Domus Salutis di Brescia
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Totalmente abbandonato
Dopo aver fatto fisioterapia alla Domus, mi è stato proposto un tutore da ritirare presso l’ortopedia Rizzoli di Brescia. Tale tutore si è rotto dopo neanche un anno di utilizzo per evidenti disfunzionalità tecniche. Riconsegnatolo alla Rizzoli a metà settembre 2018, se ne sono perse le tracce fino ad oggi 19 novembre 2018, quando finalmente sono riuscito ad entrare miracolosamente in contatto telefonico con l’ortopedia. Dico “miracolosamente” perché tale struttura si è negata totalmente fino ad oggi e fa della maleducazione del personale il proprio cavallo di battaglia: non risponde al telefono, non si trova mai nessuno in negozio, non risponde alle email, così come già segnalato da altre recensioni. Ci si chiede come mai la Domus, che si vanta della qualifica di “eccellenza”, possa farne un proprio punto di riferimento.
Ad ogni modo ho fatto presente la cosa alla Domus e mi è stato risposto che ci avrebbero pensato loro. Sono ancora in attesa di un secondo miracolo: la chiamata.
Nel frattempo affronterò la lettura delle numerose pagine del codice “etico e di comportamento” della Domus Salutis.
Delusione e amarezza
Il paziente (mio padre) viene trasferito dalla Poliambulanza di Brescia alla Casa Domus per riabilitazione cardiologica con il seguente quadro clinico: sindrome coronarica acuta, coronopatia trivasale con indicazione a terapia medica, disfunzione ventricolare sinistra di grado severo ecc. ecc.
Sicuramente un quadro clinico abbastanza critico.
Durante la degenza alla Casa Domus (della durata di due settimane) viene eseguita (oltre alla terapia medica) attività fisica supervisionata (da seduto). Notiamo che a partire dalla seconda settimana mio padre sembra peggiorato (non riesce ad alzarsi dal letto senza aiuto e non riesce a fare più di qualche passo sempre con aiuto) e ne parliamo al viceprimario, ma lei afferma che mio padre non ha nessuna necessita' di ausili o di dimissione protetta, in quanto ha una discreta autonomia per muoversi in casa dal letto alla poltrona, o al tavolo per mangiare, e che, comunque, se dovessero prolungare la degenza la situazione non sarebbe migliorata.
Quindi lo dimettono indicando la prosecuzione del programma riabilitativo con sedute di FKT a domicilio e cammino della durata di circa 20 minuti minimo con cadenza di 3-4 volte/settimana, rimandando il tutto al medico curante.
Mio padre adesso è a casa da due giorni (festivi, perchè naturalmente hanno pensato bene di dimetterlo di sabato mattina quando è difficile avere la disponibilità del medico curante) e non è in grado di camminare da solo con la stampella (come mi era stato assicurato), ma ha sempre bisogno dell'aiuto di qualcuno.
Ora, fra tutte le domande che mi sto ponendo, mi chiedo come faccia mio padre a camminare per 20 minuti se non è in grado neanche di camminare per 15 secondi??
Adesso resto in attesa della visita del medico curante ma, nel frattempo, mi sento amareggiata e delusa dalla struttura ospedaliera!
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