Casa di Cura Divina Provvidenza di Bisceglie
Recensioni dei pazienti
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Ricovero in Medicina generale
Sono stata ricoverata presso la Medicina Generale ed ho constatato la professionalità e l'umanità della coordinatrice dott.ssa Elisabetta (Betty), nonché degli operatori tutti, sia infermieristici che OSS, e di medici, professori e tecnici che operano in questa struttura.
Riabilitazione
Ho trovato una buona struttura, molto grande e inevitabilmente con servizi migliori ed altri peggiori.
La cosa più importante per me è stata la qualità dell'assistenza, ottima in generale. Su alcune lacune ho soprasseduto.
PESSIMA RIABILITAZIONE
I miei zii hanno ricoverato qui mia nonna, dopo essersi fratturata il femore, per la riabilitazione, dopo aver subìto un intervento. In una settimana non ha MAI avuto una degna riabilitazione, se non la mattina una infermiera che non faceva altro che alzarle e abbassarle i piedi. Per non parlare del personale, spesso maleducato...
Disorganizzazione totale
Ricoverata nella struttura per frattura di bacino e femore, mia zia ha dovuto svolgere fisioterapia. A causa del Covid, c'erano delle restrizioni per le visite, ma la cosa sconvolgente è che ti assicuravano videochiamate con paziente mai fatte. Volevi parlare con qualche medico, capo sala? Niente. Non ti facevano neanche una chiamata per aggiornarti sullo stato di salute.
Chiamano per biancheria, pannolini ecc., arrivi lì e c'è l'armadietto pieno.
Morale della favola, ad oggi ho ricevuto la chiamata per sapere che è stata ricoverata d'urgenza all'ospedale di Barletta e non sono ancora a conoscenza del perché!
Ottimo ospedale
A giugno 2020 ho ricoverato mio marito al reparto Alzheimer. Non era la prima volta che affidavo le cure di mio marito alla loro competenza. Più volte, in questi anni, mi sono rivolta a loro per cercare di combattere questa malattia degenerativa e mi sono trovata sempre bene. Gestire un malato di Alzheimer è molto difficile già in condizioni normali, figuriamoci nel periodo Covid che ancora stiamo vivendo.
Mio marito al momento del ricovero non capiva, era disorientato, non mi riconosceva, non camminava, non dormiva, e non era più autonomo in nulla. Io ero disperatissima a vederlo in questo stato pietoso, ma ora è di nuovo a casa con me. Non immaginavo che sarebbe tornato a dialogare, mangiare e camminare autonomamente; ne sono davvero entusiasta. Grazie alla giusta terapia, mio marito si è ripreso e per questo ci tengo a ringraziare tutta l'equipe del reparto alzheimer: infermieri, OSS, educatori, coordinatori e terapisti, il dottor Palermo, il dottor Barracchia e la dottoressa Di Lernia.
Tutti sono stati, non solo professionali nel loro lavoro, ma anche gentili e amorevoli con i pazienti e i familiari. Ho anche ricevuto sostegno morale dalla psicologa e dagli educatori, grazie ai quali sono riuscita a tirarmi su e a superare la situazione. Inoltre, c'è da dire che sono riusciti a gestire al meglio tutta la difficile situazione Covid. In quel periodo non erano permesse visite: io vedevo mio marito regolarmente tramite videochiamata, e posso assicurare che era sempre ben seguito e gestito. Questo ci tengo a dirlo perché lì dentro, oltre a fare le loro specifiche terapie, gli ammalati vengono accuditi da OSS e infermieri che si occupano attivamente e prontamente di tutti i loro bisogni, compresa la cura personale; infatti gli facevano la barba e gli tagliavano le unghie, in modo da risultare sempre pulito,curato e ordinato. A mio avviso, e tenendo in considerazione i risultati sempre positivi da me riscontrati, posso solo essere riconoscente all'ospedale "Universo Salute Opera don Uva" perché composto da medici e infermieri più che competenti. Vi ringrazio per il miracolo che avete fatto.
