Casa Sollievo della Sofferenza San Giovanni Rotondo
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ONCOLOGIA DONNE REPARTO DELLA SPERANZA
Il reparto di Oncologia donne dell'Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza è uno dei migliori che io abbia potuto trovare per quanto riguarda la professionalità, la competenza e la disponibilità dei medici. Mi sono rivolta in questa struttura per curare mia madre, colpita da tumore al colon con metastasi polmonare, per la nomea di cui gode questo centro in ambito regionale e inter-regionale. Abbiamo raggiungo l'ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza" avendo un primo incontro con il Primario Dott. Maiello, persona eccezionalmente umana e disponibile, che mi ha fornito valide motivazioni per continuare a lottare contro la malattia. Ora mia madre fa la chemio ogni 2 settimane e, nonostante gli enormi sacrifici di trasporto da Lecce a S.Giovanni Rotondo, continuiamo a farlo perchè abbiamo trovato dei medici eccezionali, in particolare il Dott. Piano, che con la sua gentilezza, disponibilità e soprattutto competenza e professionalità, segue mia madre non come un numero di posto letto, ma come persona umana. Io e la mia famiglia ringraziamo il Primario Dott. Maiello, il Dott. Piano e tutto il personale medico e paramedico per quanto hanno già fatto e faranno nella quotidiana lotta contro la malattia.
Sempre nel segno della fede e della scienza
Sono stato ricoverato per alcuni giorni al reparto oncologia; l'esame di una Tac fatta ambulatorialmente rilevava alcune presunte metastasi. Per me è stato un trauma psicologicamente. Ma appena giunto, il personale medico e infermieristico ha cercato innanzitutto di calmarmi e mi ha dato coraggio. Hanno affrettato prima possibile gli esami diagnostici (tac con contrasto, scintigrafia e rnm) e gli stessi medici del reparto seguivano ogni esame confrontandosi con i medici che avrebbero refertato gli esami. Dopo alcuni giorni sono stato tranquillizzato che non trattavasi di lesioni metastatiche. In quei giorni, dentro l'ospedale, ho riscoperto la mia fede ed ho apprezzato ancor di più il senso dell'opera di Padre Pio. Un luogo dove scienza e fede vanno di pari passo. Un luogo dove innanzitutto si cura la sofferenza delle persone. Un luogo dove ad ognuno viene dato "la speranza". Ringrazio il Prof. Maiello, primario del reparto, il Prof. Piano e tutta l'equipe del reparto, la cui umanità resta impressa nel mio cuore e nella mia anima.
UNO DEI MIGLIORI....
PREMESSO CHE NOI VENIAMO DALLA CALABRIA, QUINDI è MOLTO DIFFICILE TROVARE DI PEGGIO, CI SIAMO RIVOLTI AL PRIMARIO DI GASTROENTEROLOGIA PER UNA VISITA A PAGAMENTO INTRAMEDICA, IL QUALE CI SUGGERIVA UN RICOVERO PER FARE DEGLI ACCERTAMENTI. PIANIFICATO IL RICOVERO, CI PRESENTIAMO IN REPARTO ALLE 8.00, DOVE VENIAMO ACCOLTI SICURAMENTE SENZA SORRISI E GENTILEZZA, MA CON UN "NON CI SONO POSTI" DOVETE ASPETTARE... RICORDO CHE NOI SIAMO DISTANTI 400 KM., QUINDI BEN 4 ORE D'AUTO.. COMUNQUE, PER FARLA BREVE FINALMENTE SI LIBERA UN POSTO ALLE 15.30, ABBANDONIAMO L'ANDRONE E MIA MADRE VIENE RICOVERATA. IL GIORNO NON ESEGUONO NEANCHE UNA VISITA. L'INDOMANI ESAMI DI ROUTINE E POI IL GIORNO STESSO CI DICONO CHE è IN DIMISSIONE.
MORALE? ONESTAMENTE MI ASPETTAVO DI PIU' SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA, SICURAMENTE DA QUELLO FROFESSIONALE.
Ottimo Reparto di Ginecologia
A febbraio 2013 è nato il mio Francesco. Sono stata seguita dal Dott. D'Errico Raffaele, che mi ha sopportata, supportata e confortata, non facendomi sentire un numero di letto ma una persona. Il reparto è formato da persone competenti. Antipatici sono solo alcuni vigilantes, che ovviamente sono esterni all'ospedale, ma gestiscono la sicurezza e l'ingresso dei parenti all'ora delle visite.
Assistenza spirituale;
Strumentazione e terapie all'avanguardia.
Cosa ha di più Casa Sollievo della Sofferenza
La domanda che mi sento ripetere ormai da un anno è "Ma cosa ha di più San Giovanni Rotondo rispetto agli altri ospedali? I protocolli sono gli stessi in tutto il mondo".
