Dettagli Recensione

 
Ospedale Galliera di Genova
Voto medio 
 
3.8
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Menigioma

Sono stata operata in data 16 luglio 2019 per un meningioma. L'operazione di per sè è andata molto bene, devo fare i complimenti al Dott. Fotios Kalfas che con ottima competenza ha risolto nel migliore dei modi il mio problema.
Sono però un po' meno soddisfatta della degenza, camera da tre letti, con patologie differenti, letto vicino alla finestra senza alcun sistema oscurante salvo che per una veneziana, quindi dopo operazione con una fotosensibilità altissima, e un affollamento di parenti, ho avuto parecchio disagio. Servizi igienici indistinti tra uomini e donne e poco accessibili e praticabili, per la loro infausta dislocazione. Non mi è stato chiarito come mai, pur essendo libera una camera da due letti con annesso bagno, e molto meno luminosa, mi sia stata destinata la camera suddetta. Se questa disposizione è dovuta al caso, credo che si dovrebbe fare un po' più di attenzione nel destinare i pazienti sapendo della patologia o del postoperatorio.

Patologia trattata
Lesione espansiva extra-assiale frontale dx.
Esito della cura
Guarigione totale

Commenti

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Inviato da Ewa Borkowska Lanzi
26 Novembre, 2019
Mio marito Giulio Lanzi è stato operato dal Dott. Fotios Kalfas, ma è stato meno fortunato della Sig.ra Gloriana; infatti il commento lo devo scrivere io al posto suo.
Il Dott. F.Kalfas, secondo me, ha preso una decisione troppo precipitosa nell'operare mio marito che, all'età quasi di 76 anni, aveva due meningioma in testa: uno frontale molto grande, uno assai più piccolo vicino al cervelletto. Mio marito si è presentato il 23/12/2018 al Pronto Soccorso dell'Ospedale Galliera: stava bene, era solo un po' confuso. Il Dott. Kalfas, dopo avergli effettuato una risonanza magnetica, senza pensare a qualsiasi altra soluzione, o ad usufruire di un ulteriore consulto, ha deciso con autorità un'operazione d'urgenza per il 31/12/2018.
Da allora in poi è stato un calvario tra i vari reparti; solo sei mesi dopo mi è stato detto dal Primario dell'ultimo reparto che mio marito era capitato sfortunatamente "nella piccola fascia" in cui pazienti possono incorrere in gravi infezioni postoperatorie, ovvero la sepsi. Tale informazione mi è stata fornita soltanto due giorni prima della morte, il 28 giugno 2019, quando non c'era più nulla da fare; in effetti dei pericoli mortali a cui mio marito poteva andare incontro con questa operazione, nessun medico mi aveva lontanamente avvertita. Malgrado avessi manifestato più volte le mie preoccupazioni sul suo stato di salute che peggiorava sempre più durante la degenza, anche in relazione alle cure antibiotiche che si sono poi rivelate insufficienti e/o inadeguate, non mi sono mai sentita davvero compresa, anzi talora importuna.
L'errore umano è possibile e perdonabile, ma quando c'è la vita umana di chi ami, tutto ciò è un dolore insopportabile e a nulla serve dire a chi resta: "Mi dispiace!".
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