Chirurgia Sacro Cuore Don Calabria
Recensioni dei pazienti
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Lezione di vita o...
La mia esperienza risale ad agosto 2012, quando al mio fidanzato fu assicurato il buon esito dell'intervento chirurgico con asportazione di stomaco e milza, nonchè la ripresa di una vita normale nel giro di pochi mesi, con la sola differenza della moderata quantità e dei tempi più distribuiti nella giornata dei pasti. Alla domanda diretta di Marco, di quanto tempo gli sarebbe rimasto da vivere senza l'operazione, il chirurgo dott. Zardini non dava risposta e lo rassicurava che, tolto lo stomaco e la milza, gli avrebbe fatto un buona pulizia e poi tutto sarebbe ripreso piano piano. Ovviamente l'ottimismo del chirurgo al quale ci si affida influenza non poco la scelta. Ebbene, durante l'intervento si scopre la gravità e la vastità del male: a questo punto mi chiedo se vale la pena procedere con un intervento demolitivo asportando stomaco, milza, omemento, cardias, resezione circa 2 cm. esofago, in nome del tentativo estremo di non salvare la vita, ma solo di allungarne il periodo. Marco dopo l'intervento, a parte le importanti complicazioni post operatorie, ha sofferto per altri 9 mesi, vedendosi rovinato nel fisico, ridotto all'invalidità, condannato alla consapevolezza di non essere pìù uomo ma una creatura da accudire con il timore della recidiva. Marco è stato un grande combattente, si è sforzato durante la fase di riabilitazione a mangiare e si è arreso solo quando, nell'ultimo mese, il suo fisico ha ceduto. La morale è semplice, meglio non strafare e lasciare vivere quel che resta senza "torture".
Io non mi farò convincere.
Luciana
DELUSIONE
Sono la mamma di un ragazzo che adesso avrebbe 21 anni. Mio figlio è stato operato a febbraio 2011 di tumore al pancreas dall'equipe del prof. Pederzoli (allora primario del reparto di Chirurgia generale B del Policlinico di Verona Borgo Roma); aveva una massa di 2 cm. che ostruiva le vie biliari, quindi era da togliere. Il prof. Pederzoli disse a mio figlio che avrebbe dovuto riprendere a fare le cose di sempre. Il prof. Pederzoli affidò il caso alla dott.ssa Boninsegna che ci indicò tutto ciò che c'era da fare. Tutti i controlli fatti in precedenza andavano bene, ma il 2 maggio 2012 mio figlio fece una tac e da questa risultarono lesioni epatiche; questo risultato venne inviato a Verona e a Cesena dove era stato sottoposto ad una terapia radiometabolica. Dalla dott.ssa Casi di Cesena non abbiamo ancora avuto risposta, mentre dal dott. Rossato di Verona- che faceva da tramite con la dott.ssa Boninsegna, che insieme al prof. Falconi prestavano servizio nell'ospedale di Negrar- organizzavano un ricovero per Nicola (intanto il prof. Pederzoli era andato in pensione). All'ospedale di Negrar siamo stati 13 giorni, mio figlio è arrivato in ospedale che stava bene fisicamente ma lì giorno per giorno peggiorava e chiedeva continue spiegazioni al prof. Falconi, che lo tranquillizzava dicendo "stiamo facendo controlli" senza iniziare una terapia antitumorale. Nicola aveva massima fiducia nel prof. Falconi e quando quest'ultimo gli disse che non poteva più aiutarlo, mio figlio rimase profondamente deluso perchè aveva affidato la sua vita nelle sue mani.. Quando si parla di tumore tutti sanno che non bisogna perdere nemmeno un secondo, com'è possibile che mio figlio in 13 giorni non abbia fatto altro che esami di accertamento, ma non abbia fatto nessuna terapia per far bloccare la malattia? Purtroppo l'11 maggio 2012 Nicola è volato in cielo.
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