A questa domanda incomincia il mio racconto di un'esperienza unica, irripetibile... bè, chi mi legge potrebbe pensare che forse sarebbe il caso che ricoverassero me in qualche reparto per analizzare il mio cervello.
Come si fa infatti a dire che la malattia è un'esperienza unica, irripetibile.
Ebbene sì, vivendo il nostro Calvario a San Giovanni Rotondo presso il reparto di Oncologia Donne di Casa Sollievo della Sofferenza, sto arrivando a pensare che anche la malattia è un dono, perchè come disse un giorno la suora, se alla parola soffrire togli la S rimane offrire, e a San Giovanni Rotondo c'è un continuo offrire reciproco.
I pazienti offrono la propria sofferenza a Gesù e i medici donano la loro professionalità e le loro amorevoli cure ai pazienti.
Quando poi inizio a raccontare le modalità di somministrazione delle terapie che durano tre giorni (nel nostro caso), mi sento rispondere "ma come negli altri ospedali la stessa terapia dura al massimo due-tre ore".
Ma come non avevano sentenziato prima che i protocolli sono gli stessi in tutto il mondo?
Allora ci si rende conto cosa c'è di diverso a San Giovanni Rotondo.
Il reparto di Oncologia donne è qualcosa di speciale e se riesci a fare tesoro della ricchezza interiore di ogni persona che incontri .... vivi un'esperienza unica.
E' vero ... tante amiche che ho conosciuto lì non ce l'hanno fatta... ultima in ordine di tempo la cara Francesca; però non potrò mai dimenticare la forza che Lei infondeva a noi attraverso i suo grandi occhioni.
Ricordo ancora il nostro ultimo incontro nel corridoio... lei era sulla sedia a rotelle e abbiamo avuto un intenso scambio di parole e sguardi ...
Li porto nel cuore e mi stanno aiutando ad affrontare la dura malattia che ha colpito la mia mamma, in una famiglia come la mia già colpita dalla grave perdita di mio padre e mio fratello.
Ecco cosa ha di diverso San Giovanni Rotondo... è una grande famiglia
Quando mamma finirà la chemio e ripartiremo, lascerò qui un pezzetto del mio cuore e conto i giorni che passano al nostro rientro.
Incontrare nei corridoi il coloratissimo Dottor Piano, la super Dottoressa Cilenti, la dolce Dottoressa D'Addetta, il simpatico Dottor Di Maggio, la cordiale Dottoressa Ronga, l'imponente e rassicurante Primario Prof. Maiello, la dinamica Suor Lucia, il famoso Pio Pio, la bella Carmela, la spettacolare Angela, Luciano,Michele, Antonio, Angelo, Loredana, Floriana, Nunzia e tutti gli altri infermieri ... questa sì che è una bella famiglia !!!!
Ovviamente la professionalità e le cure sono da vera eccellenza in campo medico.
L'accoglienza che tutto il personale riserva al paziente rappresenta una marcia in più che dà forza al paziente stesso per affrontare le pesanti terapie.
Tutto qui... questo è il reparto di Oncologia Donne di Casa Sollievo della Sofferenza, visto da chi vive lì due weekend al mese della propria vita.
Assistenza spirituale;
Strumentazione e terapie all'avanguardia.
Almeno due sedie per ogni paziente.
ONCOLOGIA DONNE
E' un ospedale fantastico, con personale sempre disponibile per qualsiasi problema. Nello specifico ci tengo a sottolineare che nel reparto ONCOLOGIA DONNE, dove ormai siamo di famiglia perchè mamma è in cura da ottobre, ci siamo sempre trovati più che bene; poi i medici sono persone molto educate, gentili e molto dettagliate nello spiegare ciò che riguarda la malattia presa in cura.. Per finire, concluderei con il personale infermieristico, ottimo, gentile e molto educato..
PS: la dott.ssa Cilenti è la mia preferita :) nulla togliendo al resto dell'equipe, tra cui dott. Piano, dott. Di Maggio, dott.ssa D'addetta, dott.ssa Ronga, tutti medici molto specializzati nel loro campo e sempre disponibili per qualsiasi chiarimento.
Reparto medicina nucleare
Sono stata ricoverata in questo reparto il 23 luglio 2012 e sono stata dimessa il 26 luglio 2012 per curare la mia tiroide, o meglio, l'ipertiroidismo subclinico e adenoma di 4 cm.
Sono ricorsa alla terapia con iodio131 a Casa del Sollievo su consiglio del mio endocrinologo, che non riteneva opportuna un'operazione data la mia giovane età (21 anni) e per non farmi assumere un dosaggio ormonale a vita. Giungo in questa reparto con paura e ansia, ma appena mi fanno il prelievo mi accorgo subito delle persone speciali che avevo di fronte... Subito dopo ho conosciuto il dott. Varraso, che si è rivelato una persona professionale, competente e disponibile. Stare 4 giorni in una stanza e non poter avere contatti con gli altri non è cosa facile, ma tutta l'equipe infermieristica e medica ha fatto si che pesasse il meno possibile.
