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Due giorni di travaglio e cesareo
Purtroppo devi essere fortunata a capitare nel turno giusto: a me si sono rotte le acque alle 2.15 di notte. Corro in ospedale e vengo accolta dall'ostetrica Sofia, che non solo mi fa una visita approfondita, ma riesce a darmi tanta forza e calma. Vengo ricoverata perché ancora non ho dilatazione. Passo l'intera giornata in ospedale e, nonostante fossi seguita dal primario, non mi viene spiegato nulla di quello a cui vado incontro. Intanto continuavo a perdere liquido amniotico. All'indomani il dr. D'ambrogio opta per la stimolazione e qui comincia il calvario. Durante le operazioni per la stimolazione assisto a un battibecco tra due ostetriche su come si facesse o meno la stimolazione e io, ovviamente, entro un po' in panico. Le due ostetriche in questione erano colleghe da poco in quanto il reparto di Ostetricia di Copertino è stato accorpato a quello di Galatina: potete immaginare in che clima si lavora. Per tutta la degenza noi pazienti abbiamo assistito a litigi tra personale. Comunque, fino alle 2.00 vengo lasciata in camera, ma il sopraggiungere delle contrazioni mi spinge a chiedere di stare in sala travaglio anche perché cominciavano le visite dei parenti e per me era molto imbarazzante stare a letto con le doglie con tanta gente intorno. Vengo fatta accomodare in sala tracciati. Il medico di turno, Barnaba, si affaccia per dirmi che devo avere pazienza, ma i miei dolori sono così forti che spesso non riesco a trattenermi e grido. Subito le due ostetriche di turno, Rossella e Maria, corrono a sgridarmi perché disturbo tutti e metto ansia anche alle signore che stavano facendo tracciati. Io e mio marito veniamo lasciati soli per quasi sei ore. Non vi dico come abbiamo passato quelle ore. Nel frattempo i miei familiari erano fuori dalle 2.00... Senza notizie. Finalmente mia madre riesce ad affacciarsi e sento che le dicono che ero stata sedata perché ero isterica. Ovviamente non vero. Si ricordano della mia presenza solo perché serviva quella stanza. In modo a dir poco scostante mi dicono di spostarmi, ma ero senza forze. In tutto ciò mio marito ha dovuto caricarmi sulla sedia a rotelle, ha dovuto pulirmi e lavarmi nonostante la presenza di una OSS. Riesco a raggiungere la sala travaglio, qui l'ostetrica Rossella mi propone finalmente di sedermi su una palla per fare yoga e improvvisamente i miei dolori si placano. Sento solo le sopportabili contrazioni. Cambio turno. Barnaba va via senza nemmeno venire a vedermi, intercettato da mia madre le dice 'Signora Pazienza!'. Arriva il dr. Linciano. Si accorge subito che qualcosa non andava e riprende immediatamente le ostetriche che non si erano accorte che io ancora, dopo 12 ore, non ero dilatata. Chiama immediatamente la sala operatoria e si procede al cesareo. In sala operatoria sono stati tutti gentilissimi, umani. Addirittura mi hanno abbracciata mentre arrivava la contrazione... Ricordo la voce di una dottoressa, forse anestesista, che con dolcezza ha detto: 'Questo bimbo vuole nascere con la zia Lella, adesso lo aiutiamo noi'... Ed è nato il mio piccolino. Che dire... Bisogna essere fortunati.
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