimo reparto sotto ogni punto di vista.
ottimo reparto
una grande professionalità, un'enorme disponibilità, molta umanità e tanta dedizione nel credere in quello che con amore svolgono: queste le primarie qualità di questo reparto.
un grande ringraziamento a tutti i dottori, in particolare al NUMBER ONE..
mimmo
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