Saprò solo tra pochi mesi se questa terapia ha risolto il mio problema definitivamente, ma questo non ha niente a che fare con la grande famiglia che ho trovato in questo reparto.
Reparto Neurochirurgia
E' stata breve, ma una vera avventura fortunatamente finita nel migliore dei modi.
A febbraio mia mamma inizia a perdere la sensibilità delle mani, delle gambe, pesantezza totale del tronco. Visita neurologica, risonanza magnetica: ernia C3-C4 in mielopatia= sofferenza midollare. Verdetto: se non si opera, finisce su una bella sedia a rotelle in men che non si dica.
I primi di Marzo consulto dal Prof. D'Angelo: stesso verdetto. Intervento, previo ok del Poliambulatorio.
In data 29/03 ci rechiamo al Poliambulatorio, dove le viene comunicate la data dell'intervento prima di tutto, per il 09/04 e dove le vengono effettuati tutti gli esami del caso per l'intervento e, in ultimo, un colloquio con l'anestesista, la Dott.ssa Z.S. che, dopo aver visionato le lastre al torace, nota la patologia di cui ha sofferto mia mamma 50 anni fa, una pleurite PREGRESSA ed inizia con delle affrettate sentenze: "io non mi prenderei MAI la responsabilità di operarla, lei non ce la farebbe MAI da sola a respirare, è pericolosissimo... dica al Prof. D'Angelo che qui a San Giovanni Rotondo esiste un anestesista che fa delle cure analgesiche" (mia mamma non ha mai avuto un dolore!) "ma è proprio necessario questo intervento???... lei non ce la farà... ma scherziamo... IO LE DAREI RISCHIO 5/5, ma le inserisco in cartella clinica 3 su 5 per darle una CHANCE..."
Mia mamma era già in panico totale ed io allora le dico: "a questo punto lei me la deve bocciare, non siamo mica ad OK il prezzo è giusto!! Una chance??? Ma scherziamo! Me la bocci, così io vado da qualche altra parte! Mi sta dicendo che mia mamma chissà se supererà l'intervento e LEI le da una chance??? Ma sta scherzando???" E lei: "no no, le dò l'ok, ma tanto la mandano indietro." E ci licenzia frettolosamente.
Mia mamma terrorizzata, il prof. D'Angelo non riuscivamo a contattarlo... P A N I C O.
Durante la strada del ritorno, San Giovanni Rotondo- Gioia del Colle, ci richiamano dal Poliambulatorio per un altro problema: questa volta l'EMOCROMO, che non era pronto (!), alterato e sempre la Dott.ssa Z.S. consigliava urgente ecodoppler per probabile TROMBOSI in atto, o problema di coagulazione del sangue. Nuovamente il terrore. Mia mamma non voleva piu' operarsi. Era disposta ad andare altrove, ma non lì. Oramai era panico allo stato puro.
Dal 29/04 al 09/04 del ricovero, esami e sopra esami, tutto OK. Decidiamo comunque di andare al ricovero, nonostante l'oramai nota paura mia mamma, ricordandoci principlamente il nostro obiettivo: l'intervento necessario eseguito solo dal Prof. D'Angelo. Ovviamente il 09/04 era Pasquetta ed in reparto c'era solo il Dott. B., che visita mia mamma, le chiede dell'herpes labiale già in crosta che ha mia mamma e prosegue con firma per l'intervento ed con l'elencazione dei rischi che comporta questo intervento. Nuovamente PANICO che aggiungiamo a quello già in atto. Arriva il turno dell'anestesista, che conferma, senza neanche visitarla, il RISCHIO 3-4/5 della dottoressa Z.S.. Tra pianti e disperazioni, le chiediamo perlomeno di parlare con mia mamma per quello che era possibile, considerato l'intervento prenotato per il giorno dopo! In effetti, l'ha tranquillizzata in qualche modo ed il giorno dopo, nonostante il terrore per gli ultimi eventi, entra finalmente in sala operatoria. Già in pre-anenstesia e le migliaia di preghiere con cui entra in sala operatoria, dopo circa 20 minuti ce la riportano, indovinate per cosa? Per l'HERPES LABIALE, che era già stato visto il giorno prima, all'atto della visita.....!!!
Dimissioni immediate per nuovo ricovero 01/05 ed intervento il 02/05. Esami di tutti i generi eseguiti nuovamente, visite specialistiche e tempo per tranquillizzare nuovamente mia mamma. E finalmente il 1 maggio si ricovera ed è tutta un'altra storia. Il bravissimo Dott. Paiano la visita, le spiega PROFESSIONALMENTE i pro ed i contro, un nuovo anestesista la mette a proprio agio, la visita e le conferisce un richio 2 su 5! Mia mamma è molto tranquilla e finalmente il giorno dopo si opera. Indovinate? T U T T O OK. Senza neanche una complicazione respiratoria. E sapete perchè? Lei, nonostante la pleurite pregressa, non ha alcuna PATOLOGIA.
