Cardiologia medica Ospedale Potenza
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Mio nonno viene ricoverato un mese e mezzo fa, dopo diversi giorni in cui manifestava diversi dolori, debolezze varie e una ormai inesistente nutrizione. Una volta arrivato in pronto soccorso, i medici domandano con insistenza (quasi seccati) a mia madre e mia zia perché l'avessero portato lì. Dopo aver umiliato mia zia, dicendole di stare in un angolo della stanza e aspettare, viene detto che mio nonno sarebbe dovuto rimanere lì quella notte perché l'indomani mattina avrebbe dovuto subire l'installazione di un pacemaker (parliamo ovviamente del reparto di Cardiologia).
La mattina dopo io e mia madre ci rechiamo in ospedale, dovendo tra l'altro affrontare per strada (viviamo a 45 chilometri da Potenza) la nevicata che già nella notte era caduta. Ciononostante alle 8.30 siamo lì, convinti che a quell'ora dovessero iniziare gli interventi chirurgici. Intorno alle 11.30 (dopo 3 ore in cui mi sono goduto la sala d'aspetto posizionata al centro di correnti fredde, le prese di corrente che non funzionavano e i bagni in condizioni disumane, sventrati e ovviamente privi di carta e di asciugatori per le mani) i medici contattano mia madre per chiederle di recarsi in ospedale, ignari del fatto che noi fossimo lì da 3 ore. Ci accoglie il signor Fiorilli, che ancora una volta ci domanda perché avessimo portato mio nonno al pronto soccorso. Ci dice che in realtà mio nonno non aveva nulla, testuali parole "al di là dei battiti lenti, ma quella è proprio una cosa sua"; ci dice che il pacemaker non era necessario e che in mattinata avrebbero dimesso mio nonno.
Mio nonno esce dall'ospedale intorno alle 14.30, quindi dopo altre 3 ore dall'incontro con il signor Fiorilli, per fare ritorno, in ambulanza, a casa sua.
Due giorni dopo mio nonno ci lasciava.
Probabilmente all'ospedale di Potenza pesava un uomo di 87 anni, che ovviamente non scoppiava di salute, ma che sono convinto, con le giuste cure e con un minimo di devozione dei medici verso la propria professione, sarebbe rimasto con noi ancora un altro po'.
Sorvolerò sul fatto che, non trovando l'uscita (essendo la prima volta che mettevamo piede in quell'ospedale), abbiamo domandato ad alcuni dottori la strada per giungere ai parcheggi, ricevendo come risposta "non ne ho idea".
Questa è la mia, spero unica, esperienza con l'ospedale di Potenza e con il reparto di cardiologia.
Esperienza negativissima!
Un odissea durata 1 settimana! Vengo ai fatti : il giorno 6 marzo 2014 mia madre donna di 64 anni viene ricoverata attraverso il pronto soccorso per un malore! Questo dopo dolori forti al petto, tachicardia, sensazione di svenimento. Il ricovero e' immediato, ci fanno aspettare 5 ore dopo ci danno un letto; il dottore che visita mia madre le fa subito i vari controlli, quindi elettrocardiogramma e ci dice subito che mia madre soffre di aritmie cardiache. L'indomani le mettono un holter per monitorare i suoi battiti ballerini, dopo 24 h ci dicono che verra' effettuato uno Studio elettrofisiologico, che mia madre non ha un cuore sano, ma non si pronunciano sui tempi. I giorni passano e nulla accade. L'atteggiamento dei medici del reparto è burbero (addirittura una Dottoressa abitudinaria ad urla in reparto..). I pazienti vengono trattati con indifferenza, ma noi non ci soffermiamo su questo, immaginiamo e pensiamo solo alla competenza di questi ultimi, ma poi... nemmeno quella!!! Rimane ferma in ospedale senza farle un accidenti e dopo 6 lunghi giorni estenuanti ci dicono: "non possiamo farle lo studio elettrofisiologico, il dottore e' in ferie, lei sta bene e può tornare a casa". Dopo 15 gg. si e' sentita di nuovo male e in un'altra struttura ospedaliera le hanno impiantato "urgentemente" un pacemaker! Questo e' la cardiologia medica di Potenza!
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