Anthea Hospital di Bari
Recensioni dei pazienti
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Radiologia - TAC
Il 22 c.m. ho fatto una Tac con contrasto. Ho il braccio sinistro tutto livido (dal polso al gomito). Al braccio sinistro hanno tentato di infilarmi l'ago la prima volta, poi hanno cambiato braccio e operatrice, con tutt'altro risultato. Il braccio è tutto livido nonostante l'uso di pomate adeguate.
Professionalità in Cardiochirurgia, poi sprecata
Chi non ha voglia di lavorare, può tranquillamente pensare al reddito di cittadinanza.
Assistenza e supporto del personale non medico in reparto post intervento cardiochirurgico, PARI A ZERO.
Cardiologia - angioplastica
Ricoverato per cardiopatia ischemica, nulla da dire sul personale medico, anche se una volta eseguito l'intervento non si vedono più.. Sono praticamente stato affidato al personale infermieristico, che lascia molto a desiderare, già a partire dalle infermiere del prericovero, che non riescono a prendere con facilità una vena per l'accesso dell'agocannula (lividi e gonfiori sul braccio).
Nelle stanze del reparto ci sono vecchi televisori che non prendono alcun canale, o come nel mio caso si sentiva solo l'audio perchè la TV non era compatibile con il servizio video.
Letti con materassini sottili e duri, idem per i cuscini, durissimi. Io avevo un letto con il sistema pistoni non funzionante, per cui collassava dal lato piedi verso il pavimento..
Servizio mensa: mai visto in nessun ospedale di un livello così scadente. Pietanze misere sia nelle quantità (un cucchiaio di pastina in brodo) che nel sapore.
Personale infermieristico: se chiedi qualcosa, ti dicono che provvedono e non si vedono più.
Telemetria cardiaca: anche se la batteria è scarica o si è staccato un cavetto, nessuno se ne accorge; chiedi di cambiare le batterie e non si vede nessuno.
Insomma, con maggiore attenzione e una rivisitazione delle stanze di degenza, sarebbe sicuramente un fiore all'occhiello.
Chemiodiscolisi
Sono stata sottoposta ad intervento di chemiodiscolisi, doloroso dal punto di vista fisico e dal punto di vista economico. Dopo otto mesi di cura mi sono permessa di inviare una email al dottore per capire se dovevo continuare ancora ad assumere antinfiammatori, in quanto il problema non era risolto; mi risponde con due parole dicendomi "sì continui la terapia", dopo otto mesi di trattamento. Allora invio ulteriore email dicendo che in visita mi aveva assicurato l'80% di guarigione, la risposta è stata: non ha funzionato si rivolga ad un neurochirurgo.
NEURORADIOLOGIA - chemiodiscolisi
Mio padre si è recato dal dottor Andreula Cosma un anno fa per persistenti dolori alla schiena che si irradiavano alla gamba.
La fama del dottore ha convinto mio padre sul farsi curare da lui e fidarsi quando lui ha proposto, senza alcuna esitazione, di trattare un disco intervertebrale con chemiodiscolisi con ozono in quanto certamente responsabile di un'ernia e dei suddetti dolori.
I trattamenti sono stati 10, dolorosissimi (e costati piú di mille euro). Non parlo del dottore dal punto di vista umano, piuttosto frettoloso, scostante e mai disposto a un minuto in piú per dare spiegazioni a mio padre.
Peccato che, però, il problema di mio padre alla gamba persistesse e il dott. Andreula, dopo due mesi di continui dolori da parte di mio padre e richieste di aiuto, abbia saputo solo fare spallucce, dicendo "a volte non funziona".
Mio padre si é rivolto altrove. L'equipe di neurochirurgia del Di Venere (primario Romanelli, dirigente medico Rega) ha immediatamente pensato (guardando le stesse risonanze magnetiche che Andreula, neuroradiologo, ha avuto sotto mano per mesi) che l'ernia non c'entrasse nulla con il dolore alla gamba di mio padre e ha proposto una risonanza al bacino.
Risultato: metastasi ossee avanzate da tumore alla prostata in stadio IV.
Sono così stati persi circa 10 mesi di vita.
La chicca finale della mia recensione: quando siamo andati all'Anthea per fare a mio padre delle TAC di controllo per il tumore e abbiamo incontrato Andreula, e lui ha visto chiaramente mio padre, anzichè salutarlo, si è guardato la punta delle scarpe.
Complimentoni.
Spero che questa mia recensione gli arrivi.
Pessima esperienza
Non ho parole per descrivere la negligenza e la superficialità che ho riscontrato in questa struttura ospedaliera. Il reparto di terapia intensiva, nel quale mio zio è rimasto per lungo tempo, ha mostrato la sua incompetenza sia dal punto di vista strettamente professionale che per quanto concerne relazioni e rapporti con i familiari. Se fossero tutte così le cliniche private sarebbe davvero un misfatto... Voglio credere che altrove ci sia più deontologia professionale!
Esperienza ANTHEA HOSPITAL
DA UNA STRUTTURA PRIVATA CI SI ASPETTEREBBE UN TRATTAMENTO DIVERSO; SPECIE IN UN REPARTO DI CARDIOCHIRURGIA, DATA LA GRANDISSIMA DELICATEZZA DEGLI INTERVENTI ESEGUITI.
I MEDICI E GLI INFERMIERI DOVREBBERO ESSERE SELEZIONATI NON SOLO PER LA LORO BRAVURA TECNICA, MA ANCHE E SOPRATTUTTO PER LA LORO UMANITà E DISPONIBILITà; QUALITà DI CUI MOLTI SEMBRANO ESSERE CARENTI.. PROBABILMENTE QUESTE SI IMPARANO SOLO QUANDO DA MEDICI E INFERMIERI SI DIVENTA PAZIENTI; SOLO ALLORA SI PUò CAPIRE COME CI SENTE AD ESSERE IGNORATI..
Meriti e demeriti di una clinica
Che dire...
Visita preventiva presso il super professore di cui si parla solo bene.
Intervento pianificato:
Tentativo di riparazione valvolare con sostituzione solo nel 3% dei casi. Il tutto eseguito in terapia mininvasiva data la delicatezza del soggetto. Bypass coronarico consigliabile ma non necessario (50% di ostruzione), quindi evitabile. Successo stimato 98%. In caso di sostituzione della valvola sarebbe stata impiantata una valvola naturale (quindi niente Cumadin a vita).
Il giorno prima dell'intervento:
Verrà fatto il bypass con procedura tradizionale di taglio dello sterno, oltre alla cura per ablazione della fibrillazione atriale e all'intervento sulla valvola.
Il giorno dell'intervento:
Nessun bypass, la coronaria era irragiungibile senza aprire il muscolo, sostituzione valvolare con valvola meccanica (siamo finiti nel 3% dei casi).
GRANDISSIMA SUPERFICIALITA' DEI MEDICI IN FASE DI AMMISSIONE.
Procediamo... la paziente stenta a riprendersi e, senza tirarla per le lunghe, muore per shock settico per infezione da batterio polmonare, finito nel sangue per chissà quale motivo. Diagnosi del batterio fatta SOLO nelle ultime ore prima del decesso.
Si poteva diagnosticare prima? Noi non siamo medici, i medici siete voi, a voi le domande a noi il dolore della perdita di una mamma e moglie.
Perchè in terapia intensiva il personale gira senza cuffie e senza mascherine?
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