RSA Madre Pia
RSA Madre Pia. Personale assolutamente carente, talmente carente che chi non è autonomo viene lasciato allettato e abbandonato. Danno i pasti solo a chi è in grado di alimentarsi da solo, chi non lo è praticamente non mangia! Mio padre è uscito che pesava 30 kg! Lasciato allettato e poi, non avendo il personale, non vanno nemmeno a movimentare il paziente, che si piaga. Paziente con piaghe da decubito che non sono in grado di curare, o che non curano nemmeno!
Gli operatori sono giovani al primo incarico, senza che gli venga affiancato personale qualificato.
Mio padre avrebbe dovuto fare riabilitazione post intervento al femore ,ma lo hanno tenuto allettato per un mese e mezzo perchè mancava l'imbragatura per il sollevatore!!! Mio padre prima della frattura camminava tranquillamente e senza assistenza!
Riabilitazione
Competenza 5 stelle, assistenza 5 stelle, pulizia 5 stelle, servizio...: parlando di vitto, direi pessimo.
Da quando sono ospite non c'è stato un solo giorno che il vitto sia giunto caldo. Inoltre se il medico dice "senza pane e pasta" esiste una dieta ben precisa??!?
Non la consiglio
La mia esperienza mi porta a sconsigliare fortemente la struttura per diversi motivi. In primo luogo, il personale è a mio parere dotato di scarse competenze tecniche, assolutamente necessarie per il buon esito dei trattamenti. In secondo luogo, lo stesso personale pecca di doti relazionali, indispensabili per ogni lavoro a diretto contatto con della gente, figurarsi in un istituto di cura, dove il malato dovrebbe essere sotto costante monitoraggio. In terzo luogo, vorrei sottolineare la mancanza di motivazione dei dipendenti, i quali fanno pesare ogni azione svolta durante il loro lavoro ai malati e alle loro famiglie. Infine, specifico il generale rifiuto ad assumersi le proprie responsabilità. Se chiamate qualcuno per fare o chiedere qualcosa, molto probabilmente vi sentirete dire che non è compito loro fare o dire quella cosa, senza peraltro indicare a chi rivolgersi.
Questa è la "Divina Provvidenza" di Bisceglie.
LA NOSTRA ESPERIENZA
Mia nonna è stata ricoverata presso l'U.O. di Medicina Fisica e Riabilitazione per i 40 giorni che hanno seguito l'intervento di frattura di femore (16 agosto 2018).
Inutile commentare i luoghi ed i servizi forniti (cucina), perché sappiamo in che condizioni verte la nostra sanità.
Quello che desidero tutti sappiano, perché anche mia nonna l'avrebbe voluto, è l'inadeguatezza di tutto il personale presente, di ogni ordine e grado, che personalmente abbiamo riscontrato nella nostra esperienza. Partendo dagli OSS, che sembrano dimenticare di trattare persone, per di più malate e molte volte anziane. Operatori che non si sono mai mostrati compassionevoli ed empatici. Risposte sgarbate, assoluta mancanza di delicatezza, cura della persona malata pari a zero, solo saccenza ed arroganza.
Riporto alcuni episodi.
Mia nonna aveva bisogno di aiuto nei trasferimenti: una mattina l’abbiamo trovata con un lembo di pelle completamente saltato sull’avambraccio sinistro perché, nella presa “maldestra”, per attenerci ai loro racconti, un operatore l’aveva graffiata con l’orologio che portava sempre al braccio. In quell’occasione, noi parenti non avevamo riferito nulla al medico, perché un incidente può capitare, inoltre credevamo che questo avrebbe avuto ripercussioni sul trattamento riservato alla nonna, soprattutto perché alcuni giorni dopo il nostro arrivo, un’altra paziente ci aveva detto testuali parole: “Qui devi dare da mangiare se vuoi andare avanti”. A posteriori, le cose avrebbero dovuto prendere una piega diversa già allora.
Racconto anche di quella volta in cui la calza elastica antitrombo, fondamentale nei pazienti operati per garantire il corretto flusso sanguigno nel percorso di risalita dalle gambe verso il cuore, è stata messa sulla gamba sana, piuttosto che su quella fratturata.
