Cardiologia Ospedale Gavardo

 
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Recensioni dei pazienti

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5.0
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4.0

Reparto a misura d'uomo

Non posso fare altro che complimenti al Dott. Gian Franco Pasini ed al suo staff per la gestione del reparto e le attenzioni rivolte ai malati.
In effetti mio padre, dopo 10 giorni presso l'ospedale civile di Brescia, dove l'ambiente era più simile ad una caserma, è stato ricoverato presso questo reparto a causa di continui problemi di aritmie e fibrillazioni.
Le cure sono state attente e precise e la gentilezza, disponibilità, pazienza del personale meritevoli di menzione, in un ambiente molto pulito e silenzioso.
Credo assolutamente che possa e debba essere preso d'esempio soprattutto per persone anziane e con problemi cardiaci di lungo corso.

Patologia trattata
Aritmie/ fibrillazioni.
Esito della cura
Guarigione parziale
Voto medio 
 
3.5
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
3.0

La funzione e la forma dovrebbero esserci entrambe

Dopo una notte insonne e tormentata presso il Pronto Soccorso Dell'Ospedale "La Memoria" di Gavardo, sono stato ricoverato nella mattinata del 22/6/2011 nel reparto di Cardiologia presso lo stesso Ospedale. Inizialmente, vista la mancanza di posti letto, mi hanno trovato posto presso l'Unità Coronarica. Ho trovato che la professionalità del Personale Medico é certamente più che sufficiente, se si prende in considerazione l'efficienza operativa (presenza, prontezza d'intervento...), ma certamente mediocre nella capacità e propensione ad ascoltare le esigenze del malato (comprese quelle psicologiche derivanti anche da stati di salute cronici e/o dal fatto di trovarsi in una struttura ospedaliera lontana dal luogo dove abitualmente si vive). Il sorriso illumina raramente il loro viso interiore ed esteriore. Sebbene io raccontassi e documentassi con le mie precedenti cartelle cliniche che gli eventi passati di fibrillazione e/o flutter atriale si erano risolti, in altra struttura ospedaliera, mediamente al terzo giorno dopo flebo continuative di Cordarone con glucosio, ormai l'equipe medica aveva deciso per la cardio-versione e non c'è stato nulla da fare, anzi, hanno tentato di convincermi sempre più della loro scelta, lanciando messaggi che accrescessero ancora di più le mie preoccupazioni (ma su questa scelta tecnica d'intervento ho poco da dire, sia perché tutto è andato per il meglio, sia per la mia incompetenza in materia). Tutto quello che il malato riceve sembra sia dovuto solo perché previsto per legge e non certamente da rapporti interpersonali. Anche il più piccolo gesto di cortesia secondo me non è mai comandato da pulsioni interiori e la sensibilità del paziente, sempre attenta, bene avverte questo notevole disagio. La "conoscenza" medica del paziente deriva solo dai risultati delle analisi cliniche, senza ascoltare come il malato senta il proprio "corpo". Si entra in questa struttura come persone, seppure ammalate, e se ne esce intrisi di quella pochezza di chi non sa dare alla vita un significato più ampio di quello mediocre di efficienza materialistica. Scendendo nei particolari, trovo che il Direttore della Struttura Complessa, Dott. Gian Franco Pasini, sarebbe un eccellente medico se alla competenza non facesse altalenare quel sorriso che, purtroppo, raramente gli dà luce ed avesse un atteggiamento umorale meno discontinuo nel rapporto con il paziente. Caso del tutto eccezionale, degna della massima lode sotto ogni aspetto, è la Dott. Monica Bortolotti che ben "sente" cosa significa curare. Mi corre obbligo anche di complimentarmi con il personale paramedico che si è comportato quasi sempre in modo più che accettabile.
Inoltre nella stanza dell'U. Coronarica di notte è quasi impossibile dormire per un rumore di sottofondo assai fastidioso, dovuto quasi sicuramente ad una distribuzione davvero scadente dell'aria condizionata causata o da cattiva progettazione o da cattiva realizzazione. Dopo un giorno e mezzo dalla stanza dell'U. Coronarica sono stato trasferito in una cameretta a due letti dotata di televisione. Mi piacerebbe sapere chi è quello "scienziato/a" che ha deciso, nel caso che il paziente voglia accendere il televisore o cambiare canale, sia obbligato a chiamare l'infermiere in quanto, così mi è stato detto, c'è un unico telecomando per tutto il reparto. Immaginate cosa succederebbe nel caso un malato volesse sfogliare le pagine del televideo. Faccio presente un'altra piccola inezia che rende ancora più chiara l'immagine del tutto. Poichè le mie braccia erano del tutto tumefatte e una ancora risente di una leggera flebite, ho chiesto all'infermiera una pomata che alleviasse i miei problemi e mi è stato risposto che sarebbe stato molto gravoso per loro fornire anche questo servizio, mentre io ritornavo con il pensiero a quando ero stato operato al San Camillo di Roma per sostituzione di valvola aortica e non avevo nemmeno bisogno di chiedere i medicinali suddetti, che mi venivano spontaneamente forniti. Sono entrato per risolvere una fibrillazione atriale, che per ora sembra sia guarita, e sono uscito in una condizione psicofisica che mi lascerà i suoi segni negativi per molto e molto tempo.

Patologia trattata
Flutter atriale.
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