Casa di Cura Montevergine di Mercogliano

Dopo soli 2 mesi e mezzo dall'intervento, pur seguendo scrupolosamente la terapia e la fisioterapia del centro riabilitativo che funzionava perfettamente, improvvisamente ho riavuto problemi di angina pectoris, di entità più forti rispetto al periodo precedente l'intervento.
Tornato alla Clinica, con visita a pagamento, mi hanno subito ricoverato e con una coronarografia mi è stata fatta un angioplastica sulla coronaria nativa.
Solo dal referto e con l'aiuto di un cardiologo, ho capito che è saltano l'impianto di bypass sequenziale per occlusione.
In fase di dimissioni, pur chiedendo spiegazioni al personale medico, nessuno mi ha spiegato la reale situazione in cui mi trovo, anzi hanno detto che era tutto OK.
Invece continuo ad avere fenomeni di angina pectoris, e con l'aiuto di cardiologi sto cercano un modo per risolvere il danno.
Alla fine da questo intervento, ho subìto ulteriori danni e spero tanto di non dovermi sottoporre ad ulteriore intervento chirurgico.
Tutti i cardiologi interpellati successivamente, hanno valutato negativamente l'intervento di bypass sequenziale.
Sarebbe stato opportuno eseguire singoli bypass.

Dopo 1 ora attesa (e ci sta) inizio la prova, con atteggiamento piuttosto infastidito del dottor Sala alle mie domande. Durante la prova risponde al telefono (anche per telefonate private) e alla fine della prova, avendo rilevato una pressione di 200/90, mi invita a parlarne col mio medico di base!
Il mio medico di base è un ginecologo, quindi il dr. Sala, rispetto a un presunto problema suppongo di competenza di un cardiologo, si esime dal dare consigli, avvisi, prescrizioni o altro, e decide di rinviare l'assistito ad un ginecologo.

Mio padre è stato ricoverato per un semplice intervento di routine di domenica.
Il giorno seguente l'unica cosa che sapevamo era che le varie operazioni (28 in giornata) sarebbero partite dalle 9.00 del mattino; non si può sapere nè l’ordine di una ipotetica lista, nè un orario all'incirca dell'intervento.
Siamo stati costretti a partire dalle 6.00 del mattino, perché abitiamo lontano, per stare fino alle 15.00 senza alcuna informazione nè la possibilità di vedere mio padre.
Cosa gli costa stilare una lista in modo che i familiari si possano organizzare?

Perché non stilare una lista di ingresso alla sala operatoria, visto che sono interventi programmati?? Ore dì attesa inutili da parte dei familiari e tanta ansia e nervoso per gli assistiti. Non sapere e non avere informazioni sta contro ogni diritto del malato. Per un salto di vera eccellenza, la cosa non è da sottovalutare.

Intervento di routine dicevano, dopo sette giorni dall'intervento di sostituzione delle valvole cardiache, la paziente è passata direttamente dall'anestesia al decesso. Una spiegazione non è stata data: come può una equipe di eccellenza aprire le braccia e non dare spiegazioni, se non ipotesi, in risposta alle nostre domande sul perché una donna giovane e forte non si è più svegliata? Aveva soltanto 51 anni!

A mio padre è stata effettuata un'angioplastica, un po' di anni fa, ed il cardiologo con cui era in cura non lavora più nella clinica Montevergine. Oggi era stata prenotata un'altra visita, ma il medico non si è presentato ed inoltre non è stato possibile nemmeno effettuare la prova sotto sforzo (regolarmente prenotata) perché il macchinario era rotto. Nessuno dei pazienti prenotati era stato avvisato telefonicamente e la maggior parte si sono fatti un viaggio di centinaia di chilometri con una temperatura vicina ai 38°C per raggiungere il "rinomato centro di eccellenza cardiologico". Ringraziamo tutti per la totale disorganizzazione e ci rivolgiamo adesso ad un centro dove il rispetto per il malato è decisamente maggiore rispetto a quello riservatoci oggi.

Non discuto la competenza e la professionalità dei medici, non ho le competenze per farlo. Ma per l'esperienza personale, devo considerare che se non hai il chirurgo di "riferimento", sei trattato "a pesci in faccia" tu e la tua famiglia!

Il mio commento non puo' essere che negativo, mio padre e' morto in questa clinica dopo vari ricoveri e rimandi dell'operazione, solo quando lo stesso era allo stremo e' stata predisposta l'operazione, e cioe' dalla sera alla mattina; tutto questo senza avvisare della percentuale di riuscita dell'intervento e senza far neanche salutare nostro padre. Da premettere che non era un caso urgente, il paziente aveva diritto di decidere con i familiari e invece no, e' stato indotto a decidere da solo..