Oppure, del 27 Settembre, quando mia nonna è stata portata in sala raggi per il primo controllo dopo l’operazione, il medico radiologo riferisce agli operatori che era necessario cambiare la signora perché completamente bagnata di urina (portava il pannolone perché non ce la faceva ad alzarsi e andare in bagno da sola). Alla povera nonna è stato cambiato il panno, ma non i pantaloni, perché l’operatrice non riteneva fosse tanto bagnata da rendere necessario questo lavoro.
E se difendere la dignità del vostro caro, lesa per l’ennesima volta dopo quest’ultima vicenda, porta ad un confronto diretto, la possibilità è, come nel nostro caso, di beccarsi una DENUNCIA PER AGGRESSIONE VERBALE, con tanto di operatore portato via dal posto di lavoro dall’ambulanza e assente per malattia per i successivi 10 giorni. Questo è stato l’unico momento in cui ho sentito TEMPESTIVAMENTE l’arrivo di un mezzo di soccorso.
In questo posto non è possibile essere pazienti con elevato impegno assistenziale e nursing infermieristico continuo, perché l’unica risposta che possono dare è l’ironia, perché si diventa parenti seccanti, che “montano un casino per nulla”. Noi, addirittura, siamo stati proprio “fortunati” perché abbiamo trovato l’infermiere che, ogni volta che lo si chiamava, veniva in camera imitando la sirena dell’ambulanza con la voce.
MA CHE PROFESSIONALITÀ È QUESTA?
Tanto era cosa da niente, che mia nonna, nel 2018, è andata via per setticemia. È andata via dopo 6 giorni in cui NOI PARENTI abbiamo riportato il suo malessere a tutti, medici ed infermieri, sentendoci dire che quello era un semplice virus influenzale; è andata via dopo 6 giorni in cui NOI PARENTI abbiamo chiesto di attaccarle una flebo che la idratasse, visto che erano 4 giorni che non mangiava perché non ci riusciva. Il suo era un lento spegnersi e si rifletteva in una parola sempre più flebile ed in uno sguardo sempre più vacuo. E i signori medici continuavano a dire: “Non serve chiamare il pronto soccorso, ve la rimandano indietro, io ne ho esperienza”, oppure: “Chi ve l’ha detto che la nonna sta morendo? Le ho appena rimesso il catetere, entrate e guardate come si sta riprendendo”.
Tanto era vero che pochissimo tempo dopo mia nonna è andata via di lì IN COMA col 118. Aggiungo che finalmente il nostro medico era riuscito a mettersi in contatto coi colleghi del pronto soccorso, perché per tutta la mattina il numero non era corretto, non rispondeva, veniva messo a lungo in attesa… Incommentabile.
A posteriori, ci siamo pure sentiti dire che loro lo avevano sempre detto che la paziente “andava studiata”.
Ma, dico io, con che coraggio dire tutto questo dopo che noi stessi da giorni denunciavamo lo stato di malessere della nonna, dopo che per giorni noi abbiamo proposto di chiamare qualcuno dall’esterno, di farle delle flebo, di chiamare il 118. Dopo averci visto lì in ogni momento, anche fino oltre il limite orario consentito, visto che eravamo l’oggetto continuo dei richiami al rispetto dell’orario di visite? Oltre alla perdita, hanno voluto far ricadere su di noi la mancanza per non averla studiata. Saremmo andati in capo al mondo per salvarla, nel vero senso della parola, perché avevamo già da prima di questo evento dedicato a lei tutte le nostre energie. Ma perché per noi lei era tutto e lo facevamo con amore.
Lo stesso amore che deve essere parte fondamentale della cura e dell’assistenza sanitaria.
E ai parenti dei pazienti mi permetto di dire di non aver paura di scavalcare il “dottore” e di andare contro il suo parere, non aspettate, fate tutto quello che è nelle vostre possibilità per tutelare il vostro congiunto, telefonate voi stessi al 118, al massimo non sarà nulla, ma almeno non vivrete nel rimorso che quella chiamata avrebbe potuto tenere il vostro caro ancora un po’ con voi.
