Dettagli Recensione
Giuseppe Fornaro
Voto medio
2.0
Competenza
1.0
Assistenza
1.0
Pulizia
3.0
Servizi
3.0
Fretta nelle diagnosi!
Sarò a Milano per farmi visitare in strutture e da persone serie questa settimana, dopo che a Gallipoli il responsabile voleva, senza neanche leggere storico ed analisi effettuate, rimuovere una protesi d'anca!
Al mio rientro da Milano avrò modo e tempo per comunicare pubblicamente su quanto accaduto! Non mi dimenticherò mai della semplicità e frettolosità con cui è stato affrontato il mio caso!
Patologia trattata
Infezione sottocutanea anca dx, scambiata per infezione della protesi (VOLEVANO SOSTITUIRMI LA PROTESI!!).
Commenti
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Per Ordine
Come da precedente commento avevo assicurato di rendere noto l'evolversi della mia situazione sanitaria. Ricordo che il dottore mi voleva ricoverare d'urgenza ed operare per asportarmi una protesi a suo dire infetta! Tutto questo senza fare alcun accertamento e senza neanche voler vedere la documentazione da me portata con esami infettivologici negativi, rx negativa e l'ecografia che evidenziava qualcosa di certamente soprafasciale, che non intaccava la protesi. Il dottore disse che bastava per lui vedere l'ascesso che avevo in prossimità della protesi per capire tutto... non occorreva leggere carte! La diagnosi era fatta: Asportazione immediata della protesi!
I chirurghi ortopedici che gli facevano da contorno asserivano: "Giusto"!
Gli parlai di un'altra versione, assolutamente discordante con la sua, del Primario di Torino che mi aveva operato, ma lui rispose che bisognava avere le bende sugli occhi per affermare che l'infezione era sottocutanea e non della protesi!
Come è finita questa storia?
Oggi ho terminato gli esami, a Milano, tra cui TAC con mezzo di contrasto, ed il risultato che ne consegue è il seguente:
NESSUN INTERVENTO DA FARE PERCHE' LA PROTESI NON E' INFETTA! L'INFEZIONE E' SOLO SOPRAFASCIALE. SEMPLICE CURA ANTIBIOTICA!
I chirurghi ortopedici che gli facevano da contorno asserivano: "Giusto"!
Gli parlai di un'altra versione, assolutamente discordante con la sua, del Primario di Torino che mi aveva operato, ma lui rispose che bisognava avere le bende sugli occhi per affermare che l'infezione era sottocutanea e non della protesi!
Come è finita questa storia?
Oggi ho terminato gli esami, a Milano, tra cui TAC con mezzo di contrasto, ed il risultato che ne consegue è il seguente:
NESSUN INTERVENTO DA FARE PERCHE' LA PROTESI NON E' INFETTA! L'INFEZIONE E' SOLO SOPRAFASCIALE. SEMPLICE CURA ANTIBIOTICA!
Per la seconda volta replico alle accuse del signor Fornaro nella speranza che almeno questa volta il commento venga publicato. Non è possibile dare spazio ad accuse inesistenti senza diritto di replica! Ripeto che il "signor" Fornaro è giunto nel mio reparto, fuori dall'area ambulatoriale, fuori orario e senza prenotazione pretendendo di essere visitato dal sottoscritto, che nel frattempo era in sala operatoria. Era arrivato da Taranto perchè qualcuno gli aveva parlato bene della nostra equipe. Era portatore di una voluminosa raccolta ascessuale, delle dimensioni di un'arancia, a livello della ciicatrice sulla coscia destra, residuo di un intervento di artroprotesi d'anca e di un secondo intervento di revisione per infezione. Gli fu spiegato che visti i precedenti era probabile che fosse una recidiva dell'infezione protesica e non un'infezione cutanea come gli avevano detto per telefono da Milano. Gli era suggerito, pertanto, di farsi drenare la raccolta in quella sede. Alla domanda su cosa si sarebbe dovuto fare se l'infezione avesse interessato la protesi, gli fu risposto che si sarebbe dovuta espiantare. Mai nessuno gli ha proposto un intervento nel nostro reparto e tanto meno urgente, in primo luogo per mancanza di disponibilità operatoria immediata e poi perchè era già in trattamento in altra sede. Probabilmente il signor Fornaro il quale, in attesa di essere visitato, ha dato ampia dimostrazione della sua signorilità ed educazione (ha avuto scontri verbali con chiunque abbia incrociato) ha voluto dare sfogo alla propria rabbia (ingiustificata) e alla paura (giustificata) di ulteriori interventi chirurgici. Gli formuliamo sinceri auguri di pronta guarigione. Dott. Walter Mega
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