LODE LODE LODE LODE LODE LODE al Prof. D'Angelo che con i suoi timidi sorrisi e le sue poche parole, ti dona tranquillità e sicurezze infinite. Complimenti a lui ed al suo staff che lavora con rara passione.
Invece uno ZERO SPACCATO a tutta questa gente che semina TERRORISMO PSICOLOGICO. Non è giusto. Non lo è per niente. Già non è il massimo per nessuno andar sotto i ferri, ma andarci con TERRORE immotivato è tutta un'altra storia.
Morale della favola: dinanzi a certe situazioni MAI dimenticare l'OBIETTIVO. Il nostro era ben chiaro quando pensavano a chi avrebbe dovuto farcelo raggiungere: il prof. D'Angelo. Grazie di vero cuore, Professore.
Lei è un vero ANGELO di nome e di fatto!
Medicina Fisica Riabilitativa: esperienza negativa
Un mio amatissimo famigliare viene ricoverato nel reparto in oggetto. Ci chiedono assistenza 24 ore su 24 perchè essendo un ammalato non in grado di suonare il campanello, occorre che noi lo facciamo per lui. Ci propongono una lista di badanti a 8 euro l'ora... se facciamo due conti, considerando che siamo stati 5 mesi nel reparto... non sarebbe bastato uno stipendio.
Innamorati del nostro famigliare, a fronte di mille sacrifici, garantiamo personalmente assistenza staffettandoci per 5 mesi, senza interruzione, pur non essendo di San Giovanni Rotondo. Dal giorno dopo che siamo là, capiamo che il programma riabilitativo è su di noi e non sul famigliare. Ci chiedono di diventare infermieri, fisioterapisti... Però nessuno ascolta se abbiamo da dire qualcosa. Noi dobbiamo essere là giorno e notte, ma durante la visita medica siamo pregati di lasciare il reparto... e già qua...l'ammalato non può suonare il campanello e non può parlare. Chi comunica come sta? Chi dice che spesso e volentieri sono saltate le cure (anche antibiotiche) per mancanza di farmaci in tutto l'ospedale? Chi dice che è in corso una diarrea da più di due settimane che nessuno sembra curare? Provo a farlo io per scoprire che la comunicazione è alquanto scarsa e poco è scritto nelle cartelle cliniche. Il mio parente è stato ridotto alla denutrizione, con uno stato di profonda disidratazione, e con una piaga di terzo stadio che ha peggiorato il suo stato di vita.
Non è stata tolta la tracheo per incomunicabilità tra reparti, a detta dei medici stessi.
Per molti medici il nostro famigliare è in coma vegetativo. Non si sono mai accorti che risponde si e no con la testa, che sorride, che soffre.
Abbiamo avuto a disposizione sedie a rotelle rotte, materiale ospedaliero scarso. Fisioterapia del respiro assente. Una nota positiva va ad alcuni infermieri che si sono affezionati e hanno assistito con amore e professionalità. Troppo poco però per dimenticare.
La filosofia del reparto è che loro sono 'obbligati' a tenere ammalati che nessun altro reparto vorrebbe.
Non sapremo mai cosa avremmo potuto vivere altrove. Sappiamo solo che rimarremo sempre col dubbio che in questo reparto si è perso tanto tempo prezioso. Ora raccogliamo i cocci, ma non smettiamo di credere che il nostro ammalato meriti il meglio finchè Dio vorrà. Un ultimo cenno va alla suora del reparto che al mattino distribuisce la comunione. Non si è mai avvicinata a noi e all'ammalato che, certo, la comunione non poteva prenderla, ma che magari poteva ricevere una carezza. Sappiamo che Padre Pio non è in tutto questo. Padre Pio era in quel letto e ha voluto chiedere il nostro aiuto. Cordiali saluti.
non mi fido
Si sa che in Medicina 1+1 non fa sempre 2. A Casa Sollievo la totalità dei medici ritiene la medicina una scienza esatta; la diagnostica medica la si fa ai fini di intervento. Ma secondo me non si risolve una qualsiasi patologia solo con operazioni: ci sono anche le terapie farmacologiche.
Per questo motivo "non mi fido" e l'esperienza in questa struttura non mi ha soddisfatto.
Ottima L'Endocrinologia di Casa Sollievo
Sono stato ricoverato più volte nell'Unità Complessa di Endocrinologia del Prof. Salvatore De Cosmo, ricevendo sempre il massimo della disponibilità da parte dei medici e degli infermieri.
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