Dettagli Recensione
Il peggior PS di Milano
Ci rechiamo in pronto soccorso alle ore 15.00. Da fuori la struttura sembra moderna e all’avanguardia, se non fosse per l’entrata del PS al quanto fatiscente, una porticina che si apre e si chiude con difficoltà con su scritto Pronto Soccorso. Aperta la porta troviamo uno stanzino al quanto angusto con 9 sedie, utilizzabili solo 6, che loro chiamano “accettazione”. Nella saletta d’attesa c’è anche un vetro il plexiglas che dà su una postazione, che noi però troviamo vuota e quando ci avviciniamo vediamo un infermiere che esegue e verifica l’esito di alcuni tamponi, ignorandoci del tutto. Nella saletta molto angusta è fredda c’è anche una porta scorrevole che però dalla sala d’attesa si può aprire solo con un codice che sa solo il personale sanitario. Chiediamo chi sia l’ultimo e ci viene detto che in quel piccolo sgabuzzino c’è gente che deve essere ancora accettata, o che sta aspettando da ore una visita. Ogni mezz’ora lo stesso infermiere che esegue i tamponi apre la porta e dice “il prossimo!”, il prossimo in che senso? E qualcuno si alza, dopo una certa però l’infermiere non si fa più vivo e molta gente si intrufola all’interno del pronto soccorso quando un magazziniere apre la porta con il codice.
Dopo un’ora non siamo ancora stati accettati, allora decidiamo di superare la porta scorrevole alla prima occasione. Appena superata, troviamo una fila di barelle con persone che stanno male e per recarci dall’unico infermiere dobbiamo fare lo slalom tra i malati - nessuna parvenza di Covid o non Covid. Il PS. nonostante il numero non troppo elevato di persone. sembra sotto pressione, quasi saturo, probabilmente per la carenza di personale. Finora abbiamo visto l’infermerie che fa accettazione, triage e tamponi, un dottore che entra di fretta nella saletta e il più velocemente possibile apre con il codice la porta scorrevole, che fa capire che non vuole ricevere domande. Dopo lo slalom tra le barella. ci avviciniamo al bancone dell’accettazione dove spieghiamo la situazione all’infermiere tutto fare; in tutto ciò dietro di noi abbiamo due barelle con due persone sopra, zero privacy. L’infermiere però ci invita a non restare in quel pronto soccorso dato che non c’è il reparto di ortopedia e traumatologia e neanche lo specialista e avrebbero potuto farci solo gli esami.
Il PS secondo me è organizzato malissimo, perché l’accettazione non può essere fatto un’ora dopo l’arrivo, infatti serve proprio a evidenziare la situazione e a dirottare il paziente.
Non ho nulla da dire sul personale, molto stressato, per la carenza. L’infermiere è stato molto gentile e disponibile nell’ascoltarci. Mi dispiace per il persone, il quale deve lavorare ogni giorno in questa situazione, dove c’è un solo infermiere che deve fare di tutto.
Mi ero recato lì perché volevo evitare di andare al Fatebenefratelli, ma vista la situazione al San Giuseppe, nonostante sia privato convenzionato, meglio quello pubblico.
Siamo uscito dal PS alle 16.30 per poi andare al Pini, dove invece abbiamo trovato la massima disponibilità ed efficienza.
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