Riabilitazione cardiorespiratoria
Eccellente. Ce ne avevano parlato male, ma la realtà è diversa: personale medico e infermieristico professionale, presente e cordiale.
Servizio eccellente, consiglierei la struttura a chiunque.
Riabilitazione cardiorespiratoria
ESPERIENZA VERAMENTE NEGATIVA. MAGARI SI SUPERA L'INTERVENTO A CUORE APERTO PER MANO DI UN CARDIOCHIRURGO ECCELLENTE E POI SI RISCHIA DI CONTRARRE SEPSI /SETTICEMIA PER INCURIA, SUPERFICIALITà E NEGLIGENZA DEI MEDICI E DEGLI INFERMIERI.
DUE CATEGORIE DI PERSONE CHE DOVREBBERO PROVARE INNANZITUTTO COSA SI PROVA AD ESSERE PAZIENTI.
Scarsità di materiali che provvedevamo a fornire personalmente alla struttura sprovvista di cerotti, creme e tanto altro.
Grande superficialità nelle medicazioni (fili di sutura drenaggio lasciati dentro la ferita); scarsa igiene con formazione di piaghe da micosi contratta in ospedale per negligenza e trascuratezza e "pochezza" del personale, gestita dai parenti che hanno provveduto a fornire anche l'assistenza notturna per alleviare le "fatiche" del personale "presente/assente".
Mangiare "immangiabile", fornito anche questo dalla famiglie dall'esterno, in quanto la struttura è del tutto sprovvista di un punto ristoro, bar o una semplice macchinetta che distribuisca anche solo acqua.
Ambiente tetro ed in totale stato di abbandono, dove girano indisturbate persone con problemi mentali, dove la colazione viene distribuita nei piatti di carta in mancanza di bicchieri, dove le fette biscottate vengono date a chi abbia più fame perchè non bastano per tutti.
Ringraziamenti alla Neurologia
Desidero usare questo spazio, questo brandello di cuore biscegliese, per ringraziare con tutto il mio cuore la divisione NEUROLOGIA della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie. Perchè non è detto che si debba parlare sempre di malasanità. Grazie a tutti per avermi accolto, coccolato e sopportato; grazie ai medici, al dottor Minervini, al dottor Superti e al dottor Di Molfetta, per la loro estrema professionalità e l'immensa umanità, medici che dobbiamo essere fieri di avere nel nostro paese; grazie alla gentilissima psicologa che ha riempito le mie giornate con giochini e quiz; grazie all'amico, prima che medico, Pasquale Parisi; grazie a infermieri, operatori sanitari e analoghi di cui non conosco il nome; grazie ad Anna (la coratina!) che è stata fantastica, a Lucia che mi ha abbracciato e ha cercato di infondermi coraggio, a Vincenzo che mi ha fatto da bodyguard, a Tommy, a Domenico, a voi tutti che vi sforzate di rendere accettabile la degenza in un luogo di cura! Ho voglia di dirvi GRAZIE, di abbracciarvi tutti e dirvi che sono stata bene da voi. Grazie per aver diluito le mie paure. Perchè io sono convinta che scuole, studi e lauree non sono nulla se il nostro cuore non conosce umiltà, educazione, rispetto e umanità. GRAZIE DI cuore. GRAZIE CON TUTTO IL cuore. (G.)
Ringraziamenti
Ringrazio tutto lo staff della Casa di Cura Divina Provvidenza, ed in particolare i servizi di neurologia e radiologia, che ho trovato veramente ottimi.
Da migliorare assolutamente la pulizia.
Centro Riabilitazione Villa San Giuseppe
ringrazio tutta l'equipe del secondo piano di villa san giuseppe, il fisioterapista che mi ha rimesso in piedi, il primario per la sua accoglienza, la fisiatra, gli oss e gli infermieri che mi hanno assistito di notte, quando le spondine mi impedivono la mobilità. Ringrazio inoltre un infermiere che per la prima volta mi ha lavato i capelli.. e per tutto il coraggio che mi ha dato: grazie Di benedetto.
Io sono un operatore sanitario e, dopo questo periodo di sofferenza, comprendi meglio l'importanza del nostro lavoro.
grazie a tutti.
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