Casa di Cura Quisisana Roma
Recensioni dei pazienti
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Urologia
Assistenza pre e post-operatoria inadeguata. Personale amministrativo scortese. Personale della reception poco disponibile. Empatia verso il paziente non pervenuta. Intervento banale parzialmente riuscito, da rifare. Struttura privata da sconsigliare.
Terapia Intensiva
Personale di assistenza inferiore agli ospedali pubblici, sia come preparazione che come presenza.
Personale amministrativo scortese; inesistente la cooperazione per l'assicurazione.
Non ci hanno avvertito dell'esaurimento di una medicina ed hanno semplicemente smesso di somministrarla, usandone un'altra prescrivibile solo con piano terapeutico.
Cibo scadente.
Buono il livello di medici e chirurghi.
Pessima degenza di due giorni
Il giorno dell’intervento sono arrivata alle ore 7.15 a digiuno, come previsto dal medico, secondo il quale dovevo essere operata per prima. Invece, l’incredibile organizzazione della Clinica, sovvertendo l’ordine del chirurgo, dopo ben tre ore di attesa in sala d’aspetto, mi ha assegnato una stanza piccolissima, angusta e priva di riscaldamento che ha richiesto l'intervento di un operaio per rimetterlo in pristino.
Tornata in stanza dopo l’operazione, che si è svolta solo alle 12.30 (sono stata chiamata per ultima), alla mia richiesta di coperte mi è stato risposto che più di quella che mi avevano dato non ne possedevano. Nei due giorni seguenti è stato tutto un susseguirsi di disattenzioni. Cibo scadente e privo di scelta. Assenza totale di disponibilità da parte dell’amm.ne anche per quanto riguarda la consegna di cartella clinica. Non capisco perché un bravissimo chirurgo come il dr. Alessandro Caprio, conosciuto per la sua professionalità in tutta Italia, debba operare in questa struttura. Pur avendo consigliato il suo nome ad amici che si devono sottoporre ad intervento analogo al mio, ho suggerito loro di farsi operare in ospedale.
Una cosa vergognosa
Ho portato disperata mia Mamma dal Prof. Michele Gallucci al Quisisana di Roma per un carcinoma alla vescica. Tralasciando i cinguettii vanesi della segretaria Valentina, mi vengono chiesti 200 euro per sentirmi dire di "prendere autonomamente un appuntamento con l'oncologo Calabrò". Ignorando che il collaboratore di fiducia in questione è in ferie e tornerá 20 giorni dopo. Inutili e vani i tentativi altrettanto disperati di farlo presente al Prof. Gallucci. Mia mamma è morta aspettando che Calabrò "tornasse dalle ferie". Nella speranza di vederlo.
La segretaria Valentina ha sempre fatto da filtro coi suoi cinguettii al telefono e non sono mai riuscita a parlare con Gallucci al telefono. Una cosa vergognosa.
Stenosi del canale midollare
Sono stato operato per stenosi del canale midollare nell'Ottobre 2011 dal dottor Marco Tamorri, neurochirurgo del S.Filippo Neri, in intramoenia presso la clinica Quisisana a Roma.
Dopo 36 ore dall'intervento principale si è manifesta un'emorragia nel cavo operatorio ed ho subìto una seconda operazione. Mi sono svegliato paralizzato dai fianchi in giù perdendo il controllo degli sfinteri e della deambulazione. Da tre anni sono soggetto a riabilitazione che mi ha permesso di recuperare parzialmente la deambulazione ed alcune funzioni degli sfinteri. Sono invalido al 110/100. Questo nell'assoluto silenzio ed abbandono del dottor Tamorri.
Inqualificabile trattamento
5300 euro per una notte di ricovero, un prelievo del sangue ed una TAC. Lo scopo era capire se il tumore di mia suocera (venuta appositamente dalla Sicilia) fosse operabile. Il chirurgo si è espresso ed ha fatturato 1000 euro per la consulenza e altre 500 sono andate al suo assistente (mai visto). Pur avendo pagato (carissimo) per 2 giorni, ha dovuto lottare per vedersi somministrati i pasti del secondo giorno. Al marito 80enne è stata rifiutata una minestrina in brOdo, anche quando si è fatto presente che il bar la domenica è chiuso (lui è cardiopatico e li attendeva il viaggio di ritorno 16 ore in treno). Discussioni anche affinché alla paziente venisse somministrato un blando antidolorifico (prescritto da loro). Abbiamo dovuto girare per ore in taxi per comprarlo in una farmacia di turno. Inqualificabili.
L'unico punto di forza (e il motivo per cui ci siamo andati) è stata la possibilità di ricovero immediato, visti i lunghi tempi di attesa al Policlinico dove lui esercita.
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